martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 25 - Una coppia inseparabile

Edward

Era il penultimo giorno di addestramento. La notte passò veloce al servizio di Aro che cercava di farmi lavorare il meno possibile. Quando ebbi finito Felix mi riaccompagnò nella mia stanza dove Rebecca provò a farmi scivolare nel buio invano. Solo alle prime luci dell'alba sfinito crollai cullato da lei.
Era tarda mattinata quando mi sentii scuotere da Felix “Alzati ragazzo. Devi andare ad allenarti. Forza andiamo”
Ero ancora un po' stordito quando arrivammo nel solito cortile. Avevo accumulato tantissima stanchezza e stentavo a ragionare con lucidità.
“Levati la camicia e mettiti questa maglietta Edward. Oggi facciamo sul serio” Kong mi aveva lanciato una maglietta nera come la loro ed io ubbidii mentre lasciavo che il vento mi finisse di svegliare.
Iniziai subito a combattere contro Ilmi e con mia grande soddisfazione riuscii ad atterrarlo.
“Bravissimo Edward. Sei stato molto bravo” si complimentò Kong “Ma adesso vediamo come te la cavi se ti attacchiamo insieme”. Ovviamente non riuscivo a gestirli insieme e per un attimo ebbi il sospetto che si divertissero da morire a picchiarmi. Mi misi nuovamente in piedi, ancora barcollante, dopo essere stato atterrato non so quante volte e iniziai ad arretrare verso il muro. Volevo evitare di essere circondato. Con la coda dell'occhio vidi Kong, sorridermi e annuire soddisfatto, mentre entrambi avanzavano pronti ad attaccare.
Alzai gli occhi un attimo e mi resi conto che mi ero avvicinato a una bellissima quercia che con le sue fronde portava ombra al prato. In un attimo salii sopra e veloce come un puma mi lanciai sui miei istruttori. Li colsi completamente di sorpresa. Loro abilissimi non avevano mai combattuto in un bosco e non s'immaginavano di poter venire attaccati dall'alto. Stavano ancora cercandomi disorientati dalla mia sparizione improvvisa, quando in un secondo li atterrai entrambi e prima che capissero cosa fosse successo feci finta di morderli sul collo.
Sentii una risata rimbombare nel cortile. Felix stava ridendo tutto felice godendosi lo spettacolo “Edward. Sei proprio tutto particolare. Non avevo mai visto una tecnica simile” Kong e Ilmi si alzarono e mentre Ilmi si ripuliva dall'erba scocciato, Kong alzò gli occhi sull'albero scuotendo la testa.
“Non si può dire che ti manchi la fantasia Edward. Mai visto nulla di simile” ridacchio mettendo una mano intorno alle spalle di Ilmi. “A quanto pare, il nostro ragazzo, ha imparato più che bene.” continuò sorridendo. “Già” confermò Ilmi “non mi era mai capitato” continuò a brontolare.
Io ero fermo in piedi attento alle loro mosse, cercando di leggere nei loro pensieri “E' molto furbo e sicuramente è vissuto in un modo molto diverso da noi. Lui è abituato a convivere con i boschi e gli alberi. In un ambiente del genere è molto più temibile.” i pensieri di Kong erano decisamente piacevoli mentre Ilmi continuava a pensare alla fortuna dei principianti.
“Bene Edward. Diciamo che sai combattere in maniera sufficiente” Ilmi non voleva ammettere che ero diventato bravo e lo guardai con aria scettica.
Iniziamo di nuovo e vediamo adesso come riesci a cavartela” mi disse con un ringhio e un sorrisetto che non prevedeva niente di buono “Non ti montare la testa , ragazzo!!”.
Felix per favore, porta Rebecca via dal campo” continuò Kong lanciandomi uno sguardo divertito.
Lo guardai terrorizzato. Senza di lei non sarei stato in grado di combattere, anzi neanche di reggermi in piedi. Anche Felix sembrò stupito da quell'ordine, ma presa Rebecca per un braccio iniziò a trascinarla lontano. Lei lo seguiva restia guardandomi intensamente, preoccupata e spaventata proprio come me.
“Lei è il mio simbionte, non posso stare senza di lei” iniziai a spiegargli mentre mi allontanavo per seguirla.
Le mani forti di Ilmi mi bloccarono le braccia dietro alla schiena “Stai fermo ragazzo.” lo guardai e provai a liberarmi divincolandomi come mi avevano insegnato.
Kong si portò di fronte a me e mi bloccò la testa. I suoi occhi rossi e penetranti mi guardavano mentre io iniziavo ad affogare sentendo che il panico stava invadendo il corpo.
“Fermo Felix” gridò Kong. Poi studiò il mio viso stravolto dall'ansia che si era impadronita di me.
“Sei metri. Non di più. Già adesso è completamente stravolto. In battaglia si farebbe uccidere per raggiungerla.” Ilmi annui e sentii Kong gridare “Ritornate qua, Felix”
Poi sentii Ilmi mollare la presa e come un razzo mi fiondai tra le braccia di Rebecca.
Lei iniziò a coccolarmi mentre le posavo la testa sulle spalle godendo di quel senso di sicurezza che tanto mi era mancato.
I miei istruttori ci guardavano chiaramente preoccupati. Non erano abituati a vedere scene simili. E con pazienza aspettarono che fossi pronto a ritornare da loro.
Dopo pochi minuti mi staccai da lei, finalmente tranquillo e dandole la mano mi avvicinai a loro e a Felix .
“Questo del simbionte è un bel problema Edward” iniziò Ilmi scrutandomi preoccupato e lanciando occhiate dubbiose a Kong.
“Ci spiace averti fatto stare male, ma dovevamo capire fino a che punto sei dipendente da lei” continuò Kong. “Non hanno scelta Ilmi. Devono imparare a combattere in coppia, a difendersi come un sol uomo, altrimenti saranno distratti e rischiano di farsi uccidere. Non potete permettervi di allontanarvi più di tanto l'uno dall'altro. Dovrete imparare a muovervi in sincronia, a capire e interpretare i movimenti dell'altro. Abbiamo ancora un giorno, e da adesso in poi combatterete in coppia contro di noi. Dovete imparare... non avete scelta” e la sua voce si abbassò in un sussurro carico di tristi presagi “Se uno di voi due rimanesse ucciso o ferito, sarebbe la fine anche per l'altro.”


Carlisle

“Cosa è successo Alice, ti prego spiegati” cercai di confortarla e nello stesso tempo capire cosa potesse aver mai visto di così tragico.
“Dov'è Jacob?” ci chiese guardandosi intorno.
“E' a caccia con Nessi e Jasper” le dissi sempre più agitato
“E' successo qualcosa ai ragazzi?” chiese Esme preoccupatissima come tutti noi.
“No. Ma devo parlare con lui. E' giusto che sia lui a saperlo per primo” rispose Alice alzandosi
“Sapere che cosa?” le chiese Emmett.
“Vieni. Anzi venite tutti andiamo a cercarli. Lui e voi dovete sapere. Dobbiamo partire al più presto non c'è molto tempo ormai” la voce decisa e triste era lo specchio dei suoi occhi.
Confusi e disorientati la seguimmo in silenzio.
Presto avremmo capito che cosa aveva visto e il perché volesse parlare con Jacob.
Presto la nostra famiglia si sarebbe divisa lacerata da due necessità impellenti.

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