Edward
“Ora
che sapete come
stanno le cose. Dobbiamo decidere come agire” a prendere la
parola
era stato Caius.
“Se
vogliamo
annientarli, dovremo essere in parecchi. Sono temibili anche in forma
umana e molto pericolosi” a parlare era stato Felix.
Lui
era un Capitano
esattamente come Demetri e Jane. Erano loro che di solito si
occupavano d'intervenire quando si trattava di combattere.
“Hai
ragione Felix.”
intervenne pensieroso Aro “Sappiamo che sono almeno una
ventina e
quindi è necessario muoversi di conseguenza. Pensavo di
affidare il
comando a te Jane cara. Cosa ne pensi? So che non ti tirerai
indietro, dobbiamo attaccare se vogliamo salvare il nostro
Alec.”
“Non
sarà facile, ma
non credo che riusciranno a fermarci. Loro sono forti, ma non hanno
la possibilità di batterci. Prenderò volentieri
il comando, mio
Signore” rispose sicura e decisa Jane e a me vennero i
brividi.
La
sua vocetta da bambina
stonava visibilmente con l'odio del suo tono.
“Bene
Jane. Credo che
sia opportuno che tu sia accompagnata da Felix che guiderà i
suoi
uomini.
Su quante guardie puoi contare Felix se partite tra una settimana?” chiese Aro rivolgendosi al gigante a fianco a me.
Su quante guardie puoi contare Felix se partite tra una settimana?” chiese Aro rivolgendosi al gigante a fianco a me.
“Se
dovessimo partire
adesso, ne avrei troppo poche, ma penso fra una settimana di
riuscire a recuperarne almeno una ventina. Dovrebbe rientrare fra
pochi giorni il gruppo che si è recato in
Francia.” la sua voce
era forte e decisa.
“Bene.
Inoltre vi
accompagnerà anche Demetri. Il suo dono potrebbe esservi
molto
utile” continuò Aro.
“Si,
ne sono convinta
anch'io Mio Signore. Ma vorrei chiedervi anche la presenza di Oliver.
Temo che qualche Guardia possa rimanere ferita durante lo
scontro.”
Jane aveva già preso il comando.
“Certamente
mia cara
Jane. Ci avevo già pensato” annui Aro senza
degnarsi di chiedere
al povero Oliver che cosa ne pensasse. “E poi ritengo
opportuno
che tu ti faccia accompagnare anche da Edward e Rebecca”
continuò
lanciandomi un occhiata penetrante “Il suo dono potrebbe
salvare la
vita a molte Guardie”
“No!!
Lui non sa
combattere!! Non posso rischiare di perdere qualche Guardia per
controllarlo e proteggerlo” sibilò Jane.
Ero
rimasto stupito dal
fatto che Aro mi volesse mandare in missione ma la rabbia e l'odio
che sentii nella voce di Jane mi fece salire un profondo ringhio dal
petto.
“No.
Mio Signore”
continuò Jane ignorando la mia reazione come se non fossi
presente “Sappiamo benissimo tutti che non è
affidabile. Lui non è una
vera Guardia, non rispetta la disciplina e in più ha
già
dimostrato la sua incapacità in uno scontro”
Ero
rimasto in silenzio e
fermo ma quando sentii che metteva in dubbio quello che sarebbe
stata la mia lealtà e che ancora una volta mi insultava
dandomi
dell'incapace, mi preparai a scattare. Gli avrei ficcato in gola
nuovamente le sue parole infischiandomene delle conseguenze.
Furono
le braccia forti
di Felix a trattenermi e probabilmente a impedirmi di contorcermi per
terra dal dolore. “Fermo ragazzo. Stai bravo” mi
sussurrò mentre
mi bloccava.
Veloce
Rebecca mi
abbracciò posandomi le dita sulle mie labbra in un gesto
eloquente.
“Perdonami
Jane. Ma
credo invece che Edward possa essere molto utile. In fondo se non
fosse stato per lui, i nostri Signori sarebbero morti due giorni
fà”
a parlare era stato Demetri che fissava Jane enigmatico.
“Non
metto in dubbio
l'utilità del dono, Demetri. Ma la sua capacità
di non farsi
ammazzare, con azioni avventate” sogghigno Jane, guardandomi
e
aspettando sorridendo una mia reazione.
Mi stava deliberatamente provocando!
Mi stava deliberatamente provocando!
“Il
ragazzo ha
dimostrato di essere veloce e coraggioso. Ha solo bisogno d'imparare
alcune tecniche di combattimento. Perché non insegnargli?
Abbiamo
una settimana a disposizione” intervenne Felix, che
continuava a
tenermi stretto.
“Sei
un illuso Felix. Le guardie impiegano mesi prima di ricevere un
addestramento
adeguato. Come puoi pretendere che lui impieghi solo una
settimana?”
il tono di Jane era sempre di scherno mentre mi fissava con il suo
sorrisino provocatorio.
“E'
vero.” intervenne
nuovamente Demetri “ma gli altri imparano in gruppo e la
maggior
parte sono neonati incapaci di controllarsi completamente. Se Ilmi e
Kong si occupassero solo di lui, farebbe molto prima. E poi... non
credo che tocchi a te, Jane carissima, decidere sulla sua preparazione
o meno al combattimento!” Il suo tono di sfida mi
lasciò sbalordito. Non credevo avesse il coraggio di opporsi
alla
bella vampira in quella maniera decisa.
“Ho
l'impressione che
tu lo stia proteggendo un po' troppo Demetri. Non farti coinvolgere
Capitano!” gli rispose acida Jane, rimarcando a chi era stato
affidato il comando.
“Pace
amici miei. Nessuno protegge Edward... Jane. Ma penso anch'io che non
tocchi a
noi giudicarlo.” Aro si era alzato e aveva fulminato con lo
sguardo prima quella sadica vampira poi Demetri. Il messaggio era
chiaro, non sarebbero stati tollerati litigi.
Camminando
lentamente si
portò di fronte a me. “Nessuno ancora ti ha
chiesto che cosa ne
pensi tu, Edward. Ma ti ricordo che hai giurato di obbedirci,
intendi mantenere fede alla tua parola?”
Lo
guardai. Non mi
piaceva essere una Guardia, non avevo scelto di mia volontà
quella
vita.
Ma non avrei mai tradito la mia parola e non mi sarei mai tirato indietro di fronte a un pericolo. Forse stavo cambiando, forse l'aria di Volterra stava minando il mio essere nel profondo perché deciso guardando in faccia prima Jane e poi Aro mi inginocchiai e abbassata la testa in segno di obbedienza con voce ferma dissi “Sono una Guardia e non rimangerò la mia parola. Sono ai tuoi ordini Mio Signore Aro. E se lo riterrete opportuno combatterò per Voi.”
Ma non avrei mai tradito la mia parola e non mi sarei mai tirato indietro di fronte a un pericolo. Forse stavo cambiando, forse l'aria di Volterra stava minando il mio essere nel profondo perché deciso guardando in faccia prima Jane e poi Aro mi inginocchiai e abbassata la testa in segno di obbedienza con voce ferma dissi “Sono una Guardia e non rimangerò la mia parola. Sono ai tuoi ordini Mio Signore Aro. E se lo riterrete opportuno combatterò per Voi.”
Un
largo sorriso apparve
sul volto di Aro “Benissimo oggi pomeriggio inizierai il tuo
addestramento. A decidere se parteciperai o meno saranno Ilmi e Kong
che si occuperanno di te per tutta la settimana.” poi si
voltò e
girandosi verso tutte le Guardie riprese la parola “Fra una
settimana i nostri soldati della Guardia partiranno a portare
giustizia sui monti Urali.
Così è stato deciso!!!
E adesso tranne Jane, Demetri, Ilmi e Kong potete andare tutti.”
Così è stato deciso!!!
E adesso tranne Jane, Demetri, Ilmi e Kong potete andare tutti.”
Alzandomi
ingoiai il
veleno che mi era sceso in bocca in conseguenza della rabbia verso
Jane e prendendo Rebecca per mano mi avviai con gli altri seguendo
Felix.
Ma
Aro non aveva ancora
finito e voltatosi verso di noi lo chiamò.
“Felix,
accompagna
Edward in camera sua e controlla che si riposi. Poi quando saremo
pronti lo scorterai al campo di addestramento. Voglio che tu ti
occupi di lui per questo periodo.”
Lui
abbassò la testa in
segno di obbedienza e si voltò verso di me
“Andiamo ragazzo.”
Mi
voltai un ultima volta
ad ammirare la stanza poi con Rebecca per mano segui Felix nella mia
camera.
Una
volta arrivati mi
sdraiai sul letto con la mente persa agli avvenimenti di poco prima.
Mi sentivo stanco ma nello stesso tempo ero eccitato all'idea di
venire addestrato come una vera Guardia.
Come
un bambino che vede
e desidera un giocattolo nuovo, l'addestramento mi sembrava la cosa
più bella di questo mondo. Avrebbe spezzato la monotonia del
mio
lavoro.
Rebecca
iniziò ad
accarezzarmi la guancia, sentiva la mia agitazione ed io le presi la
sua mano con la mia “Va tutto bene Rebecca, non ti
preoccupare per
me. ”.
Lei
mi guardò enigmatica
poi si sdraio affianco a me e posando il capo sulla mia spalla mi
lasciò con i miei pensieri.
Carlisle
Le
parole di Alice
risuonarono lontane, il mio cuore si rifiutava di accettare e
capire il loro significato
“Cosa
intendi per...
combattere, Alice” le chiesi quasi a conferma di quello che
le mie
orecchie avevano sentito
Lei
si guardò intorno.
Non sembrava preoccupata o spaventata come avrebbe dovuto, ma
piuttosto stupita.
“Sta
combattendo. Ma
non è in pericolo... sta... giocando” ci guardava
come a chiedere
una conferma che non potevamo darle.
“Sta
giocando?”
chiese Emmett “E bravo il mio fratellino. E noi che ci
preoccupiamo tanto per lui” affermò ridacchiando.
Anche
a noi si dipinse
subito sul volto un allegro sorriso. Stava giocando... era una cosa
meravigliosa saperlo in salute e allegro.
“Bene,
bene, a quanto
pare non sono poi così egoista. Vero Carlisle?” la
voce tagliente
di Bella mi riportò alla realtà.
Mi
ritrovai ad annuire “E
non sai quanto ne sia felice Bella” le confermai ridacchiando
“Anch'io
Carlisle,
anch'io” affermò buttandomi le braccia al collo e
stringendomi
affettuosamente “Grazie di tutto, papà”
mi mormorò
all'orecchio.
Le
sorrisi e le feci una
carezza sulla testa mentre guardavo Nessi e Jacob che festeggiavano a
modo loro quella bella notizia “Ehm... ragazzi” li
richiamai alla
realtà.
“Ops.
Scusa nonno”
sorrise maliziosa la nostra piccola Nessi arrossendo vistosamente.
Ma
la nostra felicità
venne interrotta dalla voce tesa di Jasper “Con chi stava
combattendo Alice? Lo hai visto? E c'era sempre lo specchio con
lui?”
Lo
avrei smembrato
volentieri, era preoccupato e aveva trasmesso il suo stato d'animo a
tutti noi.
“Oh
no, Jasper. Cosa
stai facendo?” a lamentarsi era stata Rosalie che si era
accorta
come me di essere stata influenzata da lui.
“Scusate”
mormorò
mentre si sforzava di spargere buon umore
“Lascia
perdere Jasper.
Tanto ormai il danno l'hai fatto.” brontolò Emmett
“Hai visto
niente Alice?”
“Stava
combattendo con
un vampiro di origine orientale. E le stava prendendo”
ridacchiò.
“Aveva
i capelli lunghi
intrecciati e una cicatrice sulla fronte?” chiesi
preoccupato. Se
la mia deduzione era giusta Edward non stava giocando.
“Si
Carlisle” annui
Alice studiandomi stupita.
“Non
sta giocando
ragazzi. Quello che hai visto è Kong....” non feci
in tempo a
finire la frase
“L'addestratore
delle
Guardie” mi interruppe Jasper “ lo
temevo.”
“Come
addestratore?”
chiese Emmett chiaramente stupito.
“Significa
Emmett, che
Edward sta imparando a diventare una vera Guardia combattente e che
quando tornerà a casa io e te non riusciremo più
a batterlo nemmeno
se lo attacchiamo insieme” rispose tetro Jasper
“Ma
perché?” chiese
la mia dolce Esme “Perché insegnargli a combattere
se tra poco più
di un mese sarà di nuovo a casa?” l'apprensione
nella sua voce
era contagiosa.
“Non
lo possiamo
sapere” affermai mesto “anch'io non riesco a capire
quale possa
essere il motivo”
Rimanemmo
tutti in
silenzio. Ognuno perso nei propri pensieri. Vedevo Emmett scuotere la
testa e sorridere, probabilmente stava pensando alle lotte che
avrebbe potuto fare con suo fratello.
Ma
io non ero tanto
contento.
Volterra
stava cambiando
il mio ragazzo profondamente.
Non
solo aveva iniziato
ad alimentarsi con il sangue umano cacciando e uccidendo, ma adesso
sarebbe diventato una vera e temibile Guardia. Senza contare
l'affetto che in qualche modo l'univa a quella misteriosa e bellissima
vampira dai capelli rossi.
Se
fosse tornato a casa
non sarebbe più stato il nostro dolce Edward, ma una Guardia
di
Volterra in congedo temporaneo. Forse alla porta si sarebbe
presentato un estraneo... sempre che intendesse fare ritorno da noi.
E
una profonda amarezza
mi strisciò lentamente nel cuore scavando la sua tana. E da
lì
sarebbe riemersa in tutta la sua potenza ad oscurare i miei occhi e
la mia mente quando finalmente ci saremmo rincontrati nella
situazione tragica che il destino ci stava preparando.
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