Edward
Eravamo
tutti all'aeroporto ed io ero nuovamente vestito nella divisa da
Guardia con il medaglione dei Volturi che mi pesava intorno al
collo.
Erano
passati quindici anni da quando avevo lasciato Volterra e pochi
giorni fa avevo ricevuto una lettera di Aro che mi ricordava i miei
obblighi.
Avevo
pensato di non obbedire, odiavo infatti anche solo l'idea di far
ritorno nella Rocca, ma sapevo che se avessi disobbedito le
conseguenze sarebbero state tragiche per me e per la mia famiglia.
Quando
avevo comunicato loro la data della mia partenza si erano tutti
intristiti e avevo faticato non poco a far loro accettare
l'inevitabile.
Solo
Carlisle ed Esme avevano capito subito cosa stesse succedendo, solo
loro infatti sapevano che questo giorno sarebbe arrivato.
Non
avevo mai raccontato a nessuno dei miei fratelli , ne tanto meno a
Bella i giorni passati a Volterra e quanto a fondo mi avessero
ferito e cambiato. Insieme ai miei genitori avevamo anche deciso di
tacere il più a lungo possibile l'appuntamento quindicinale
con
Aro, ritenevamo infatti inutile preoccuparli in anticipo.
E
adesso ero qua, triste e scoraggiato come non mai. Dall'altra parte
del salone potevo vedere Jane e Demetri che mi aspettavano
impazienti.
Sapevo
che ormai non c'era più tempo e che era giunto il momento di
salutare la mia famiglia e salire sull'aereo che mi avrebbe portato
a Firenze e da li a Volterra.
“Ciao
Edward. Fai il bravo mi raccomando” mi salutò
Rosalie dandomi un
timido bacetto sulla guancia. Emmett al suo fianco mi tirò
un pugno
scherzoso sulla spalla ridendo “Se Demetri e Felix ti
trattano
troppo male chiamaci, che te li sistemo io. Non vedo l'ora di poter
fare una bella rissa con loro. Sono quindici anni che aspetto
quest'opportunità. ” Lo guardai ridacchiando
“Emmett, ti
farebbero nero, sai. Comunque non ti preoccupare, loro sono il mio
ultimo problema” e con la coda dell'occhio guardai Jane. Lei
ed
Alec erano il mio incubo più grosso.
“Stai
tranquillo, Aro le ha ordinato di trattarti bene. Mi mancherai
tantissimo , ma ti vedo tornare in buona salute” Alice mi
stava
sorridendo ma nella sua testa la visione mi colpì
profondamente .
Era vero stavo ritornando a casa sorridente ma ...i miei occhi
erano di nuovo rossi. “Non è detto che si
avveri Edward,
lo sai quanto imprecise sono le mie visioni. Dipendono da troppe
decisioni.” Si lo sapevo ma avevo un brutto
presentimento.
Probabilmente Aro mi avrebbe obbligato a nutrirmi come loro, e non
potevo digiunare per tre mesi di seguito. Avevo passato il
pomeriggio precedente a cacciare e adesso ero sazio come non mai, ma
sapevo che prima o poi avrei dovuto bere di nuovo se non volevo
ridurmi come l'ultima volta. Anche Jasper si avvicinò per
salutarmi “A presto Edward. Non essere troppo triste tre mesi
passano veloci
e presto saremo di nuovo tutti assieme ” . Aveva percepito
con il
suo potere il mio stato d'animo e stava cercando di rasserenarmi.
Annui e li abbracciai “State tranquilli, ragazzi, non ho
alcuna
intenzione di mettermi nei guai, altrimenti vi darei una scusa per
venire in Italia”.
“Non
è detto che noi non si faccia un salto. Firenze è
fenomenale per lo
shopping e l'Italia è famosa per la sua moda ”
scherzò Alice
“Non
fate gli sciocchi!” brontolai preoccupato “ Sarebbe
pericoloso.
Non posso stare in pensiero per voi tutto il tempo. Avrò
già
abbastanza problemi per i fatti miei”.
“Ok,
ok, stavo solo scherzando” mi sbeffeggiò Alice
mentre si
allontanava trascinandosi dietro Jasper che mi fece l'occhiolino
“Ci
penso io Ed, a tenerla brava, non ti capiteremo tra i piedi.”
Anche Esme e Carlisle si
avvicinarono a salutarmi.
“Ciao
figliolo. Fai il bravo, non farmi stare in pensiero” Esme mi
aveva
abbracciato stretto “Certamente mamma. Non ti preoccupare.
Andrà
tutto bene” si staccò da me e mi guardò
negli occhi.
Io
li abbassai, sapevo mentire bene, ma con lei non avevo speranze.
“Edward, cerca di adattarti si tratta solo di tre mesi, non
dell'eternità” cercò di confortarmi.
Le
sorrisi, odiavo sentire la preoccupazione nei suoi pensieri.
“Posso
chiederti un favore mamma?” lei mi guardò stupita
poi sorridendo
annui “Tieni, custodiscilo tu. Non voglio, far arrabbiare fin
da
subito Aro” e con un gesto veloce mi sfilai il bracciale con
lo
stemma di famiglia e glielo porsi. Lei lo prese e se lo
infilò
rapida in tasca “Lo terrò al sicuro in attesa che
torni al tuo
polso” le diedi un bacetto sulla testa mentre mi staccavo e
porgevo
la mano a mio padre che sorridendo mi guardava pensoso. “Non
fare l'eroe Edward. Non ti opporre al volere di Aro. Non ti ridurre
come l'altra volta. Accetta la loro dieta piuttosto. E ubbidisci
agli ordini non vale la pena soffrire così tanto” annui
conscio della sua preoccupazione. Era l'unico che conoscendo i
Volturi aveva intuito quando profonde fossero le mie ferite. Non mi
aveva mai chiesto nulla, rispettando il mio silenzio ma dai suoi
pensieri avevo capito che a sua volta aveva indovinato quasi tutto.
“A
presto papà. L'altra volta non sapevo come comportarmi e
cosa
aspettarmi, stavolta sarà diverso. Ho imparato tanto e
questa volta
ho la certezza che presto sarò di nuovo a casa.”
lui mi sorrise,
sapeva che avevo letto i suoi pensieri e non c'era altro da
aggiungere. Mi abbracciò veloce e prese Esme sottobraccio
allontanandosi e lasciando il posto a Renesmee e Jacob che
abbracciati si avvicinarono.
La
mia bambina. Sbagliato! Oramai era una ragazza, bella e affascinante
che poteva benissimo passare per mia sorella. Era dura accettare che
fosse cresciuta così velocemente e che quel ...cane, si
fosse
fidanzato con lei. Accidenti all'imprinting.! Per un attimo pensai
che avrei dovuto uccidere Jacob tanto tempo fa quando ancora
insidiava la mia Bella. Ma adesso era tardi e dai loro sguardi
innamorati temevo che presto ci avrebbero annunciato il loro
matrimonio. Ma aveva solo sedici anni accidenti. Non potevano
aspettare ancora un po'?. Bella mi faceva la predica di essere
paziente, ricordandomi che io l'avevo voluta sposare a tutti i costi
a diciotto anni e che Jacob anche se ne dimostrava una ventina ne
aveva ormai più di trenta. Bhe che problema c'era.... io
avevo
dovuto aspettarne novanta prima di sistemarmi. Era la mia bambina,
ma adesso guardandola, sorridere al suo amore, la vidi per la prima
volta come una ragazza pronta a spiccare il volo dal nido. Con Bella
avevamo sempre controllato cosa combinasse Jacob, con la paura che
non avesse abbastanza pazienza per aspettare il momento giusto. Ed io
non mi ero mai fatto molti scrupoli e li avevo tenuti d'occhio
scrutando i loro pensieri.
Non
era certo facile convivere con un papà che ti legge nella
mente, ma
eravamo riusciti a trovare il nostro equilibrio. Ma adesso chi
avrebbe controllato la mia bambina?
Probabilmente mi si
leggeva in faccia la mia preoccupazione perché avvicinandosi
Jacob
iniziò a ridacchiare imbarazzato “Stai
tranquillo Edward, non me ne approfitterò della tua assenza,
ti
prometto solennemente che non alzerò un dito su Nessie prima
del
tuo ritorno”
era chiaramente a disagio “Sai
succhia-sangue, tua figlia è straordinariamente testarda
come la
mamma e furba come quel vampiro di suo padre. E' da un po' che mi
mette a perdere per avere un ....qualcosa di più di qualche
innocente bacetto, ma tu questo lo sai...”
i suoi pensieri s'interruppero quando gli ringhiai contro. No, non
sapevo un bel niente “e dai amico, non dirmi
che non le hai letto in mente quello che da un po' le gira in testa. Ma
stai tranquillo non sarò un vampiro centenario, ma ti
prometto
che per certe cose aspetteremo il tuo ritorno”
“Sarà
meglio per te, cane” sbottai ancora
ringhiando.
“E dai
papà, smettila di leggere nei nostri pensieri.
Ti prometto che farò la brava, tre mesi passano in fretta, e
poi non
vorrei perdere la tua faccia quando decideremo la data del
matrimonio.”
La
guardai sconcertato, è così che stavano le cose
quindi.
“Papà, non
agitarti. Non sono più una bambina ormai, e credimi voglio
fare le
cose per bene. Anche se non sono nata nel 1901, voglio rispettare le
tradizioni di famiglia, prima il matrimonio e poi...”
uscii immediatamente dalla sua testa i suoi pensieri si erano fatti
troppo espliciti mentre le sue guance si tingevano di rosso per la
vergogna.
Le sorrisi e l'accarezzai quel
dolce visino angelico “
Tu e Jacob mi farete impazzire proprio come allora, quando quel cane
rognoso voleva rubarmi tua mamma”
“E dai, non esagerare.
Un po' di sana competizione ti
ha fatto bene e ha dato un po' di brio alla tua vita spenta ”
sghignazzò Jacob
“Attento lupo, ti
affido la mia bambina ma come già
una volta ti dissi, riportamela con un graffio e assaggerò
il tuo
sangue” il tono di voce era minaccioso ma non potevo evitare
di
ridacchiare guardando la sua faccia preoccupata.
“Allora a presto
sanguisuga, vedi di tornare
velocemente così potrai di nuovo controllare la tua
vampirastra”
“Già, nel
frattempo veglia su di lei e su sua madre,
come hai fatto in passato, amico mio” e dopo aver dato una
pacca al
mio futuro genero abbracciai la mia piccola-grande bambina.
“Stai
attenta al lupo, mi raccomando piccola mia”
“Certo
papà, certo.” e sorridendo si spostò
con il
suo Jacob per mano in modo da lasciarmi il tempo di salutare la
sua adorata mamma.
Mi persi nei suoi occhi d'ambra,
mentre di sfuggita
notai che tutti si erano allontanati per lasciarci un po' d'
intimità. Diedi un occhiata ai miei accompagnatori sempre
più
impazienti ma avevo altro a cui pensare ora. Dovevo trovare il
coraggio di separarmi da Bella, dal mio eterno e unico amore.
L'avevo lasciata solo tre volte
da quando avevamo
deciso di provare ad essere amici, ma il ricordo di quella sofferenza
era nei nostri cuori. Ora però non sarebbe andata
così, questa
volta sapevamo che presto ci saremmo ritrovati. Eppure.... staccarmi
dai suoi occhi era difficilissimo e senza neanche pensarci mi
ritrovai a baciarla teneramente.
“Mi mancherai
tantissimo” le mormorai affranto “la
cosa più difficile sarà stare lontano da te.
Detesto quel posto e
quello che rappresenta, vorrei stare qui con te. Ma non posso
amore”
volevo confortarla ma in realtà stavo cercando di convincere
di più
me stesso.
“Lo so e mi mancherai
anche tu, mi mancheranno i tuoi
baci e le tue carezze, ma presto saremo di nuovo assieme” mi
mormorò.
Appoggiai la mia fronte alla sua
e presi le sue mani
stringendomele al viso. Con noncuranza diedi un profondo respiro
mentre il suo dolce profumo m'invadeva la mente dove l'avrei tenuto
al sicuro nei miei ricordi.
“Non essere triste
Edward, questi mesi passeranno
veloci e la tua famiglia si prenderà cura di me e di Nessie,
come ha
già fatto.”
“Lo so. Me l'hanno
promesso, ma non è come averti
qui, vicino a me. Ho bisogno di te, io ormai vivo per te, per il tuo
amore. Tu sei la mia luce, il mio faro e senza di te la mia vita
è
una perenne notte buia. Ma so che l'alba spunterà di nuovo e
questo
mi darà la forza di vivere a Volterra anche se ogni mio
pensiero
sarà rivolto costantemente a te. Ti amo Bella e ti affido il
mio
cuore, tienilo al sicuro. Tornerò presto a
riprendermelo.”
La guardai un attimo e poi la
baciai di nuovo. Un bacio
tenero, dolce ma anche disperato . L'ultimo bacio d'addio.
Quando mi staccai, mi bruciavano
gli occhi. Le feci una
carezza sulla testa, le diedi un ultimo bacetto sui capelli aspirando
il suo profumo e mi girai diretto verso i miei accompagnatori.
Non ebbi più il
coraggio di voltarmi, sapevo che
altrimenti sarei tornato indietro e mi avvicinai alle due Guardie.
“Finito? Possiamo
finalmente andare?” mi chiese Jane
sprezzante.
Annui, la mia voce non sarebbe
stata ferma e preferivo
tacere piuttosto che mostrare il mio turbamento
“Bentornato Edward.
Andiamo, l'areo sta per partire”
Demetri mi mise un braccio sulle spalle sorridendomi “Sono
felice di vederti. Vedrai che non ti troverai troppo male. Aro ha di
nuovo affidato a me e Felix il compito di sorvegliarti, e se fai il
bravo tutto andrà liscio.”
Mi sorrise sincero e con un
sospiro mi avviai verso la
mia nuova casa.
Quando mi sedetti sull'aereo misi le mani in tasca e vi trovai un biglietto, incuriosito lo lessi emozionato:
“ Caro
Edward, credo che tu ormai abbia capito che il difficile non
è
vivere per sempre.... è convivere per l'eternità
con se stessi e
con le proprie scelte.
La
nostra
natura ci porta a essere egoisti e il nostro istinto a uccidere ma la
ragione e l'amore possono elevarci a un ruolo più alto. E'
questo
che ci rende così diversi dai Volturi e dagli altri della
nostra
specie.
Non
ti
vergognare mai di quello che sei e di quello che fai.
Cerca
di non
cambiare e non dimenticare mai, che tu sei... Edward Cullen
appartenente al Clan di Olympia.
A
presto. Ti
aspettiamo. ”
Papà
Lo
piegai e lo misi
nella tasca della camicia vicino al mio cuore freddo e muto e
lì sarebbe rimasto a riscaldare il mio animo, fino al mio
ritorno a
casa.
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