martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 11 Un Capitano delle Guardie

Edward

Ero partito. Avevo avuto il coraggio di salutare e dire addio alla mia famiglia. E adesso sarei tornato a Volterra.
Ma adesso sarei tornato cosciente di quello che ero.
Adesso mi sarei presentato come un Capitano delle Guardie e avrei fatto valere il mio grado all'interno della Rocca.
Avrei ubbidito ad Aro e mi sarei comportato come una vera Guardia e avrei cercato Rebecca.
Volevo parlarle, capire che cosa provavo per lei realmente.
Poi avrei deciso cosa fare. Non avevo un piano preciso e non sapevo bene che cosa aspettarmi... sapevo solo di dover chiarirmi con me stesso se volevo tornare a casa.
Esme e Carlisle mi avrebbero aspettato. Lo avevano già fatto altre volte. Loro perdonavano sempre.
Ma Bella?? Mi aveva detto che mi avrebbe aspettato ma cosa sarebbe successo se avessi scoperto di essere innamorato di Rebecca??
Non lo sapevo e non volevo pensarci.
Se volevo attuare il mio piano non avevo scelta, dovevo nascondere nella mia mente e cancellare dal mio cuore i saluti strazianti della mia famiglia.
Aro non doveva sapere il perché ero tornato.
Gli avrei raccontato una mezza verità. Ma il mio piano di strappare Rebecca dalle sue grinfie andava nascosto.
Mi fermai per strada e cacciai nei boschi italiani.
Volevo presentarmi gonfio di sangue. Avrei così evitato di dovermi nutrire di sangue umano, almeno per un po'.
Fu così che invece d'impiegarci solo tre giorni per raggiungere Volterra ne impiegai quattro.
Ecco adesso ero pronto ad affrontare i miei Signori.

Giunto alla base della Rocca posteggiai la mia Volvo e a piedi mi diressi all'ingresso della piazza.
Era notte ovviamente. Non volevo correre rischi. Ma la luna brillava serena in cielo.
Mi fermai sulla piazza e fui invaso da una marea di ricordi. Bella che correva per salvarmi... le uscite con Felix e Demetri... gli incontri clandestini con la mia famiglia...
Quante cose erano successe e quanto mi avevano cambiato la vita!
Presi un sospiro e mi recai all'entrata nel vicolo a fianco alla torre.
Apparentemente non c'era nessuno ma io sapevo che era sorvegliata e senza indugio bussai forte.
Il portone si aprii e due Guardie spuntarono incuriosite.
Salute a te Damon. Puoi farmi entrare?” chiesi a quella alta.
Lo conoscevo bene, non era mai stato molto gentile nei miei confronti ma aveva partecipato alla battaglia e sapeva quanto forte fossi diventato e che mi doveva la vita.
L'altro non lo avevo mai visto, probabilmente era nuovo. Era inquieto e gli occhi erano rossi fuoco tipici dei neonati nel primo anno.
Mi ringhiò preoccupato snudando i denti.
Damon lo zittì subito “Taci e trattieniti Telemaco.” poi si rivolse a me “Edward? Che ci fai qui?” mi chiese chiaramente stupito dalla mia presenza.
Dovevo chiarire subito, se volevo realizzare il mio piano era necessario far valere subito il mio grado.
Capitano Edward... Damon” precisai con la voce tagliente mentre scrutavo con astio Telemaco.
Damon spalancò per un attimo gli occhi poi abbassò la testa in segno di rispetto “Scusate Capitano. E' che non vi aspettavamo e mi avete colto di sorpresa”
Sorrisi compiaciuto “Capisco Damon. Posso entrare?” risposi .
Lui annui e mi fece segno di passare poi chiuse il portone alle mie spalle.
Resta qui Telemaco, ti mando qualcuno a sostituirmi devo accompagnare il Capitano dal nostro Signore” disse sicuro di se.
Telemaco si limito ad annuire e a lanciarmi uno sguardo di sottecchi mentre mi stava studiando attentamente “Chissà chi è. Non l'ho mai visto. E' un Capitano... uno di noi... però ha gli occhi gialli. Mi domando il perché non l'abbia mai visto prima ” sorrisi divertito “Vedrai che troverai qualcuno che ti spiegherà ” risposi allontanandomi nel corridoio e lasciando Telemaco ancora più confuso di prima.
Sicuramente nei prossimi giorni avrebbero tutti parlato del Vampiro Edward.
Tutti mi conoscevano o perlomeno conoscevano le storie che mi circondavano. Ero uno dei pochi che aveva osato, infatti, più di una volta sfidare i Signori di Volterra.
Il vampiro dagli occhi gialli che amava passare il suo tempo libero sugli alberi, che aveva imparato a combattere e che non sottostava alla disciplina facilmente era ormai al centro dei pettegolezzi delle Guardie.
All'inizio mi avevano affibbiato i nomignoli più strani come Vampiro Triste o Tarzan ma molti di coloro che mi avevano disprezzato in passato avevano imparato a rispettarmi dopo la battaglia.
Avevo dimostrato il mio valore combattendo al loro fianco e avevo conquistato la loro stima oltreché i gradi di Capitano.
Tutti tranne Jane ed Alec ovviamente.
Loro di grado superiore al mio avrebbero continuato a disprezzarmi e a cercare tutti i modi possibili per colpirmi e ferirmi, ma questa volta non avrebbero trovato una scusa. Non gli avrei permesso di trattarmi come in passato, avrei fatto il bravo e rispettato le regole e se ne avessi avuto l'opportunità mi sarei vendicato.

Ci inoltrammo nei lunghi e bui corridoi.
Era la cosa che odiavo di più di Volterra. Io amante degli alberi e dei boschi odiavo sentirmi chiuso e soffocare da quelle alte mura di pietra.
Sospirai, mi ci dovevo abituare nuovamente.
Damon mi fece strada fino allo studio privato di Aro.
Avevamo incontrato diverse Guardie nel nostro percorso. Alcune le conoscevo, altre no. E tutte quelle che mi conoscevano spalancarono gli occhi vedendomi.
Nessuno si aspettava che tornassi a Volterra così presto. Il mio obbligo sarebbe scattato fra quattordici anni e nessuno si sarebbe immaginato di vedermi camminare fra loro prima di quel termine .
La mia riluttanza all'arruolamento era famosa.
Aspettate qui un attimo, Capitano” mi disse Damon entrando per primo.
Aspettai solo pochi secondi, quando la porta si aprii nuovamente e lui mi fece segno di entrare.
Presi fiato per farmi coraggio ed entrai nello studio di Aro a testa bassa.
Tante volte ero stato convocato lì e quasi mai ne ero uscito senza dolore.
Feci qualche passo e alzai la testa risoluto “Mio Signore Aro.” dissi guardando negli occhi quel vampiro che tanto odiavo e che tanto temevo.
Non era solo nella stanza.
Con lui c'erano radunati i Capitani di Volterra.
Jane, Alec, Felix e Demetri posarono uno sguardo stupito su di me.
Edward che piacere vederti qui, non ti aspettavo così presto” esclamò Aro compiaciuto dalla mia presenza inaspettata.
Cosa sei venuto a fare?” mi chiese Jane sospettosa e rabbiosa.
Non mi sopportava, tante volte me lo aveva detto e tante volte mi aveva promesso di uccidermi alla prima occasione. Erano lei e il suo gemello che dovevo temere di più.
La guardai con un sorrisetto ironico e poi mi voltai verso il mio Signore
Sono venuto, mio Signore, per chiederti di accettarmi, di nuovo, al tuo servizio fra le Guardie” gli dissi senza degnare di uno sguardo Jane.
Sentii forte e distinto il suo ringhio echeggiare nella sala.
Aro si voltò verso di lei infastidito “Jane smettila. Edward è tornato fra noi e tu dovresti esserne felice come tutti noi. Il suo dono è forte e potente ed io a nome anche dei miei fratelli gli porgiamo il benvenuto” disse venendo verso di me.
Inginocchiati Edward” mi ordinò.
Vidi il sorriso sul volto di Jane aprirsi compiaciuto. Sapeva quella sadica vampira quanto odiassi inginocchiarmi ai piedi del mio Signore e contava evidentemente su un mio rifiuto.
Le sorrisi divertito e senza dire nulla mi piegai sulle ginocchia abbassando il capo.
Mi stava mettendo alla prova, ed io dovevo stare al gioco imbrigliando il mio orgoglio.
Aro si avvicinò e posò la mano sulla mia testa.
Io lessi nei suoi pensieri la gioia di avermi ai suoi piedi e la soddisfazione di aver vinto.

Si, il suo piano era riuscito.
Ero ritornato a Volterra di mia spontanea volontà e mi stavo mettendo ai suoi ordini ubbidiente e docile.

E per un attimo tremai quando lessi nella sua mente l'intenzione di prendere anche Bella, Alice e Jasper in qualche modo. Era convinto che una volta caduto io, gli altri mi avrebbero seguito.
Ingoiai la mia rabbia per il suo piano e rimasi in silenzio, sottomesso e mansueto.
Lui levò la mano e m'invitò ad alzarmi.
Alzati Edward. Sono felice che tu sia tornato, Capitano della Guardia.” affermò rimirando i miei occhi gialli.
Ma perché hai deciso di tornare da noi?” mi chiese poi afferrandomi la mano.
Sono ritornato ad essere un vero vampiro e non c'era più posto per me.
La mia famiglia non ha accettato il mio cambiamento ed io non sono stato capace di ritornare ad essere quello che ero” affermai con la testa bassa.”Avevate ragione Mio Signore, io non vado più bene per loro.
Quello non è più il mio mondo e le sue regole mi stanno strette.”
E quest'ultima parte, purtroppo, era la verità.
Mi aveva trasformato e per quanto mi fossi sforzato, il mostro dentro di me era sveglio e inquieto.

Lui annui compiaciuto.
Benissimo Edward. Puoi andare nella tua stanza. Domani sera prenderai servizio presso di me. Prima di allora sei libero di girare indisturbato per la Rocca. Ma ricordati che non ne puoi uscire senza ordini”
Annui e mi girai per uscire.
Edward ci vediamo più tardi in cortile” il pensiero di Demetri bussò allegro nella mia mente. Mi girai e annui impercettibilmente, poi uscii per recarmi nella mia stanza.


Era ancora buio e dopo aver posato la sacca decisi di andare in cortile.
Anche stavolta incontrai diverse Guardie, ma non mi degnai nemmeno di salutarle.
Quando misi i piedi sull'erba tirai un sospiro di sollievo. Il vento fresco mi abbracciò e veloce andai dal mio albero.
Mi fermai ai suoi piedi e chiudendo gli occhi mi rividi quando per la prima volta avevo costretto Rebecca a salirci sopra. Un sorriso apparse sul mio volto mentre le mie mani si posarono su quella ruvida corteccia.
Dolcemente iniziai ad accarezzarlo, grato che lui fosse ancora là.
Un ancora a cui aggrapparsi, un punto fermo dentro il caos del mio cuore e quasi sobbalzai quando una voce conosciuta mi chiamo:“Edward!”

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