Carlisle
Quando
la Volvo si fermò
davanti alla porta di casa, uscimmo tutti felici di poter
riabbracciare i nostri ragazzi.
Alice
non ci aveva più
detto nulla e quando vidi scendere solo Renesmee e Jacob dalla
macchina sentii una fitta al petto.
Qualsiasi
cosa fosse
successa Edward non era tornato a casa.
Bella
si precipitò ad
abbracciarli sollevata di saperli ormai al sicuro.
Io
e gli altri rimanemmo
sulle scale. Quel momento era il loro, noi avremmo festeggiato dopo.
“Nessi,
non farmi mai
più una cosa del genere” sentimmo Bella mormorare
a quella ragazza
che sembrava sua sorella.
“Mi
spiace mamma... ma
dovevo farlo” rispose lei asciugandosi le lacrime che
uscivano
dagli occhi.
“Avete
visto... Edward”
sentii Bella chiedere ansiosa.
“Si
mamma” annui
sorridendole.
Poi
la vidi fissare Jacob
mentre tutti fummo distratti dal rumore di un altra macchina che si
avvicinava lentamente.
Una
Ford Focus sbucò
dalla curva e si fermò accanto alla Volvo.
Ancora
una volta sentii
un brivido scendere dalla schiena mentre mi chiedevo chi sarebbe
sceso da quell'auto. I finestrini erano oscurati e non riuscivamo a
distinguere nulla dei suoi occupanti.
Eravamo
tutti in
silenzio, sembrava che la macchina avesse una calamita
perché
nessuno di noi riusciva a distogliere gli occhi da essa.
Lentamente
la portiera si
aprii e vidi il mio ragazzo, il mio Edward, scendere dalla macchina.
Era
solo e fece un paio
di passi verso di noi.
Teneva
gli occhi bassi
fissando per terra come se avesse paura a guardarci. La sua mano non
aveva lasciato la carrozzeria della macchina, sembrava che ci si
appoggiasse contro come fosse pronto per una rapida fuga.
Eravamo
tutti in
silenzio, lo fissavamo e aspettavamo. Toccava a lui parlare ma
sembrava che non sapesse come comportarsi.
Lo
vidi portarsi una mano
dietro la nuca e prendere fiato. Poi con lentezza alzò gli
occhi e
ci fisso cercando gli occhi di ognuno di noi.
Lo
avevamo già visto con
gli occhi rossi ma questa volta non era solo il colore a spaventarci
ma anche il modo di guardarci.
Erano
gli occhi di chi sa
di essere un assassino, erano gli occhi di un vampiro che faceva
fatica a controllarsi.
Guardò
per ultima la sua
Bella e con la voce spezzata disse “Mi spiace Bella. Potrei
dirti
tante cose, potrei spiegarti per ore, ma prima ho solo bisogno di
sapere se mi puoi amare ancora, se puoi credermi quando ti dico che
ti amo ”.
I
miei occhi si posarono
sui suoi, su quello sguardo così tormentato, così
ferito.
Esme
si stacco da me e
senza aspettare una risposta si fiondò fra le sue braccia.
Lui
arretrò un attimo
quasi spaventato da sua madre. Poi le sorrise timido e
abbassò gli
occhi.
“Oh
Edward. Sei tornato
da noi” disse Esme accarezzandogli la guancia.
Lui
rimase lì, un
attimo, sembrava imbarazzato da quel contatto, quasi intimorito poi
la baciò sulla fronte “Grazie mamma.”
mormorò riportando gli
occhi su Bella.
Anch'io
fissai l'ultima
delle mie figlie chiedendomi perché non correva tra le
braccia del
suo amore.
Lei
non aveva levato lo
sguardo da Edward e lentamente fece un paio di passi avanti.
Poi
si fermò e prese
fiato e senza levargli gli occhi dai sui parlò lentamente
“Quante
volte mi hai mentito Edward? Come posso fidarmi di te quando dici
che ami me e non quella vampira? Come puoi presentarti qui, dopo
tutto quello che hai fatto e pretendere il mio perdono senza degnarti
di spiegarmi nulla?” la sua voce tremava.
Sapevo
quanto dolore ci
fosse nascosto, sapevo quanto le costasse dire quelle cose, ma sapevo
anche quanto profonde fossero le ferite del suo cuore.
“Mamma,
io ti posso far
vedere tutto. Devi credergli!” gridò Nessi facendo
un balzo verso
Bella.
Non
si aspettava
evidentemente la piega che stava prendendo la situazione.
Jacob
la prese per un
braccio “No Nessi hai promesso. Abbiamo promesso. Non
puoi” le
sussurrò tenendola stretta fra le sue forti braccia.
Guardai
mia nipote con
sguardo interrogativo. Non capivo a cosa si riferisse. Subito la mia
attenzione si rivolse ad Edward.
“Grazie
Jacob. E'
giusto così Nessi. E' vero Bella, quello che ti ho detto
è vero. Ma
posso capirti, posso capire tutti voi. Anch'io stento ad accettare
quello che mi è successo. Sono cambiato e non lo posso
negare. Non
lo volevo ma è successo. Speravo che mi accettaste per
quello che
sono diventato, per quello che ho fatto, ma hai ragione tu... come
sempre. Volevo salutarvi un ultima volta” e detto questo
abbracciò
forte Esme “Addio mamma” sussurrò con la
voce spezzata mentre
veloce rientrava in macchina e accelerando si allontanava
rapidamente.
Un
silenzio surreale ci
colse. Un uccellino in volo avrebbe potuto scambiarci per tante
statue.
Fermi
immobili scioccati
da quello che era successo.
Gli
occhi gonfi di quelle
lacrime che non potevano uscire.
Incapaci
di muoverci
rimanemmo lì a fissare la macchina che veloce si allontanava
nel
bosco fino a sparire alla nostra vista.
“Bella,
prendi!” mi
voltai sentendo la voce di Alice giusto in tempo per vedere un paio
di chiavi volare nell'aria “Vai, raggiungilo. La Porsche
è già
fuori.” disse indicando la bellissima macchina gialla
posteggiata
fuori con il muso rivolto verso la strada.
Edward
Quando
lasciammo Volterra, presi a noleggio un altra macchina.
Con
calma spiegai a Nessi e Jacob che era meglio per me viaggiare da
solo. Facevo troppa fatica a trattenermi. Sentivo la sete bruciare la
mia gola. Sapevo adesso che era colpa dello sciroppo di Angela che
mi spingeva a bere di continuo. La mia temperatura alta bruciava
quello che bevevo velocemente e il mostro dentro di me era
perennemente assetato e fuori controllo.
Avevo
paura di far loro del male e durante il viaggio ebbi modo di
riflettere quanto difficile sarebbe stato per me ritornare a casa.
Forse
la cosa migliore sarebbe stato salutarli ed allontanarmi.
Avevo
infatti paura che non mi accettassero per quello che ero diventato,
perché io stesso stentavo a farlo.
Temevo
che avessero perso la fiducia in me, che non mi credessero. Che
Bella avesse chiuso il suo cuore al mio, che ancora una volta
pensasse che il mio amore per lei fosse solo una bugia.
Fu
per quello che chiesi a Renesmee di non usare il suo potere con Bella
per mostrarle l'accaduto, volevo che mi accettasse per quello che
dicevo, per l'amore che speravo avesse ancora nei miei confronti, non
perché avrebbe visto la verità mostrata da lei.
E
quando sentii la sua reticenza, quando la sua voce espresse i suoi
dubbi che altro non erano che le mie paure, capii quale era la
decisione giusta.
Non
potevo tornare da loro.
Avevo
sbagliato e ne avrei pagato le conseguenze.
Salutai
mia madre. Lei mi avrebbe accettato in qualsiasi modo.
E
veloce mi allontanai.
Dovevo
mettere più strada possibile tra loro e me.
Quando
fui lontano, iniziai a rallentare.
Non
avevo alcuna fretta di tornare a Volterra.
Ma
dove altro sarei potuto andare?
Ero
perso nei miei tormenti.
Guidare
mi dava sollievo, mi impediva di pensare, teneva occupate le mie
mani.
Non
vidi la Porsche fino a che mi tagliò la strada.
“Oh
no.” mormorai a me stesso “Non Alice. Non ce la
posso fare”.
Rimasi
seduto, fermo la testa poggiata sulle mie mani. Gli occhi chiusi, a
cercare quelle parole che avrei potuto dirle per fuggire il
più
velocemente possibile da lì.
Ma la
mia portiera si apri e mi ritrovai tra le braccia della mia Bella.
“Ti
amo Edward. Non mi interessa nulla. Non voglio sapere nulla ne da te,
ne da Renesmee. Ti amo e basta. Non andartene ti scongiuro... non mi
abbandonare di nuovo... io non posso vivere senza di te” le
sue
parole mi colpirono, mi imprigionarono e senza risponderle posai le
mie labbra sulle sue.
Poi
mi staccai e la guardai nei suoi meravigliosi occhi gialli
“Ti amo
Bella. Non ho mai smesso di amarti. Te lo giuro” le sussurrai
abbracciandola forte come se avessi paura che scomparisse dalla mia
vista.
Lei
non mi rispose ma mi prese per mano e mi condusse nel bosco.
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