Edward
Era
il primo di Dicembre e domani Renesmee si sarebbe sposata il suo
lupo.
A
Bella e agli altri avevamo raccontato che l'operazione di Carlisle
era servita a curarmi la cicatrice che sapevano mi dava fastidio. Non
avevamo raccontato invece del legame fisico che eravamo riusciti a
sciogliere.
Non
avevo ancora parlato con Bella, della mia imminente partenza, sia
per non rovinarle il matrimonio sia perché non ne avevo
avuto ancora
il coraggio. In fondo non le stavo dicendo delle bugie ma solo
omettendo dei particolari, cercai di consolarmi.
Ero
da solo in camera. Cercavo di evitare il più possibile il
contatto
con tutti. Il mio essere Guardia, la fatica che facevo per gestire il
vampiro in me mi aveva imposto di evitare il più possibile
il
contatto con gli altri.
Per
gli umani era pericoloso perché il loro sangue era ancora
una
tentazione mentre con gli altri vampiri avevo paura si accorgessero
di quanto instabile fossi.
Senza
parlare dei licantropi.
Dopo
la battaglia avuta con loro, il solo odore risvegliava la Guardia in
me, e sordi ringhi mi nascevano spontanei nel petto.
Sospirai
guardando fuori dalla finestra.
Domani
avrei perso la mia bambina, domani avrebbe sposato il suo Jacob.
Quel
ragazzo l'amava profondamente, ne ero certo.
Solo
un grande e profondo amore avrebbe potuto spingerlo ad accettare di
convivere con una famiglia di vampiri.
Solo
un grande e profondo amore avrebbe potuto permettergli di accettare
un suocero Guardia dei Volturi, che si era cibato di umani innocenti
e ucciso dei licantropi.
Per
me era difficile stare vicino a lui, era uno sforzo immenso resistere
all'impulso di morderlo e ucciderlo. Eppure ci ero riuscito in questi
lunghi mesi malgrado alcune volte avessero dovuto intervenire i miei
fratelli per evitare tragedie di cui mi sarei sicuramente pentito
appena ripreso il controllo.
Ero
conscio dell'amore di mia figlia per il suo lupo e dell'amicizia che
aveva dimostrato nei miei confronti rischiando molto per aiutarmi.
Ma
adesso era ancora più difficile perché da
fidanzato tenuto sotto
controllo costantemente sarebbe diventato suo marito.
E
la gelosia era diventata per me una compagna di viaggio.
Eppure
sapevo fin dalla sua nascita che sarebbe andata così e che
domani
sarebbe arrivato prima o poi.
“Bene
ci siamo” dissi a me stesso prendendo fiato e uscendo dalla
camera.
Mentre
uscivo di casa salutando velocemente potei percepire i pensieri dei
presenti. Un sorriso m'increspò le labbra, tutti davano per
scontato
che il mio comportamento anomalo fosse dovuto alla tensione per
l'imminente matrimonio e alla gelosia che erano certi stessi
provando. Non avevano torto anche se ero convinto che nessuno a
parte i miei genitori ed Alice sapessero che con esso sarebbe
arrivato anche l'addio alla mia famiglia.
Mi
diressi in giardino, salutando ed evitando di parlare con gli
invitati vampiri che si erano sistemati in casa nostra in attesa
dell'indomani.
Stavo
cercando una persona in particolare.
Con
l'aiuto dell'olfatto m'inoltrai nel bosco guidato dal suo odore e non
ci volle molto a trovarlo.
Jacob
era in riva al fiume da solo che scagliava sassi cercando di farli
rimbalzare sulla sua superficie.
“Dodici.
Non male per un licantropo” dissi osservando la pietra
affondare
nelle scure acque.
Lui
si girò sorridendomi. “Che ci fai qui Edward?? Sei
scappato dalle
grinfie di Alice?” mi chiese incuriosito.
Mi
scappò una risata mentre mi avvicinavo. Avevo capito cosa
aveva in
passato affascinato Bella: la sua capacità di scherzare su
ogni cosa
e avevo imparato ad apprezzare quella sua dote così rara in
noi
vampiri.
“Anche”
risposi prendendo un sasso e unendomi al suo gioco. “E tu?
Preoccupato?” gli chiesi.
Potevo
sentire i suoi pensieri mescolarsi incoerenti nella sua testa. Mi
sorrise sornione “Undici, non male per un vampiro.”
disse
scegliendo un altra pietra dalla riva “Sono venuto qui per
stare
un po' da solo. Volevo pensare... levarmi dalla confusione. Tanto
Renesmee è stata rapita da Bella e dalle tue
sorelle” concluse
lanciando il sasso e guardandolo rimbalzare sul pelo dell'acqua fino
ad affondare con un leggero plof.
“Solo
cinque. Un po' scadente per un cane” sghignazzai facendo
saltare la
mia pietra una decina di volte. “So che ti manca
Billy” dissi
fermandomi a guardarlo “Mi spiace di non esserci stato quando
avevi
bisogno di me” dissi triste ripensando a quello che era
accaduto.
Sospirò
“Si, mi manca ma adesso acquisterò un altro
padre” disse
ridacchiando e dandomi una spinta giocosa.
Per
un attimo al contatto con la sua pelle calda un ringhio mi
scappò
dalla bocca e lo vidi sgranare gli occhi confuso e preoccupato.
“Scusa Jacob.” mormorai avvilito dal mio
comportamento allontanandomi di qualche metro da lui “Lo sai
che malgrado tu
sia un licantropo impertinente sono felice che sposi Nessi. Sono
convinto che tu l'amerai e la proteggerai per sempre anche se io non
potrò più farlo” dissi abbassando lo
sguardo addolorato.
“Ma
cosa stai dicendo? Lo sai che vivremo qui con voi, tornati dal
viaggio di nozze organizzato dalle tue pazze sorelle”
affermò
fermandosi a guardarmi con gli occhi socchiusi.
Potevo
leggere il suo stupore e le mille domande che avrebbe voluto farmi.
Presi
un sospiro e balzai sedendomi su un alta pietra li vicino.
“Jacob.
Domani dopo che sarete partiti, io tornerò a
Volterra” dissi
stringendomi poi le ginocchia al petto e guardandolo tristemente da
dietro di esse.
Lo
vidi aprire la bocca come per dirmi qualcosa, poi richiuderla e
scuotere la testa come a scacciare quelle parole.
“Ma
cosa stai dicendo?? La prossima volta che sarai obbligato
sarà fra quattordici anni. Perché vuoi tornare
là, adesso??”
Gli
sorrisi. La sua preoccupazione per me era commuovente. Mi voleva bene
ormai era parte integrante della mia famiglia.
Ma
ero io a non esserlo più!
“Vedi
Jacob. E' successo qualcosa che mi ha cambiato. Non riesco
più a
trovare pace qui. Non sono tranquillo, devo tornare. Devo capire chi
sono in realtà”
Lui
scuoteva la testa con gli occhi stretti e il viso preoccupato
“E'
Rebecca vero?? L'ho capito quando ti ho visto baciarla... che lei
era qualcosa di più di una... simbionte”
affermò con la voce
disgustata mentre l'ultima parola gli usciva dalla bocca come se
l'avesse sputata fuori.
Potevo
capirlo. Con chiunque parlassi faceva quell'effetto ma dovevo cercare
di spiegargli e per l'ennesima volta mi ritrovai a spiegare il motivo
della mia partenza.
Lui
mi stette a sentire in silenzio. Poi quando ebbi finito scosse la
testa.
“Perché
mi stai spiegando questo? Perché lo stai dicendo a me,
invece di
parlarne con Bella o Nessi?”
“Bella
sa che prima o poi partirò gli ho già accennato
che non posso
abbandonare Rebecca là. Fa finta di niente ma nel suo cuore
ha
capito. E domani quando sarà tutto finito le
spiegherò tutto prima
di partire. Ma vedi ne parlo anche con te perché non so come
finirà. Non so che cosa mi attende a Volterra. Se e quando
ritornerò. E voglio che tu sappia che ti voglio bene e che
sono
convinto che proteggerai Nessi da ogni pericolo. Ma mi devi
promettere Jacob di non venire mai più a Volterra e di non
portare
mai più Nessi là.
Domani quando metterò la sua mano nella tua, non sarà un semplice gesto simbolico.
Domani ti affido mia figlia, e voglio che tu la protegga anche da se stessa e … da me se fosse necessario.”
Domani quando metterò la sua mano nella tua, non sarà un semplice gesto simbolico.
Domani ti affido mia figlia, e voglio che tu la protegga anche da se stessa e … da me se fosse necessario.”
Conclusi
guardandolo in volto. I suoi occhi si strinsero un attimo e dai suoi
pensieri capii che aveva compreso.
Domani
avrei dato l'addio non solo alla mia famiglia, non solo alla mia
Bella ma anche a Nessi e avevo lasciato a lui il compito di
proteggerla per il futuro.
Mi
sorrise e prese fiato.
“Domani
quando la prenderò in moglie sarà per sempre
Edward. E nessuno e di
nessuna razza e per nessun motivo potrà farle del male. Lo
giuro davanti a te e sulla mia pelle” mi rispose con la
fierezza tipica
del suo popolo.
Annui
ne ero certo. “Anche sulla tua pelliccia Jacob?”
gli chiesi per
stemperare quel momento che era diventato troppo solenne.
Lui
mi guardò e sornione mi rispose “Anche su quella e
sulla pelle
brillante dei vampiri” e con un gesto repentino mi
tirò addosso il
sasso che gli era rimasto in mano.
Lo
schivai agilmente e ridendo balzai giù dalla pietra
abbassandomi per
prendere un sasso a mia volta.
Erano
mesi che non combattevo con nessuno neanche per gioco e la mia
posizione accovacciata provocò un urlo di spavento alle mie
spalle.
“Edaward
No!!”
Mi bloccai e mi
voltai stupito.
Non
avevo alcuna intenzione di attaccare Jacob o di fargli del male,
volevo solo rendergli lo scherzo, ma evidentemente non ero il solo
a temere me stesso.
Vidi
Bella correre verso di noi con il volto tirato e preoccupato.
Doveva
avere frainteso il mio gesto. Aveva immaginato che stessi per
attaccare Jacob, evidentemente.
Io
e Jacob ci guardammo un attimo prima di scoppiare a ridere mentre mi
tiravo su tranquillamente senza toglierle gli occhi da dosso.
“Stavamo
solo giocando Bella” le spiegò Jacob ridacchiando
e scuotendo la
testa.
Era
bellissima e mi sentii il cuore mancare. I capelli lunghi sciolti
sulle spalle incorniciavano il suo stupendo viso sul quale si era
stampato un sorriso imbarazzato e allegro, non si immaginava mai
più
che l'indomani sarei partito dicendole addio forse per sempre.
Abbassai
gli occhi mortificato e addolorato. Odiavo vederla soffrire e odiamo
me stesso per il male che sapevo le avrei fatto. Ingoiai il veleno
che aveva invaso la mia bocca e mi feci forza pronto a perdermi in
quegli occhi così caldi e profondi che con il loro colore mi
ricordavano ogni giorno l'enorme sacrificio che aveva fatto per me.
Con
la mente percepii senza difficoltà i pensieri di Jacob “Io
vado Edward. Penso che tu voglia goderti questi ultimi momenti da
solo con lei”
pensò mentre
dopo averci salutato si allontanava velocemente con
una scusa.
Annui
“Grazie Jacob a dopo” risposi riconoscente
abbracciando e
baciando teneramente il mio amore.
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