martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 1 Una Guardia indecisa

Edward


Rimasi fermo sulla soglia dello studio di Carlisle e lentamente girai la testa per fissarlo. Dovetti ingoiare il veleno e ricorrere a tutto l'autocontrollo che possedevo per non rincorrere Alice con l'intento di ucciderla.
Era pericoloso stuzzicarmi e la Guardia dentro di me smaniava alla ricerca della sua vendetta.
A farne le spese fu lo stipite della porta a cui mi attaccai e che andò in frantumi sotto le mie mani. Meglio quello che il collo di mia sorella.
Lui in piedi mi guardava. Guardava lo stipite in frantumi e guardava la porta dalla quale era sparita Alice seguita da Jasper che provava a calmarla.
“Ecco di cosa ho paura Edward. ” mormorò guardandomi con gli occhi carichi di tristezza.
Io annui e mi voltai allontanandomi di corsa nel corridoio.
Senza una parola uscii di casa e mi andai ad arrampicare sulla grande quercia che sovrastava il giardino della grande Villa nelle Ardenne dove eravamo rimasti.
Avevo bisogno di riflettere, di capire e di rinchiudere saldamente il mostro che stava smaniando.
Ero pericoloso, al limite del controllo, ma dovevo trovare la forza di stare da solo.
La mancanza di Bella mi bruciava come un ferro.
Non ero più stato capace di allontanarmi da lei più di qualche metro e adesso mi sentivo male come se mi avessero strappato il cuore dal petto. Ma avevo bisogno di stare da solo, dovevo riprendere il controllo e volevo pensare.
Sapevo perfettamente il rischio che avrebbe corso tutta la mia famiglia, ma sapevo anche che non potevo girare la testa. Non potevo abbandonare Rebecca al suo destino, forse aveva bisogno di me, ed io senza dubbio avevo bisogno di lei.
Cosa fare dunque?
La testa mi girava, mentre dentro di me si stava svolgendo una battaglia pesantissima.
Mi raggomitolai stringendomi le ginocchia con le braccia. Posai la testa su di esse e chiusi gli occhi cercando di dominare l'ansia che mi avvolgeva. Presi un forte respiro e provai a liberare la mente. Dovevo riuscire a pensare con lucidità.
Mio padre mi aveva chiesto di parlarne con Bella, ma lei avrebbe capito?
Come uscire da quella situazione? Non lo sapevo.
Non me la sentivo di raccontare le cose come stavano, non volevo ferirla... ma non potevo neanche dirle una bugia.
Non potevo dirle che amavo lei ma che forse amavo e avevo bisogno anche di Rebecca.
A rompere i miei pensieri fu un grido proveniente da sotto “Edward, scendi, ti devo parlare!”
la voce di Bella non prometteva niente di buono.
Alice doveva averle parlato.
Riusciva mai a stare zitta mia sorella, ma perché doveva sempre complicare le cose?
Veloce mi lasciai scivolare a terra, ricadendo agilmente ai suoi piedi.
Lei mi squadrò severa.
“Cosa stavi facendo lassù Edward? Siamo già in ritardo, dobbiamo accompagnare Nessi e Jacob a ritirare le partecipazioni per il matrimonio. Non ti ricordi?” mi rimproverò con il sorriso sulle labbra.
La guardai sorpreso. Avevo calunniato Alice.
Mi affrettai ad abbracciarla tirando un sospiro di sollievo. Chiusi gli occhi e aspirai il suo profumo, strofinando il naso contro i suoi capelli, poi tirai su la testa e le diedi un bacetto in fronte “Scusa” mormorai sorridendole felice di quel contatto che tanto mi era mancato. Le mi guardò e mi sorrise a sua volta posando le sue labbra sulle mie e iniziando un dolce e lento bacio.
Adesso mi sentivo completo e sicuro.
Mi sarei potuto dimenticare del mondo che ci circondava, di Rebecca, di Volterra e di tutti i miei problemi. Quando ero con lei, quando l'avevo vicina la mia mente trovava la pace… ma un colpetto di tosse interruppe le nostre effusioni.
Mi voltai attirato dal profumo di Alice incenerendola con lo sguardo per aver interrotto quel momento di pace.
Lei mi stava fissando silenziosa ed enigmatica “ La tua idea è pura follia. Non puoi farlo Edward, non puoi sconvolgere lei e la nostra famiglia. Non voglio finire a Volterra, non voglio diventare una Guardia agli ordini di Aro”
Abbassai gli occhi addolorato e annui “Non finirà così Alice” la tranquillizzai, non sapevo ancora come, ma avrei studiato qualcosa.
“Non finirà così, cosa? Edward?” mi chiese Bella inclinando la testa e tendendo le labbra chiaramente irritata dall'essere stata esclusa da quella discussione silenziosa con mia sorella.
“Niente di preoccupante” le dissi dandole un bacetto in fronte e pregando in cuor mio che Alice mi tenesse il sacco.
Sapevo mentire bene, e ancora una volta me ne approfittai. Non era certo quello il momento di parlare di certe cose.
Mia sorella sbuffò. “A dopo ragazzi” ci salutò “Non puoi continuare a mentirle. E devi spiegarle la tua decisione e le sue conseguenze. Ti do tempo fino a stasera poi... le parlerò io” mi intimò mentalmente.
Strinsi gli occhi e abbassai appena la testa, eravamo diventati esperti in discussioni silenziose.
Bella mi guardò inclinando la testa, aveva capito che c'era qualcosa di strano ma contrariamente a quanto mi aspettassi lasciò cadere il discorso, limitandosi a tirarmi verso la Volvo che ci aspettava.
La segui con gli occhi bassi sentendomi ancora una volta un verme mentre mi domandavo come uscire dal vicolo cieco in cui mi stavo infilando.

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