Edward
Non
potevo credere ai miei occhi. Cosa diavolo mai ci faceva Jasper qui??
Scansai
la mano di Aro ed entrai nei suoi pensieri veloce alla ricerca di
notizie della mia famiglia ma quello che vi trovai mi ferì
profondamente.
C'era
solo stupore e disgusto nei miei confronti.
Lo
guardai negli occhi e vi vidi una profonda tristezza.
Fu
solo un attimo poi il suo sguardo ritornò fiero e con calma
si
rivolse ai miei Signori.
“Sono
venuto a chiedervi aiuto. I licantropi che abbiamo combattuto assieme
sono decisi a vendicarsi sulla mia famiglia e abbiamo bisogno di
aiuto.” disse distogliendo gli occhi da me e guardando i miei
Signori con sguardo fiero.
Ci
misi un attimo a capire le sue parole, poi vidi nella sua mente, il
suo inseguimento e i piani dei licantropi. Un lungo brivido freddo
mi scese per la schiena. Sarebbero stati uccisi tutti.
Terrorizzato
e consapevole che se erano in pericolo era ancora una volta colpa
mia, guardai i miei Signori sperando che dessero l'ordine di partire.
Aro che aveva
nuovamente posato la sua mano sulla mia testa aveva
sicuramente visto le stesse immagini nella mia mente e speravo non
sarebbe rimasto indifferente alla sua richiesta d'aiuto.
Ma
mi sbagliavo e lo capii quando alle parole di mio fratello rispose
solo il silenzio.
Poi un sorriso si
allargò sul volto di Aro mentre i suoi pensieri mi aprirono
una profonda ferita nel cuore.
“E
perché mai dovremmo intervenire a salvare la tua famiglia
mettendo a
rischio le nostre vite...Jasper... Cullen?” chiese
chiaramente
soddisfatto.
I
miei occhi si posarono allora su Jasper che continuava a fissarli
tranquillo e deciso.
“Perché
loro ci cercano per vendicarsi del nostro intervento sui Monti
Urali”
spiegò volgendo lo sguardo sui tre Signori e infine
abbassandoli su
di me “Dove noi abbiamo rischiato la nostra vita per
voi”.
“Come
stai Edward ...a casa sono preoccupati per te. ”.
Ancora
una volta guardai Aro speranzoso convinto che avrebbe dato ordine
subito di prepararsi ma le sue parole mi gelarono.
“Non
possiamo mandare la Guardia... ma se volete potete venire qui
…
sotto la nostra protezione” e nella sua voce c'era tutta la
gioia
dei suoi pensieri.
Tutto
il Clan dei Cullen a Volterra sotto i suoi ordini. Non solo
più io
ma Jasper, Alice, Carlisle, Bella e perché no anche Nessi e
Jacob
... tutti loro nelle Guardie.
Aveva
vinto alla fine ce l'avrebbe fatta a farci suoi.
Vidi
il volto di Jasper farsi vitreo, e i suoi pensieri seguirono le sue
parole.
“No.
Moriremo piuttosto che sottometterci ai vostri ordini” disse
abbassando la testa sconfitto.
“Maledetto,
non diventerò mai una Guardia, non mi metterò mai
in ginocchio ai
tuoi piedi.”
“E
così sia giovane Jasper. Se preferite la morte …
sarete
accontentati. Ma se tu vuoi restare, credo che tuo fratello sarebbe
felice di avere compagnia qui. C'è giunta voce che sei un
abile
combattente.” intervenne Caius con la voce soddisfatta e un
ghigno
sul volto.
Mi
voltai a guardare Jasper e lo vidi sorridere.
Un
sorriso amaro mentre scuotendo la testa rispondeva a Caius
“No
Caius. Ritornerò a casa. Ti ringrazio dell'offerta... ma
avete già
uno di noi. Io tornerò dalla mia famiglia a lottare con loro
e per
loro e a morire con loro se questo sarà il nostro
destino.” disse
“Addio
Edward. Spero che tu sia felice qua. Manchi a tutti fratellino ma come
ti ho promesso difenderò Bella finché mi
sarà possibile, e
se riesco a convincerla la manderò qua da te.”
Mi
sorrise e fece per girarsi.
Lo
stavo guardando andare via quando sentii la risata di Aro rimbombare
nella sala e la sua mente esultare all'idea di aver finalmente
sconfitto chi a lungo aveva temuto. Sperava che Bella alla
fine mi raggiungesse... un altro gioiello per la sua
collezione. In ogni caso avrebbe ottenuto il suo scopo.
La
distruzione del Clan dei Cullen.
Fu
allora che davanti al mio viso apparvero i volti dei miei familiari,
il loro ultimo addio, gli occhi gonfi di Esme, la fiducia di
Carlisle, il sorriso di Emmett, l'orgoglio di Rosalie, la paura di
Alice e la determinazione di Jasper. Ma su tutti il volto triste di
Bella mentre metteva la mia vera al suo collo e l'ultimo sorriso di
Nessi prima di partire con il suo lupo.
E
qualcosa nel mio animo si spezzò.
Qualcosa
che a lungo era stato confinato dai vincoli di obbedienza che mi
aveva imposto Chelsea, dalla paura e dall'insicurezza, venne fuori
in tutta la sua potenza travolgendomi e dandomi una forza che non
sapevo di possedere.
Non
so cosa fu esattamente, se la consapevolezza che potevo fare
qualcosa, che era giusto che provassi a difendere la mia famiglia o
la certezza del loro amore per me e il mio bisogno disperato di
restituire ciò che avevo preso per anni e di saperli vivi e
felici
indipendentemente dalla mia sorte.
Non
mi importava del mio destino, ma non potevo permettere che finisse
così... loro erano troppo importanti per me, loro erano...
la mia
famiglia!
Senza
di loro la mia vita non avrebbe avuto alcun senso, senza di loro il
mio mondo sarebbe stato solo un lungo e profondo vuoto incolmabile.
Mi
sarei trascinato, da solo, nel tempo, insensibile come un fantasma,
sciogliendomi nel dolore ogni giorno e ogni ora, incapace di vivere
veramente, senza speranza o futuro, odiandomi per quello che non
avevo avuto il coraggio di fare, finché una mano pietosa non
avrebbe messo fine al mio tormento.
No
questo non era accettabile. Loro non dovevano morire, loro contavano
più della mia vita.
E con uno scatto mi alzai e mi portai in mezzo alla
sala di fronte ai
miei Signori.
Vidi
Jasper fermarsi e voltarsi a guardarmi stupito e preoccupato.
Ma
non mi importava.
Non
si trattava più di combattere per me, ma di combattere per
loro ...
per chi mi aveva sempre amato incondizionatamente.
per chi mi aveva sempre amato incondizionatamente.
“Mio
Signore Aro. Ti prego permettimi di portare delle Guardie in difesa
della mia famiglia” gli chiesi sperando che mi
ascoltasse… che
per una volta mi ricompensasse dei miei servigi presso di lui.
“Taci
Edward. E torna al tuo posto” mi rispose stupito e scocciato
dalla
mia richiesta posta di fronte all'intero Corpo di Guardia.
“No.
Voi dovete inviare le Guardie. Non possiamo fare finta di
niente…
noi...” risposi ma non feci in tempo a finire la frase.
Jane
a un suo segnale aveva colpito.
Mi
ritrovai piegato per terra ma non volevo dargliela vinta e mi morsi
le labbra per non gemere.
“Adesso
basta Jane, cara. Alzati Edward e riprendi il tuo posto...
Guardia!”
m'intimò sorridendo felice di aver dimostrato la sua forza e
il suo
potere su di me davanti a tutti e a mio fratello.
Mi
alzai con fatica e con la testa bassa guardai Jasper.
Il
suo sguardo era preoccupato e interdetto, gli sorrisi e mi rivolsi di
nuovo ad Aro.
“No.
Sapete benissimo che è nostro dovere intervenire, loro sono
un Clan
di vampiri e il nostro compito è di proteggerli
come...” di nuovo
non riuscii a finire la frase perché mi ritrovai nuovamente
accartocciato per terra a gemere per il dolore.
“Fermati Jane.
Alzati Edward, non farti punire ulteriormente. Loro non sono
veri vampiri, non appartengono alla nostra razza, loro sono come eri
tu… dei rinnegati che pretendono di vivere come gli umani.
Esseri
che hanno rinunciato e disprezzato la loro stessa natura di
vampiro.”
e nelle sue parole c'era tutto il disprezzo che provava verso tutta
la mia famiglia.
Ma sapevo che stava sbagliando... io ne ero la prova.
Ma sapevo che stava sbagliando... io ne ero la prova.
E
le ultime parole di mio padre rimbombarono nella mia mente “E
ricordati Edward che tu lo voglia o meno sarai per sempre un
Cullen”
dandomi la forza e il coraggio di cui avevo bisogno.
Mi
alzai e cercai di mettermi dritto, ma facevo fatica. La testa mi
scoppiava e tutti i muscoli erano indolenziti. Guardai Jane snudando
i denti e prendendo fiato ancora una volta gli risposi “Non
ha
importanza la nostra alimentazione, o il colore degli occhi, Volterra
è la nostra casa reale, voi rappresentate la giustizia,
voi...” e
Jane colpì una terza volta.
Stavolta
non riuscii a contenere il dolore e dei lunghi e strazianti gemiti
uscirono dalla mia bocca.
Il
dolore finii e senti la voce di Caius imporsi sul mormorio che era
scoppiato fra le file delle Guardie.
“Silenzio!!! Come
osi ribellarti Edward? Sarai punito severamente Guardia per
le tue parole” disse, mentre il silenzio calava nuovamente
nella
grande sala.
Mi
tirai su a carponi poi con un grande sforzo di volontà mi
misi in
ginocchio.
Con
la voce che tremava per lo sforzo ripresi imperterrito.
Non mi sarei fermato, tutti dovevano sapere e capire quanto falsi fossero e come stavano calpestando il nostro giuramento dietro al quale nascondevano la loro sete di potere.
“Puoi punirmi quanto vuoi Caius. Puoi chiudermi in gabbia per mesi, puoi lasciarmi nelle mani di Pamela per ore o affamarmi… ma non puoi negare l'evidenza. Loro sono vampiri e le Guardie di Volterra sono nate per proteggere la nostra razza da...” ancora una volta Jane colpi con una forza inaudita.
Non mi sarei fermato, tutti dovevano sapere e capire quanto falsi fossero e come stavano calpestando il nostro giuramento dietro al quale nascondevano la loro sete di potere.
“Puoi punirmi quanto vuoi Caius. Puoi chiudermi in gabbia per mesi, puoi lasciarmi nelle mani di Pamela per ore o affamarmi… ma non puoi negare l'evidenza. Loro sono vampiri e le Guardie di Volterra sono nate per proteggere la nostra razza da...” ancora una volta Jane colpi con una forza inaudita.
Crollai
a terra urlando tutto il dolore che avevo dentro, contorcendomi come
fossi sul rogo, incapace di trattenermi.
E
quando finalmente il male passò usai la poca forza che mi
era
rimasta per tirarmi su. Ma il mio corpo si rifiutava di ubbidire e
riuscii a malapena a mettermi carponi.
Tirai
su la testa e mi voltai verso le Guardie.
C'era
silenzio. Nessuno parlava più.
Guardai
Jasper e vidi che era tenuto fermo da Felix e da Demetri.
Gli
sorrisi e annui. Stavo soffrendo ed ero orgoglioso di farlo per
loro. Perché se era vero che ero una Guardia era anche vero
che prima di tutto ero un Cullen e il vincolo che mi univa a loro era
dettato dall'amore, un legame che nemmeno Chelsea era riuscita a
spezzare.
Poi
i miei occhi si posarono su Felix e Demetri che mi guardavano pieni
d'angoscia consci che stavo sfidando i Signori di Volterra e il mio
destino.
Ma non si fermarono lì, fissarono Ilmi e Kong che tenevano la testa bassa sconsolati di veder soffrire un amico, Malik che si stava chiedendo se avessi ragione, Chelsea che si era sempre sentita in colpa per come mi aveva strappato alla mia famiglia sedici anni prima, Haidy che portava gli umani come cibo ma che non mi aveva mai visto partecipare a un banchetto, Rubens e Anna che avevano assistito a come con tanta determinazione avevo cercato d'imbrigliare il mio mostro per tornare a casa, Angela che mi aveva somministrato il veleno per confondermi sotto i loro ordini, e poi Damiano, Damon, Katia, Daniele, Adamo, Katrina, Renata, Telemaco e tutti gli altri che mi conoscevano.
Ma non si fermarono lì, fissarono Ilmi e Kong che tenevano la testa bassa sconsolati di veder soffrire un amico, Malik che si stava chiedendo se avessi ragione, Chelsea che si era sempre sentita in colpa per come mi aveva strappato alla mia famiglia sedici anni prima, Haidy che portava gli umani come cibo ma che non mi aveva mai visto partecipare a un banchetto, Rubens e Anna che avevano assistito a come con tanta determinazione avevo cercato d'imbrigliare il mio mostro per tornare a casa, Angela che mi aveva somministrato il veleno per confondermi sotto i loro ordini, e poi Damiano, Damon, Katia, Daniele, Adamo, Katrina, Renata, Telemaco e tutti gli altri che mi conoscevano.
Anche
Rebecca mi stava guardando, lei più degli altri mi capiva,
capiva
quanto dolore e determinazione c'era nel mio rifiuto. Lei sapeva che
Aro non mi avrebbe piegato questa volta... che i signori di Volterra
non avrebbero vinto.
Potevo
veder negli occhi di quasi tutte le Guardie quel senso di delusione
che provavano, e nelle loro menti la sensazione di sentirsi traditi.
Di sentire il loro giuramento, i principi per i quali avevano lottato
a lungo e per i quali si erano posti al loro servizio, venire
rinnegati e calpestati dai loro stessi Signori.
“Guardie
di Volterra.” dissi alzando la voce per quanto
possibile, rivolgendomi a loro con tutte le mie forze
residue “Voi sapete che ho ragione. Loro ci stanno
tradendo...
stanno tradendo quello per cui avete a lungo lottato...
noi...”
ancora una volta il potere di Jane mi colpì e ancora una
volta
gridai a quelle volte dorate tutto il dolore che sentivo straziarmi
il corpo, senza ritegno, senza vergogna, incapace di trattenermi,
incapace di lottare contro il suo potere.
“Basta,
ti prego...” mi ritrovai a implorare gemendo mentre sbattevo
con
forza la testa sul duro pavimento incapace di controllare il mio
corpo e i miei muscoli.
Mi
sentivo gli occhi bagnati, le labbra umide, il naso colare e quando
il male cessò avrei voluto rimanere per terra sfinito,
abbandonarmi
al buio e alla pace che il mio corpo reclamava, ma non potevo e
radunando tutte le mie forze residue mi tirai sui gomiti.
Senti
diversi gemiti di orrore provenire dalle Guardie e con fatica mi
portai la mano al viso. Il veleno nero mi macchiò il suo
dorso.
Lacrime di veleno uscivano dai miei occhi impedendomi di vedere con
lucidità, mentre lo sentivo scorrere dal naso e dalle labbra
ferite
dai miei stessi denti.
E
raccogliendo tutto il fiato che avevo mi rivolsi nuovamente a loro
“
A quanti di voi è successo quello che è successo
a me? Quanti di
voi hanno visto il loro clan distrutto... pensavate che fossero dei
giusti... che difendessero la nostra razza e invece... stanno
dimostrando solo di essere dei traditori del loro stesso
giuramento... Non ti interessa nulla di noi Aro... tu vuoi solo
dominarci...tu...vuoi solo il pote...” ma ancora una volta
Jane
scaglio il suo dono su di me impedendomi di finire il mio discorso.
E
quando il male cessò rimasi sdraiato con il volto poggiato
al freddo
pavimento, non avevo neanche più la forza di alzare la
testa. Dalla
mia bocca uscivano solo dei rantoli di dolore.
“Hai
passato il limite Edward. Adesso verrai giustiziato per ribellione e
tradimento. Lucio, Damiano portatelo qua. Lo ucciderò io
stesso,
ora!” tuonò Caius dal trono alzandosi in tutta la
sua potenza con
un sorriso sadico sulle labbra.
Mi
senti sollevare e non opposi resistenza, non avevo più la
forza.
La
mia strada era arrivata alla fine e avrei preceduto la mia famiglia
nella morte come era giusto che accadesse. La colpa era solo la mia e
adesso finalmente avrei pagato per i miei errori.
Il
mio ultimo pensiero cosciente fu per Carlisle e Bella “Adesso
saprò se esiste il paradiso e l'inferno... e se abbiamo o
meno un
anima”... poi fu solo buio.
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