Edward
Eravamo
in macchina diretti ai monti Urali.
Avevo
passato tutto il giorno a riposare e solo in tarda serata era venuto
Damiano a chiamarmi.
Dopo
essermi lavato mi ero vestito in borghese. Lo eravamo tutti mentre su
cinque macchine sfrecciavamo nella notte andando in contro al nostro
destino.
Il
viaggio durò tre lunghi giorni. In macchina nessuno parlava
e il
silenzio regnava sovrano. Ognuno era perso nei propri pensieri ed io
per fortuna mi era calmato.
Aveva
ragione Aro, la stanchezza e la tensione accumulata mi avevano sfinito.
Adesso mi sentivo più tranquillo e freddo. Gli altri
avevano partecipato a un banchetto la sera precedente e i loro occhi
erano rosso fuoco.
A
me era stato risparmiato. Probabilmente Aro sapeva che non ero in
condizioni tali da potermi permettere ulteriori motivi di stress. Ero
così partito abbastanza affamato, ma ero certo di riuscire a
gestire la sete senza grossi problemi.
Potevo
sentire il nervosismo nella mente dei miei compagni di viaggio. Tutti
pensavano all'imminente battaglia e al destino che ci attendeva.
Solo
Rebecca, come al solito immune al mio potere, se ne stava
apparentemente tranquilla con la testa appoggiata alla mia spalla
stringendomi forte la mano.
Non
c'erano segni di tensione in lei. O era una completa incosciente o
aveva una fiducia pazzesca nella mia capacità di combattere.
Pensavo che fosse la prima ipotesi. Io non avevo molta fiducia in me
stesso, ma non mi sarei tirato indietro. Eppure mi sentivo
orgoglioso di essere riuscito a superare l'addestramento e avevo
gongolato quando avevo visto l'aria schifata di Jane nel vedermi
salire in macchina.
Quando
arrivammo ci fermammo al limite di uno scuro e intricato bosco.
Le
Guardie lo guardarono con sospetto. Non si sentivano tranquille
all'ombra di quei vecchi e imponenti alberi.
Per
me era invece differente. Mi sentivo a casa e felice annusavo i suoi
odori. Un profumino di Alce giunse alle mie narici e d'istinto mi
scappò un basso soffio. Ero assetato, e mi sarei fatto
volentieri
uno spuntino.
Vidi
Sirius guardarmi di traverso divertito, mentre tirava una gomitata al
vicino Damon. “Se non stiamo attenti, Edward se ne va a
caccia di
Alci. Altro che combattere” i due sghignazzavano e un ringhio
di
avvertimento sfuggì alle mie labbra.
Lo
udirono e subito si silenziarono. Sirius mi aveva visto combattere e
sapeva che ero diventato superiore a lui anche in quello e non solo
nel grado.
Riportai
la mia attenzione a Jane, che aveva preso il comando dando ordini
secchi.
“Non
è ancora spuntata l'alba. Molti di loro saranno appena
rientrati
nelle loro case stanchi e sazi. Ci avvicineremo di soppiatto
attraverso il bosco e attaccheremo sorprendendoli nel sonno e
uccidendoli senza che neanche se ne accorgano”
La
stavo a sentire, ma qualcosa non mi piaceva nel suo piano. L'istinto
mi diceva che era tutto troppo facile.
“Ci
divideremo in tre gruppi. Il primo sarà guidato da Felix e
con lui
andranno le sei guardie della sua squadra e Oliver. Il secondo
passerà alla sua destra e sarà guidato da Demetri
con le sue altre
sei. Il terzo lo guiderò io e passerò alla
sinistra di Felix, in
modo da aggirare il paese ed entrare dalla parte opposta e con me
verranno le altre sei guardie del mio contingente. E' tutto
chiaro?”
chiese guardandoci dritto negli occhi.
“Con
chi andranno Edward e Rebecca ? Loro non sono stati assegnati ad una
squadra precisa” chiese Demetri guardandola sbuffare.
“Visto
che ci tieni così tanto a lui. Prendili tu
Demetri” rispose
sprezzante “E controlla che non vada a succhiarsi un Alce
invece di
combattere” aggiunse ridacchiando. Anche le altre Guardie
ridacchiarono e Demetri si voltò verso di me.
“Benissimo. Verrete
con me” mi sorrise mentre fulminava con lo sguardo la sua
squadra.
Rimasi
fermo con la bocca piena di veleno. E stavo per ribattere piccato a
quell'odiosa vampira quando sentii un pensiero veloce entrarmi nella
testa.
Mi
girai di scatto e chiusi gli occhi. Svuotai la mente e indirizzai il
mio dono fra gli alberi.
Quello
che sentii mi fece accapponare la pelle.
“Jane.”
la chiamai agitato
Lei
mi guardò sprezzante, pensando che volessi ribattere alla
sua
battuta.
“Che
vuoi Tarzan? O forse dovremmo chiamarti Bestia, dal momento che
preferisci il loro sangue a quello umano?” la sua battutina
venne
accolta da una schiera di risatine. Ma io non avevo tempo per queste
stupidate.
“Ci
stanno aspettando. Il tuo piano ci porterà dritti in una
trappola. E
' pericoloso dividerci” la guardai negli occhi mentre stavo
concentrato e attento a seguire i pensieri fra gli alberi che
parlavano di agguati e di morte.
“Non
ci casco Edward.” lei scosse la testa. Il solito risolino di
scherno dipinto sulle sue labbra. “Non fare il furbo con
me.”
continuò con la voce acida e decisa “Ubbidirai
come gli altri e
seguiremo il mio piano. Non voglio contestazioni da parte tua. Sono
stata chiara, Edward?”
Scossi
la testa. “Sono sugli alberi che ci aspettano. Quando saremo
dentro ci attaccheranno da là. Voi non sapete combattere
nella
foresta. Ci massacreranno tutti se restiamo divisi” avevo
alzato la
voce e guardarla negli occhi fu l'ultima cosa che sentii prima che il
dolore mi costringesse a rotolarmi per terra.
“Silenzio.
Edward. Se hai paura rimani qua.” mi intimò
liberandomi dal suo
potere.
Ero
per terra, ansimante e alzai la testa. “Come vuoi Jane. Ma
ricordati delle mie parole quando vedrai le tue Guardie cadere
intorno a te”
Una
nuova scarica di dolore mi percorse tutto il corpo.
“Andiamo.
Non abbiamo tempo da perdere” disse voltandosi e avviandosi
verso
il sentiero che penetrava nella foresta seguita dai suoi vampiri.
Vidi
Felix voltarsi verso di me e lanciarmi un preoccupato sguardo prima
di avviarsi seguito dai suoi uomini.
“Felix”
lo chiamai. Lui si voltò “Stai attento, guardate
in alto.
Ricordati come mi hai visto attaccare in cortile. Faranno qualcosa di
simile” lui mi sorrise e fece un cenno affermativo con la
testa
mentre si avviava.
Demetri
si portò vicino a me aiutandomi ad alzarmi mentre vidi con
la coda
dell'occhio Barbara aiutare Rebecca.
“Andiamo
ragazzo. E tieni la mente aperta. Appena li senti che intendono
attaccare, avvertici” mi sorrise il mio Capitano dandomi una
pacca
sulla spalla.
E
assieme ci avviammo in quella scura e intricata foresta dove il
destino ci aspettava crudele.
Carlisle
Non
avevamo perso tempo e di corsa ci affrettammo a partire.
Abbracciai
Esme teneramente. Mi costava tantissimo separarmi da lei e la vidi
con gli occhi gonfi da quelle lacrime che non potevano uscire,
stringersi forte al mio petto.
“Stai
attento Carlisle” mormoro, poi si alzò sulle punte
dei piedi e mi
baciò teneramente.
Con
la coda dell'occhio vidi fare la stessa cosa ad Alice. Anche lei era
distrutta all'idea di lasciare Jasper da solo. Ma la consapevolezza
che se fossero state presenti ci avrebbero messo in pericolo diede ad
entrambe la forza di salutarci.
Bella
invece abbracciava Renesmee e Jacob teneramente.
“Stai
attenta Bella. - si raccomandò Jacob - non so cosa possa
aver
visto Alice, ma stai attenta, ti prego” e in quelle ultime
parole
c'era tutto l'affetto e l'amore che Jacob aveva provato per lei.
“Stai
tranquillo. In genere sei tu quello pazzo fra di noi. Te ne sei
dimenticato?” provò a sdrammatizzare Bella.
“Certo,
certo. Ma tu stai in campana. Non fare idiozie.”
proseguì
imperterrito con il volto triste e sconsolato.
“Stai
tranquillo Jacob. Ritorneremo tutti, sani e salvi” gli
sorrise.
“Salutami
papà e digli che gli voglio tanto bene. Sarei voluta venire
anch'io”
disse Renesmee abbracciando la mamma.
“Lo
so. Renesmee, ma il tuo dovere è là, a fianco
all'uomo che ami e
che presto diventerà tuo marito. Papà
capirà, e presto sarà di
ritorno. Fate i bravi ragazzi, mi raccomando” E dopo aver
dato un
bacione a entrambi si stacco salendo sulla macchina con il volto
triste ma determinato.
Jasper
salì dietro vicino a lei e a Rose mentre io prendevo posto
davanti
vicino a Emmett che si era messo alla guida.
Nel
giro di un paio di giorni saremmo arrivati a destinazione. Per
fortuna Alice aveva visto dove erano diretti e noi eravamo abbastanza
vicini da poter intervenire in tempo.
Speravo
solo di riuscire a cambiare il destino e di salvare il nostro Edward,
ma non avevamo certezze solo la visione imprecisa e incerta di Alice.
Si,
ci avremmo provato anche se il silenzio di Alice pesava su di noi
come un macigno. Cosa aveva mai visto la nostra veggente?
Poco
prima di partire mi aveva preso da parte e mi aveva sussurrato.
“Bella avrà bisogno del vostro aiuto, temo,
statele vicino.” .
Avevo
provato a chiederle altro, sul tipo di aiuto almeno. Ma si era
zittita scuotendo la testa e mormorando “ Veglia su di lei
Carlisle, ormai è tua figlia e... anche Edward. Non
scordartelo, ti
prego. Non scordarti l'amore che hai sempre avuto per lui.” e
a
testa bassa si era allontanata da me portandosi dietro il suo
segreto.
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