Edward
Mi
allontanai da solo nel
bosco. Camminare mi dava
sollievo.
Sopra
di me la luna
spuntava dalle fronde degli alberi che muti e silenziosi mi facevano
compagnia.
Un vento tiepido portava con se i profumi del bosco, i profumi di quegli animali che per noi erano di vitale importanza.
Un vento tiepido portava con se i profumi del bosco, i profumi di quegli animali che per noi erano di vitale importanza.
Respirai
a fondo l'aroma
delizioso e mi abbandonai alla caccia.
In
pochi attimi
individuai la mia preda e veloce abbattei il povero alce che stava
pascolando tranquillo.
Non
gli avevo dato
neanche il tempo di accorgersi di quello che succedeva. Nella sua
bocca ormai immobile alcuni fili d'erba pendevano inerti e inutili.
Ingoiai
avidamente il
sangue. Non era buono ma sapevo che mi avrebbe permesso di non
nutrirmi di uomini per qualche tempo. Non sapevo cosa sarebbe
successo al mio ritorno a Volterra. Adesso che era tutto cambiato il
mio destino era in mano a Marcus e non sapevo che cosa aspettarmi.
Si
era sempre tenuto ai
margini lasciando agli altri Signori decidere per lui, aveva sempre
solo guardato ma adesso era lui l'unico Signore di Volterra, era lui
che avrebbe preso in mano il timone e la sorte delle
Guardie... compreso la mia vita.
Alzai
la testa annusando
l'aria in cerca di qualche altra preda, consapevole di dovermi
nutrire più del necessario, quando il suo profumo
penetrò con forza
nella mia mente.
Mi
voltai di scatto e mi
misi in piedi conscio che non potevo più scappare dal mio
destino.
Bella
Lo
avevo visto
allontanarsi da solo dopo aver parlato con Carlisle.
“Cosa
è successo
perché è andato via?” chiesi a
quell'uomo che ormai era un padre
a tutti gli effetti.
Lui
mi sorrise
comprensivo e mi abbracciò stretto.
“Credo
che abbia
bisogno di stare da solo. Ha le idee e il cuore confuso.” mi
sussurrò accarezzandomi le spalle “E' sempre stato
un insicuro, si
è sempre posto mille problemi, mille domande. E ancora
adesso non
riesce a capire e ad accettare che si può sbagliare... che
non
esiste il bianco e il nero ma solo infinite tinte di grigio”
mi
disse mesto.
Lui
conosceva Edward da
molto ormai e lo amava moltissimo. Era stato il suo primo figlio e
sapevo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. Qualsiasi cosa per
vederlo felice.
Mi
staccai e lo guardai
negli occhi “Cosa devo fare Carlisle?” gli chiesi.
Ero
combattuta.
Volevo
correre da lui e
abbracciarlo, tenerlo stretto e sentirmi nuovamente amata e completa,
ma nello stesso tempo avevo paura. Paura di sentirmi rifiutata
…
paura di vederlo andarsene un'altra volta. Paura che il suo cuore
fosse ormai chiuso per me.
Lui
mi guardò sereno
“Non posso essere io a dirtelo Bella. Guarda nel tuo
cuore” mi
rispose posando i suoi occhi sulle mani che continuavo a torcere
nervosa.
Cosa
c'era nel mio cuore? Lo sapevo benissimo cosa c'era... la stessa cosa
che avevo provato
quando mi aveva sorriso per la prima volta, la stessa cosa di quando
gli avevo detto si. La rabbia era scomparsa come
nebbia al
sole, il solo rivederlo aveva nuovamente acceso il mio cuore muto,
investendomi, invadendomi rendendomi nuovamente prigioniera di quel
sentimento che mai di fatto era sparito. Dentro di me ora era
rimasto solo amore... un amore immenso... ma lui era in grado di
ricambiarlo? O il suo cuore era ancora a Volterra?
Gli
occhi di Carlisle
continuavano a studiarmi attenti ed enigmatici.
“Ma
posso dire cosa
farei io al posto tuo” mormorò lento con un
sorriso dolce sulle
labbra e gli occhi che gli brillavano di speranza “ Sei
sempre
stata molto forte e cocciuta Bella. Solo il tuo carattere ti ha
permesso di trovare la chiave per aprire il cuore di Edward. E' il
momento di combattere l'ultima battaglia. Io andrei da lui... lo
costringerei a guardarsi dentro ad accettarsi per quello che
è...
per quello che è diventato.
Se
lo conosco bene… non
aspetta altro. Ha solo bisogno di sentirsi dire che lo ami ancora.
Quello
che ha passato
Bella, da quel maledetto giorno in cui Aro lo fece rapire, è
stato
accuratamente nascosto nel suo animo. Ce ne ha mostrato solo una
parte... ma ha nascosto la sofferenza nel suo profondo per non
turbarci, ha celato accuratamente a tutti le sue ferite. Si
è messo
una maschera, ha negato a noi e a se stesso quello che è
successo.
Purtroppo ha cercato solo di dimenticare senza capire, che a volte,
non si può fare finta che non sia accaduto nulla, non si
può
cancellare il passato ma bisogna, invece, sforzarsi di capire, di
accettarsi per quello che si è , per quello che si
è fatto... per
quello che si è diventati. Ora il suo cuore è
lacerato come il suo
animo e solo tu Bella puoi curarlo, solo tu puoi dargli quella pace e
quella serenità di cui ha bisogno. Solo sentendosi accettato
malgrado i suoi errori, malgrado le scelte fatte riuscirà a
trovare
la sua strada... qualsiasi essa sia.”
Un
silenzio pesante
carico di tensione, carico di aspettativa dalla sua parte e di
riflessione dalla mia cadde tra di noi, poi sospirando annui
cercando ancora una volta conforto dalle sue braccia e forza dal suo
sorriso che adesso si era aperto radioso.
Le
sue parole e il suo
sorriso erano pieni di speranza, la stessa speranza di cui io avevo
bisogno per fare quello che andava fatto.
Le
sue labbra si posarono
sulla mia fronte delicate e tenere.
Poi
si staccò e tornò
in casa silenzioso senza voltarsi, senza aggiungere altro.
Avevano
bisogno di lui e
lui ci sarebbe sempre stato per me, per Edward e per tutta la sua
famiglia. Lui era il nostro punto fermo, la nostra ancora di
salvezza, il faro che aveva sempre illuminato il cammino della nostra
strana famiglia fatta d'individui singoli per storia e biologia
eppure uniti indissolubilmente dal sentimento forte dell'amore che
più di una volta Aro e i Signori di Volterra avevano provato
inutilmente a distruggere .
Ora
era il mio turno di
prendere in mano il timone della nostra vita, di combattere per
ciò
che provavo, di lottare per il mio amore.
Avevo
aspettato
passivamente, lo avevo lasciato a combattere da solo troppo a lungo,
ora era il tempo di affrontarlo di fargli capire una volta per tutte
che potevamo affrontare qualsiasi cosa che ero pronta ad amarlo
ancora che non mi interessava nulla di ciò che era successo
e del
perché si fosse presentato a noi come un Capitano delle
Guardie.
E
silenziosa mi
allontanai seguendo la sua traccia.
Carlisle
Sapevo
che Edward si
vergognava per quello che era successo e che se ne sarebbe dato la
colpa. Lo avevo visto cambiato, sicuro di sé prendersi cura
dei suoi
uomini, ma sapevo che la sua anima era tormentata.
Dopo
che tutto era finito
si era rifiutato di entrare in casa, come se quelle mura potessero
imprigionarlo, come se varcare la soglia di quella costruzione
potesse causargli altro dolore.
Avevo
cercato di aprirgli
gli occhi.
Se
le Guardie erano
venute era merito di Jasper ma anche suo.
Suo
fratello mi aveva
raccontato come Edward aveva sfidato i signori di Volterra, come era
stato ferito e umiliato e come aveva di fatto causato la caduta di
Aro e Caius.
Sorrisi.
Non aveva
ancora capito. Ci avrebbe messo un po' ma alla fine ci sarebbe
arrivato.
Ma
il tempo era poco e
quando Bella mi chiese cosa fare non ebbi esitazioni.
Solo
lei, forse, sarebbe
riuscita ad aprirgli gli occhi...solo lei sarebbe riuscita a fargli
accettare la verità ormai evidente ai miei.
La
vidi allontanarsi...
stava andando da lui e da dietro la finestra mi misi a sorridere.
Erano
le creature più
irrazionali e complicate che avessi incontrato ma anche la coppia
più indivisibile che conoscessi.
Nessun commento:
Posta un commento