martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 2 - Presagi

Edward

Non ricordo con esattezza cosa successe o quanto durò. Il dolore era fortissimo, i miei sensi andavano e venivano a fasi alterne, ma quando ero cosciente non vedevo l'ora di ricadere nell'oblio.
Ricordo soltanto che mi fecero sdraiare mentre Rebecca mollava la sua presa su di me. A un certo punto provai a tirarmi su, mi sentivo soffocare e non riuscivo a vedere con chiarezza. La testa, la spalla, il braccio e la mano erano di fuoco. Non riuscivo a muovere nulla della parte destra e mi accorsi che il braccio era fasciato stretto intorno al corpo, inutilizzabile. Due mani forti mi imposero di sdraiarmi nuovamente mentre sentivo la voce di Demetri penetrare nella nebbia della mia mente. “E' troppo presto Edward. Stai giù. Non ti agitare, cerca di calmarti...” Avevo obbedito, non per mia volontà ma perché ero di nuovo sprofondato nel buio troppo esausto e dolorante per oppormi.
Quando i sensi tornarono, pensai di essere solo nella stanza.
Non avvertivo nessun profumo che indicasse altre presenze e quando aprii gli occhi, temetti di essere impazzito.
Seduta in fondo al letto c'era una bellissima vampira che mi guardava con un sorriso dolce e affettuoso. Sbattei gli occhi, cercando di mettere a fuoco quel viso angelico che mi sorrideva. Avevo l'impressione di averlo già visto, e quando il mio cervello capii, per un attimo si rifiutò di credere a quello che stavo vedendo.
Seduta, a scrutarmi con dei profondissimi occhi color ambra c'era Rebecca, anche se ora i suoi lunghissimi capelli erano ramati come i miei . La guardai tremando, sembrava la mia gemella. Anche il suo odore era inesistente, non percepivo che il mio ampliato.
All'improvviso nella mia mente si fece strada un orrendo sospetto e con un balzo scesi dal letto della mia stanza e corsi in bagno per guardarmi allo specchio...


Carlisle

Edward era partito. Quando si era allontanato non si era più voltato ed era facile capirne il perché.
Sapevo benissimo quanto grosso fosse il dolore che provava per questa nuova separazione e quanto gli pesasse dover tornare a rinchiudersi nella Rocca di Volterra.
In questi quindici anni non era passato giorno nel quale mi ero chiesto se avevo fatto la cosa giusta. Mi era sempre rimasto il dubbio di dover pretendere la piena libertà da Aro, ma all'epoca mi era sembrata l'unica soluzione possibile.
Ora dopo che il suo aereo era partito, eravamo tornati a casa.
Non abitavamo più a Forks da parecchi anni.
Quando Aro aveva concesso ad Edward di lasciare la Rocca, ci eravamo diretti verso l'agriturismo felici di riaverlo con noi. Temevo che riabituarlo al sangue animale sarebbe stato un percorso difficile. Per chi come me e Rose non aveva mai assaggiato il sangue umano era più facile rinunciare al suo piacere, ma Edward aveva fin da subito assaggiato quel dolce nettare e se ne era saziato in passato. Gli avevo abilmente mentito, sapendo di farlo, quando lo avevo rassicurato su quanto facile sarebbe stato ritornare vegetariano. I primi giorni per fargli riprendere le forze ed evitare problemi lo feci nutrire del sangue donato che avevo comprato in Italia in previsione di problemi di questo tipo. Jasper ed Emmett lo sorvegliavano in continuazione, per evitare che potesse fare del male a Renesmee e ai licantropi. Ma l'istinto di padre era decisamente più forte di quello di vampiro mentre la puzza di cane bagnato evitò problemi e dopo un paio di giorni ci rilassammo tutti.
Iniziammo poi ad accompagnarlo nelle cacce al cinghiale. Non lo lasciavamo mai andare da solo, preoccupati che il suo istinto lo portasse troppo vicino alle case.
Dopo una quindicina di giorni, quando si sentì sicuro, prendemmo finalmente l'aereo e tornammo a Forks. Qui aiutato dall'amore per Bella e Renesmee e dal suo carattere deciso si lasciò definitivamente alle spalle la tentazione del sangue umano.
Più di una volta gli rivolgemmo domande sul periodo passato presso i volturi, ma lui glissava sull'argomento. Capimmo subito che non aveva piacere a raccontarci nulla e presto tutta la famiglia si dimenticò di quel periodo così triste.

Alla fine dell'anno ci trasferimmo a Dorthmund, e i ragazzi si iscrissero tutti all'università mentre Esme faceva da maestra a Renesmee che cresceva e imparava velocemente.
Fu un periodo tranquillo e rilassato. Quando tornavo dall'ospedale nel pomeriggio in casa aleggiava un allegria contagiosa. Rose ed Emmett si erano nuovamente sposati, mentre Edward oltre che studiare era impegnato ad aiutare Bella e Jacob con la scuola. Mentre la prima, grazie alle sue abilità da vampira, se la cavava alla grande all'Università, Jacob era impegnato a finire le superiori decisamente più impegnative rispetto a quelle che aveva frequentato a Foks. Ovviamente gli scherzi e le battute si sprecavano e spesso finivano in una giocosa rissa.
Dopo sette anni però iniziarono i sospetti sul nostro non invecchiare e a malincuore fummo costretti a trasferirci nuovamente. Noi ci eravamo abituati ma per Bella, Jacob e Renesmee fu un vero trauma. Bella sperava di far ritorno a Forks ma con calma riuscimmo a spiegarle che era troppo presto. Avrebbero dovuto passare ancora molti anni prima che potessimo far ritorno la.
Presto ci ambientammo nella nuova casa e anche Renesmee si unì ai ragazzi nel frequentare la scuola superiore alla quale si erano iscritti di nuovo tutti.
Dopo pochissimi anni dall' ultimo trasferimento Emmett inciampò inaspettatamente, costringendoci a una fuga rapida e veloce.
Dopo svariate discussioni ci trasferimmo in un paese delle Ardenne in Germania . A insistere era stato soprattutto Edward, che sapeva che presto avrebbe dovuto recarsi a Volterra e preferiva averci abbastanza vicini. Io ed Esme lo avevamo appoggiato fra lo stupore dei suoi fratelli ignari delle vere motivazioni. Sapevamo infatti che nel giro di due anni sarebbe stato richiamato da Aro in servizio e l'essere già in Europa ci dava maggiore sicurezza.
Ovviamente ogni volta che cambiava residenza doveva informare Volterra e quindi noi tre non ci stupimmo più di tanto quando gli arrivò la lettera con la quale veniva convocato nuovamente nelle Guardie.

Per gli altri fu ovviamente uno shock e Bella litigò a lungo con Edward per averle nascosto i suoi obblighi accusandolo di averle mentito e quindi di non meritare la sua fiducia.
Bella in cuor suo non aveva ancora accettato che Edward le avesse raccontato una bugia tanti anni fa quando l'aveva lasciata per proteggerla e ancora adesso a volte stentava a fidarsi di lui.

Per fortuna l'amore profondo che entrambi provavano gli fece superare la crisi e quando quel mattino ci salutò il mio cuore pianse nel vedere entrambi così sconfortati.
E adesso non ci restava che aspettarlo sperando che Aro non trovasse un altro modo per legarlo a se ancora più saldamente.

Nessun commento:

Posta un commento