martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 5 Il mio amico lupo

Edward

Era il primo di Dicembre e domani Renesmee si sarebbe sposata il suo lupo.
A Bella e agli altri avevamo raccontato che l'operazione di Carlisle era servita a curarmi la cicatrice che sapevano mi dava fastidio. Non avevamo raccontato invece del legame fisico che eravamo riusciti a sciogliere.

Non avevo ancora parlato con Bella, della mia imminente partenza, sia per non rovinarle il matrimonio sia perché non ne avevo avuto ancora il coraggio. In fondo non le stavo dicendo delle bugie ma solo omettendo dei particolari, cercai di consolarmi.

Ero da solo in camera. Cercavo di evitare il più possibile il contatto con tutti. Il mio essere Guardia, la fatica che facevo per gestire il vampiro in me mi aveva imposto di evitare il più possibile il contatto con gli altri.
Per gli umani era pericoloso perché il loro sangue era ancora una tentazione mentre con gli altri vampiri avevo paura si accorgessero di quanto instabile fossi.
Senza parlare dei licantropi.
Dopo la battaglia avuta con loro, il solo odore risvegliava la Guardia in me, e sordi ringhi mi nascevano spontanei nel petto.
Sospirai guardando fuori dalla finestra.
Domani avrei perso la mia bambina, domani avrebbe sposato il suo Jacob.
Quel ragazzo l'amava profondamente, ne ero certo.
Solo un grande e profondo amore avrebbe potuto spingerlo ad accettare di convivere con una famiglia di vampiri.
Solo un grande e profondo amore avrebbe potuto permettergli di accettare un suocero Guardia dei Volturi, che si era cibato di umani innocenti e ucciso dei licantropi.
Per me era difficile stare vicino a lui, era uno sforzo immenso resistere all'impulso di morderlo e ucciderlo. Eppure ci ero riuscito in questi lunghi mesi malgrado alcune volte avessero dovuto intervenire i miei fratelli per evitare tragedie di cui mi sarei sicuramente pentito appena ripreso il controllo.
Ero conscio dell'amore di mia figlia per il suo lupo e dell'amicizia che aveva dimostrato nei miei confronti rischiando molto per aiutarmi.
Ma adesso era ancora più difficile perché da fidanzato tenuto sotto controllo costantemente sarebbe diventato suo marito.
E la gelosia era diventata per me una compagna di viaggio.
Eppure sapevo fin dalla sua nascita che sarebbe andata così e che domani sarebbe arrivato prima o poi.

Bene ci siamo” dissi a me stesso prendendo fiato e uscendo dalla camera.
Mentre uscivo di casa salutando velocemente potei percepire i pensieri dei presenti. Un sorriso m'increspò le labbra, tutti davano per scontato che il mio comportamento anomalo fosse dovuto alla tensione per l'imminente matrimonio e alla gelosia che erano certi stessi provando. Non avevano torto anche se ero convinto che nessuno a parte i miei genitori ed Alice sapessero che con esso sarebbe arrivato anche l'addio alla mia famiglia.
Mi diressi in giardino, salutando ed evitando di parlare con gli invitati vampiri che si erano sistemati in casa nostra in attesa dell'indomani.
Stavo cercando una persona in particolare.
Con l'aiuto dell'olfatto m'inoltrai nel bosco guidato dal suo odore e non ci volle molto a trovarlo.
Jacob era in riva al fiume da solo che scagliava sassi cercando di farli rimbalzare sulla sua superficie.
Dodici. Non male per un licantropo” dissi osservando la pietra affondare nelle scure acque.
Lui si girò sorridendomi. “Che ci fai qui Edward?? Sei scappato dalle grinfie di Alice?” mi chiese incuriosito.
Mi scappò una risata mentre mi avvicinavo. Avevo capito cosa aveva in passato affascinato Bella: la sua capacità di scherzare su ogni cosa e avevo imparato ad apprezzare quella sua dote così rara in noi vampiri.
Anche” risposi prendendo un sasso e unendomi al suo gioco. “E tu? Preoccupato?” gli chiesi.
Potevo sentire i suoi pensieri mescolarsi incoerenti nella sua testa. Mi sorrise sornione “Undici, non male per un vampiro.” disse scegliendo un altra pietra dalla riva “Sono venuto qui per stare un po' da solo. Volevo pensare... levarmi dalla confusione. Tanto Renesmee è stata rapita da Bella e dalle tue sorelle” concluse lanciando il sasso e guardandolo rimbalzare sul pelo dell'acqua fino ad affondare con un leggero plof.
Solo cinque. Un po' scadente per un cane” sghignazzai facendo saltare la mia pietra una decina di volte. “So che ti manca Billy” dissi fermandomi a guardarlo “Mi spiace di non esserci stato quando avevi bisogno di me” dissi triste ripensando a quello che era accaduto.
Sospirò “Si, mi manca ma adesso acquisterò un altro padre” disse ridacchiando e dandomi una spinta giocosa.
Per un attimo al contatto con la sua pelle calda un ringhio mi scappò dalla bocca e lo vidi sgranare gli occhi confuso e preoccupato. “Scusa Jacob.” mormorai avvilito dal mio comportamento allontanandomi di qualche metro da lui “Lo sai che malgrado tu sia un licantropo impertinente sono felice che sposi Nessi. Sono convinto che tu l'amerai e la proteggerai per sempre anche se io non potrò più farlo” dissi abbassando lo sguardo addolorato.
Ma cosa stai dicendo? Lo sai che vivremo qui con voi, tornati dal viaggio di nozze organizzato dalle tue pazze sorelle” affermò fermandosi a guardarmi con gli occhi socchiusi.
Potevo leggere il suo stupore e le mille domande che avrebbe voluto farmi.
Presi un sospiro e balzai sedendomi su un alta pietra li vicino.
Jacob. Domani dopo che sarete partiti, io tornerò a Volterra” dissi stringendomi poi le ginocchia al petto e guardandolo tristemente da dietro di esse.
Lo vidi aprire la bocca come per dirmi qualcosa, poi richiuderla e scuotere la testa come a scacciare quelle parole.
Ma cosa stai dicendo?? La prossima volta che sarai obbligato sarà fra quattordici anni. Perché vuoi tornare là, adesso??”
Gli sorrisi. La sua preoccupazione per me era commuovente. Mi voleva bene ormai era parte integrante della mia famiglia.
Ma ero io a non esserlo più!

Vedi Jacob. E' successo qualcosa che mi ha cambiato. Non riesco più a trovare pace qui. Non sono tranquillo, devo tornare. Devo capire chi sono in realtà”
Lui scuoteva la testa con gli occhi stretti e il viso preoccupato “E' Rebecca vero?? L'ho capito quando ti ho visto baciarla... che lei era qualcosa di più di una... simbionte” affermò con la voce disgustata mentre l'ultima parola gli usciva dalla bocca come se l'avesse sputata fuori.
Potevo capirlo. Con chiunque parlassi faceva quell'effetto ma dovevo cercare di spiegargli e per l'ennesima volta mi ritrovai a spiegare il motivo della mia partenza.
Lui mi stette a sentire in silenzio. Poi quando ebbi finito scosse la testa.
Perché mi stai spiegando questo? Perché lo stai dicendo a me, invece di parlarne con Bella o Nessi?”
Bella sa che prima o poi partirò gli ho già accennato che non posso abbandonare Rebecca là. Fa finta di niente ma nel suo cuore ha capito. E domani quando sarà tutto finito le spiegherò tutto prima di partire. Ma vedi ne parlo anche con te perché non so come finirà. Non so che cosa mi attende a Volterra. Se e quando ritornerò. E voglio che tu sappia che ti voglio bene e che sono convinto che proteggerai Nessi da ogni pericolo. Ma mi devi promettere Jacob di non venire mai più a Volterra e di non portare mai più Nessi là.
Domani quando metterò la sua mano nella tua, non sarà un semplice gesto simbolico.
Domani ti affido mia figlia, e voglio che tu la protegga anche da se stessa e … da me se fosse necessario.”
Conclusi guardandolo in volto. I suoi occhi si strinsero un attimo e dai suoi pensieri capii che aveva compreso.
Domani avrei dato l'addio non solo alla mia famiglia, non solo alla mia Bella ma anche a Nessi e avevo lasciato a lui il compito di proteggerla per il futuro.
Mi sorrise e prese fiato.
Domani quando la prenderò in moglie sarà per sempre Edward. E nessuno e di nessuna razza e per nessun motivo potrà farle del male. Lo giuro davanti a te e sulla mia pelle” mi rispose con la fierezza tipica del suo popolo.
Annui ne ero certo. “Anche sulla tua pelliccia Jacob?” gli chiesi per stemperare quel momento che era diventato troppo solenne.
Lui mi guardò e sornione mi rispose “Anche su quella e sulla pelle brillante dei vampiri” e con un gesto repentino mi tirò addosso il sasso che gli era rimasto in mano.
Lo schivai agilmente e ridendo balzai giù dalla pietra abbassandomi per prendere un sasso a mia volta.
Erano mesi che non combattevo con nessuno neanche per gioco e la mia posizione accovacciata provocò un urlo di spavento alle mie spalle.
Edaward No!!”
Mi bloccai e mi voltai stupito.
Non avevo alcuna intenzione di attaccare Jacob o di fargli del male, volevo solo rendergli lo scherzo, ma evidentemente non ero il solo a temere me stesso.
Vidi Bella correre verso di noi con il volto tirato e preoccupato.
Doveva avere frainteso il mio gesto. Aveva immaginato che stessi per attaccare Jacob, evidentemente.

Io e Jacob ci guardammo un attimo prima di scoppiare a ridere mentre mi tiravo su tranquillamente senza toglierle gli occhi da dosso.
Stavamo solo giocando Bella” le spiegò Jacob ridacchiando e scuotendo la testa.
Era bellissima e mi sentii il cuore mancare. I capelli lunghi sciolti sulle spalle incorniciavano il suo stupendo viso sul quale si era stampato un sorriso imbarazzato e allegro, non si immaginava mai più che l'indomani sarei partito dicendole addio forse per sempre.
Abbassai gli occhi mortificato e addolorato. Odiavo vederla soffrire e odiamo me stesso per il male che sapevo le avrei fatto. Ingoiai il veleno che aveva invaso la mia bocca e mi feci forza pronto a perdermi in quegli occhi così caldi e profondi che con il loro colore mi ricordavano ogni giorno l'enorme sacrificio che aveva fatto per me.
Con la mente percepii senza difficoltà i pensieri di Jacob “Io vado Edward. Penso che tu voglia goderti questi ultimi momenti da solo con lei” pensò mentre dopo averci salutato si allontanava velocemente con una scusa.
Annui “Grazie Jacob a dopo” risposi riconoscente abbracciando e baciando teneramente il mio amore.

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