martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 32 La saggezza di Carlisle

Edward


Mi allontanai da solo nel bosco.  Camminare mi dava sollievo.
Sopra di me la luna spuntava dalle fronde degli alberi che muti e silenziosi mi facevano compagnia.
Un vento tiepido portava con se i profumi del bosco, i profumi di quegli animali che per noi erano di vitale importanza.
Respirai a fondo l'aroma delizioso e mi abbandonai alla caccia.
In pochi attimi individuai la mia preda e veloce abbattei il povero alce che stava pascolando tranquillo.
Non gli avevo dato neanche il tempo di accorgersi di quello che succedeva. Nella sua bocca ormai immobile alcuni fili d'erba pendevano inerti e inutili.
Ingoiai avidamente il sangue. Non era buono ma sapevo che mi avrebbe permesso di non nutrirmi di uomini per qualche tempo. Non sapevo cosa sarebbe successo al mio ritorno a Volterra. Adesso che era tutto cambiato il mio destino era in mano a Marcus e non sapevo che cosa aspettarmi.
Si era sempre tenuto ai margini lasciando agli altri Signori decidere per lui, aveva sempre solo guardato ma adesso era lui l'unico Signore di Volterra, era lui che avrebbe preso in mano il timone e la sorte delle Guardie... compreso la mia vita.
Alzai la testa annusando l'aria in cerca di qualche altra preda, consapevole di dovermi nutrire più del necessario, quando il suo profumo penetrò con forza nella mia mente.
Mi voltai di scatto e mi misi in piedi conscio che non potevo più scappare dal mio destino.


Bella

Lo avevo visto allontanarsi da solo dopo aver parlato con Carlisle.
“Cosa è successo perché è andato via?” chiesi a quell'uomo che ormai era un padre a tutti gli effetti.
Lui mi sorrise comprensivo e mi abbracciò stretto.
“Credo che abbia bisogno di stare da solo. Ha le idee e il cuore confuso.” mi sussurrò accarezzandomi le spalle “E' sempre stato un insicuro, si è sempre posto mille problemi, mille domande. E ancora adesso non riesce a capire e ad accettare che si può sbagliare... che non esiste il bianco e il nero ma solo infinite tinte di grigio” mi disse mesto.
Lui conosceva Edward da molto ormai e lo amava moltissimo. Era stato il suo primo figlio e sapevo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. Qualsiasi cosa per vederlo felice.
Mi staccai e lo guardai negli occhi “Cosa devo fare Carlisle?” gli chiesi.
Ero combattuta.
Volevo correre da lui e abbracciarlo, tenerlo stretto e sentirmi nuovamente amata e completa, ma nello stesso tempo avevo paura. Paura di sentirmi rifiutata … paura di vederlo andarsene un'altra volta. Paura che il suo cuore fosse ormai chiuso per me.
Lui mi guardò sereno “Non posso essere io a dirtelo Bella. Guarda nel tuo cuore” mi rispose posando i suoi occhi sulle mani che continuavo a torcere nervosa.
Cosa c'era nel mio cuore? Lo sapevo benissimo cosa c'era... la stessa cosa che avevo provato quando mi aveva sorriso per la prima volta, la stessa cosa di quando gli avevo detto si. La rabbia era scomparsa come nebbia al sole, il solo rivederlo aveva nuovamente acceso il mio cuore muto, investendomi, invadendomi rendendomi nuovamente prigioniera di quel sentimento che mai di fatto era sparito. Dentro di me ora era rimasto solo amore... un amore immenso... ma lui era in grado di ricambiarlo? O il suo cuore era ancora a Volterra?
Gli occhi di Carlisle continuavano a studiarmi attenti ed enigmatici.
“Ma posso dire cosa farei io al posto tuo” mormorò lento con un sorriso dolce sulle labbra e gli occhi che gli brillavano di speranza “ Sei sempre stata molto forte e cocciuta Bella. Solo il tuo carattere ti ha permesso di trovare la chiave per aprire il cuore di Edward. E' il momento di combattere l'ultima battaglia. Io andrei da lui... lo costringerei a guardarsi dentro ad accettarsi per quello che è... per quello che è diventato.
Se lo conosco bene… non aspetta altro. Ha solo bisogno di sentirsi dire che lo ami ancora.
Quello che ha passato Bella, da quel maledetto giorno in cui Aro lo fece rapire, è stato accuratamente nascosto nel suo animo. Ce ne ha mostrato solo una parte... ma ha nascosto la sofferenza nel suo profondo per non turbarci, ha celato accuratamente a tutti le sue ferite. Si è messo una maschera, ha negato a noi e a se stesso quello che è successo. Purtroppo ha cercato solo di dimenticare senza capire, che a volte, non si può fare finta che non sia accaduto nulla, non si può cancellare il passato ma bisogna, invece, sforzarsi di capire, di accettarsi per quello che si è , per quello che si è fatto... per quello che si è diventati. Ora il suo cuore è lacerato come il suo animo e solo tu Bella puoi curarlo, solo tu puoi dargli quella pace e quella serenità di cui ha bisogno. Solo sentendosi accettato malgrado i suoi errori, malgrado le scelte fatte riuscirà a trovare la sua strada... qualsiasi essa sia.”
Un silenzio pesante carico di tensione, carico di aspettativa dalla sua parte e di riflessione dalla mia cadde tra di noi, poi sospirando annui cercando ancora una volta conforto dalle sue braccia e forza dal suo sorriso che adesso si era aperto radioso.
Le sue parole e il suo sorriso erano pieni di speranza, la stessa speranza di cui io avevo bisogno per fare quello che andava fatto.
Le sue labbra si posarono sulla mia fronte delicate e tenere.
Poi si staccò e tornò in casa silenzioso senza voltarsi, senza aggiungere altro.
Avevano bisogno di lui e lui ci sarebbe sempre stato per me, per Edward e per tutta la sua famiglia. Lui era il nostro punto fermo, la nostra ancora di salvezza, il faro che aveva sempre illuminato il cammino della nostra strana famiglia fatta d'individui singoli per storia e biologia eppure uniti indissolubilmente dal sentimento forte dell'amore che più di una volta Aro e i Signori di Volterra avevano provato inutilmente a distruggere .
Ora era il mio turno di prendere in mano il timone della nostra vita, di combattere per ciò che provavo, di lottare per il mio amore.
Avevo aspettato passivamente, lo avevo lasciato a combattere da solo troppo a lungo, ora era il tempo di affrontarlo di fargli capire una volta per tutte che potevamo affrontare qualsiasi cosa che ero pronta ad amarlo ancora che non mi interessava nulla di ciò che era successo e del perché si fosse presentato a noi come un Capitano delle Guardie.
E silenziosa mi allontanai seguendo la sua traccia.

Carlisle

Sapevo che Edward si vergognava per quello che era successo e che se ne sarebbe dato la colpa. Lo avevo visto cambiato, sicuro di sé prendersi cura dei suoi uomini, ma sapevo che la sua anima era tormentata.
Dopo che tutto era finito si era rifiutato di entrare in casa, come se quelle mura potessero imprigionarlo, come se varcare la soglia di quella costruzione potesse causargli altro dolore.
Avevo cercato di aprirgli gli occhi.
Se le Guardie erano venute era merito di Jasper ma anche suo.
Suo fratello mi aveva raccontato come Edward aveva sfidato i signori di Volterra, come era stato ferito e umiliato e come aveva di fatto causato la caduta di Aro e Caius.

Sorrisi. Non aveva ancora capito. Ci avrebbe messo un po' ma alla fine ci sarebbe arrivato.

Ma il tempo era poco e quando Bella mi chiese cosa fare non ebbi esitazioni.
Solo lei, forse, sarebbe riuscita ad aprirgli gli occhi...solo lei sarebbe riuscita a fargli accettare la verità ormai evidente ai miei.

La vidi allontanarsi... stava andando da lui e da dietro la finestra mi misi a sorridere.
Erano le creature più irrazionali e complicate che avessi incontrato ma anche la coppia più indivisibile che conoscessi.

Nessun commento:

Posta un commento