martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 28 Le decisioni di Bella

Bella

Stavo guardando il vuoto. Non era la prima volta che mi accadeva da quando Edward era andato via. Spesso mi perdevo a fissare per ore piccoli particolari mentre la mia mente vagava lontano.
Ero stata a sentire quello che ci aveva spiegato Carlisle ma non riuscivo a immaginare la morte della mia famiglia. Era un pensiero troppo strano, troppo incredibile per comprenderlo ed accettarlo.
Eravamo sopravvissuti a mille pericoli, a mille problemi, in questi ultimi anni, ma stavolta forse, sarebbe stato diverso.
Stavolta non avrei avuto vicino il mio Edward.

Con la mente ripensai per la milionesima volta al suo ritorno a casa.
Lo avevo visto ferito e spaventato da quello che era diventato e lo avevo accettato con tutto l'amore possibile, cercando d'aiutarlo, d'infondergli quella sicurezza che sembrava essersi smarrita per strada.
Ma non era bastato... non era stato sufficiente per colmare il vuoto che Volterra gli aveva scavato dentro.

Carlisle, dopo la sua partenza, mi aveva spiegato il legame fisico che lo aveva torturato per quei lunghi sei mesi nel quale aveva combattuto contro il suo mostro e contro il bisogno di avere sempre qualcuno vicino a lui.
Ero rimasta sconvolta!
Avevo visto con quanta determinazione mi cercasse, quanto avesse bisogno di me, ma non immaginavo che la mia lontananza lo ferisse fino a quel punto.
Come potevo non essermi accorta del suo malessere? Perché non mi aveva mai parlato? Conoscendolo probabilmente aveva avuto paura di ferirmi, ma la consapevolezza di quanto fossi stata stupida a non accorgermene mi aveva lacerato il cuore ancora di più.
E adesso mi domandavo se sarebbe cambiato qualcosa se me ne fossi accorta e se avessi potuto aiutarlo in qualche modo.
Ma sapevo in cuor mio di no.
Volterra mi aveva restituito un Edward, cambiato e in qualche modo distrutto moralmente e psicologicamente.
Quando mi aveva detto le sue intenzioni avevo preso tempo cercando di stargli vicino, sperando che il matrimonio di Nessi lo distraesse ma mi ero sbagliata.
Aveva deciso di partire quella sera stessa e malgrado il nostro litigio sarebbe andato.
Non potevo permettermi di vederlo partire arrabbiato e sofferente per causa mia.
Dovevo farmi forza e credere ancora una volta in lui.
Non era facile ma quando mi restituii la vera capii che lo avevo perso forse per sempre.

Da quel giorno mi ero sentita morire e avevo vissuto lasciandomi andare alla deriva, persa e smarrita come una foglia nel vento. I primi tempi avevo sperato che tornasse, poi insieme ai giorni che scorrevano via, anche le mie speranze erano state trascinate lontano.
E mentre guardavo incessante dalla finestra mi rendevo conto che non sarebbe tornato, che il suo destino lo aveva portato lontano da me e quando mi misero al corrente dell'attacco dei licantropi il mio cuore per la prima volta da giorni esultò.
Come lui aveva cercato la morte a Volterra, così io avrei accettato volentieri la mia ad opera dei licantropi.
Avevo deciso di non combattere, di lasciarmi semplicemente abbattere e quando Carlisle mi disse che avrei combattuto in coppia con Alice mi sentii nuovamente imprigionata nel mio destino.
Sarei stata costretta a battermi e a difendermi, non potevo permettere che succedesse qualcosa a lei per causa mia.
Una mossa abile da parte di mio suocero, pensai, sicura che la sua decisione non era data solo da motivi pratici ma dal suo volere proteggermi anche da me stessa.
E adesso fissavo il vuoto domandandomi se Jasper sarebbe venuto in tempo e se Edward sarebbe ritornato con lui per difendere la sua famiglia.

Scossi la testa sconsolata appoggiandola al muro.
Si forse sarebbe venuto, non avrebbe lasciato morire i suoi genitori e i suoi fratelli, ma poi sarebbe ritornato là, dove ormai c'era la sua casa e la sua nuova compagna.
Lo avevo lasciato andare per amore...
Se era per il suo bene e per la sua felicità non lo avrei obbligato a stare qua, non mi sarei mostrata debole di fronte a lui, non lo avrei supplicato di rimanere, di tornare da me, non avrei fatto leva sulla sua pietà e sul rimorso che sicuramente lo avrebbero potuto far vacillare dalla sua posizione... sempre che entrambi fossimo sopravvissuti alla battaglia, constati amara.

Le visioni tristi di Alice erano sparite... e malgrado i tentativi di fermarli, di avvertirli del pericolo loro arrivarono giusto in tempo per morire con noi.
Ero persa nei mie tristi pensieri, domandandomi cosa mai avrei potuto fare per salvare almeno loro, quando la voce di Renesmee irruppe con forza in casa.
Era arrabbiata e preoccupata.
Guardai Jacob e capii che non solo sapeva dei progetti di Edward ma che doveva averle detto qualcosa… solo così si sarebbe giustificata quella prima e unica domanda accusatoria che fece dopo averci salutato “Dov'è mio padre?”.

**

Rimanemmo tutti in silenzio mentre gli occhi di tutta la nostra famiglia si posavano su di me.
Toccava a me spiegarle tutto mentre ancora una volta maledicevo la loro decisione di rientrare prima del previsto.
Sospirai e mi rivolsi alla mia bambina che ora era di fatto una signora.
Vieni Renesmee, andiamo fuori, ci sono tante cose di cui parlare” le dissi.
Lei mi guardò sconcertata poi senza aspettarmi si avviò alla porta con passo deciso.
Perché siete tornati prima Jacob?” gli chiesi passandogli vicino.
Mi è scappato che non avrebbe trovato Edward al nostro ritorno e a quel punto... è voluta tornare a tutti i costi per avere notizie di suo padre ” si scusò avvilito.
Scossi la testa. “Carlisle per favore gli racconti in che guaio siamo?” chiesi a mio suocero.
Lui annui ed io uscii in giardino per affrontare mia figlia e metterla al corrente degli ultimi avvenimenti.



La raggiunsi e andammo a sederci ai piedi della grande quercia che sovrastava il nostro giardino delle Ardenne, quella sulla quale Edward si rifugiava sempre quando era a casa.
Cosa è successo mamma. Dov'è papa?” mi chiese in ansia.
Sospirai e con calma iniziai a raccontargli tutto quello che sapevo.
Lei mi guardava con gli occhi sbarrati mentre riuniva tutti gli indizi che avremmo dovuto capire.
Dovevo aspettarmelo” disse amareggiata mentre mi abbracciava stretta con le lacrime che uscivano silenziose dai suoi splendidi occhi così uguali ai miei da umana.
Nessuno di noi l'aveva capito” le dissi per consolarla. “Si è tenuto tutto dentro, fino alla fine” spiegai con gli occhi che pungevano asciutti per quelle lacrime che avrei voluto versare anch'io.
Io e Jacob, dovevamo capirlo invece” mi sussurrò avvilita.
A Volterra dopo che Rebecca l'aveva morso per liberarlo... lui l'ha baciata” mi mormorò con un filo di voce quasi inudibile “Non ci abbiamo dato peso... pensavamo fosse un modo per ringraziarla... e invece... ” la sua voce si spense lentamente poi avendo paura che le sue parole non fossero abbastanza chiare appoggiò la sua mano sulla mia guancia per farmi vedere quella immagine così dolorosa.
Sgranai gli occhi allibita di fronte a quella visione.
Questo non l'aveva mai raccontato!
Aveva detto sì del ruolo avuto da quella vampira nella sua liberazione e del rapporto di affetto che si era instaurato ma mai aveva accennato a baci... di nessun tipo!
E ancora una volta mi domandai quante cose si era tenuto per se e su quante avesse mentito. Era abile lo sapevo, il suo aggiustarsi le cose mi aveva fatto arrabbiare già in passato quando ero ancora un umana ma questo era veramente troppo.
E disgustata mi resi conto che forse sarebbe stato molto meglio se non avesse messo più piede in casa perché non sarei riuscita a perdonarlo.
O almeno il mio orgoglio stava urlando questo mentre il mio cuore subiva in silenzio pronto a rifarsi vivo al momento opportuno, quando la rabbia avrebbe lasciato il posto all'amore.
Spero almeno che sia felice e al sicuro” le dissi sorridendo e cercando d'ingoiare il veleno che avevo in bocca. Dovevo dimostrarmi forte, non potevo farmi scoraggiare non adesso, non più.
Dovevo essere forte per lei… per mia figlia. Poi il resto sarebbe venuto dopo.
Lei mi guardò con gli occhi carichi di tristezza e annui.
Pensavo avesse capito il perché cercassi di rassegnarmi al suo abbandono ma m'illudevo e lo intuii quando mi guardò di traverso “Dovevi combattere mamma. Io non lo lascerei andare il mio Jacob, se succedesse una cosa così. Lotterei.” mi rimproverò velatamente.
Sospirai. “ E poi? Secondo te avrei dovuto tenerlo legato qua? Il suo cuore e la sua mente erano là, e lui non era più lo stesso. Se sapessi che andandolo a prendere tornerebbe il mio Edward, sarei già partita... ma l'amore Nessi significa anche lasciare libera la persona che si ama” conclusi ripensando a quando si era offerto di sparire dalla mia vita se fossi stata più felice con Jacob.
E adesso cosa succederà?” mi chiese preoccupata.
Dobbiamo lottare per la nostra vita. Speravo che voi foste fuori, che rimaneste lontani dalla battaglia.” dissi con il cuore stretto in una morsa di dolore “Ma ormai è troppo tardi. Siamo sorvegliati e se vi allontanaste...” non finii la frase assalita dal terrore di perderla di vederla morire sotto i miei occhi.
Non temere mamma. Jacob saprà badare a se stesso e a me” mi disse sorridendo e tranquilla come se il pericolo non la potesse neanche sfiorare.
Hai ragione piccina” la voce del mio amico licantropo era forte e decisa. Silenzioso ci aveva raggiunte in giardino.
Loro saranno pure velenosi ma io sono di un altra pasta.” disse baldanzoso e incosciente come solo lui sapeva essere.
Jacob puoi promettermi di difenderla?” gli chiesi sperando che mi desse retta “Ascolta, amico mio, noi siamo vampiri e abbiamo già combattuto. Lei è per metà umana e quindi più vulnerabile. Con Carlisle pensavamo che se lei stesse fuori , vicino alla casa, nascosta nel buio del giardino... forse starebbero lontani da lei durante lo scontro , e se le cose si mettessero male... sarà più facile per voi scappare inosservati ... e se poi tu...”
Puoi contarci Bella. Carlisle mi ha già spiegato tutto. Ma come avete fatto a sapere che saremmo tornati in tempo per la battaglia?” mi chiese.
Lo guardai stupita. Erano sedici anni che viveva con noi e ancora non si era abituato ai nostri poteri. “Alice non sa come finirà” affermai “La visione è sparita nel momento in cui avete deciso di venire qui” dissi tristemente.
Meglio così Bella, preferisco non sapere chi e quanti di noi moriranno” affermò prendendomi le mani “Ti chiedo solo un piacere...” mi disse serio
Quale?” gli chiesi incuriosita
Non strafare... non cercare la morte. Noi abbiamo bisogno di te. ” sussurrò poi cambiando improvvisamente tono affermò ridacchiando “Potrei anche baciarti se questo servisse per tenerti al sicuro”
Per un attimo il ricordo del nostro colloquio davanti alla tenda prima dell'attacco di Victoria riemerse in tutta la sua lucidità
Non ci sarà bisogno di baci Jacob. Combatterò per la mia famiglia e per mia figlia, loro sono un motivo più che valido per sopravvivere. Non sono così pazza... io” dissi sorridendo
Lui inclinò la testa un attimo guardandomi sornione e poi scoppiò a ridere contagiando Nessi e me.
Si Jacob era proprio speciale, il miglior amico che potessi sperare e il miglior marito che mia figlia potesse avere.
E se era destino che morissi lo avrei fatto combattendo fino alla fine per chi amavo anche se il mio cuore era triste e vuoto per la sua mancanza... per la mancanza del mio amato Edward.

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