Edward
Non
ricordo con esattezza
cosa successe o quanto durò. Il dolore era fortissimo, i
miei sensi
andavano e venivano a fasi alterne, ma quando ero cosciente non
vedevo l'ora di ricadere nell'oblio.
Ricordo
soltanto che mi
fecero sdraiare mentre Rebecca mollava la sua presa su di me. A un
certo punto provai a tirarmi su, mi sentivo soffocare e non riuscivo
a vedere con chiarezza. La testa, la spalla, il braccio e la mano
erano di fuoco. Non riuscivo a muovere nulla della parte destra e mi
accorsi che il braccio era fasciato stretto intorno al corpo,
inutilizzabile. Due mani forti mi imposero di sdraiarmi nuovamente
mentre sentivo la voce di Demetri penetrare nella nebbia della mia
mente. “E' troppo presto Edward. Stai giù. Non ti
agitare, cerca
di calmarti...” Avevo obbedito, non per mia
volontà ma perché
ero di nuovo sprofondato nel buio troppo esausto e dolorante per
oppormi.
Quando
i sensi tornarono,
pensai di essere solo nella stanza.
Non
avvertivo nessun
profumo che indicasse altre presenze e quando aprii gli occhi,
temetti di essere impazzito.
Seduta
in fondo al letto
c'era una bellissima vampira che mi guardava con un sorriso dolce e
affettuoso. Sbattei gli occhi, cercando di mettere a fuoco quel viso
angelico che mi sorrideva. Avevo l'impressione di averlo già
visto,
e quando il mio cervello capii, per un attimo si rifiutò di
credere a quello che stavo vedendo.
Seduta,
a scrutarmi con
dei profondissimi occhi color ambra c'era Rebecca, anche se ora i
suoi lunghissimi capelli erano ramati come i miei . La guardai
tremando, sembrava la mia gemella. Anche il suo odore era
inesistente, non percepivo che il mio ampliato.
All'improvviso
nella mia
mente si fece strada un orrendo sospetto e con un balzo scesi dal
letto della mia stanza e corsi in bagno per guardarmi allo
specchio...
Carlisle
Edward
era partito. Quando si era allontanato non si era più
voltato ed era facile
capirne il perché.
Sapevo
benissimo quanto
grosso fosse il dolore che provava per questa nuova separazione e
quanto gli pesasse dover tornare a rinchiudersi nella Rocca di
Volterra.
In
questi quindici anni
non era passato giorno nel quale mi ero chiesto se avevo fatto la
cosa giusta. Mi era sempre rimasto il dubbio di dover pretendere la
piena libertà da Aro, ma all'epoca mi era sembrata l'unica
soluzione
possibile.
Ora
dopo che il suo aereo
era partito, eravamo tornati a casa.
Non
abitavamo più a
Forks da parecchi anni.
Quando
Aro aveva concesso
ad Edward di lasciare la Rocca, ci eravamo diretti verso
l'agriturismo felici di riaverlo con noi. Temevo che riabituarlo al
sangue animale sarebbe stato un percorso difficile. Per chi come me
e Rose non aveva mai assaggiato il sangue umano era più
facile
rinunciare al suo piacere, ma Edward aveva fin da subito assaggiato
quel dolce nettare e se ne era saziato in passato. Gli avevo
abilmente mentito, sapendo di farlo, quando lo avevo rassicurato su
quanto facile sarebbe stato ritornare vegetariano. I primi giorni
per fargli riprendere le forze ed evitare problemi lo feci nutrire
del sangue donato che avevo comprato in Italia in previsione di
problemi di questo tipo. Jasper ed Emmett lo sorvegliavano in
continuazione, per evitare che potesse fare del male a Renesmee e
ai licantropi. Ma l'istinto di padre era decisamente più
forte di
quello di vampiro mentre la puzza di cane bagnato evitò
problemi e
dopo un paio di giorni ci rilassammo tutti.
Iniziammo
poi ad
accompagnarlo nelle cacce al cinghiale. Non lo lasciavamo mai andare
da solo, preoccupati che il suo istinto lo portasse troppo vicino
alle case.
Dopo
una quindicina di
giorni, quando si sentì sicuro, prendemmo finalmente l'aereo
e
tornammo a Forks. Qui aiutato dall'amore per Bella e Renesmee e dal
suo carattere deciso si lasciò definitivamente alle spalle
la
tentazione del sangue umano.
Più
di una volta gli
rivolgemmo domande sul periodo passato presso i volturi, ma lui
glissava sull'argomento. Capimmo subito che non aveva piacere a
raccontarci nulla e presto tutta la famiglia si dimenticò di
quel
periodo così triste.
Alla
fine dell'anno ci
trasferimmo a Dorthmund, e i ragazzi si iscrissero tutti
all'università mentre Esme faceva da maestra a Renesmee che
cresceva
e imparava velocemente.
Fu
un periodo tranquillo
e rilassato. Quando tornavo dall'ospedale nel pomeriggio in casa
aleggiava un allegria contagiosa. Rose ed Emmett si erano nuovamente
sposati, mentre Edward oltre che studiare era impegnato ad aiutare
Bella e Jacob con la scuola. Mentre la prima, grazie alle sue
abilità da vampira, se la cavava alla grande
all'Università, Jacob
era impegnato a finire le superiori decisamente più
impegnative
rispetto a quelle che aveva frequentato a Foks. Ovviamente gli
scherzi e le battute si sprecavano e spesso finivano in una giocosa
rissa.
Dopo
sette anni però iniziarono i sospetti sul nostro non
invecchiare e a malincuore fummo
costretti a trasferirci nuovamente. Noi ci eravamo abituati ma per
Bella, Jacob e Renesmee fu un vero trauma. Bella sperava di far
ritorno a Forks ma con calma riuscimmo a spiegarle che era troppo
presto. Avrebbero dovuto passare ancora molti anni prima che
potessimo far ritorno la.
Presto
ci ambientammo
nella nuova casa e anche Renesmee si unì ai ragazzi nel
frequentare
la scuola superiore alla quale si erano iscritti di nuovo tutti.
Dopo
pochissimi anni
dall' ultimo trasferimento Emmett inciampò inaspettatamente,
costringendoci a una fuga rapida e veloce.
Dopo
svariate discussioni
ci trasferimmo in un paese delle Ardenne in Germania . A insistere
era stato soprattutto Edward, che sapeva che presto avrebbe dovuto
recarsi a Volterra e preferiva averci abbastanza vicini. Io ed
Esme lo avevamo appoggiato fra lo stupore dei suoi fratelli ignari
delle vere motivazioni. Sapevamo infatti che nel giro di due anni
sarebbe stato richiamato da Aro in servizio e l'essere già
in Europa
ci dava maggiore sicurezza.
Ovviamente
ogni volta che
cambiava residenza doveva informare Volterra e quindi noi tre non ci
stupimmo più di tanto quando gli arrivò la
lettera con la quale
veniva convocato nuovamente nelle Guardie.
Per
gli altri fu
ovviamente uno shock e Bella litigò a lungo con Edward per
averle
nascosto i suoi obblighi accusandolo di averle mentito e quindi di
non meritare la sua fiducia.
Bella
in cuor suo non
aveva ancora accettato che Edward le avesse raccontato una bugia tanti
anni fa quando l'aveva lasciata per proteggerla e ancora adesso
a volte stentava a fidarsi di lui.
Per
fortuna l'amore
profondo che entrambi provavano gli fece superare la crisi e quando
quel mattino ci salutò il mio cuore pianse nel vedere
entrambi così
sconfortati.
E
adesso non ci restava
che aspettarlo sperando che Aro non trovasse un altro modo per
legarlo a se ancora più saldamente.
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