martedì 26 febbraio 2013

CNS Capitolo 37 Una decisione difficile



Capitolo 37 Una decisione difficile



Edward


Quando era calato il silenzio mi ero portato di fronte a Marcus.

Lui era certo che avrei accettato e sicuro che sarei stato un ottimo Signore di Volterra. Contrariamente a me era sicuro che le Guardie mi avrebbero scelto e aveva aspettato il loro verdetto tranquillo e sereno.

Lo guardai negli occhi, presi fiato e pronunciai le parole che avrebbero deciso il mio destino... il nostro destino.



Mio Signore Marcus... Guardie di Volterra...

Sono onorato della fiducia che riponete in me.

Ma io ho una famiglia e una figlia che aspetta il mio ritorno.

Io voglio tornare a casa da loro.

Questo non è il mio posto, 

Ho scoperto di avere degli amici, ho capito quanto sia importante che Volterra vigili sul nostro mondo ma non è questa la vita che voglio.

Non prenderò il potere. Non è quello che desidero e non è questa la mia casa.”

Poi abbassando la testa era tornato indietro fra le Guardie mentre un forte brusio si era alzato nella sala.

Silenzio” tuonò Marcus “Prendiamo atto del tuo volere Capitano Edward.” aveva detto senza levare gli occhi dai miei e scuotendo la testa chiaramente deluso dalla mia decisione.

Perché Edward?” mi chiese Demetri al mio fianco.

Tu più di tutti lo dovresti sapere Demetri” gli risposi sorridendogli. Poi un dolce profumo invase le mie narici e senza levare gli occhi da Marcus allungai la mano stringendo quella di Bella che mi aveva raggiunto.

Sei sicuro Edward? Mi chiese mentalmente.

Mi voltai sorridendole e posai le mie labbra sulle sue.

Voglio solo tornare a casa e godermi l'immortalità al tuo fianco con vicino la mia famiglia e mia figlia come era nei nostri progetti” le sussurrai.

La guardavo negli occhi tenendola stretta a me, volendo solo dimenticare dove fossi, quando la voce di Marcus mi riportò alla realtà

Guardie dovete scegliere. Da chi volete essere comandate?”

Mi ero dimenticato, altri due Signori dovevano essere nominati e da loro sarebbe dipeso il mio destino e quello di Bella.

Trattenni il fiato preoccupato e un sorriso si allargò sul mio viso quando all'unanimità furono invitati a prendere il comando dapprima Demetri e poi Malik.

Loro sorridenti avanzarono e sotto gli occhi lucidi di Rebecca, soddisfatti di Felix e delle altre Guardie, prestarono nuovamente giuramento nelle mani di Marcus e si sedettero ai suoi lati.

Con Demetri a destra e Malik a sinistra, Volterra aveva di nuovo trovato i suoi Signori al completo e ne era uscita più forte ed equilibrata che mai.

Il silenzio calò nuovamente sulla sala ed entrambi ringraziarono le Guardie per la fiducia.

Sorridevo stringendo a me Bella. Con loro ero certo che la mia famiglia sarebbe stata al sicuro.





Quando ci fu di nuovo silenzio Marcus prese la parola.

Ora c'è una decisione importante da prendere. Edward vieni avanti” mi chiamò con la voce severa.

Lasciai Bella e mi portai al loro cospetto abbassando la testa in segno di rispetto.

CapitanoEdward hai rifiutato di sedere sul trono affermando che vuoi tornare alla tua famiglia. Sei sicuro di volere questo?” mi chiese senza levare gli occhi dai miei.

Entrai nella sua testa ma c'era solo il nulla mentre Malik e Demetri avevano la mente confusa. Erano ancora stupiti di sedere sui troni e non avvezzi a prendere simili decisioni. Loro erano abituati ad ubbidire non a comandare. Avrebbero imparato, pensai, ma per ora la decisione era nelle mani di Marcus.

Mi limitai ad annuire, nell'attesa di sapere il mio destino.

Hai prestato giuramento Edward. E sei un Capitano di Volterra. Il tuo destino è stato deciso tempo fa quando il nostro medaglione è stato posto sul tuo petto. Questo è quello che sei!” disse ed io mi sentii morire, non sarei mai stato libero.

E il medaglione iniziò a pesare e bruciare sul mio petto.

Bella mi raggiunse stringendo la mia mano.

Non vi chiediamo mio Signore di sciogliere il giuramento ma di rispettare almeno il patto stretto tempo fa” la sentii dire.

La sua mano tremava come il mio cuore. Avevo rifiutato la possibilità di cambiare Volterra, di cambiare le sue Leggi e adesso forse ne avrei pagato le conseguenze.



Non sapevo ancora che Volterra  mi avrebbe reclamato a essere testimone di un evento per me inaspettato.







Bella



Edward aveva rinunciato al potere e ad essere Signore di Volterra.

Ero felice della sua scelta volevo tornare a casa, volevo stringere nuovamente fra le mie braccia la mia Renesmee e rivedere la nostra famiglia.

Sui troni vuoti avevano preso posizione Demetri e Malik e potevo vedere nel sorriso di Edward la soddisfazione per la scelta effettuata.

E tuttavia quando venne chiamato da Marcus ebbi paura.

Cosa poteva volere ancora da lui?

E le sue parole bruciarono ogni speranza di libertà.

Marcus rammentò ad Edward il suo ruolo e il suo giuramento.

A nessuno importava che lo avesse fatto senza volerlo realmente. E il medaglione sul suo petto era il simbolo della sua schiavitù.

Veloce mi portai al suo fianco. Mi ero ripromessa di non lasciarlo più solo e adesso era l'ora di combattere per lui.

Così schiarendomi la voce affrontai i Signori di Volterra reclamando la nostra libertà.

Non mi importava delle conseguenze, loro dovevano rispettare i patti.

Ero decisa, determinata a combattere se ce ne fosse stato bisogno ma la risposta di Marcus mi prese completamente alla sprovvista.






venerdì 22 febbraio 2013

CNS Capitolo 36 La richiesta di Marcus


Capitolo 36 La richiesta di Marcus



Edward



Stavo baciando nuovamente Bella sulle labbra, perso nelle sue carezze quando sentii bussare alla porta.

Con un sospiro mi staccai da lei “Che c'è?” chiesi scocciato per quell'interruzione.

Siete convocato fra venti minuti nella Sala del Trono , Capitano” sentii una voce sconosciuta annunciare, da dietro la porta, quello che temevo.

Sbuffai e abbassai gli occhi su Bella “Devo prepararmi” sussurrai odiando profondamente il dovermi staccare da lei.

Lei mi guardò pensosa. Ci eravamo amati in maniera tenera e dolce ma mi era sembrata lontana come se la sua testa fosse altrove.

Cosa c'è Bella?” le chiesi alzandomi e prendendo le sue mani fra le mie  “Ti ho sentito lontana... quasi incerta” mormorai affranto temendo che il suo comportamento fosse dovuto a qualche mio errore.

La sua mano sfiorò il mio viso… una scia dolce e delicata, una carezza sensuale eppure timida.

La sentii sospirare e la vidi mordicchiarsi le labbra, indecisa forse se dirmi o meno la verità. “Edward... perché il letto è così grande?” la sua domanda mi spiazzò completamente.
Rimasi a fissarla imbambolato … non potevo certo dirle che era perché mi ci riposavo con Rebecca... lei avrebbe frainteso.

Il mio silenzio però peggiorò la situazione “Quante volte sei stato sdraiato qui con Rebecca fra le tue braccia?? Quante volte l'hai amata come hai fatto con me??”.

Non era possibile... come potevano mai venirle in mente certe domande?? Eppure potevo capirla... molte volte ero stato geloso di lei a scuola e quanto lo ero stato di Jacob.

Avrei voluto mentirle, dirle che Rebecca non aveva mai messo piede lì dentro, ma sarebbe stato sbagliato.
Dovevo essere sincero... basta bugie o mezze-verità. Il mio modo di fare aveva sempre complicato le cose... il mio desiderio di proteggerla dalla verità aveva creato solo problemi.

E raccogliendo il coraggio gli raccontai senza veli e bugie il rapporto che c'era con Rebecca e come riposassi vicino a lei che aveva il potere di rilassare la mia mente.

La vidi chiudere gli occhi poi aprirli nuovamente “E' la verità Edward?” mi chiese.

Annui guardandola negli occhi sperando che leggesse la mia sincerità nell'anima.

Sul suo viso apparve un sorriso compiaciuto.

Allora non ti ha mai baciato così?” mi chiese appoggiando le sue labbra sulle mie e iniziando un dolce e sensuale bacio.

Certo che no” le risposi subito ridacchiando felice

E neanche accarezzato così?” chiese sfiorandomi con la mano i miei pettorali e provocando un brivido di piacere che risvegliò subito la voglia di lei e un ringhio profondo di piacere dalla gola.

Mai” affermai deciso e sicuro mentre esultavo dentro di me. Le avevo detto la verità e lei mi aveva creduto.

Ero pronto a rifare l'amore con lei ad accarezzarla ancora per ore ma dopo aver risposto al suo bacio con molto dispiacere e con un sospiro mi staccai da lei.

Devo andare. Devo presentarmi alla riunione.” le dissi abbassando la testa dispiaciuto e nuovamente preoccupato. La realtà aveva nuovamente bussato alla nostra porta.

Hai ragione. Vestiamoci, altrimenti arriveremo in ritardo” mi rispose risoluta alzandosi veloce.

Per un attimo rimasi interdetto. Aveva parlato al plurale??

Bella...” iniziai indeciso e preoccupato “Hanno convocato me... non so se puoi venire” conclusi guardandola di traverso mentre stava cercando la sua biancheria che avevo sfilato con molta destrezza trattenendomi dal non farla a brandelli.

I suoi occhi fiammeggiarono un attimo “Certo che vengo. Forse non hai ancora capito ma non intendo staccarmi un attimo da te. Capitano!” concluse mettendo l'accento sull'ultima parola e tirandomi la camicia della divisa che avevamo buttato sul divano.

E se vuoi arrivare puntuale, ti conviene anche vestirti rapidamente prima che ci ripensi e decida di tenerti prigioniero qua” scherzò fissando in maniera sfacciata la mia virilità.

Scossi la testa e rinunciai a protestare ridacchiando della sua audacia. Sarebbe stato perfettamente inutile discutere con lei. E a malincuore mi affrettai a indossare la divisa rimpiangendo di non poter cedere al suo ricatto.

Stavo allacciando la mantellina quando lei si avvicinò e me la lisciò sulle spalle sistemandola perfettamente “Ecco così sembri proprio un Capitano delle Guardie” cercò di scherzare ma i suoi occhi rivelavano quella preoccupazione che si era insinuata lentamente e inesorabilmente nei nostri cuori.

Quando fummo pronti mi avviai verso lo studio di Aro pensando che la riunione fosse nella sala circolare ma non facemmo in tempo a fare dieci passi che vidi Kong venirmi incontro sorridente.

Edward. La riunione è nella Sala del Trono. Vieni parteciperanno tutte le Guardie” mi disse stringendomi il braccio e abbassando poi la testa verso Bella “E questa immagino sia la tua Signora ” continuò sorridendole.

Bella annui e gli strinse la mano disinvolta “Il mio nome è Bella” rispose semplicemente.

A quel punto dovevo fare le presentazioni “Questo è Kong. L'istruttore delle Guardie e un amico” spiegai.

Bella mi guardò un attimo interdetta poi gli sorrise “Piacere”

Anche lui le sorrise “Piacere mio. Il nostro Edward ha scelto proprio bene” commentò ridacchiando e dandomi una manata sulle spalle.

Sospirai e scossi la testa mentre la porta della Sala del Trono si apriva di fronte a noi.

Aspettami qui... in fondo” le dissi. Non volevo che si facesse notare... non sapevo cosa mi aspettava.

Per una volta la vidi annuire. Stai attento Edward. Ti amo. Le sue parole entrarono nella mia mente ed io mi voltai a sorriderle. Aveva alzato un attimo lo scudo per rassicurarmi.

Poi mi portai avanti e mi misi vicino a Demetri e Felix.

Le due guardie, come mi videro mi abbracciarono strette, felici di rivedermi.

Rebecca era a fianco a Demetri e mi guardava sorridendo soddisfatta.

Le sorrisi anch'io e le feci un veloce cenno di saluto con la mano stando ben attento a non avvicinarmi troppo a lei. Non volevo irritare Bella che sicuramente mi stava osservando.



Marcus seduto sul trono centrale si alzò in piedi e noi tutti tacemmo e rivolgemmo la nostra attenzione al Signore di Volterra.



Guardie noi tutti siamo qui riuniti per prendere una decisione importante.

Come sapete i Signori di Volterra sono sempre stati tre.

E tre dovranno essere nuovamente.

Ora è giusto che voi stesse decidiate da chi volete essere comandate.

Chi volete Guardie sul trono di Volterra con me?”



Le sue parole mi avevano preso in contropiede. Non mi aspettavo che Marcus volesse dividere il suo potere ne tanto meno che chiedesse alle Guardie da chi volessero essere comandate.

Era un saggio e ancora una volta lo stava dimostrando.

Aveva capito come tenere il potere e assicurare stabilità a Volterra e alla nostra razza. Se fossero state le Guardie a scegliere non ci sarebbero state contestazioni future o rivolte e Volterra ne sarebbe uscita ancora più forte di prima.

Il silenzio era caduto pesante fino a che la voce potente di Ilmi non lo spezzò.



Edward” si limitò a dire ad alta voce.

Lo guardai spaventato e disorientato mentre il mio nome rimbombava nella sala ripetuto ad alta voce dalle Guardie in una lenta e costante melodia.

Non riuscivo a crederci...



Le Guardie volevano che assumessi il potere.



Mi voltai e i miei occhi smarriti andarono a cercare quelli di Bella mentre mi domandavo cosa dovessi fare. Era infatti una decisione importante... una decisione che avrebbe cambiato la mia vita e il mio futuro nonché quello di chi amavo e della stessa Volterra.

Scegli ciò che ritieni giusto Edward. Io resterò al tuo fianco comunque. Qualunque sia la tua decisione.

Le sue parole erano arrivate forti e sicure donandomi la certezza che qualsiasi sarebbe stata la mia scelta lei sarebbe stata al mio fianco.

E un sorriso si aprì sul mio volto. Non avevo bisogno di altro tempo per riflettere... la mia decisione era stata già presa.





Bella



Avevo amato Edward in quella stanza perché non ne potevo fare a meno. Il suo odore, il suo corpo e la sua anima erano la mia terra e la mia aria.

Ma la gelosia era un tarlo che non riuscivo a scacciare del tutto e mentre stavo distesa fra le sue braccia mi domandavo il perché avesse un letto così grande.

Forse mi aveva mentito, forse aveva fatto l'amore con Rebecca sul quel letto, in quella stanza.

E indecisa se parlare o meno gli avevo posto la domanda che mi torturava. Lo avevo osservato negli occhi mentre mi rispondeva e vi avevo visto dapprima la paura e poi la sincerità.

E quando erano venuti a chiamarlo lo avevo voluto seguire. Non lo avrei più lasciato solo, non fino a che ci fosse stata Rebecca nelle vicinanze.

Adesso finalmente avevo capito quanto l'avevo fatto soffrire con Jacob. Avevo dovuto provare sulla pelle la stessa insicurezza per poter comprendere e adesso come aveva fatto lui, io avrei lottato per tenerlo a fianco a me anche se questo avesse significato smembrare Rebecca o sfidare Marcus.



Usciti dalla stanza avevo conosciuto Kong e mi era risultato subito simpatico. Ero rimasta stupita da come tutti volessero bene al mio Edward e come tutte le Guardie abbassassero gli occhi al suo passaggio.

Si muoveva sicuro nei corridoi indifferente e incosciente dell'effetto che faceva sugli altri.

Ma io me ne ero accorta. Aveva conquistato il rispetto e il cuore delle Guardie di Volterra.

E quando Marcus chiese da chi volessero essere comandate non mi stupii affatto di sentire il suo nome.

Lui sembrava scioccato invece. Probabilmente non se lo aspettava.

Non si era reso conto di quanto con il suo cuore puro e sincero unito al suo coraggio avesse conquistato la loro fiducia e il loro rispetto.

Il suo sguardo smarrito da ragazzino mi faceva tenerezza mentre potevo immaginare i dubbi assalirlo.

Ancora una volta si trovava a scegliere se tornare a casa o rimanere lì.

Ancora una volta il suo cuore era spezzato a metà mentre si chiedeva se essere Edward Cullen o Edward Signore dei Volturi.

Ma soprattutto se essere un uomo o un vampiro.

Potevo immaginare la sua lotta interiore mentre si domandava cosa scegliere e se Volterra con lui a capo avrebbe potuto essere migliore e più giusta.

Doveva essere libero di scegliere il suo destino, doveva sapere che qualunque esso fosse, io sarei stata lì con lui e certa di fare la cosa giusta mi levai lo scudo e gli inviai i miei pensieri mentre i suoi occhi si specchiavano smarriti nel dubbio dentro i miei.

E quando ci fu silenzio la sua voce risuonò forte e sicura.



Aveva deciso. Aveva deciso quale sarebbe stato il nostro futuro!!

martedì 19 febbraio 2013

CNS Capitolo 35 Ritorno a Volterra


Capitolo 35  Ritorno a Volterra


Edward

Stavo guidando nella nera notte ormai scesa nuovamente. Al mio fianco Bella osservava la lunga autostrada che si perdeva dritta nel buio.

In macchina con noi c'erano Demetri e Ilmi.

Demetri aveva gli occhi chiusi e il respiro affannoso. Stava parecchio male, lo sapevo fin troppo bene, ma ero anche consapevole che sarebbe guarito velocemente era infatti stato soltanto morso mentre combatteva per salvare Jasper.

C'era silenzio nell'abitacolo.

Ilmi non parlava perso nei suoi pensieri e Bella non aveva aperto bocca chiaramente imbarazzata dalla grande e potente Guardia che stava seduta dietro a lei.

Levai gli occhi dalla strada e le sorrisi. La sua mano posata perennemente sulla mia gamba si strinse appena in una muta carezza.

La strada era finalmente dritta e quasi deserta, avevamo infatti abbandonato le Alpi inoltrandoci nella pianura italiana, per cui potei lasciare il cambio e appoggiare la mia mano sulla sua.

Quel solo e lieve contatto riempì il mio cuore triste di fiducia. Lei era lì con me e mi amava, e questo era molto più di quello che avessi mai potuto sperare.

I nostri occhi s'incrociarono e lei si sporse verso di me regalandomi un veloce bacio.

Ovviamente non potevamo fare altro e i miei occhi tornarono attenti sulla strada mentre la mia testa tornava a casa Cullen.

Dopo aver salutato i miei genitori, Bella era entrata a salutare i miei fratelli e ne era tornata con Nessi e Jacob.

Emozionato, nel rivedere la mia bambina ormai donna, l'avevo stretta a me malgrado sentissi la sua reticenza e la rigidità con cui aveva accettato il mio abbraccio. Con un sorriso tirato sul volto l'affidai nuovamente a Jacob, che si limitò ad annuire. Lui aveva capito anche senza parole.

Con un sospiro mi girai e senza più voltarmi mi allontanai seguito da Bella alquanto perplessa e dalle Guardie.

Ancora una volta non ero riuscito a dare a Nessi spiegazioni sul perché mi accingevo ad allontanarmi da casa senza la promessa di ritornare. Sapevo dai suoi pensieri che era offesa e arrabbiata con me ed ero consapevole che questo nuovo abbandono la stava ferendo nuovamente ma non sapevo ciò che mi stava aspettando e mi sembrava sciocco farle promesse che poi non avrei potuto mantenere.

Speravo solo che Jacob e la mia famiglia gli riuscissero a far capire che non potevo fare diversamente, che non avevo altra possibilità se non ritornare là e affrontare il mio destino. Inoltre speravo che lei riuscisse a capire quanto era importante, per Bella e me, stare assieme anche se non sapevamo come sarebbe andata a finire.





E adesso solo la vicinanza di Bella mi stava dando la forza e la serenità necessaria per affrontare il futuro.

Ma più la macchina mi avvicinava a Volterra più l'ansia avvolgeva stretto il mio cuore quasi soffocandolo in una morsa dolorosa.

Marcus non mi odiava come Caius e non aveva l'avidità di Aro, ma era un Signore di Volterra e non avrebbe permesso ulteriori ribellioni, e avrebbe fatto di tutto per rafforzare il suo potere.

Temevo che per dimostrare la sua forza e il suo nuovo ruolo mi avrebbe costretto a restare a Volterra e magari avrebbe obbligato Bella a giurargli fedeltà.





Finalmente arrivammo nell'antica e bellissima cittadina italiana e, dopo essere entrati nella Rocca, accompagnato da Bella, mi avviai verso la Sala del Trono per andare a fare rapporto sulla missione compiuta.

La tenevo per mano e la conducevo per i lunghi e bui corridoi della Rocca tranquillamente, indifferente alle Guardie che mi salutavano ossequiose e ai loro pensieri curiosi.

Lei, invece, si guardava intorno spaesata e non era certo necessario Jasper per capire che era tesa come una molla pronta a scattare. Quell'ambiente per me diventato familiare era ancora evidentemente ostile nei suoi pensieri.

L'ultima volta che c'era stata era stato quando era venuta a salvarmi e quei ricordi probabilmente si erano risvegliati con l'ansia e il dolore che li accompagnavano.

Forse avrei dovuto lasciarla nella mia camera ad aspettarmi ma non volevo separarmi da lei e sapevo che Bella avrebbe voluto stare vicino a me.



Quando entrai per un attimo rimasi fermo incapace di muovermi mentre osservavo Marcus seduto tranquillamente sul trono centrale con dietro Renata. Ai suoi lati i due troni, adesso in piedi, erano rimasti vuoti a ricordarmi gli avvenimenti successi pochi giorni prima.

“Bentornato Edward” mi disse sorridendomi e facendomi segno di avvicinarmi “Come è andata la missione?” chiese tranquillo.

Feci qualche passo avanti e abbassai la testa in segno di rispetto portandomi il pugno sul cuore “Mio Signore.” iniziai “I licantropi sono stati annientati e solo due Guardie Anna e Telemaco sono perite nell'impresa” spiegai “Molte però hanno riportato ferite e alcuni necessitano di qualche giorno di riposo”

“Un gran bel risultato Capitano. Ma dimmi, se non ricordo male… è Bella la signora che hai al tuo fianco?” mi chiese sempre sorridendo.

Annui preoccupato. Non potevo nasconderla e nemmeno mentirgli. La sua domanda era strana, lui poteva percepire il nostro legame senza bisogno di chiedermelo. Senza contare che l'aveva già conosciuta. Perché allora quella domanda?? Cosa mi stava nascondendo, così abilmente nella sua mente?? E perché quel sorriso compiaciuto?? Avevo paura... paura che la volesse nelle Guardie.


Con il cuore gonfio mi sforzai di rispondergli cercando di tenere un tono di voce normale “Si mio Signore lei è Bella, mia moglie” confermai trattenendo il fiato per la tensione accumulata.

“Mi ricordo di te Bella. Sono felice che tu sia ritornata a Volterra” disse Marcus rivolgendosi a lei.

La guardai domandandomi cosa stesse pensando... ma il suo scudo era alzato mentre i pensieri di Marcus erano volutamente confusi e schizofrenici... mi stava tenendo lontano dalla sua mente!!!

La vidi sobbalzare, probabilmente non si aspettava di venir coinvolta nella discussione “Anch'io mi ricordo di Voi... Signore di Volterra” rispose lei alzando il mento con la voce ferma.

L'invidiai un attimo... avrei dovuto pensare che fosse un incosciente o non sapesse a quale pericolo stessimo andando incontro. Ma conoscendola bene, era più probabile che si sentisse sicura e certa di riuscire a venirne fuori senza problemi. Tante volte mi aveva dimostrato il suo coraggio e questa non sarebbe stata certo un eccezione.

“Il tuo dono è potente... vuoi metterti anche tu al mio servizio?” lo sentii chiedere mellifluo e una fitta al cuore mi fece tremare le gambe. Le mie paure si stavano concretizzando... l'avrebbe costretta a fare il giuramento e saremmo rimasti per sempre entrambi prigionieri di quelle fredde mura.

“Veramente mio signore, ho solo accompagnato mio marito. Sono solo un' ospite e intendo rimanerlo!” la voce di Bella era decisa. Lo stava sfidando apertamente.

Le strinsi la mano, poteva essere pericoloso tenergli testa di fronte a tutte le Guardie ma la sua reazione mi sorprese. Una risata aperta e argentina squillò nella sala mentre sorridendo le rispose “Come vuoi tu. Il tempo degli obblighi è passato. Un nuovo corso si è aperto e le regole verranno rispettate” disse Marcus alzando la voce affinché tutti sentissero e i suoi pensieri divennero finalmente chiari. Non avrebbe costretto Bella a giurare perché era sicuro che lei sarebbe rimasta ugualmente a Volterra di sua volontà.

Lo guardai stupito... perché Bella avrebbe dovuto scegliere di rimanere qua per sempre?? Solo una cosa poteva spingerla a quella decisione... la mia permanenza definitiva.

Ingoiai a vuoto preoccupato e spaventato mentre gli occhi di Marcus si posarono sui miei.

Sapeva che avevo letto le sue certezze e mi sorrise oscurando nuovamente la sua mente con un sorrisino subdolo.

“Benissimo Capitano. Puoi andare” mi congedò facendomi un segno con la mano.

Ma io volevo sapere cosa aveva in mente e quale sarebbe stato il mio destino. Così raccolsi tutto il coraggio che avevo e gli posi la domanda fondamentale “ Mio Signore. Sapete che non intendo rimanere, che la mia venuta è stato uno sbaglio. Vorrei tornare a casa dalla mia famiglia, mi lascerete libero?”

Ecco adesso avrei saputo quali erano i suoi piani... e strinsi la mano a Bella per farmi coraggio come se quel contatto potesse cambiare il futuro.

Lui alzò un sopracciglio “Quanta fretta Edward. Domani ci sarà un Consiglio e ci saranno molte decisioni da prendere. Ne riparleremo... per adesso è prematuro.” e con un gesto perentorio della mano mi segnalò che il mio tempo era scaduto. Non aveva pensato apposta all'eventualità aggirando così ancora una volta il mio potere.

Senza una parola, con il cuore pesante e mille interrogativi per la testa, uscimmo dalla Sala del Trono.

“Pensi che ti lasceranno andare?” mi chiese Bella preoccupata mentre la conducevo verso la mia stanza.

“Non so. Non mi è piaciuta la sua risposta e il suo prendere tempo. Sa come nascondermi i suoi pensieri, purtroppo” Avrei voluto mentirle dirle di sì ma non potevo perché io stesso avevo paura e il fatto che lui celasse così abilmente i suoi pensieri m'innervosiva non poco.



In pochi minuti eravamo giunti davanti alla mia camera. Mi fermai e la guardai negli occhi.

“Questa è la mia stanza” dissi emozionato aprendo la porta.

Lei fece un paio di passi dentro e dopo essersi guardata intorno si fermò con gli occhi sgranati dallo stupore.

“Sembra una prigione” mormorò guardandomi preoccupata e abbracciandomi stretto.

Forse per la prima volta si rendeva conto che stare a Volterra chiuso lì dentro non era certo una cosa piacevole soprattutto per noi abituati all'aria e alla libertà.

“Non c'è mai stata molta differenza” risposi mesto prendendola per mano e chiudendo la porta dietro di noi a chiave. Il mio tono era amaro. Spesso quella stanza era stata sul serio la mia prigione e più di una volta l'avevo odiata e avrei voluto scappare lontano da quelle quattro mura . Ma non volevo intristirla più di tanto. Avevo lei adesso e questo era l'importante.

“Ma questo non l'ho mai fatto qui dentro” mormorai soffiando nel suo orecchio mentre posavo le mie labbra sulle sue felice come un bambino che scarta un regalo.

Lei mi sorrise furbetta “Il letto però è bello grande e sembra comodo” rispose guardandomi dal basso in alto con gli occhi che le scintillavano lussuriosi mentre allacciava le sue mani dietro la mia schiena.

“Pensavo che prima volessi farti una doccia mentre vado a cercarti qualche vestito per cambiarti.” le risposi accarezzandole la sua morbida guancia. “Abbiamo viaggiato a lungo” aggiunsi sorridendo.

“E' un idea. Ma c'è il bagno?” mi chiese dubbiosa guardandosi intorno.

“Certo mia signora” le dissi indicandole la porta chiusa con un inchino.

Lei mi sorrise e dopo avermi dato un buffetto sulla testa ridacchiando mi rispose sorridendo “allora ne approfitterò” e slacciandosi da me si avviò verso il bagno con gli occhi che scintillavano.





Quando tornai era sdraiata sul letto... il suo corpo ricoperto solo dalla biancheria intima.

Chiusi nuovamente la porta a chiave... in fondo Marcus mi aveva detto che la riunione ci sarebbe stata solo in nottata e noi avevamo tutto il pomeriggio libero.

Mi avvicinai e la baciai sul naso. “Vado a farmi una doccia anch'io” mormorai sulle sue labbra.

“Qui ci sono i vestiti...”

Non feci in tempo a finire la frase “Lasciali li... per ora non mi servono” sussurrò allacciando i suoi occhi ai miei come se avesse paura che sparissi nuovamente.

Corsi in bagno e mi sciacquai velocissimo, volevo tornare da lei, volevo stare con lei, avevo bisogno di lei.

Insieme avremmo dimenticato la nostre paure, e cercato di passare quelle lunghe ore dimenticandoci del futuro, perdendoci in noi stessi.

Mi sdraiai sul letto al suo fianco e le cinsi le spalle appoggiandole al mio petto nudo.

“Sono felice che tu sia qua, Bella” le soffiai nell'orecchio felice di averla lì sdraiata al mio fianco Ero sicuro che assieme avremmo potuto superare qualsiasi cosa ci riservasse il futuro.


Non sapevo, però, ciò che mi stava attendendo alla riunione... mai più mi sarei aspettato quelle parole da Marcus e la reazione delle Guardie Reali.


venerdì 15 febbraio 2013

CNS Capitolo 34 Un altro addio


 

Capitolo 34 Un altro addio



Edward



Era l'ora di tornare a casa. La dura realtà mi stava aspettando sotto il portico della mia vecchia casa.

Ero una Guardia e dovevo riportare i miei uomini a Volterra.

Poi avrei chiesto a Marcus di terminare i mesi mancanti e di poter tornare a casa da Bella come mi aveva promesso Aro.

Sarei stato chiuso in quelle fredde mura ancora due mesi... ma non mi importava.

Aro era morto e Jane lo aveva seguito.

Le Guardie avevano dimostrato di rispettarmi... il tempo sarebbe passato velocemente anche se Bella mi sarebbe mancata da morire.

Dovevo solo sperare che Marcus non rigirasse le carte in tavola, che non mi obbligasse a rimanere lì per sempre.

Tremavo all'idea ma era un eventualità che non potevo scartare a priori, una possibilità fin troppo concreta.

Doveva affermare il suo comando, la sua autorità e quale gesto migliore poteva esserci se non quello di obbligarmi a un futuro che tutti sapevano odiavo? Impormi la sua volontà gli avrebbe garantito una efficace dimostrazione di forza nei confronti di tutte le Guardie.



Ci alzammo lentamente senza fretta, gustandoci questi ultimi momenti di serenità assieme malgrado i nostri pensieri fossero già proiettati al futuro. Senza dire una parola, timorosi di rompere la nostra complicità ritrovata ci prendemmo per mano ci avviammo verso la grande casa.

Camminavamo lentamente, gustandoci ogni minuto assieme, e ancora una volta mi chiesi quali fossero i suoi pensieri.

Bella... a cosa stai pensando?” le chiesi timoroso di sentire la risposta.

A Jane. Ha detto che voleva vendicare Aro e Jasper ha accennato a una rivolta all'interno di Volterra. Cosa è successo di preciso Edward?” la sua domanda era più che lecita. Doveva risultarle strano vedermi comandare le Guardie.

Le sorrisi, ripensando a quanto la sua natura curiosa non fosse cambiata con la trasformazione e pacatamente le raccontai quello che era successo in quei dieci giorni... omisi soltanto la mia ultima punizione e il potere odioso di Pamela. Non volevo ferirla o preoccuparla per un qualcosa che era successa e che non sarebbe mai più accaduto e sarebbe stato troppo umiliante per me raccontargli ciò che era avvenuto.

Allora adesso è Marcus il signore di Volterra” esclamò alla fine del mio racconto mordicchiandosi le labbra.

Si. E' lui a comandare adesso. Aro e Caius sono morti. La Volterra che conoscevamo non c'è più.” le confermai con un sorriso.

Meglio così. Mi faceva troppa paura Aro” disse guardandomi dal basso in alto con uno sguardo furbetto che non prometteva nulla di buono.

Mi immobilizzai spaventato dalle sue parole e dal suo strano sguardo, costringendola a fermarsi e a guardarmi.

I miei occhi indagatori si persero nei suoi, cercando tramite loro di capire cosa le stesse frullando nella sua testolina... che cosa c'entrava la sua paura?

Bella... a cosa stai alludendo?” le chiesi esasperato ancora una volta dal suo silenzio mentale.

Ma come Edward... è così ovvio. Non crederai per caso di partire da solo vero?” mi rispose sorridente.

Se avessi potuto mi sarebbe venuto un infarto. Il respiro si mozzò lasciandomi senza fiato.

Ingoiai e cercai di ritrovare la calma.

Voleva venire con me? Era impazzita forse?

Scossi la testa “Non se ne parla neanche... è troppo pericoloso” le dissi risoluto.

I suoi occhi avvamparono d'ira e m'inchiodarono mentre un ringhio le usciva dalle sue meravigliose labbra.

Pericoloso? Pericoloso?” sibilò infuriata “ Non è certo più pericoloso di stare qua ad aspettarti. Aro non c'è più. La Volterra che conoscevamo non c'è più. E tu non partirai da solo! Non questa volta! Tutte le volte che sei andato là da solo ho rischiato di perderti e adesso nulla potrà fermarmi” mi rispose con la voce alterata e determinata mentre i suoi occhi lampeggiavano sfidandomi a contraddirla.

Scossi la testa. Era una paura irrazionale… lo sapevo.

Ma non sapevo cosa avrei potuto trovare... forse mi avrebbero imposto di restare lì a vita e magari avrebbero costretto lei a giurare fedeltà… a diventare una guardia. Non volevo che Volterra diventasse la sua prigione. Era già terribile potesse diventare la mia.

Bella... non puoi venire. Io non so sé e quando potrò ritornare. E Nessi ha bisogno di te. Non puoi partire... io...” non sapevo cosa dirle, non volevo ferirla ma non volevo neanche metterla in pericolo.

Edward. Adesso basta! Cos'è? Hai paura di portarmi là? Hai paura che Rebecca sia gelosa? Quelle che stai accampando sono solo scuse patetiche. Nessi è grande si è sposata... non ha più bisogno di me o perlomeno non ha più bisogno di me di quanto non abbia bisogno di te. Ma tu non mi vuoi... vero?? Tu vuoi essere libero... non ti serve una moglie... chissà quante guardie...” non finii la frase abbassando gli occhi e stringendoli piena di rabbia.

Ma come poteva pensare che non la volessi? Come poteva essere ancora gelosa di Rebecca? Le avevo detto chiaramente che il mio cuore era suo che avevo capito che il mio legame era solo quello dettato dal suo essere simbionte. Per non parlare delle altre Guardie... o certo qualcuna mi faceva gli occhi dolci e mi inviava pensieri lussuriosi ma non me ne importava nulla. Io a Volterra lavoravo per Aro e passavo il mio tempo libero o a combattere o sul mio albero da solo. Stavo perdendo la pazienza, ma non capiva che lo facevo solo per lei, per non metterla in pericolo?? Aprii la bocca pronto a dirle che era una sciocca quando capii e le parole irate morirono in gola.

Le avevo mentito troppe volte, ero stato un abile bugiardo e le avevo tenute nascoste troppe verità.

E lei adesso aveva paura non solo di perdermi ma che le avessi mentito nuovamente.

Sospirai e capii che non avevo scelta “E va bene. Andiamo a casa e preparati... verrai con me” dissi sperando di non pentirmi della mia decisione.

Lei spalancò gli occhi poi mi sorrise felice e mi saltò fra le braccia. Mi ritrovai con la schiena appoggiata a un tronco e le sue labbra incollate alle mie. L'abbracciai stretta... nessuno le avrebbe fatto del male, se fosse stato necessario avrei combattuto per lei... sarei morto per lei.





Carlisle



Avevo visto Bella allontanarsi ed ero felice. Forse le cose si sarebbero aggiustate, forse finalmente Edward avrebbe trovato la pace che tanto si meritava.

Ero seduto sul bordo del letto e tenevo la mano di Esme stretto. Il suo respiro si era fatto regolare, e lei sembrava una statua. Una bellissima statua.

Le spostai una ciocca di capelli che le era scivolato sul viso e mi chinai a baciarla. Stava guarendo in fretta, l'antidoto stava facendo passi da gigante. Ero riuscito a intervenire subito limitando i danni e la mancanza di altre ferite aveva semplificato le cose.

Quando le sfiorai la guancia aprii lentamente gli occhi e mi sorrise.

Shhh... Esme. Stai tranquilla va tutto bene” le dissi “I nostri figli sono tutti salvi. Jasper ed Edward sono arrivati con le Guardie e ci hanno salvato” le spiegai felice. Ero sicuro che mi avrebbe chiesto notizie di loro. Non avrebbe mai accettato di veder un nostro figlio morire. La famiglia era al centro del suo cuore e i suoi figli la sua vita.

Un sorriso si dipinse sul suo volto.

Edward è qui?” mi chiese in un sussurro speranzosa.

Si. Adesso è fuori a parlare con Bella” le risposi accarezzandole il viso dolcemente. Quanto l'amavo... solo il cielo sapeva quanto ero ancora innamorato di lei.

Voglio vederlo... chiamalo” mi chiese.

Scossi la testa. “Non vuole entrare in casa. Si sente ancora fuori posto qua” ammisi affranto “Ma insieme a Jasper è riuscito a tornare in tempo. Sembra che adesso sia lui a comandare le Guardie che sono arrivate in nostro aiuto. E' diventato un vero Capitano di Volterra” aggiunsi ancora stupito da quello che Jasper aveva raccontato mentre lo curavamo.

Lei scosse la testa “Benissimo se non vuole venire qua... andrò io da lui. Qualsiasi cosa sia successa è sempre mio figlio e lo voglio salutare.” affermò cercando di tirarsi su.

Scossi la testa preoccupato “Esme sei troppo debole. Devi stare a letto tranquilla” le dissi trattenendola.

Carlisle... è mio figlio. Voglio vederlo... voglio salutarlo. Portami da lui.” insistette e nei suoi occhi c'era determinazione. Sospirai avrei fatto qualunque cosa per renderla felice e con una mossa rapida la presi in braccio e la portai fuori.

Fra gli sguardi stupiti delle Guardie radunate sotto il portico, passai in mezzo a loro tenendo Esme fra le mie braccia e mi sedetti sulle scale di casa sedendola affianco a me e avvolgendola con le mie braccia in modo che stesse comoda.

Grazie Carlisle. Adesso chiudo gli occhi quando arriva, chiamami” mi sussurrò stanca nascondendo il suo volto nel mio collo.

Rimanemmo così in attesa fino a che dopo poco li vidi spuntare dal bosco. Si tenevano per mano e non era necessario Jasper per capire che avevano ritrovato la pace e la felicità.

Li vidi bloccarsi stupiti ed Edward staccarsi da Bella e correre verso di noi. Arrivato a pochi passi s'inginocchiò davanti a sua madre nascondendo il suo volto sul petto di Esme.

Lei aprii gli occhi piano e gli baciò la testa abbracciandolo stretto.

Edward...bambino mio. Coma stai?” gli chiese con un filo di voce. Era stanca, nel suo corpo veleno e antidoto stavano ancora combattendo.

Mamma” lo sentii sussurrare “Ho avuto paura di perderti” le rispose con la voce emozionata.

Io guardai Bella che stava ferma in piedi a pochi passi da me.

Edward teneva il volto sempre nascosto nel petto di sua madre mentre lei

lo accarezzava dolcemente parlandogli sottovoce come se fosse stato un bambino piccolo.

Distolsi gli occhi e guardai Bella. Non volevo sentire cosa si stessero dicendo... sapevo quanto fossero legati fra di loro e di quanto avessero bisogno l'uno dell'altro.

Volevo lasciargli tranquilli... avevano bisogno di coccolarsi.

Bella mi sorrise e annui. Non mi serviva altro.

Il loro sorriso diceva ciò che volevo sentirmi dire.



Adesso basta Edward. E' tutto finito bene. Stai tranquillo figliolo. Tutto tornerà come prima. Ora sei qui e questo è l'importante.” gli disse Esme sollevandogli la testa e baciandolo sulla fronte.

Lo vidi tremare e ingoiare a vuoto. Aveva gli occhi gonfi e un sorriso triste si dipinse sulle labbra.

Devo tornare a Volterra, mamma. Non sono libero. Non posso restare qui con voi.” ci disse abbassando lo sguardo senza aver il coraggio di guardarci negli occhi come se fosse colpa sua.

Sentii Esme tremare. Forse lei si aspettava che lui fosse tornato per restare... le sarebbe pesata questa nuova separazione.

Non so quando e se potrò tornare. Ma se mi sarà concesso ritornerò a casa. Ve lo prometto.” ci disse cercando di sorridere con scarsi risultati.

Annui triste anch'io. Ogni volta che partiva l'ansia avvolgeva il mio cuore così come quello di sua madre.

Ma non andrà da solo... non questa volta. Io andrò con lui” s'intromise Bella allegra.

Lo seguirai?” le chiese Esme stupita

Si mamma. Non lo lascerò partire da solo. Perdonatemi. So che potreste non essere d'accordo. Ma non me la sento di lasciarlo andare nuovamente via da solo.” ci disse lanciando uno sguardo preoccupato ad entrambi.

Vidi Esme sorridere a loro e poi girarsi verso di me “Grazie Bella” le disse sorridente “A nome di entrambi” aggiunse subito dopo aver avuto un mio cenno d'assenso.

Fra di noi non servivano le parole... bastava uno sguardo.

Vidi i loro volti stupiti. Non si aspettavano che saremmo stati contenti di quella decisione.

Sapevamo entrambi, infatti, che sarebbero stati insieme ed insieme erano senz'altro più forti.

Vieni Esme. Ti porto in casa. Sei stanca e loro devono partire. Il sole sta per sorgere ragazzi e questo non è un posto sicuro per le Guardie.”

Vidi Edward sorridermi ed annuire. “A presto” ci disse con un filo di voce mentre mi allontanavo con Esme dopo che lei ebbe dato un ultimo bacio ai suoi figli.



Ilmi raduna le Guardie. Partiamo. Si torna a Volterra” la sua voce divenuta forte e autoritaria risuonò nel portico mentre abbracciando stretto il mio amore salivo le scale per posarla sul nostro letto.

Torneranno Carlisle. Li vedremo presto. Ne sono sicura” mi disse mentre l'appoggiavo delicatamente.

Ne sono sicuro anch'io Esme” le sussurrai appoggiandole un ultimo bacio in fronte mentre cadeva nel buio ristoratore di cui aveva bisogno.



Si ormai ne ero certo. Edward aveva ritrovato se stesso e aveva capito quale fosse la sua strada.

Non s'immaginava lontanamente quanto fosse cambiato e come lo fosse ma non aveva importanza.

L'unica cosa che contava è che finalmente aveva ritrovato la sua pace e la sua Bella.



Ero tranquillo e sereno perché non immaginavo neanche lontanamente quello che sarebbe successo, ero ben lungi dall'immaginare che Volterra avrebbe cercato ancora una volta di prendersi entrambi i miei figli ricoprendoli con le sue nuvole.

 

mercoledì 13 febbraio 2013

CNS Capitolo 33 Il sole e la luna



Capitolo 33 Il sole e la luna



Bella



Il bosco è silenzioso. Troppo silenzioso.

Sorrido perché so che il motivo non può che essere uno. Un vampiro si sta aggirando fra gli alberi.

Sento la sua scia, il suo profumo così dolce e invitante è un richiamo per me.

Mi affaccio nella radura e lo vedo.

Edward è lì fermo, immobile, ai suoi piedi giace un povero animale dissanguato.

Mi dà la schiena. Mi ha per forza sentito, ma tace. Ho un groppo in gola, non so cosa dirgli...vorrei correre, abbracciarlo, baciarlo... ma ho paura... paura delle sue reazioni paura di sentirmi dire di andare via. Di fronte a lui il mio coraggio sta vacillando... ma non posso mollare non ora... non più.

Prendo fiato e cerco di calmarmi devo aver fiducia in ciò che mi ha detto Carlisle ripeto a me stessa per cercare una sicurezza che sembra sparita alla sua vista.

“Edward” sussurro. So che mi ha sentito, è impossibile che non mi abbia udito... eppure tace. “Posso parlarti?” gli chiedo timidamente in un sussurro appena accennato.

E smetto di respirare aspettando un suo segnale, un suo gesto, una sua risposta...

Dimmi qualcosa ti prego...rispondimi. Sto pregando dentro di me, ho paura tanta paura.

Dei brividi mi scendono lungo la schiena mentre torco le mani e mi mordo le labbra... tesa e nervosa... quasi terrorizzata.

Ma lui tace, si limita ad alzare la testa e guardare la luna.

E' piena ed è sgombra dalle nuvole.

Mi sembra quasi di scorgerci un sorriso o forse è solo la mia immaginazione... la ricerca di una speranza che non esiste.

La sua luce pallida e forte nel contempo illumina la radura gettando strane ombre intorno a noi e sono sicura che anche il suo volto stia brillando...



Silenzio... solo silenzio.



Un altro brivido mi fa tremare come se fossi stata investita da ventata gelida e un singhiozzo mi sfugge dalle labbra. Probabilmente non ha il coraggio di dirmi in faccia la realtà.

Non ha il coraggio di dirmi che lui ama Rebecca... che ora la sua casa è Volterra.


Edward


Quando mi sono alzato ho sentito il suo profumo. Bella, la mia Bella è venuta a cercarmi.

Devo parlarle... devo spiegarle. Il mio cuore trema perché non so cosa dirle, non so come spiegarle che l'amo... che l'ho sempre amata... che sono stato uno sciocco.

Alzo la testa e guardo la luna. Vorrei essere come lei... libero di essere quello che voglio, sicuro che le nuvole prima o poi spariranno e di poter tornare a brillare nella chiara e limpida notte.

Eppure sto capendo... finalmente sto capendo… ma quando ha dovuto soffrire chi mi amava per permettermi finalmente di trovare la mia pace... il mio equilibrio... me stesso?



Forse Carlisle ha ragione... mi ha trasformato troppo presto... non sono un adulto e questo è stato un errore che ha pagato tutta la mia famiglia.



Ma adesso è diverso... adesso il mio cuore è finalmente sgombro... ma sono legato a Volterra.

Certo ho trasformato Volterra… Aro e Caius non saranno più una minaccia per me e la mia famiglia, ma il merito non è stato mio e le nuvole non si sono affatto diradate... sono lì pronte a ricoprire il mio cuore proprio come quelle in cielo pronte a nascondere la luna. Basta una bava di vento, e lei si coprirà nuovamente il volto permettendo alla notte di avere il sopravvento.



Sono perso nei miei pensieri, torturato nell'indecisione, alla ricerca delle parole giuste, del modo migliore per farle capire quando sento un singhiozzo e un veloce fruscio.

Bella sta andandosene... il freddo mi scende nel cuore... non posso perderla ancora... non voglio perderla nuovamente... non posso sopravvivere da solo... non ne ho la forza.



Mi volto e in un lampo mi porto davanti a lei e la stringo fra le mie braccia.

“ Bella... non scappare... ti prego non fuggire da me.” le mie parole sono velate dal dolore.

Abbasso gli occhi e guardo i suoi. Mi perdo nelle loro profondità . Mi smarrisco dentro di loro.

“Ti prego Bella... perdonami” le sussurro tremante.


Bella


Mi sto allontanando da Lui... sto scappando.

Carlisle mi ha detto che devo combattere... ma non ce la faccio. Non posso lottare... l'amore è libertà ed io lo amo troppo per imprigionarlo.

E' un fruscio... un attimo e mi ritrovo fra le sue braccia.

Il suo profumo invade le mie narici, il suo corpo perfetto aderisce al mio e la sua voce è un caldo vento che mi culla.

“Ti prego Bella... perdonami” mi sussurra e mi guarda.

Non riesco a staccare gli occhi dai suoi... non riesco ad allontanarmi.

Il mio corpo è scosso dai singulti non voglio piangere ma non ce la faccio.

Sento il suo fiato vicino e le sue labbra a pochi centimetri dalle mie.

“Ti amo Edward... non ho mai smesso di amarti” riesco a sussurrare a malapena.

Lui si stacca e mi guarda, la sua mano si posa sul mio viso, percorrendolo lentamente come lo scoprisse per la prima volta.

“Perdonami” sussurra ancora.

Non resisto. Il suo tocco è come un fuoco e i suoi occhi tristi sono lo specchio del suo animo.

Ma devo sapere... non posso, non ce la faccio a soffrire ancora.

“E Rebecca?” la mia domanda è sussurrata.

Le sue braccia si abbassano, il suo corpo si allontana dal mio.

Mi sta sfuggendo... “No Edward” grido disperata facendo un passo verso di lui e tendendo le braccia come per afferrarlo.

Lui mi sorride, un sorriso triste e dolce nello stesso tempo.

“E' un amica, una sorella... nulla di più. Ero innamorato di un ombra e di un pensiero. Di me stesso si potrebbe dire. Il suo potere mi aveva stregato e confuso. Lei è stata il mio simbionte... nulla di più. I sensi di colpa mi tormentavano... Avevo bisogno di vederla per capire. Di vedere la vera Rebecca … non il mio simbionte.

Ma adesso ho capito Bella. Ora il mio cuore è libero dal dubbio e là, aiutato dalle Guardie, ho anche imparato a dominare e a imbrigliare nuovamente il vampiro dentro di me...

Ma malgrado quello che è successo… non sono libero. Il giuramento non è sciolto ed io sono sempre una Guardia di Volterra e là dovrò tornare.

Ma il mio cuore è vuoto senza di te... senza la mia famiglia.

Perdonami ancora Bella... ti prego. Non posso vivere senza sapere che mi ami... non posso vivere sapendo che tu mi hai dimenticato”

aveva parlato tutto d'un fiato... senza interrompersi con la voce roca e tesa.

E adesso mi guardava e aspettava.

Come aveva detto Carlisle aspettava solo di sentirsi amato ed accettato.

Scossi la testa chiedendomi come avrei potuto fargli capire che lo amavo, che non importava cosa avesse fatto.


Edward

 
La vidi scuotere la testa. E mi vergognai. Come potevo essere stato così stupido da sperare nel suo perdono??

Abbassai la testa affranto e feci per andarmene. La sua vista mi procurava solo dolore... il mio cuore muto era morto un altra volta.

Ma non feci neanche un passo che me la ritrovai fra le braccia.

“Ma come puoi pensare che io non ti ami? Come puoi pensare che io non abbia passato ogni singolo minuto a pensare a te? Credi forse che il mio amore possa essere passeggero come delle nuvole trasportate dal vento? No Edward... tu sei come il sole che brilla nel cielo ed io come la luna che splende di notte... brillando di luce non propria. Non possiamo stare divisi. Io ho bisogno di te... come tu hai bisogno di me. Le nuvole possono oscurarci, possono nasconderci... ma non distruggono. Basta del vento e torniamo a brillare immutati e immutabili.” le sue mani si allungarono e afferrarono le mie con forza mentre inchiodava i suoi occhi nei miei e la sua voce dolce diventava dura e decisa

“Ed io non intendo rinunciare a te!! Mi hai sposato Edward Cullen malgrado io non volessi... mi hai trasformato per salvarmi e mi hai preso l'anima...

Shhhh... silenzio aspetta.

Hai preso la mia anima perché io te l'ho donata così come ti ho donato il mio cuore. Ti avrei donato anche il sangue se fosse stato necessario... perché ti amo Edward.

E non so più come dimostrartelo...non so più come dirtelo... hai sempre creduto di amarmi di più di me... ma non è vero. Stanotte ho combattuto per Alice e per nostra figlia ...altrimenti non fosse stato per loro mi sarei lasciata morire... perché la mai vita senza di te non ha senso...



Quindi levati quel sorriso scemo dal volto e baciami! Sciocco di un vampiro!!”


Bella



Ecco adesso finalmente ero riuscita a dirgli ciò che avevo dentro e il suo sorriso sghembo che mi aveva fatto innamorare era finalmente riapparso sul suo volto. Ma ciò non mi bastava, avevo bisogno di altro. Avevo bisogno di sentirlo nuovamente mio, di sentire le sue labbra sulle mie, il suo profumo e il suo corpo fondersi con il mio.

Il tempo delle parole era finito ora doveva dimostrarmi a fatti quanto mi amasse e senza timori o remore gli ordinai di baciarmi sperando che non si fermasse lì.


 







Edward



Ero stato a sentirla. Volevo interromperla, dirle che mi spiaceva ma lei mi aveva zittito e aveva continuato a spiegarmi quanto mi amasse.

E più mi parlava più il mio cuore esultava, più si apriva sul mio volto un sorriso beato.



Mi amava!! Lei mi amava ancora, malgrado la sofferenza che le avevo causato... lei credeva ancor in me. Mi aveva perdonato!

E quando la sentii dire “Quindi levati quel sorriso scemo dal volto e baciami. Sciocco di un vampiro!!” rimasi per un attimo a bocca aperta esterrefatto.

Il suo tono era diventato autoritario, non avrebbe mai accettato un rifiuto e felice l'accontentai.

E non mi fermai lì...



Solo gli alberi silenziosi e la chiara luna furono testimoni del nostro amore... perché le mie labbra non si fermarono, le mie mani anelavano il suo corpo e il mio essere voleva fondersi con il suo per ritornare ad essere una cosa sola.

Lontano da tutti e da tutto, per la prima volta senza ombre o paure che ci avevano oppresso negli anni ci amammo intensamente, appassionatamente.

Incapaci di staccarci, incapaci di fermarci ci abbandonammo travolti dal nostro amore consapevoli che insieme potevamo superare qualsiasi problema, qualsiasi cambiamento e che il nostro amore era forte come una diga, capace di fermare le onde del destino che avevano ancora una volta provato a travolgerci.



Come nelle mattine d'estate, nelle giornate limpide, si possono vedere il sole e la luna brillare assieme nel cielo azzurro, un osservatore avrebbe visto me e Bella brillare d'amore in quella verde radura nascosta dal bosco.





Alice



Aprii gli occhi. Avevo male, tanto male. Jasper vicino a me respirava con fatica, il volto tirato dal dolore.

Mi aveva salvato, ci aveva salvato. E anche lui sarebbe sopravvissuto, come tutta la mia famiglia, malgrado le ferite estese. Il Clan dei Cullen era sopravvissuto, con fatica, ma ce l'avevamo fatta ancora una volta.

Gli occhi, ancora stanchi e annebbiati, si aprirono però in una visione. Bella ed Edward stavano venendo verso casa tenendosi per mano. Sul loro volto un sorriso che ormai da anni era scomparso.

“Finalmente” dissi con un filo di voce e i miei occhi si chiusero nuovamente troppo stanchi per riuscire a stare aperti mentre con la mano andavo a cercare e a stringere quella del mio Jasper sdraiato vicino a me che con gli occhi appena aperti mi sorrise con un evidente sforzo mentre assorbiva la mia felicità e mi stringeva a sua volta la mano con la sua.



L'amore di Edward e Bella si stava trasformando in un vento impetuoso, che presto avrebbe investito ogni ostacolo e spazzato via le ultime nuvole di Volterra, pensai, sperando che loro stessi non ne venissero travolti.

Perché quando certi meccanismi si mettono in moto, quando gli eventi si scatenano, spesso non si è capaci di fermarli e si resta imprigionati nelle onde del destino che noi stessi abbiamo provocato.