martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 21 Un destino inevitabile

Edward

Non so per quanto tempo rimasi chiuso in gabbia, ma mi sembrava ogni ora in più d'impazzire.
Inginocchiato in quello spazio angusto non potevo muovere un solo muscolo.
Il morso mi faceva male. Ma soprattutto a essere ferito era stato l'orgoglio.
Avrei voluto uccidere Pamela e Jane.
Restai diverse ore a ripensare all'accaduto eccitato e infuriato contro Aro e tutta Volterra, poi piano piano mi calmai e riuscii a isolare la mente e rilassare il corpo.

Quando la porta si aprii, Felix mi tirò fuori e mi aiutò a mettermi in piedi. I muscoli da troppo tempo fermi mi cedettero e lui aiutato da Rubens mi aiutò a sedermi per terra liberandomi le mani.
“Ma cosa hai combinato Edward?” mi chiese mentre mi porgeva una camicia intera.
La presi abbassando la testa per ringraziarlo.
“Abbassa la testa che ti leviamo quel coso dalla bocca” disse scuotendo il capo.
Ubbidii subito felice di potermi levare quel fastidio.
Lui lo sfilò agevolmente stando attento a non ferirmi ulteriormente “Ecco fatto”.
“Gra..zie” gli mormorai con una certa fatica passandomi la mano sulla bocca ancora dolorante.
Mi sorrise e mi aiutò nuovamente a mettermi in piedi e accompagnato da Rubens mi accompagnò nella mia stanza. Qui sfinito e dolorante mi sdraiai sul letto cercando di rilassare i muscoli e la mente.
Quando fu l'ora mi venne a chiamare Daniele e ubbidiente mi presentai da Aro nella Sala del Trono.
“Eccoti qua Edward. Spero che tu abbia riflettuto sui tuoi doveri e che d'ora in poi ubbidisca agli ordini, senza discutere o ribellarti. Ricordati che sei una Guardia e che ci devi obbedienza” mi disse fulminandomi con i suoi occhi intensi.
Abbassai la testa inginocchiandomi al suo fianco.
Tre mesi... se fossi stato attento... non erano poi molto tempo. Non potevo combattere... non avevo la forza per ribellarmi. Non l'avevo mai avuta... riflettei amaramente.
La sua mano si posò sulla mia testa Bravo Edward comportati bene e passeranno veloci, disubbidisci e la prossima volta non fermeremo Pamela e Jane si divertirà a lungo.
Rabbrividii, ancora una volta mi ero cacciato in un vicolo ceco. Dovevo solo tenere duro, solo resistere. In fondo me l'ero cercata e adesso avrei scontato la punizione per aver dubitato dei miei sentimenti per Bella.
Quando fossi riuscito a tornare da lei gli avrei offerto il mio dolore quale pegno d'amore.

La mia unica consolazione veniva dal fatto che almeno la mia famiglia era al sicuro ignara della mia sorte e convinta che fossi felice.


Alice

Avevo visto Jasper prendere la sua decisione e le sue conseguenze. Cercai di bloccare i singhiozzi che rischiavano di travolgermi e con la voce calma annunciai alla mia famiglia la nostra morte.
“I licantropi ci attaccheranno e sono in molti. Ho visto la nostra morte...” mi bloccai e chiusi gli occhi non volevo vedere i loro volti stravolti dal dolore e dalla consapevolezza. Ma facendo così rivedevo solo quelle terribili immagini.
“Quando e dove Alice?” mi chiese Emmett stringendo la mano a Rosalie.
“Fra una settimana quando la luna sarà piena. Verranno qua Emmett” risposi cercando di sorridere, quando invece avrei solo voluto urlare e scappare.
“Dovete scappare” ci disse Esme.
La guardai inclinando la testa non capivo cosa intendesse dire.
“Non possiamo andare via tutti... ci seguirebbero. Ma tu con Bella, Emmett e Rose potete andare via... potete salvarvi” ci spiegò stringendo la mano a Carlisle “Noi li aspetteremo e li terremo occupati”.
Lo vidi annuire e baciarle i capelli “Esme ha ragione ragazzi” confermò nostro padre..
“No. Non ha senso. Se devo morire tanto vale farlo assieme e difendendoci. Io non scapperò davanti a loro. Siamo una famiglia e se dobbiamo morire moriremo come tale.” Emmett era sicuro di se.
“Anche se scappiamo, mamma. Loro ci cercherebbero e ci ucciderebbero uno per volta. Non possiamo andarcene. Ci batteremo e si pentiranno della loro decisione” Rosalie non si sarebbe tirata indietro, se Emmett rimaneva lei sarebbe stata la suo fianco.
Vidi Carlisle scuotere la testa “Non cambierete idea...vero?” gli chiese poi già sapendo la risposta si voltò verso di me “Dov'è Jasper? Raggiungilo. Voi potrete salvarvi” mi disse.
Scossi la testa. “Jasper non si arrenderà mai Carlisle. Tornerà da noi in tempo per la battaglia. Tornerà a morire con me e con voi … se riuscirà a tornare.”
Avevo visto dove era diretto e un brivido mi scese per la schiena.
“Dobbiamo dirlo a Bella e tenerla al sicuro. Glielo abbiamo promesso” continuai pensando ad Edward. Lui sarebbe impazzito fosse successo qualcosa a lei. Io sapevo, ero convinta che lui non aveva mai smesso d'amarla, e che prima o poi l'avrebbe capito anche lui.
“Le chiederemo di allontanarsi... lei ha la responsabilità di Nessi” disse Carlisle.
Annui ma vidi nei loro occhi la certezza che avevo anch'io.
Bella non sarebbe mai scappata anzi forse sarebbe stata grata di porre fine alla sua esistenza. Avremmo potuto pregarla quanto volevamo ma lei non ci avrebbe mai dato retta.
Il suo cuore era morto quando Edward ci aveva salutati e forse sarebbe stata contenta di rinunciare per sempre a quella vita che adesso sentiva fredda e vuota senza di lui.

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