martedì 12 febbraio 2013

SDN Capitolo 39 - Le decisioni di Aro

Aro

Avevo fatto tanti errori ma stavolta non sapevo proprio come rimediare.

Essere il capo dei Volturi non è una posizione facile. In molti ci considerano un'istituzione ma è difficile riuscire a mantenere il potere di fronte alle mille minacce sempre pronte ad annientarci.
La maggior parte della mia razza, ci considera al di sopra degli altri e vive indifferente a noi. Ma alcuni, tramano la nostra distruzione o per invidia o per sete di potere.
Sono sempre stato affascinato dai poteri che alcuni di noi sono in grado di sviluppare e ho passato la maggior parte del tempo a cercare vampiri con doti particolari da mettere al mio servizio. I poteri sono molto importanti per noi ed io sono consapevole di quanto questi possano influire negli esiti di una battaglia.
Inutile dire che la prima volta che conobbi Edward, rimasi affascinato dalla sua capacità. Anch'io potevo leggere nella mente degli altri, ma lui poteva farlo a distanza, senza che le persone se ne accorgessero. Che potere straordinario, un vero gioiello che mi sarebbe tornato molto utile. Se poi avessimo combinato assieme i nostri due talenti, nessuno avrebbe più avuto segreti per me.
Quando venne a chiederci di essere ucciso, mi rifiutai. Che spreco, sarebbe stato. Noi siamo immortali e prima o poi sarei riuscito a convincerlo a mettersi al mio servizio, era solo questione di tempo.
Ma la sua famiglia era forte e unita oltre che dotata di altri poteri interessanti. Provammo così con la forza a intimidirli, ma ci trovammo di fronte al potere di Bella, la sua donna che aveva trasformato. E non solo, Edward era stato in grado di riprodursi biologicamente mettendo al mondo una mezzosangue dai poteri straordinari. Il clan del mio amico Carlisle, si era troppo allargato e ormai costituiva quasi un pericolo. Piuttosto che niente era riuscito persino a farsi amici dei muta-forma pericolosissimi per quelli della mia razza. Per fortuna che conoscendo bene Carlisle, sapevo che egli non aspirava ad alcuna forma di potere, voleva solo la sua libertà e quindi non era una minaccia diretta.
Ma come rinunciare a quei meravigliosi talenti presenti nella sua famiglia?
Avevo deciso fin da subito, che li avrei attirati nelle mie Guardie a qualsiasi costo ed mi era stato chiaro immediatamente che avrei dovuto iniziare proprio da suo figlio Edward.
Era il più forte dal punto di vista caratteriale, il più difficile da dominare, ma se ce l'avessi fatta con lui anche gli altri sarebbero presto caduti sotto il mio potere.
Avevo così deciso di mandare una squadra composta dai miei migliori elementi a catturarlo. Nella squadra avevo mandato anche Chelsea con l'incarico di tagliare tutti i vecchi legami di Edward e di crearne di nuovi con noi. Avevo a lungo discusso con lei, poiché Marcus ci aveva avvertiti che era un impresa quasi impossibile. Era troppo legato alla sua famiglia. Ma con pazienza e tempo eravamo sicuri che Chelsea avrebbe potuto farcela.
Il primo problema era stato quello di evitare che Alice potesse prevedere le nostre mosse e le nostre decisioni. Avevamo così elaborato il piano all'interno della stanza che avevo poi affidato ad Edward. Eravamo riusciti a schermarla ed quindi ad aggirare il suo potere.
Il secondo problema era stato quello di riuscire a catturare Edward senza allarmare subito la sua famiglia. Dovevano intercettarlo da solo, per dare il tempo a Chelsea di lavorare sulla sua mente.
Avevano dovuto attendere a lungo, Edward difficilmente si allontanava da solo, ma alla fine complice una fatalità, le mie Guardie erano riusciti a prenderlo senza grossi problemi e senza attirare l'attenzione.
Il terzo problema che si presentò loro davanti fu la straordinaria resistenza che dimostrò al potere di Chelsea.
Quando arrivarono finalmente a Volterra, Edward era ancora stravolto, poiché avevano dovuto ferirlo fisicamente e mentalmente in profondità. Temevo che la lunga sofferenza subita potesse avere delle ripercussioni sulla sua mente, ma per fortuna questo non avvenne.
E quando prestò il suo giuramento senza problemi credetti di averlo finalmente nelle mie mani, visto che da subito iniziò il suo lavoro presso di me docile e tranquillo come speravo.

Ovviamente mi illudevo.

Sapevo che lo stile di vita di Volterra era molto diverso dal suo vecchio, per cui decisi di assecondarlo il più possibile per non creargli grossi traumi.
Ovviamente dovevo tenerlo d'occhio, non potevo lasciargli la libertà di cui godevano le altre Guardie, così lo affidai a Felix e Demetri. Non potevo contare su Jane e Alec, che erano profondamente gelosi della mia nuova compagnia.
Feci mettere nella sua stanza libri ed altro che pensavo potesse interessarlo, ma mi resi subito conto che non era sufficiente a distrarlo e a rilassarlo aiutandolo ad adeguarsi al nuovo stile di vita.
Su suggerimento di Demetri, iniziai a farlo uscire in cortile. Ma anche lì aveva un comportamento particolare. Attirò subito l'attenzione e le altre Guardie lo guardavano incuriosite e divertite.
Si guadagnò quasi subito il nomignolo di “Vampiro Triste”, perché i suoi occhi erano sempre tormentati e il suo comportamento diverso da quello degli altri.
L'ostacolo maggiore era però la sua alimentazione.
Mi resi subito conto di quanto fosse un problema.
Durante il primo banchetto a cui aveva assistito era addirittura scappato dalla Rocca meritandosi una severa punizione.
Non andava bene così!
I suoi occhi gialli e le sue abitudini alimentari facevano parlare le altre Guardie dando un brutto esempio. Dovevo cercare di cambiarlo usando però molta pazienza per evitare che mi si rivoltasse contro, sperando che alla fine cedesse e si adeguasse ai nostri usi. Dovetti anche intervenire per proteggerlo da Jane ed Alec che evidentemente lo odiavano profondamente.
Non era certo un soggetto facile da gestire.!!
Dopo qualche tempo mi illusi che stesse integrandosi nella sua nuova vita e per incoraggiarlo gli permisi di uscire per Volterra.
Fu il mio più grande errore.!! E non lo capii subito.!!
Non immaginavo riuscisse a nascondermi quello che voleva nella mente, e quando durante il processo riuscii a trovare la sua zona d'ombra rimasi esterrefatto!! Non solo stava recidendo i legami con noi, ma aveva risvegliato con prepotenza quelli con la sua famiglia.
Durante le uscite fatte a Volterra riusciva addirittura a incontrare i suoi familiari!! Loro erano qua e lo cercavano mentre lui si dibatteva al limite della pazzia, provocandosi i problemi fisici che notavamo senza però riuscire mai a capirne fino in fondo la ragione.
Era ovvio, Carlisle non avrebbe mai abbandonato suo figlio nelle mie mani, e aveva studiato un piano perfetto.
Gli proibii allora di uscire per Volterra, volevo isolarlo, eliminare i suoi incontri clandestini con la famiglia.
Forse sarei riuscito a farlo nuovamente mio... Ma lui fuggì… e quando poi mi chiese di essere lasciato libero capii che lo stavo perdendo...
Durante la sua punizione mi recai da Chelsea e le chiesi d'intervenire nuovamente nella sua mente, in modo da azzerare i suoi ricordi.
Ma lei scuotendo la testa mi disse “No. Mio Signore Aro. Non otterrei niente. Ha la mente oltremodo fragile in questo momento. Se le cose stanno come dici tu, ha ricostruito quasi tutti i legami con la sua famiglia, senza spezzare completamente i nostri, altrimenti non sarebbe ritornato di sua volontà e non ti ubbidirebbe così facilmente. Se io intervenissi otterremmo solo di sconvolgergli la mente fino alla pazzia. E' troppo pericoloso insinuarsi di nuovo nella sua testa. E' passato troppo poco tempo dall'ultima volta.”
No questo non era accettabile! Non potevo rischiare la sua sanità mentale! Il suo talento era troppo importante e andava custodito e protetto!
Fu Caius a darmi il suggerimento che all'epoca pensavo fosse giusto.
Hai sbagliato fratello. Gli hai lasciato troppa libertà. Deve adeguarsi al nostro stile di vita. Adesso ha giurato ed è l'ora che si comporti da Guardia a tutti gli effetti. Devi essere più duro con lui. Levagli i libri, i cd e tutte le cose superflue. Le Guardie non ne hanno bisogno e quegli oggetti gli suscitano ricordi e lo incitano a cercare la sua libertà.
E in più è l'ora che si nutra come un vero vampiro!! Devi riuscire ad obbligarlo a nutrirsi di sangue umano!! Solo così capirà di non poter far ritorno da Carlisle... Con che coraggio si presenterà a loro con gli occhi rossi di sangue sapendo di essere diventato un assassino?”
Avevo iniziato così un piano ben preciso per costringerlo a nutrirsi come volevamo noi.
Mai avrei immaginato una tale testardaggine e resistenza.
Provai a piegarlo con la forza e commisi l'ultimo errore!!
Di fronte all'impossibilità di evitare che il suo istinto avesse la meglio preferì pietrificarsi.
Non lo credevo capace di tanto, altrimenti non mi sarei spinto così oltre. Nella mia lunga vita avevo visto solo cinque casi del genere, e solo un vampiro era tornato alla vita, gli altri si erano sbriciolati sotto gli occhi di noi testimoni.
Quando Felix si era trovato il corpo molle di Edward fra le braccia, mi ero avvicinato stupito.
Purtroppo avevo capito subito cosa fosse successo.
Era assurdo!
Non potevo permettermi di perdere una Guardia così dotata!!
Dovevo tirarlo fuori da quella situazione!!!
Lo feci portare in una bella camera luminosa e calda e gli togliemmo la camicia in modo che si sentisse il più libero possibile. Poi lo avvolgemmo in un lenzuolo per tranquillizzarlo e ritardare l'inevitabile.
Iniziai a chiamarlo, ordinandogli di svegliarsi e sperando che mi ubbidisse. Ma nulla, il comportamento era quello di un cadavere.
Chiamai anche Felix e Demetri con i quali sapevo era sorta una specie di amicizia, per quello che potevano provare dei Capitani delle Guardie.
Ma di nuovo nulla.
E il tempo passava, senza che desse una minima reazione.
Provai anche con il potere di Jane, ma non sortì alcun effetto.
La sua mente era chiusa anche ai poteri della mia sadica vampira.
Ci provò anche Chelsea, ma quando gli mise le mani sulla fronte gelata, scosse la testa dispiaciuta “Niente, mio Signore Aro. La sua mente è vuota. Si è chiuso a riccio. Solo un miracolo può risvegliarlo”
Ero frustrato. Non volevo finisse così!
Cosa potevo ancora provare.?
Vedevo velocemente il suo corpo deperire, mentre si faceva sempre più debole. Presto anche se fosse uscito da quello stato non sarebbe riuscito nemmeno a muoversi o ad alimentarsi. Speravo di risvegliargli l'istinto e
su suggerimento di Jane, provammo allora a costringerlo a nutrirsi.
Con la forza Felix gli apri la bocca mentre la stessa Jane vi versava del sangue animale. Forse il gusto al quale era abituato gli avrebbe dato la forza di reagire.
Nulla. Non ingoiò nulla e non diede segni di vita. Era riuscito a imprigionare anche il suo istinto di vampiro!! Incredibile...
Ormai avevo perso le speranze...
Erano già passati diversi giorni quando Demetri mi venne a chiamare e mi portò da Edward. Non era cambiato nulla, solo che era girato su un fianco invece di essere sulla schiena come al solito.
Si è girato lui?” gli chiesi stupito
No l'ho girato io. Guardate mio Signore” e scostando il lenzuolo vidi che la pelle della schiena iniziava a creparsi e tre lunghe fessure si erano già aperte come se fosse stato frustato.
Ha diverse crepe aperte anche sulle gambe e sul braccio sinistro. E sta iniziando anche sul collo e sulla guancia destra” mi mostrò chiaramente preoccupato.
Gli guardai il volto disteso e tranquillo come se stesse dormendo e sognando qualcosa di piacevole. Era bello, anche per un vampiro era molto bello. Sulla sua guancia aveva una linea sottile scura, che sapevo nel giro di poche ore si sarebbe aperta.
Non so più che provare” ammisi sconfortato.
Non volevo morisse, non così!! Un simile talento perso, che spreco!
Penso che dobbiate avvisare la sua famiglia...” mi disse Demetri “E' giusto che sappiano.”
Lo guardai, ma certo... chi altro avrebbe potuto risvegliarlo se non loro? Se si era rinchiuso per non deluderli forse.. se non era troppo tardi... avrebbe accettato di risvegliarsi.
Che stupido a non pensarci prima!
Ma dovevo giocare bene la partita, Carlisle era furbo e colto.
Dovevo stupirlo e non dargli il tempo di pensare, in modo da poter giocare sui suoi sentimenti affinché lo risvegliasse senza pretendere nulla in cambio. Certamente sarei riuscito a manovrarlo se avessi giocato d'astuzia.
Andai nel mio studio e presi il telefono. “Che piacere sentirti Carlisle”.

La trappola era scattata forse sarei riuscito a salvare la mia Guardia e a legarla a me per l'eternità con l'aiuto inconsapevole della sua famiglia.

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