martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 37 - Le cartelline gialle

Edward

Quando provai ad alzarmi, mi resi subito conto che stavo peggiorando velocemente.
Non riuscivo a reggermi in piedi e la testa mi girava furiosamente.
Rebecca mi fece nuovamente sedere preoccupata mentre Angela mi guardava scuotendo la testa e porgendomi il suo sciroppo.
Lo ingoiai malvolentieri, era denso e puzzava.
Dovevo scendere fino ai sotterranei, ma mi domandavo come avrei fatto ad arrivarci.
Non ci misi molto ad avere la risposta. In quel momento entrò Felix che delicatamente mi prese fra le braccia.
Chiusi gli occhi troppo stanco per vedere dove mi portava.
“Te l'avevamo detto che dovevi stare ancora a letto Edward. Vuoi sempre fare di testa tua e guarda come ti sei ridotto” mi brontolò “Hai la testa dura ragazzo ”
Quando arrivammo Demetri, che ci aveva accompagnato aprii una cella e Felix mi posò per terra in un angolo.
Subito sentii due cuori battere e l'odore del sangue invadermi la gola prepotentemente.
Probabilmente l'idea era quella di uccidere un uomo e portarmi vicino per permettermi di nutrirmi, ma il vampiro che era in me uscii fuori in tutta la sua prepotenza e prese il sopravento.
Non ricordo nemmeno il volto di quell'uomo, perchè appena mi appoggiò per terra, scattai come una belva e mi avventai sul primo che vidi. Chino iniziai a succhiare avidamente la mia preda isolandomi da tutto quello che mi circondava. Ero un assassino, uno dei peggiori. Mi ero fatto dominare completamente dall'istinto e quando alzai la testa dopo aver dissanguato la mia preda vidi gli occhi stupiti di Demetri e Felix incrociare i miei. Mai mi avevano visto così poco umano e così tanto vampiro. Non capivo come fosse potuto succedere, non credevo fosse per me possibile perdere il controllo così.
“Sei sazio Edward?” mi chiese Felix studiando preoccupato il mio volto sporco di sangue.
Io annui e abbassai gli occhi rendendomi conto di quello che avevo fatto.
La sete e il bruciore della gola erano passati ma mi sentivo debole e stanco ugualmente mentre diventavo consapevole di quello che mio malgrado ero diventato. Un mostro!
Cercai di tirarmi in piedi, e ci riuscii malgrado facessi fatica. La testa mi girava ma riuscivo a stare in piedi da solo.
Rebecca con gli occhi rossi come i miei mi sorrise beata avvicinandosi e stringendosi a me preoccupata per la mia salute.
“Riesci a stare in piedi da solo?” chiese Demetri nel vedermi muovere con circospezione.
Annui di nuovo silenzioso.
“Edward, riesci a parlare adesso?” mi chiese invece Felix, evidentemente anche lui preoccupato per il mio stato fisico e mentale.
“Si, va molto meglio ” risposi sapendo di mentire. “Voglio andare dal computer, voglio comunicare con la mia famiglia” insistetti.
Loro si guardarono indecisi. “Credo che adesso sarebbe meglio che tu riposassi un po'. Poi quando ti sarai ripreso ti accompagneremo come promesso” affermò Demetri cercando di convincermi.
“No. Sto bene” mentii nuovamente.
Lui mi guardò triste poi dopo aver fatto un cenno d'intesa con Felix mi invitò a seguirlo.
Non era entusiasta di portarmi dal computer e non riuscivo a capire come mai.
Non gli lessi la mente, ero troppo concentrato a cercare di camminare dietro a lui. E questo fu un errore imperdonabile da parte mia.

Con calma e senza fretta, per non affaticarmi, mi accompagnò in una stanzetta dove c'era un computer acceso.
“Ecco qui. Puoi starci quanto vuoi. O perlomeno fino a che non crolli sfinito.” disse scuotendo la testa in segno di disapprovazione “Poi ti porto di corsa in stanza e te ne stai a letto da bravo fino a che Angela non decide di lasciarti alzare” affermò deciso.
“Tu vai via?” gli chiesi combattuto sul volere o meno la sua presenza.
“Si. Sono fatti tuoi. Io non ne voglio sapere niente. Ti aspetto fuori. E... Rebecca se sta male chiamami” concluse uscendo e tirandosi dietro la porta.

Mi sedetti adesso che finalmente potevo scrivergli con calma mi resi conto che non sapevo da dove iniziare. Avrei dovuto raccontargli troppe cose, alcune per nulla piacevoli.
Era un sollievo stare seduto.
La testa aveva smesso di girarmi e mi sentivo abbastanza lucido. Probabilmente levarmi la sete mi aveva fatto stare molto meglio malgrado la repulsione che sentivo verso me stesso ogniqualvolta ci pensassi.
Con calma aprii la posta elettronica e iniziai a scrivere.


Ciao finalmente sto bene. Grazie a voi sono sano e salvo.
Sono ancora debole ma mi hanno permesso di scrivervi. Sanno che lo sto facendo e quindi potete rispondermi tranquillamente.
Mi hanno raccontato cosa avete visto e cosa avete dedotto dal mio comportamento.
Io non ricordo nulla di quello che ho fatto o detto, ma sicuramente avete dato un interpretazione sbagliata.
Io non amo Rebecca.! Non ti ho tradito Bella.! Il mio cuore è ancora tuo.!
Rebecca è il mio simbionte. Ha il potere particolare di legarsi alle persone e rendersi indispensabile ad esse. La sua lontananza è una sofferenza fisica per me, che solo lei può lenire.
E' come se fosse diventata una parte di me ed in quanto tale è in grado di succhiare il male dentro di me rendendolo più sopportabile.
Per questo avevo bisogno della sua bocca e delle sue carezze.
Ti prego di credermi e perdonarmi amore mio. Ti amo e mi manchi da morire.
So che i miei occhi rossi devono avervi disgustato anche perchè io per primo lo sono di me stesso. So di essere diventato un assassino e una Guardia capace di uccidere senza titubanza.
Ma non avevo scelta e posso cambiare, posso ritornare a essere di nuovo quello che ero.
Ma ho bisogno del vostro aiuto e del tuo amore Bella. Sarà difficile ma se riuscirete a perdonarmi e a capirmi lotterò con tutto me stesso e riuscirò a imbrigliare nuovamente il mostro dentro di me.
Vi voglio bene, un bacio e un abbraccio forte

Vs Edward

Ps. Non tutto quel che oro brilla

Rilessi e soddisfatto feci invio. Adesso dovevo solo aspettare che mi scrivessero che avevano capito e perdonato. Mi appoggiai allo schienale e chiusi gli occhi troppo stanco per fare altro.



Carlisle

Non potevo crederci, non poteva essere vero. Lessi e rilessi il testo più di una volta. Eravamo tutti in silenzio, tutti basiti da quella lettera.
Poi sentii vicino a me Bella scoppiare in singhiozzi nascondendosi il viso tra le mani.
Anche Esme si avvicinò a me e nascose il volto sul mio petto.
“Non è possibile Carlisle. Non riesco a crederci” singhiozzò sconvolta.
Anch'io ero sconvolto e con l'unica speranza rimasta mi rivolsi a Jasper
“Ha scritto lui? E' autentica?” gli chiesi ma sapevo già la risposta.
La potevo leggere sul suo volto impietrito “Si Carlisle. Il codice è giusto. Ha scritto lui” poi si girò verso Alice e stringendola le disse “Andiamo via, non vale nemmeno la pena di rispondergli”
Lei scosse la testa. “Non so cosa sia successo Jasper, ma non voglio credere a quelle parole. Forse è solo confuso... forse ha solo bisogno di sentirci vicino. Dobbiamo rispondergli pregarlo se necessario. Lo farai Bella? Lo farai per me, almeno?”
Forse fu il tono di Alice, forse fu la sua capacità di non arrendersi facilmente... ma Bella annui.
Io guardai di nuovo il monitor, cosa mai avremmo potuto rispondergli? Non c'era nulla che potessimo dirgli e mi persi in quelle parole così dolorose per noi.

Ciao finalmente sto bene. Grazie a voi sono sano e salvo.
Sono ancora debole ma mi hanno permesso di scrivervi. Sanno che lo sto facendo e quindi potete rispondermi tranquillamente.
Mi hanno raccontato cosa avete visto e cosa avete dedotto dal mio comportamento.
Mi spiace l'abbiate saputo così. Avrei voluto parlarvene ma non c'è stata l'occasione
Io amo Rebecca.! Mi spiace averti tradito Bella.! Ma il mio cuore è ora suo!
Rebecca è la mia compagna ed io mi sono legato profondamente a lei.
La sua lontananza è una sofferenza fisica per me, che solo lei può lenire. E' come se fosse diventata una parte di me ed io una parte di lei. Il nostro legame è forte e profondo.
So cosa avete visto, so che i miei occhi rossi devono avervi disgustato. So di essere diventato un assassino e una Guardia capace di uccidere senza titubanza.
Ma ora sono questo e non posso cambiare, non posso ritornare a essere di nuovo quello che ero.
Vi prego pertanto di perdonarmi e di accettare le mie scelte . Resterò qua, questo adesso è il mio posto, qua ormai c'è il mio cuore. Vi voglio bene, un bacio e un abbraccio forte.

Vs Edward

Ps. Non tutto quel che oro brilla


Chiusi gli occhi , non volevo più leggere quelle parole che bruciavano come il fuoco la mia anima.
Ci aveva detto addio.
Ci chiedeva di scusarlo e di capirlo.
Ci chiedeva di accettare le sue scelte e quello che era diventato.
Scossi la testa disperato.
Mi avesse chiesto di aiutarlo a cambiare a ritornare quello che era, lo avrei accolto a braccia aperte. Sapevo che Volterra lo avrebbe cambiato in qualche modo, Aro voleva tenerselo e ci avrebbe provato.
Ma non poteva chiedermi la sua approvazione.
Non dopo quello che stava facendo a Bella.
Non l'avrebbe mai avuta da nessuno di noi l'approvazione al suo tradimento e al suo nuovo stile di vita.
E con il cuore in gola vidi Bella sedersi al computer e rispondergli a nome di tutti.

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