Edward
Era
il penultimo giorno
di addestramento. La notte passò veloce al servizio di Aro
che
cercava di farmi lavorare il meno possibile. Quando ebbi finito
Felix mi riaccompagnò nella mia stanza dove Rebecca
provò a farmi
scivolare nel buio invano. Solo alle prime luci dell'alba sfinito
crollai cullato da lei.
Era
tarda mattinata
quando mi sentii scuotere da Felix “Alzati ragazzo. Devi
andare
ad allenarti. Forza andiamo”
Ero
ancora un po'
stordito quando arrivammo nel solito cortile. Avevo accumulato
tantissima stanchezza e stentavo a ragionare con lucidità.
“Levati
la camicia e
mettiti questa maglietta Edward. Oggi facciamo sul serio”
Kong mi
aveva lanciato una maglietta nera come la loro ed io ubbidii mentre
lasciavo che il vento mi finisse di svegliare.
Iniziai
subito a
combattere contro Ilmi e con mia grande soddisfazione riuscii ad
atterrarlo.
“Bravissimo
Edward. Sei stato molto bravo” si complimentò Kong
“Ma adesso vediamo
come te la cavi se ti attacchiamo insieme”. Ovviamente non
riuscivo a gestirli insieme e per un attimo ebbi il sospetto che si
divertissero da morire a picchiarmi. Mi misi nuovamente in piedi,
ancora barcollante, dopo essere stato atterrato non so quante volte
e iniziai ad arretrare verso il muro. Volevo evitare di essere
circondato. Con la coda dell'occhio vidi Kong, sorridermi e annuire
soddisfatto, mentre entrambi avanzavano pronti ad attaccare.
Alzai
gli occhi un attimo
e mi resi conto che mi ero avvicinato a una bellissima quercia che
con le sue fronde portava ombra al prato. In un attimo salii sopra e
veloce come un puma mi lanciai sui miei istruttori. Li colsi
completamente di sorpresa. Loro abilissimi non avevano mai combattuto
in un bosco e non s'immaginavano di poter venire attaccati dall'alto.
Stavano ancora cercandomi disorientati dalla mia sparizione
improvvisa, quando in un secondo li atterrai entrambi e prima che
capissero cosa fosse successo feci finta di morderli sul collo.
Sentii
una risata
rimbombare nel cortile. Felix stava ridendo tutto felice godendosi
lo spettacolo “Edward. Sei proprio tutto particolare. Non
avevo
mai visto una tecnica simile” Kong e Ilmi si alzarono e
mentre
Ilmi si ripuliva dall'erba scocciato, Kong alzò gli occhi
sull'albero scuotendo la testa.
“Non
si può dire che
ti manchi la fantasia Edward. Mai visto nulla di simile”
ridacchio
mettendo una mano intorno alle spalle di Ilmi. “A quanto
pare, il
nostro ragazzo, ha imparato più che bene.”
continuò sorridendo.
“Già” confermò Ilmi
“non mi era mai capitato” continuò a
brontolare.
Io
ero fermo in piedi
attento alle loro mosse, cercando di leggere nei loro pensieri “E'
molto furbo e sicuramente è vissuto in un modo molto diverso
da noi.
Lui è abituato a convivere con i boschi e gli alberi. In un
ambiente
del genere è molto più temibile.” i
pensieri di Kong erano decisamente piacevoli mentre Ilmi continuava a
pensare alla fortuna dei principianti.
“Bene
Edward. Diciamo che sai combattere in maniera sufficiente”
Ilmi non
voleva ammettere che ero diventato bravo e lo guardai con aria
scettica.
“Iniziamo
di nuovo e vediamo adesso come riesci a cavartela” mi disse
con un
ringhio e un sorrisetto che non prevedeva niente di buono “Non
ti montare la testa , ragazzo!!”.
“Felix
per favore, porta Rebecca via dal campo” continuò
Kong lanciandomi
uno sguardo divertito.
Lo
guardai terrorizzato. Senza di lei non sarei stato in grado di
combattere, anzi neanche di reggermi in piedi. Anche Felix
sembrò
stupito da quell'ordine, ma presa Rebecca per un braccio
iniziò a
trascinarla lontano. Lei lo seguiva restia guardandomi intensamente,
preoccupata e spaventata proprio come me.
“Lei
è il mio simbionte, non posso stare senza di lei”
iniziai a
spiegargli mentre mi allontanavo per seguirla.
Le
mani forti di Ilmi mi bloccarono le braccia dietro alla schiena
“Stai
fermo ragazzo.” lo guardai e provai a liberarmi
divincolandomi come
mi avevano insegnato.
Kong
si portò di fronte a me e mi bloccò la testa. I
suoi occhi rossi e
penetranti mi guardavano mentre io iniziavo ad affogare sentendo che
il panico stava invadendo il corpo.
“Fermo
Felix” gridò Kong. Poi studiò il mio
viso stravolto dall'ansia
che si era impadronita di me.
“Sei
metri. Non di più. Già adesso è
completamente stravolto. In
battaglia si farebbe uccidere per raggiungerla.” Ilmi annui e
sentii Kong gridare “Ritornate qua, Felix”
Poi
sentii Ilmi mollare la presa e come un razzo mi fiondai tra le
braccia di Rebecca.
Lei
iniziò a coccolarmi mentre le posavo la testa sulle spalle
godendo
di quel senso di sicurezza che tanto mi era mancato.
I
miei istruttori ci guardavano chiaramente preoccupati. Non erano
abituati a vedere scene simili. E con pazienza aspettarono che fossi
pronto a ritornare da loro.
Dopo
pochi minuti mi staccai da lei, finalmente tranquillo e dandole la
mano mi avvicinai a loro e a Felix .
“Questo
del simbionte è un bel problema Edward”
iniziò Ilmi scrutandomi
preoccupato e lanciando occhiate dubbiose a Kong.
“Ci
spiace averti fatto stare male, ma dovevamo capire fino a che punto
sei dipendente da lei” continuò Kong.
“Non hanno scelta Ilmi.
Devono imparare a combattere in coppia, a difendersi come un sol
uomo, altrimenti saranno distratti e rischiano di farsi uccidere. Non
potete permettervi di allontanarvi più di tanto l'uno
dall'altro. Dovrete imparare a muovervi in sincronia, a capire e
interpretare i movimenti dell'altro. Abbiamo ancora un giorno, e da
adesso in poi combatterete in coppia contro di noi. Dovete
imparare... non avete scelta” e la sua voce si
abbassò in un
sussurro carico di tristi presagi “Se uno di voi due
rimanesse
ucciso o ferito, sarebbe la fine anche per l'altro.”
Carlisle
“Cosa
è successo Alice, ti prego spiegati” cercai di
confortarla e
nello stesso tempo capire cosa potesse aver mai visto di
così
tragico.
“Dov'è
Jacob?” ci chiese guardandosi intorno.
“E'
a caccia con Nessi e Jasper” le dissi sempre più
agitato
“E'
successo qualcosa ai ragazzi?” chiese Esme preoccupatissima
come
tutti noi.
“No.
Ma devo parlare con lui. E' giusto che sia lui a saperlo per
primo”
rispose Alice alzandosi
“Sapere
che cosa?” le chiese Emmett.
“Vieni.
Anzi venite tutti andiamo a cercarli. Lui e voi dovete sapere.
Dobbiamo partire al più presto non c'è molto
tempo ormai” la voce
decisa e triste era lo specchio dei suoi occhi.
Confusi
e disorientati la seguimmo in silenzio.
Presto
avremmo capito che cosa aveva visto e il perché volesse
parlare con
Jacob.
Presto
la nostra famiglia si sarebbe divisa lacerata da due
necessità
impellenti.
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