martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 25 La fine di Volterra

Chelsea

Non potevo credere a ciò che vedevo.
Mi ricordavo chiaramente la fatica che avevo fatto e il dolore che avevo procurato per riuscire a tagliare i legami forti di Edward e imporgli quelli che lo imbrigliavano a Volterra.
Aveva cercato di resistere con tutte le sue forze, aveva lottato disperatamente contro di me e contro il dolore fisico che gli procuravamo per indebolirgli la mente, ma alla fine complice il veleno che gli avevo somministrato, era capitolato.
Si era arreso, alla fine aveva dovuto cedere al mio potere, al volere dei suoi Signori.
L'avevo fatto sotto gli ordini di Aro e Jane, felice di ubbidire, convinta di fare la cosa giusta, ma quel ragazzo mi aveva spiazzato.
Non avevo più interferito nella sua vita ma avevo visto lentamente nel corso del tempo riallacciare i suoi legami come se un chirurgo fosse intervenuto a cucire e a riunire i fili che lo legavano al suo clan.
Non credevo che l'amore, quel potente sentimento a me ancora sconosciuto, fosse in grado di ricostruire con tanta solidità quello che io avevo tagliato, né che avesse la forza d' infrangere il vincolo di ubbidienza che gli avevo imposto.
E adesso che lo vedevo dibattersi a terra mi sentivo in colpa.
Era stato il mio potere a ridurlo in quello stato, a metterlo di fronte alla sua morte.
Le sue parole, il suo coraggio urlavano il diritto di essere liberi, mi sbattevano in faccia le mie colpe.
Mi sentivo in preda alla nausea, ma non per quello che stava succedendo, ma per quello che mi rendevo conto avevo fatto nel corso del tempo ad altri sfortunati vampiri.
Avevo negato loro la libertà di scelta, avevo rubato il loro cuore avvolgendolo nella ragnatela di Volterra.
E quando vidi Caius condannarlo a morte, avrei voluto urlare l'ingiustizia della situazione. Ma a nulla sarebbe servito, io non ero nessuno. E così mi allontanai nel buio della sala, colma di vergogna e rimorso.

Un ringhio acuto e violento rimbombò nella sala attirando la mia attenzione. Alzai gli occhi e vidi il fratello di Edward quel forte e coraggioso guerriero attaccare, seguito dall'urlo del Capitano Demetri che chiamava le guardie a sé.
Ringhiai anch'io ma il mio potere non era di combattere, non era quello il mio compito.
I due Capitani erano lì di loro scelta, e lo stesso valeva per molte guardie ma alcune erano state legate da me proprio come Edward.
Sapevo quello che dovevo fare e sedendomi nell'angolo più buio, chiudendo gli occhi espansi il mio potere... adesso le guardie erano libere di scegliere il loro destino, libere dai legami di obbedienza che avevo loro imposto, libere di seguire e combattere per chi ritenevano giusto.


Demetri

Sapevo cosa dovevo fare e mi avventai su Aro. Sapevo che Renata avrebbe potuto proteggerlo e con mio immenso stupore la vidi spostarsi a protezione di Marcus.
Anche lei aveva fatto la sua scelta.
E senza indugio mi avventai su Aro seguito a ruota da Felix.
Rimase fermo al suo posto e con voce chiara ci guardò scioccato “Anche voi intendete tradirmi?” ci chiese stupito e addolorato.
Sei tu che hai tradito noi, il nostro giuramento e la nostra razza” gli risposi ponendo fine alla sua vita e al suo dominio su Volterra.


Jasper

Quando mi avventai su Caius non pensai alle conseguenze o perlomeno sapevo quelle che sarebbero state. Sarei morto insieme ad Edward per mano delle Guardie, ma non aveva importanza, dovevo almeno provare a salvarlo.
Caddi travolgendo quell'odioso vampiro pieno di boria, trascinando con me anche il pesante trono. Mi rialzai, presi la sua testa e con un odio profondo posai le mie labbra sul suo collo decapitandolo.
Poi mi girai pronto a difendermi fino alla morte ma quello che vidi mi lasciò a bocca aperta.
Intorno a noi era scoppiato il finimondo.
Alcune Guardie si erano portate in difesa dei loro Signori mentre altre avevano attaccato le prime.
In tutta la Sala si combatteva e i ruggiti riempivano l'aria risuonando nella grande sala.
Vidi Renata che dietro al trono di Marcus, teneva le sue mani posate sulle spalle del vampiro che era rimasto seduto tranquillo sul suo trono come se quello che stava succedendo non lo sfiorasse nemmeno.

Il trono centrale invece era caduto e le figure di Demetri e Felix torreggiavano su un corpo disteso a terra.
Nel giro di pochi attimi la battaglia si consumò e i ringhi cessarono.
Solo dei lamenti si continuavano ad udire e girai la testa verso quella direzione stupito.
Jane stava colpendo con il suo potere una Guardia con la mantella bordata di rosso che si dimenava sul pavimento mentre a fianco a lei Alec teneva in scacco i due addestratori.
Con rabbia mi alzai pronto a colpire quella sadica vampira ma lei veloce spinse una porta segreta alle sue spalle e scivolò nel corridoio dandosi alla fuga.
Aspetta Jane” senti urlare al bel gemello che distrattosi non badò più ai due istruttori, lasciandoli liberi di agire.
Loro veloci e micidiali non persero un secondo e gli saltarono addosso abbattendolo e staccandogli la testa a morsi.

Ancora scosso da quello che mai più mi sarei aspettato, voltai la testa alla ricerca di mio fratello e lo vidi steso per terra fra le braccia di una vampira dai capelli d'argento. Doveva essere Rebecca dalla descrizione che Edward ci aveva fatto. Avevo combattuto con lei ma adesso il suo aspetto era differente. Adesso era libera dal suo potere e non più il simbionte di mio fratello.
La bella vampira lo teneva fra le sue braccia e si era strappata una manica della divisa con la quale stava ripulendo e asciugandogli il volto.
Un ombra oscurò il mio viso e vidi un giovane vampiro chinarsi verso di me.
Il mio nome è Telemaco. Sono felice che il Capitano Edward si sia salvato” mi disse prendendo poi il corpo di Caius e portandolo verso il grande camino nel quale le Guardie stavano bruciando i resti dei vampiri che si erano schierati in difesa dei Signori di Volterra.
Mi alzai e mi avvicinai ad Edward. Aveva gli occhi chiusi e il respiro affannoso ma sembrava non avesse riportato ferite nello scontro.
Non ha nulla di grave. Nessuno gli ha fatto del male” mi disse Rebecca sorridendomi “Fra poco si riprenderà... non temere. Ha solo bisogno di riprendere le forze.” mi sorrise.
Grazie Rebecca” le risposi chiedendomi se era diventata la sua donna.
Doveva essere molto intuitiva o il mio sguardo molto eloquente, perché mi guardò con gli occhi dolci e mi disse “Sono solo un amica. Nulla di più. Lui voleva tornare a casa da sua moglie e Aro l'ha fatto torturare quando l'ha saputo” mi spiegò abbassando gli occhi “Sono contenta sia morto”
Annui e alzai gli occhi, Demetri e Felix stavano portando il corpo e la testa di Aro verso il camino.

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