martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 23 La decisione di Edward

Edward

Non potevo credere ai miei occhi. Cosa diavolo mai ci faceva Jasper qui??
Scansai la mano di Aro ed entrai nei suoi pensieri veloce alla ricerca di notizie della mia famiglia ma quello che vi trovai mi ferì profondamente.
C'era solo stupore e disgusto nei miei confronti.
Lo guardai negli occhi e vi vidi una profonda tristezza.
Fu solo un attimo poi il suo sguardo ritornò fiero e con calma si rivolse ai miei Signori.
Sono venuto a chiedervi aiuto. I licantropi che abbiamo combattuto assieme sono decisi a vendicarsi sulla mia famiglia e abbiamo bisogno di aiuto.” disse distogliendo gli occhi da me e guardando i miei Signori con sguardo fiero.
Ci misi un attimo a capire le sue parole, poi vidi nella sua mente, il suo inseguimento e i piani dei licantropi. Un lungo brivido freddo mi scese per la schiena. Sarebbero stati uccisi tutti.
Terrorizzato e consapevole che se erano in pericolo era ancora una volta colpa mia, guardai i miei Signori sperando che dessero l'ordine di partire.
Aro che aveva nuovamente posato la sua mano sulla mia testa aveva sicuramente visto le stesse immagini nella mia mente e speravo non sarebbe rimasto indifferente alla sua richiesta d'aiuto.
Ma mi sbagliavo e lo capii quando alle parole di mio fratello rispose solo il silenzio.
Poi un sorriso si allargò sul volto di Aro mentre i suoi pensieri mi aprirono una profonda ferita nel cuore.
E perché mai dovremmo intervenire a salvare la tua famiglia mettendo a rischio le nostre vite...Jasper... Cullen?” chiese chiaramente soddisfatto.
I miei occhi si posarono allora su Jasper che continuava a fissarli tranquillo e deciso.
Perché loro ci cercano per vendicarsi del nostro intervento sui Monti Urali” spiegò volgendo lo sguardo sui tre Signori e infine abbassandoli su di me “Dove noi abbiamo rischiato la nostra vita per voi”.
Come stai Edward ...a casa sono preoccupati per te. ”.
Ancora una volta guardai Aro speranzoso convinto che avrebbe dato ordine subito di prepararsi ma le sue parole mi gelarono.
Non possiamo mandare la Guardia... ma se volete potete venire qui … sotto la nostra protezione” e nella sua voce c'era tutta la gioia dei suoi pensieri.
Tutto il Clan dei Cullen a Volterra sotto i suoi ordini. Non solo più io ma Jasper, Alice, Carlisle, Bella e perché no anche Nessi e Jacob ... tutti loro nelle Guardie.
Aveva vinto alla fine ce l'avrebbe fatta a farci suoi.

Vidi il volto di Jasper farsi vitreo, e i suoi pensieri seguirono le sue parole.
No. Moriremo piuttosto che sottometterci ai vostri ordini” disse abbassando la testa sconfitto.
Maledetto, non diventerò mai una Guardia, non mi metterò mai in ginocchio ai tuoi piedi.”
E così sia giovane Jasper. Se preferite la morte … sarete accontentati. Ma se tu vuoi restare, credo che tuo fratello sarebbe felice di avere compagnia qui. C'è giunta voce che sei un abile combattente.” intervenne Caius con la voce soddisfatta e un ghigno sul volto.
Mi voltai a guardare Jasper e lo vidi sorridere.
Un sorriso amaro mentre scuotendo la testa rispondeva a Caius “No Caius. Ritornerò a casa. Ti ringrazio dell'offerta... ma avete già uno di noi. Io tornerò dalla mia famiglia a lottare con loro e per loro e a morire con loro se questo sarà il nostro destino.” disse
Addio Edward. Spero che tu sia felice qua. Manchi a tutti fratellino ma come ti ho promesso difenderò Bella finché mi sarà possibile, e se riesco a convincerla la manderò qua da te.”
Mi sorrise e fece per girarsi.
Lo stavo guardando andare via quando sentii la risata di Aro rimbombare nella sala e la sua mente esultare all'idea di aver finalmente sconfitto chi a lungo aveva temuto. Sperava che Bella alla fine  mi raggiungesse... un altro gioiello per la sua collezione. In ogni caso avrebbe ottenuto il suo scopo.
La distruzione del Clan dei Cullen.

Fu allora che davanti al mio viso apparvero i volti dei miei familiari, il loro ultimo addio, gli occhi gonfi di Esme, la fiducia di Carlisle, il sorriso di Emmett, l'orgoglio di Rosalie, la paura di Alice e la determinazione di Jasper. Ma su tutti il volto triste di Bella mentre metteva la mia vera al suo collo e l'ultimo sorriso di Nessi prima di partire con il suo lupo.

E qualcosa nel mio animo si spezzò.

Qualcosa che a lungo era stato confinato dai vincoli di obbedienza che mi aveva imposto Chelsea, dalla paura e dall'insicurezza, venne fuori in tutta la sua potenza travolgendomi e dandomi una forza che non sapevo di possedere.
Non so cosa fu esattamente, se la consapevolezza che potevo fare qualcosa, che era giusto che provassi a difendere la mia famiglia o la certezza del loro amore per me e il mio bisogno disperato di restituire ciò che avevo preso per anni e di saperli vivi e felici indipendentemente dalla mia sorte.
Non mi importava del mio destino, ma non potevo permettere che finisse così... loro erano troppo importanti per me, loro erano... la mia famiglia!
Senza di loro la mia vita non avrebbe avuto alcun senso, senza di loro il mio mondo sarebbe stato solo un lungo e profondo vuoto incolmabile.
Mi sarei trascinato, da solo, nel tempo, insensibile come un fantasma, sciogliendomi nel dolore ogni giorno e ogni ora, incapace di vivere veramente, senza speranza o futuro, odiandomi per quello che non avevo avuto il coraggio di fare, finché una mano pietosa non avrebbe messo fine al mio tormento.
No questo non era accettabile. Loro non dovevano morire, loro contavano più della mia vita.

E con uno scatto mi alzai e mi portai in mezzo alla sala di fronte ai miei Signori.
Vidi Jasper fermarsi e voltarsi a guardarmi stupito e preoccupato.
Ma non mi importava.
Non si trattava più di combattere per me, ma di combattere per loro ...
per chi mi aveva sempre amato incondizionatamente.

Mio Signore Aro. Ti prego permettimi di portare delle Guardie in difesa della mia famiglia” gli chiesi sperando che mi ascoltasse… che per una volta mi ricompensasse dei miei servigi presso di lui.
Taci Edward. E torna al tuo posto” mi rispose stupito e scocciato dalla mia richiesta posta di fronte all'intero Corpo di Guardia.
No. Voi dovete inviare le Guardie. Non possiamo fare finta di niente… noi...” risposi ma non feci in tempo a finire la frase.
Jane a un suo segnale aveva colpito.
Mi ritrovai piegato per terra ma non volevo dargliela vinta e mi morsi le labbra per non gemere.
Adesso basta Jane, cara. Alzati Edward e riprendi il tuo posto... Guardia!” m'intimò sorridendo felice di aver dimostrato la sua forza e il suo potere su di me davanti a tutti e a mio fratello.
Mi alzai con fatica e con la testa bassa guardai Jasper.
Il suo sguardo era preoccupato e interdetto, gli sorrisi e mi rivolsi di nuovo ad Aro.
No. Sapete benissimo che è nostro dovere intervenire, loro sono un Clan di vampiri e il nostro compito è di proteggerli come...” di nuovo non riuscii a finire la frase perché mi ritrovai nuovamente accartocciato per terra a gemere per il dolore.
Fermati Jane. Alzati Edward, non farti punire ulteriormente. Loro non sono veri vampiri, non appartengono alla nostra razza, loro sono come eri tu… dei rinnegati che pretendono di vivere come gli umani. Esseri che hanno rinunciato e disprezzato la loro stessa natura di vampiro.” e nelle sue parole c'era tutto il disprezzo che provava verso tutta la mia famiglia.
Ma sapevo che stava sbagliando... io ne ero la prova.
E le ultime parole di mio padre rimbombarono nella mia mente “E ricordati Edward che tu lo voglia o meno sarai per sempre un Cullen” dandomi la forza e il coraggio di cui avevo bisogno.
Mi alzai e cercai di mettermi dritto, ma facevo fatica. La testa mi scoppiava e tutti i muscoli erano indolenziti. Guardai Jane snudando i denti e prendendo fiato ancora una volta gli risposi “Non ha importanza la nostra alimentazione, o il colore degli occhi, Volterra è la nostra casa reale, voi rappresentate la giustizia, voi...” e Jane colpì una terza volta.
Stavolta non riuscii a contenere il dolore e dei lunghi e strazianti gemiti uscirono dalla mia bocca.
Il dolore finii e senti la voce di Caius imporsi sul mormorio che era scoppiato fra le file delle Guardie.
Silenzio!!! Come osi ribellarti Edward? Sarai punito severamente Guardia per le tue parole” disse, mentre il silenzio calava nuovamente nella grande sala.
Mi tirai su a carponi poi con un grande sforzo di volontà mi misi in ginocchio.
Con la voce che tremava per lo sforzo ripresi imperterrito.
Non mi sarei fermato, tutti dovevano sapere e capire quanto falsi fossero e come stavano calpestando il nostro giuramento dietro al quale nascondevano la loro sete di potere.
“Puoi punirmi quanto vuoi Caius. Puoi chiudermi in gabbia per mesi, puoi lasciarmi nelle mani di Pamela per ore o affamarmi… ma non puoi negare l'evidenza. Loro sono vampiri e le Guardie di Volterra sono nate per proteggere la nostra razza da...” ancora una volta Jane colpi con una forza inaudita.
Crollai a terra urlando tutto il dolore che avevo dentro, contorcendomi come fossi sul rogo, incapace di trattenermi.
E quando finalmente il male passò usai la poca forza che mi era rimasta per tirarmi su. Ma il mio corpo si rifiutava di ubbidire e riuscii a malapena a mettermi carponi.
Tirai su la testa e mi voltai verso le Guardie.
C'era silenzio. Nessuno parlava più.
Guardai Jasper e vidi che era tenuto fermo da Felix e da Demetri.
Gli sorrisi e annui. Stavo soffrendo ed ero orgoglioso di farlo per loro. Perché se era vero che ero una Guardia era anche vero che prima di tutto ero un Cullen e il vincolo che mi univa a loro era dettato dall'amore, un legame che nemmeno Chelsea era riuscita a spezzare.
Poi i miei occhi si posarono su Felix e Demetri che mi guardavano pieni d'angoscia consci che stavo sfidando i Signori di Volterra e il mio destino.
Ma non si fermarono lì, fissarono Ilmi e Kong che tenevano la testa bassa sconsolati di veder soffrire un amico, Malik che si stava chiedendo se avessi ragione, Chelsea che si era sempre sentita in colpa per come mi aveva strappato alla mia famiglia sedici anni prima, Haidy che portava gli umani come cibo ma che non mi aveva mai visto partecipare a un banchetto, Rubens e Anna che avevano assistito a come con tanta determinazione avevo cercato d'imbrigliare il mio mostro per tornare a casa, Angela che mi aveva somministrato il veleno per confondermi sotto i loro ordini, e poi Damiano, Damon, Katia, Daniele, Adamo, Katrina, Renata, Telemaco e tutti gli altri che mi conoscevano.
Anche Rebecca mi stava guardando, lei più degli altri mi capiva, capiva quanto dolore e determinazione c'era nel mio rifiuto. Lei sapeva che Aro non mi avrebbe piegato questa volta... che i signori di Volterra non avrebbero vinto.
Potevo veder negli occhi di quasi tutte le Guardie quel senso di delusione che provavano, e nelle loro menti la sensazione di sentirsi traditi. Di sentire il loro giuramento, i principi per i quali avevano lottato a lungo e per i quali si erano posti al loro servizio, venire rinnegati e calpestati dai loro stessi Signori.
Guardie di Volterra.” dissi alzando la voce per quanto possibile,  rivolgendomi a loro con tutte le mie forze residue “Voi sapete che ho ragione. Loro ci stanno tradendo... stanno tradendo quello per cui avete a lungo lottato... noi...” ancora una volta il potere di Jane mi colpì e ancora una volta gridai a quelle volte dorate tutto il dolore che sentivo straziarmi il corpo, senza ritegno, senza vergogna, incapace di trattenermi, incapace di lottare contro il suo potere.
Basta, ti prego...” mi ritrovai a implorare gemendo mentre sbattevo con forza la testa sul duro pavimento incapace di controllare il mio corpo e i miei muscoli.
Mi sentivo gli occhi bagnati, le labbra umide, il naso colare e quando il male cessò avrei voluto rimanere per terra sfinito, abbandonarmi al buio e alla pace che il mio corpo reclamava, ma non potevo e radunando tutte le mie forze residue mi tirai sui gomiti.
Senti diversi gemiti di orrore provenire dalle Guardie e con fatica mi portai la mano al viso. Il veleno nero mi macchiò il suo dorso. Lacrime di veleno uscivano dai miei occhi impedendomi di vedere con lucidità, mentre lo sentivo scorrere dal naso e dalle labbra ferite dai miei stessi denti.
E raccogliendo tutto il fiato che avevo mi rivolsi nuovamente a loro “ A quanti di voi è successo quello che è successo a me? Quanti di voi hanno visto il loro clan distrutto... pensavate che fossero dei giusti... che difendessero la nostra razza e invece... stanno dimostrando solo di essere dei traditori del loro stesso giuramento... Non ti interessa nulla di noi Aro... tu vuoi solo dominarci...tu...vuoi solo il pote...” ma ancora una volta Jane scaglio il suo dono su di me impedendomi di finire il mio discorso.
E quando il male cessò rimasi sdraiato con il volto poggiato al freddo pavimento, non avevo neanche più la forza di alzare la testa. Dalla mia bocca uscivano solo dei rantoli di dolore.
Hai passato il limite Edward. Adesso verrai giustiziato per ribellione e tradimento. Lucio, Damiano portatelo qua. Lo ucciderò io stesso, ora!” tuonò Caius dal trono alzandosi in tutta la sua potenza con un sorriso sadico sulle labbra.
Mi senti sollevare e non opposi resistenza, non avevo più la forza.
La mia strada era arrivata alla fine e avrei preceduto la mia famiglia nella morte come era giusto che accadesse. La colpa era solo la mia e adesso finalmente avrei pagato per i miei errori.
Il mio ultimo pensiero cosciente fu per Carlisle e Bella “Adesso saprò se esiste il paradiso e l'inferno... e se abbiamo o meno un anima”... poi fu solo buio.

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