martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 22 - Decisioni inaspettate

Edward

“Ora che sapete come stanno le cose. Dobbiamo decidere come agire” a prendere la parola era stato Caius.
“Se vogliamo annientarli, dovremo essere in parecchi. Sono temibili anche in forma umana e molto pericolosi” a parlare era stato Felix.
Lui era un Capitano esattamente come Demetri e Jane. Erano loro che di solito si occupavano d'intervenire quando si trattava di combattere.
“Hai ragione Felix.” intervenne pensieroso Aro “Sappiamo che sono almeno una ventina e quindi è necessario muoversi di conseguenza. Pensavo di affidare il comando a te Jane cara. Cosa ne pensi? So che non ti tirerai indietro, dobbiamo attaccare se vogliamo salvare il nostro Alec.”
“Non sarà facile, ma non credo che riusciranno a fermarci. Loro sono forti, ma non hanno la possibilità di batterci. Prenderò volentieri il comando, mio Signore” rispose sicura e decisa Jane e a me vennero i brividi.
La sua vocetta da bambina stonava visibilmente con l'odio del suo tono.
“Bene Jane. Credo che sia opportuno che tu sia accompagnata da Felix che guiderà i suoi uomini.
Su quante guardie puoi contare Felix se partite tra una settimana?” chiese Aro rivolgendosi al gigante a fianco a me.
“Se dovessimo partire adesso, ne avrei troppo poche, ma penso fra una settimana di riuscire a recuperarne almeno una ventina. Dovrebbe rientrare fra pochi giorni il gruppo che si è recato in Francia.” la sua voce era forte e decisa.
“Bene. Inoltre vi accompagnerà anche Demetri. Il suo dono potrebbe esservi molto utile” continuò Aro.
“Si, ne sono convinta anch'io Mio Signore. Ma vorrei chiedervi anche la presenza di Oliver. Temo che qualche Guardia possa rimanere ferita durante lo scontro.” Jane aveva già preso il comando.
“Certamente mia cara Jane. Ci avevo già pensato” annui Aro senza degnarsi di chiedere al povero Oliver che cosa ne pensasse. “E poi ritengo opportuno che tu ti faccia accompagnare anche da Edward e Rebecca” continuò lanciandomi un occhiata penetrante “Il suo dono potrebbe salvare la vita a molte Guardie”
“No!! Lui non sa combattere!! Non posso rischiare di perdere qualche Guardia per controllarlo e proteggerlo” sibilò Jane.
Ero rimasto stupito dal fatto che Aro mi volesse mandare in missione ma la rabbia e l'odio che sentii nella voce di Jane mi fece salire un profondo ringhio dal petto.
“No. Mio Signore” continuò Jane ignorando la mia reazione come se non fossi presente “Sappiamo benissimo tutti che non è affidabile. Lui non è una vera Guardia, non rispetta la disciplina e in più ha già dimostrato la sua incapacità in uno scontro”
Ero rimasto in silenzio e fermo ma quando sentii che metteva in dubbio quello che sarebbe stata la mia lealtà e che ancora una volta mi insultava dandomi dell'incapace, mi preparai a scattare. Gli avrei ficcato in gola nuovamente le sue parole infischiandomene delle conseguenze.
Furono le braccia forti di Felix a trattenermi e probabilmente a impedirmi di contorcermi per terra dal dolore. “Fermo ragazzo. Stai bravo” mi sussurrò mentre mi bloccava.
Veloce Rebecca mi abbracciò posandomi le dita sulle mie labbra in un gesto eloquente.
“Perdonami Jane. Ma credo invece che Edward possa essere molto utile. In fondo se non fosse stato per lui, i nostri Signori sarebbero morti due giorni fà” a parlare era stato Demetri che fissava Jane enigmatico.
“Non metto in dubbio l'utilità del dono, Demetri. Ma la sua capacità di non farsi ammazzare, con azioni avventate” sogghigno Jane, guardandomi e aspettando sorridendo una mia reazione.
Mi stava deliberatamente provocando!
“Il ragazzo ha dimostrato di essere veloce e coraggioso. Ha solo bisogno d'imparare alcune tecniche di combattimento. Perché non insegnargli? Abbiamo una settimana a disposizione” intervenne Felix, che continuava a tenermi stretto.
“Sei un illuso Felix. Le guardie impiegano mesi prima di ricevere un addestramento adeguato. Come puoi pretendere che lui impieghi solo una settimana?” il tono di Jane era sempre di scherno mentre mi fissava con il suo sorrisino provocatorio.
“E' vero.” intervenne nuovamente Demetri “ma gli altri imparano in gruppo e la maggior parte sono neonati incapaci di controllarsi completamente. Se Ilmi e Kong si occupassero solo di lui, farebbe molto prima. E poi... non credo che tocchi a te, Jane carissima, decidere sulla sua preparazione o meno al combattimento!” Il suo tono di sfida mi lasciò sbalordito. Non credevo avesse il coraggio di opporsi alla bella vampira in quella maniera decisa.
“Ho l'impressione che tu lo stia proteggendo un po' troppo Demetri. Non farti coinvolgere Capitano!” gli rispose acida Jane, rimarcando a chi era stato affidato il comando.
“Pace amici miei. Nessuno protegge Edward... Jane. Ma penso anch'io che non tocchi a noi giudicarlo.” Aro si era alzato e aveva fulminato con lo sguardo prima quella sadica vampira poi Demetri. Il messaggio era chiaro, non sarebbero stati tollerati litigi.
Camminando lentamente si portò di fronte a me. “Nessuno ancora ti ha chiesto che cosa ne pensi tu, Edward. Ma ti ricordo che hai giurato di obbedirci, intendi mantenere fede alla tua parola?”
Lo guardai. Non mi piaceva essere una Guardia, non avevo scelto di mia volontà quella vita.
Ma non avrei mai tradito la mia parola e non mi sarei mai tirato indietro di fronte a un pericolo. Forse stavo cambiando, forse l'aria di Volterra stava minando il mio essere nel profondo perché deciso guardando in faccia prima Jane e poi Aro mi inginocchiai e abbassata la testa in segno di obbedienza con voce ferma dissi “Sono una Guardia e non rimangerò la mia parola. Sono ai tuoi ordini Mio Signore Aro. E se lo riterrete opportuno combatterò per Voi.”
Un largo sorriso apparve sul volto di Aro “Benissimo oggi pomeriggio inizierai il tuo addestramento. A decidere se parteciperai o meno saranno Ilmi e Kong che si occuperanno di te per tutta la settimana.” poi si voltò e girandosi verso tutte le Guardie riprese la parola “Fra una settimana i nostri soldati della Guardia partiranno a portare giustizia sui monti Urali.
Così è stato deciso!!!
E adesso tranne Jane, Demetri, Ilmi e Kong potete andare tutti.”
Alzandomi ingoiai il veleno che mi era sceso in bocca in conseguenza della rabbia verso Jane e prendendo Rebecca per mano mi avviai con gli altri seguendo Felix.
Ma Aro non aveva ancora finito e voltatosi verso di noi lo chiamò.
“Felix, accompagna Edward in camera sua e controlla che si riposi. Poi quando saremo pronti lo scorterai al campo di addestramento. Voglio che tu ti occupi di lui per questo periodo.”
Lui abbassò la testa in segno di obbedienza e si voltò verso di me “Andiamo ragazzo.”
Mi voltai un ultima volta ad ammirare la stanza poi con Rebecca per mano segui Felix nella mia camera.
Una volta arrivati mi sdraiai sul letto con la mente persa agli avvenimenti di poco prima. Mi sentivo stanco ma nello stesso tempo ero eccitato all'idea di venire addestrato come una vera Guardia.
Come un bambino che vede e desidera un giocattolo nuovo, l'addestramento mi sembrava la cosa più bella di questo mondo. Avrebbe spezzato la monotonia del mio lavoro.
Rebecca iniziò ad accarezzarmi la guancia, sentiva la mia agitazione ed io le presi la sua mano con la mia “Va tutto bene Rebecca, non ti preoccupare per me. ”.
Lei mi guardò enigmatica poi si sdraio affianco a me e posando il capo sulla mia spalla mi lasciò con i miei pensieri.


Carlisle

Le parole di Alice risuonarono lontane, il mio cuore si rifiutava di accettare e capire il loro significato
“Cosa intendi per... combattere, Alice” le chiesi quasi a conferma di quello che le mie orecchie avevano sentito
Lei si guardò intorno. Non sembrava preoccupata o spaventata come avrebbe dovuto, ma piuttosto stupita.
“Sta combattendo. Ma non è in pericolo... sta... giocando” ci guardava come a chiedere una conferma che non potevamo darle.
“Sta giocando?” chiese Emmett “E bravo il mio fratellino. E noi che ci preoccupiamo tanto per lui” affermò ridacchiando.
Anche a noi si dipinse subito sul volto un allegro sorriso. Stava giocando... era una cosa meravigliosa saperlo in salute e allegro.
“Bene, bene, a quanto pare non sono poi così egoista. Vero Carlisle?” la voce tagliente di Bella mi riportò alla realtà.
Mi ritrovai ad annuire “E non sai quanto ne sia felice Bella” le confermai ridacchiando
“Anch'io Carlisle, anch'io” affermò buttandomi le braccia al collo e stringendomi affettuosamente “Grazie di tutto, papà” mi mormorò all'orecchio.
Le sorrisi e le feci una carezza sulla testa mentre guardavo Nessi e Jacob che festeggiavano a modo loro quella bella notizia “Ehm... ragazzi” li richiamai alla realtà.
“Ops. Scusa nonno” sorrise maliziosa la nostra piccola Nessi arrossendo vistosamente.
Ma la nostra felicità venne interrotta dalla voce tesa di Jasper “Con chi stava combattendo Alice? Lo hai visto? E c'era sempre lo specchio con lui?”
Lo avrei smembrato volentieri, era preoccupato e aveva trasmesso il suo stato d'animo a tutti noi.
“Oh no, Jasper. Cosa stai facendo?” a lamentarsi era stata Rosalie che si era accorta come me di essere stata influenzata da lui.
“Scusate” mormorò mentre si sforzava di spargere buon umore
“Lascia perdere Jasper. Tanto ormai il danno l'hai fatto.” brontolò Emmett “Hai visto niente Alice?”
“Stava combattendo con un vampiro di origine orientale. E le stava prendendo” ridacchiò.
“Aveva i capelli lunghi intrecciati e una cicatrice sulla fronte?” chiesi preoccupato. Se la mia deduzione era giusta Edward non stava giocando.
“Si Carlisle” annui Alice studiandomi stupita.
“Non sta giocando ragazzi. Quello che hai visto è Kong....” non feci in tempo a finire la frase
“L'addestratore delle Guardie” mi interruppe Jasper “ lo temevo.”
“Come addestratore?” chiese Emmett chiaramente stupito.
“Significa Emmett, che Edward sta imparando a diventare una vera Guardia combattente e che quando tornerà a casa io e te non riusciremo più a batterlo nemmeno se lo attacchiamo insieme” rispose tetro Jasper
“Ma perché?” chiese la mia dolce Esme “Perché insegnargli a combattere se tra poco più di un mese sarà di nuovo a casa?” l'apprensione nella sua voce era contagiosa.
“Non lo possiamo sapere” affermai mesto “anch'io non riesco a capire quale possa essere il motivo”

Rimanemmo tutti in silenzio. Ognuno perso nei propri pensieri. Vedevo Emmett scuotere la testa e sorridere, probabilmente stava pensando alle lotte che avrebbe potuto fare con suo fratello.
Ma io non ero tanto contento.
Volterra stava cambiando il mio ragazzo profondamente.
Non solo aveva iniziato ad alimentarsi con il sangue umano cacciando e uccidendo, ma adesso sarebbe diventato una vera e temibile Guardia. Senza contare l'affetto che in qualche modo l'univa a quella misteriosa e bellissima vampira dai capelli rossi.
Se fosse tornato a casa non sarebbe più stato il nostro dolce Edward, ma una Guardia di Volterra in congedo temporaneo. Forse alla porta si sarebbe presentato un estraneo... sempre che intendesse fare ritorno da noi.

E una profonda amarezza mi strisciò lentamente nel cuore scavando la sua tana. E da lì sarebbe riemersa in tutta la sua potenza ad oscurare i miei occhi e la mia mente quando finalmente ci saremmo rincontrati nella situazione tragica che il destino ci stava preparando.

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