Edward
Quando le
Guardie a rapporto uscirono Aro mi chiamò “Edward,
come ti
senti?” alzai la testa stupito, non era da lui chiedermelo.
“Bene Aro,
non sono ancora stanco” mi risultava strana quella gentilezza
per
cui gli risposti stando molto attento.
“Ascoltami
attentamente” il suo tono di voce era cambiato ed era
diventato
duro e deciso “ Adesso entreranno tre individui. Abbiamo
diversi
problemi ad Est ed Alec è stato inviato là con
una delegazione di
Guardie. Questi tre esseri, sono particolari, e sono in
rappresentanza del loro... popolo.
Voglio che
ti concentri e voglio sapere cosa pensano tutti e tre. Probabilmente
sarà difficile, non so cosa troverai ma devi impegnarti al
massimo.
Te la senti Edward o devo darti un po' di tempo per
riposarti?”
Restai in
silenzio un attimo valutando le mie condizioni poi annui.
“Sto
bene, sono in grado di farcela”
Aro annui
soddisfatto “Bravo ragazzo. Così mi
piaci” Lui
non mi vide perché avevo già chinato la testa, ma
feci una smorfia.
Non me ne importava nulla dei suoi complimenti, volevo solo evitare
guai.
Quando
entrarono alzai la testa curioso di vedere cosa mi trovavo davanti.
Erano
tre come anticipato da Aro. Tre uomini grossi e muscolosi. Lo sguardo
era fiero, non sembravano per nulla intimoriti dal trovarsi dentro un
covo di vampiri. Quello che mi colpì fu il sentire il
battito del
loro cuore. Erano umani, potevo sentire il sangue fluire nelle vene.
Erano seguiti a vista da Felix e altre otto guardie mentre ai lati
dei troni si erano sistemate altre Guardie e Jane. Procedevano
sicuri e via via che si avvicinavano potevo sentire il calore emanato
dai loro corpi. Ma fu l'odore a colpirmi, un odore che era da
più
di un mese che non sentivo. L'odore di cane bagnato. Continuai a
fissarli , la loro muscolatura, il loro odore, il calore e il
battito del cuore assomigliavano a quello dei nostri amici lupo, ma
una vocina dentro la mia testa mi diceva che queste erano le uniche
cose che avevano in comune e che a diversificarli non era solo il
colore chiaro della carnagione e il biondo dei capelli.
Non
sapevo che cosa fossero questi tre esseri con esattezza, sembravano
dei licantropi , ma ero sicuro che loro non avrebbero mai avuto il
coraggio di presentarsi ai Signori di Volterra.
L'odio
fra le nostre due specie era vecchio come il mondo. Un qualcosa
d'innato, d'istintivo.
Ma
stranamente potevo sentire il loro soffio carico d'odio in risposta
al ringhio che spontaneo nasceva dal mio petto e da quello di tutte
le Guardie.
Presi
fiato e abbassai la testa, dovevo calmarmi, trattenere il mio istinto
che sentivo agitarsi in me , il mio compito era quello di entrare
dentro la loro mente.
Subito
percepii con chiarezza i loro pensieri che erano riassumibili in una
sola parola.
Odio...
la mia mente percepì... un odio infinito e profondo.
Un
odio che stava per esplodere.
E
nel momento in cui decisero di attaccare io lasciai libero il
vampiro che era in me.
Mi
mossi, un secondo prima di loro guidato dal mio dono.
Avevo,
infatti, percepito nella loro mente il piano di aggredire i miei
Signori e senza riflettere lasciai che fosse il mio istinto a
guidarmi mentre li attaccavo ringhiando profondamente con la bocca
carica di veleno.
Anche
loro scattarono in avanti quasi contemporaneamente a me ed io finii
addosso ai primi due, in un boato fragoroso, facendoli cadere e
rallentando la potenza del loro attacco. Avevo spesso giocato con i
miei fratelli alla lotta e contavo di rialzarmi a combattere contro
quegli uomini feriti dal mio impatto con loro e vulnerabili al mio
veleno, ma quello che successe mi prese alla sprovvista.
Erano
caduti senza riportare alcun danno e il terzo essere, partito una
frazione di secondo dopo gli altri due si avventò
velocissimo, come
un lampo, sul mio corpo ancora a terra. Si chinò su di me e
mi
afferrò per entrambi i polsi con le dita simili ad artigli
piantando un piede nella mia schiena. Con una forza impressionante
tirò entrambe le braccia verso di lui con un colpo secco.
Sbilanciato dall'impatto con i suoi fratelli non ero preparato al suo
attacco e sentii uno schianto nella schiena mentre un ringhio di
dolore mi scosse tutto il corpo. In un secondo, con una forza
sconvolgente, mi alzò sopra la testa e letteralmente mi
lanciò ai
piedi del trono di Aro emettendo un ululato di rabbia che
riecheggiò
nella grande sala. Gli avevo rovinato la sorpresa. E lui mi avrebbe
ucciso per vendetta.
Rimasi
lì ai piedi di Aro stordito dal dolore che si era
impadronito di
tutto il mio corpo senza alcuna possibilità di muovermi o di
difendermi, aspettando che quegli esseri bestiali venissero a
finirmi e a massacrare i Signori di Volterra. Avevo infatti percepito
una fiamma accendersi nelle loro mani.
Avevo
la schiena a pezzi e i tendini delle braccia erano stati strappati.
Quegli
esseri erano dotati di una forza sovrannaturale bestiale e la
velocità dei movimenti era simile alla nostra. Con uno
sforzo
tremendo riuscii a voltare la testa e vidi il mio signore Aro con gli
occhi dilatati dalla stupore e dalla paura. Nessuno si aspettava
quello che stava succedendo e il mio corpo ferito e torturato dal
dolore chiedeva solo una rapida morte.
Carlisle
Ero
ancora seduto sulle scale, quando vidi Jacob e Renesmee scendere
dalla Volvo di Edward tutti felici.
“Ciao
Nonno” trillò la mia dolce nipotina
“Scusate il ritardo, ci
siamo trattenuti a ballare . Sai se mamma è in casa? Spero
che non
sia troppo arrabbiata con me”
Vedevo
l'ansia nei suoi grandi occhi marroni e non ebbi il coraggio di dirle
che tutti eravamo stati felici di non averla avuta in casa quella
notte.
Guardai
Jacob e quello che lui vide nei miei occhi lo convinse che era meglio
prendere tempo.
“Nessi,
credo che sia meglio posteggiare la Volvo in garage. Se le succede
qualcosa Edward, mi spella vivo al suo ritorno. Perché non
lo fai
tu?”
Lei
lo guardò un attimo di traverso. Era intelligente oltre che
bellissima, ma soprattutto conosceva Jacob da sempre. I suoi modi di
fare erano uno specchio limpido e non ci voleva molto a capire che
era una scusa per parlare con me da solo. Con mia gran sorpresa
però
non obiettò e canticchiando si avviò verso la
macchina.
“Che
è successo Carlisle?” la domanda arrivò
immediatamente fiera e
decisa
“Alice
ha visto Edward...” non trovavo le parole per continuare, la
mia
mente si rifiutava di ammettere l'accaduto. E il dolore pulsava
ancora forte.
“E
allora...” mi incitò a proseguire sempre
più preoccupato.
“E'
ferito gravemente... probabilmente sta morendo” le ultime
parole
uscirono a fatica, un sussurro mentre mi nascondevo il volto tra le
mani.
Jacob
spalancò gli occhi incredulo. “Come,
quando...” potevo vedere lo
smarrimento e la paura apparire sul suo volto.
“Non
sappiamo molto... è successo un paio d'ore fa. Alice non ha
visto
chi o cosa, ma sappiamo che non è un ordine di Aro. Lui era
presente
ed era spaventato” era vero sapevamo troppo poco e non
potevamo
fare nulla per cambiare la situazione.
Jacob
non ebbe il tempo di rispondere perchè un urlo strozzato mi
fece
capire che Renesmee aveva origliato la nostra conversazione.
“Non
è vero nonno. Dimmi che non è vero. Dimmi che
papà sta bene. Ti
prego” adesso le lacrime uscivano abbondanti mentre Jacob
l'abbracciava teneramente.
“Mi
spiace Nessi.” mormorai.
Lei
mi guardò alzando lo sguardo e il mento proprio come faceva
Bella e
asciugandosi le lacrime con la mano mi chiese
“Dov'è la mamma?
Come sta?”
Le
sorrisi era piccola e grande nel frattempo. Non era più la
nostra bambina. Ormai era una donna. Una donna in grado di affrontare
un
dolore immenso e capace di consolare chi aveva più bisogno
di lei.
“E'
in casa con la nonna” le risposi guardandola con ammirazione
“Bene
io vado da lei.” e staccandosi da Jacob si avviò
con passo
deciso, poi sulla soglia si fermò e mi piantò i
suoi meravigliosi
occhi cioccolata in faccia “Papà è
forte. Nessuno può fargli
del male. Lui ritornerà da me, perché sa che io
ho bisogno di lui”
e giratosi si avviò veloce al piano di sopra.
Jacob
si sedette vicino a me e mi posò una mano sulla spalla.
Il
suo calore e la sua voce sicura entrarono nel mio corpo e sciolsero
il gelo dentro al mio cuore “Non temere Carlisle, penso che
Nessi
abbia ragione. E se non fosse così, chiunque sia stato la
pagherà
cara... molto cara”
Sì,
non avremmo lasciato invendicato Edward, a costo di distruggere e
dare fuoco a tutta Volterra.
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