martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 45 - Ritorno a casa

Carlisle

Quando la Volvo si fermò davanti alla porta di casa, uscimmo tutti felici di poter riabbracciare i nostri ragazzi.
Alice non ci aveva più detto nulla e quando vidi scendere solo Renesmee e Jacob dalla macchina sentii una fitta al petto.
Qualsiasi cosa fosse successa Edward non era tornato a casa.
Bella si precipitò ad abbracciarli sollevata di saperli ormai al sicuro.
Io e gli altri rimanemmo sulle scale. Quel momento era il loro, noi avremmo festeggiato dopo.

“Nessi, non farmi mai più una cosa del genere” sentimmo Bella mormorare a quella ragazza che sembrava sua sorella.
“Mi spiace mamma... ma dovevo farlo” rispose lei asciugandosi le lacrime che uscivano dagli occhi.
“Avete visto... Edward” sentii Bella chiedere ansiosa.
“Si mamma” annui sorridendole.
Poi la vidi fissare Jacob mentre tutti fummo distratti dal rumore di un altra macchina che si avvicinava lentamente.
Una Ford Focus sbucò dalla curva e si fermò accanto alla Volvo.
Ancora una volta sentii un brivido scendere dalla schiena mentre mi chiedevo chi sarebbe sceso da quell'auto. I finestrini erano oscurati e non riuscivamo a distinguere nulla dei suoi occupanti.
Eravamo tutti in silenzio, sembrava che la macchina avesse una calamita perché nessuno di noi riusciva a distogliere gli occhi da essa.
Lentamente la portiera si aprii e vidi il mio ragazzo, il mio Edward, scendere dalla macchina.
Era solo e fece un paio di passi verso di noi.
Teneva gli occhi bassi fissando per terra come se avesse paura a guardarci. La sua mano non aveva lasciato la carrozzeria della macchina, sembrava che ci si appoggiasse contro come fosse pronto per una rapida fuga.
Eravamo tutti in silenzio, lo fissavamo e aspettavamo. Toccava a lui parlare ma sembrava che non sapesse come comportarsi.
Lo vidi portarsi una mano dietro la nuca e prendere fiato. Poi con lentezza alzò gli occhi e ci fisso cercando gli occhi di ognuno di noi.
Lo avevamo già visto con gli occhi rossi ma questa volta non era solo il colore a spaventarci ma anche il modo di guardarci.
Erano gli occhi di chi sa di essere un assassino, erano gli occhi di un vampiro che faceva fatica a controllarsi.
Guardò per ultima la sua Bella e con la voce spezzata disse “Mi spiace Bella. Potrei dirti tante cose, potrei spiegarti per ore, ma prima ho solo bisogno di sapere se mi puoi amare ancora, se puoi credermi quando ti dico che ti amo ”.
I miei occhi si posarono sui suoi, su quello sguardo così tormentato, così ferito.
Esme si stacco da me e senza aspettare una risposta si fiondò fra le sue braccia.
Lui arretrò un attimo quasi spaventato da sua madre. Poi le sorrise timido e abbassò gli occhi.
“Oh Edward. Sei tornato da noi” disse Esme accarezzandogli la guancia.
Lui rimase lì, un attimo, sembrava imbarazzato da quel contatto, quasi intimorito poi la baciò sulla fronte “Grazie mamma.” mormorò riportando gli occhi su Bella.
Anch'io fissai l'ultima delle mie figlie chiedendomi perché non correva tra le braccia del suo amore.
Lei non aveva levato lo sguardo da Edward e lentamente fece un paio di passi avanti.
Poi si fermò e prese fiato e senza levargli gli occhi dai sui parlò lentamente “Quante volte mi hai mentito Edward? Come posso fidarmi di te quando dici che ami me e non quella vampira? Come puoi presentarti qui, dopo tutto quello che hai fatto e pretendere il mio perdono senza degnarti di spiegarmi nulla?” la sua voce tremava.
Sapevo quanto dolore ci fosse nascosto, sapevo quanto le costasse dire quelle cose, ma sapevo anche quanto profonde fossero le ferite del suo cuore.
“Mamma, io ti posso far vedere tutto. Devi credergli!” gridò Nessi facendo un balzo verso Bella.
Non si aspettava evidentemente la piega che stava prendendo la situazione.
Jacob la prese per un braccio “No Nessi hai promesso. Abbiamo promesso. Non puoi” le sussurrò tenendola stretta fra le sue forti braccia.
Guardai mia nipote con sguardo interrogativo. Non capivo a cosa si riferisse. Subito la mia attenzione si rivolse ad Edward.
“Grazie Jacob. E' giusto così Nessi. E' vero Bella, quello che ti ho detto è vero. Ma posso capirti, posso capire tutti voi. Anch'io stento ad accettare quello che mi è successo. Sono cambiato e non lo posso negare. Non lo volevo ma è successo. Speravo che mi accettaste per quello che sono diventato, per quello che ho fatto, ma hai ragione tu... come sempre. Volevo salutarvi un ultima volta” e detto questo abbracciò forte Esme “Addio mamma” sussurrò con la voce spezzata mentre veloce rientrava in macchina e accelerando si allontanava rapidamente.
Un silenzio surreale ci colse. Un uccellino in volo avrebbe potuto scambiarci per tante statue.
Fermi immobili scioccati da quello che era successo.
Gli occhi gonfi di quelle lacrime che non potevano uscire.
Incapaci di muoverci rimanemmo lì a fissare la macchina che veloce si allontanava nel bosco fino a sparire alla nostra vista.
“Bella, prendi!” mi voltai sentendo la voce di Alice giusto in tempo per vedere un paio di chiavi volare nell'aria “Vai, raggiungilo. La Porsche è già fuori.” disse indicando la bellissima macchina gialla posteggiata fuori con il muso rivolto verso la strada.


Edward

Quando lasciammo Volterra, presi a noleggio un altra macchina.
Con calma spiegai a Nessi e Jacob che era meglio per me viaggiare da solo. Facevo troppa fatica a trattenermi. Sentivo la sete bruciare la mia gola. Sapevo adesso che era colpa dello sciroppo di Angela che mi spingeva a bere di continuo. La mia temperatura alta bruciava quello che bevevo velocemente e il mostro dentro di me era perennemente assetato e fuori controllo.
Avevo paura di far loro del male e durante il viaggio ebbi modo di riflettere quanto difficile sarebbe stato per me ritornare a casa.
Forse la cosa migliore sarebbe stato salutarli ed allontanarmi.
Avevo infatti paura che non mi accettassero per quello che ero diventato, perché io stesso stentavo a farlo.
Temevo che avessero perso la fiducia in me, che non mi credessero. Che Bella avesse chiuso il suo cuore al mio, che ancora una volta pensasse che il mio amore per lei fosse solo una bugia.
Fu per quello che chiesi a Renesmee di non usare il suo potere con Bella per mostrarle l'accaduto, volevo che mi accettasse per quello che dicevo, per l'amore che speravo avesse ancora nei miei confronti, non perché avrebbe visto la verità mostrata da lei.
E quando sentii la sua reticenza, quando la sua voce espresse i suoi dubbi che altro non erano che le mie paure, capii quale era la decisione giusta.
Non potevo tornare da loro.
Avevo sbagliato e ne avrei pagato le conseguenze.
Salutai mia madre. Lei mi avrebbe accettato in qualsiasi modo.
E veloce mi allontanai.
Dovevo mettere più strada possibile tra loro e me.
Quando fui lontano, iniziai a rallentare.
Non avevo alcuna fretta di tornare a Volterra.
Ma dove altro sarei potuto andare?
Ero perso nei miei tormenti.
Guidare mi dava sollievo, mi impediva di pensare, teneva occupate le mie mani.
Non vidi la Porsche fino a che mi tagliò la strada.
“Oh no.” mormorai a me stesso “Non Alice. Non ce la posso fare”.
Rimasi seduto, fermo la testa poggiata sulle mie mani. Gli occhi chiusi, a cercare quelle parole che avrei potuto dirle per fuggire il più velocemente possibile da lì.
Ma la mia portiera si apri e mi ritrovai tra le braccia della mia Bella.
“Ti amo Edward. Non mi interessa nulla. Non voglio sapere nulla ne da te, ne da Renesmee. Ti amo e basta. Non andartene ti scongiuro... non mi abbandonare di nuovo... io non posso vivere senza di te” le sue parole mi colpirono, mi imprigionarono e senza risponderle posai le mie labbra sulle sue.
Poi mi staccai e la guardai nei suoi meravigliosi occhi gialli “Ti amo Bella. Non ho mai smesso di amarti. Te lo giuro” le sussurrai abbracciandola forte come se avessi paura che scomparisse dalla mia vista.
Lei non mi rispose ma mi prese per mano e mi condusse nel bosco.

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