Bella
Da
quando eravamo tornati
mi ero chiusa in me stessa.
Erano
ormai quattro
giorni che me ne stavo chiusa in camera. Ero gentile con tutti, ma
preferivo stare da sola. Quella che ormai consideravo la mia
famiglia aveva provato a starmi vicino all'inizio ma poi finalmente
avevano capito che era meglio lasciarmi in pace.
Anche
loro stavano male
dietro a questa storia, anche loro si torturavano nell'indecisione.
Fra
quindici giorni lui forse sarebbe tornato ma se anche avesse deciso di
rimanere a
Volterra io sarei andata via comunque.
Non
ne avevo parlato con
nessuno ma dentro di me, stavo iniziando a progettare la mia
partenza.
Avrei
detto a Nessi di
tornare a la Push. Li il branco si sarebbe presa cura di lei e di
Jacob.
Ma
io non sarei andata
con loro.
Era
tanto tempo che
volevo visitare Parigi e Londra e sono sicura che Carlisle mi avrebbe
imprestato un po' di soldi.
Avevo
bisogno di stare da
sola, di riflettere e soprattutto di non pensare.
Di
non pensare a lui...
al mio amore.
Si
perché io continuavo
ad amarlo, ma il mio cuore si era sbriciolato.
Se
anche fosse tornato
non c'è l'avrei fatta a vederlo.
Il
suo sorriso mi avrebbe
fatto solo male, le sue parole avrebbero bruciato come il fuoco.
No.
Non potevo più
incontrarlo, dovevo solo dimenticarlo fare finta che lui non fosse
mai esistito.
E
la mia mente volò a
quando umana mi aveva abbandonato.
All'epoca
mi ero
distrutta e solo Jacob mi aveva salvato.
Ma
adesso non sarebbe
andata così.
Non
volevo più soffrire
dietro a lui, lo avrei cancellato dalla mia mente e dal mio cuore.
Potevo
farcela e lo avrei
fatto.
L'amore
si stava
trasformando lentamente in odio. Un odio profondo e cieco, l'odio
di chi si sente tradito ed abbandonato.
Sapevo
che loro speravano
di ricevere sue notizie, erano in pensiero per lui, ma io, anche se
avesse deciso di chiamare, non gli avrei parlato.
Non
c'era niente da dire.
I fatti avevano parlato per lui. Quello che avevo visto, era stato
troppo!!
Mi
ero rifiutata di
credere alle visioni di Alice, alle carezze spiate a Firenze.
Ma
adesso non potevo
negare l'evidenza!!
La
baciava con un bisogno
disperato, con una foga che era appartenuta solo a me.
Ma
adesso non più.
Lui
non era più mio!!
L'avevo
perso!!
Volterra
aveva scavato un
fossato fra di noi, un baratro che niente avrebbe più potuto
colmare.
Mi
aveva tradito e questa
consapevolezza mi aveva distrutto.
Gli
occhi iniziarono a
pungermi, erano le lacrime che non potevano uscire.
Quelle
lacrime che avrei
tanto voluto avere, che mi avrebbero confortato e permesso di
sfogarmi.
Quante
volte mi aveva
detto che ero la sua unica ragione di vita, che mi amava più
di se
stesso.
Quante
bugie mi aveva
raccontato!!!
Il
suo saper mentire era
sempre stato un problema per me, ma adesso la verità era
finalmente
saltata fuori. Il suo “per sempre” non era stato
nulla di più
che un capriccio momentaneo.
Era
bastato stare lontano
tre miseri mesi e già si era dimenticato delle sue parole,
dei suoi
sentimenti... di me.
Quando
ci eravamo
salutati mi aveva detto che sarebbe tornato presto, che mi lasciava
il suo cuore in custodia.
Lo
odiavo. Mi aveva
mentito. E non c'era perdono possibile.
Mi sdraiai sul letto, sul nostro letto. Potevo sentire ancora il suo profumo aleggiare nella camera, lentamente mi abbracciai il suo cuscino.
Sapeva
di lui, sapeva del
mio Edward.
Sapeva
del mio amore
perduto.
In
casa regnava il
silenzio.
Probabilmente
erano tutti
a caccia.
Ci
andavano spesso, molto
più spesso del solito.
Probabilmente
si
sfogavano.
Ma
io no!
I
miei occhi erano neri
per la sete, ma non volevo cacciare, non potevo farlo.
Troppe
volte l'avevo
fatto con lui.
Troppe
volte le nostre
battute si erano trasformate in baci e carezze.
Troppo
dolore sarebbe
stato cacciare in quei boschi.
Poi
sentii bussare alla
porta.
Mi
misi a sedere e presi
il libro che fingevo di leggere e con una tranquillità che
non avevo
dissi “Avanti”.
Mi
aspettavo comparisse
Esme o Carlisle. Loro cercavano di confortarmi o tutt'al più
Alice che sicuramente aveva visto la mia decisione di andare via.
Quando
varcò la soglia,
per un attimo sgranai gli occhi. Non me lo aspettavo. Di tutta la
famiglia era l'unico che non avrei mai immaginato potesse cercarmi.
“Ciao
Jasper. Cosa
c'è?” gli domandai stupita.
Lui
mi sorrise timido
“Dobbiamo parlare Bella. Subito!”
E
il più tenebroso e
pericoloso membro della famiglia Cullen, fissandomi con gli occhi
carichi di dolore si avvicinò lentamente come un ragno a una
mosca.
Renesmee
Non
potevo crederci.
Eravamo
tornati da La
Push carichi di dolore. Avevo visto Jacob piangere per la perdita di
Billy e avevo provato a consolarlo.
Non
credevo avrei mai
potuto vivere un dolore simile al suo.
I
miei genitori, tutta la
mia famiglia e il mio amore erano immortali.
Non
avrei mai perso
nessuno in maniera definitiva. Di questo ero convinta di questo mi
ero fatta forte per consolare il mio Jacob.
Ma
quando vidi il volto
di mia madre scendere dall'auto, quando vidi Alice abbracciarla,
quando scrutai lo sguardo triste del nonno. Capii!!
Non
c'è solo la morte
che può portare via un pezzo di cuore.
Stavo
perdendo mio padre.
Quando
ero stata a
Firenze, ero tornata confusa ed arrabbiata con lui, ma poi avevo
capito che le apparenze possono ingannare. Che io non lo avrei mai
perso.
Mia
mamma credeva in lui,
tutti ci credevano ed anch'io finii per accettare il suo essere
vampiro e quella che agli occhi di tutti veniva considerata solo un
amicizia.
Mi
ero ripetuta per
giorni che doveva esserci una spiegazione a tutto, che lui non poteva
lasciarci, che ci amava come aveva sempre detto.
Avevo
finito per
accettare i suoi occhi rossi, il suo diventare Guardia.
Non
aveva scelta e sapevo
che mi amava.
Prima
di partire me lo
aveva ripetuto con gli occhi tristi, e mi aveva lasciato un
braccialetto con un fiore di cristallo attaccato.
“Questo
apparteneva a
tua nonna. A Elizabeth Mansen. Questo è un fiore, proprio
come te.
Tornerò
da voi mio
piccolo giglio, tornerò e ti accompagnerò
all'altare. Ti do la
mia parola. Ti amo piccola mia, sei la mia gioia di vivere”
Guardai
ancora una volta
il braccialetto che tenevo al polso. Cosa poteva mai essergli
successo come poteva pensare di fare del male a me e alla mia mamma?.
Mamma
era disperata. Non
l'avevo mai vista così. Si era chiusa in se stessa e non
parlava con
nessuno. Non che nessuno avesse voglia di parlare. Eravamo tutti
tristi. Ognuno era perso nei propri pensieri ed io non resistevo nel
vedere la mia cara e adorata mamma in quelle condizioni.
Jacob,
mi capiva e mi
appoggiava, sapeva come la pensavo, lui che aveva sempre osteggiato
mio padre era l'unico che non credeva possibile quello che era
successo.
Era
convinto malgrado
tutto che ci fosse una spiegazione e mi ripeteva in continuazione
“Lo
specchio Nessi. Vi siete dimenticati lo specchio. C'è
qualcosa che
non quadra. Non è da tuo padre. Credimi. Lo conosco meglio
di
chiunque altro, so come ragiona e ti dico che c'è un
equivoco. E'
che voi vampiri siete troppo superficiali. Vi amate tanto ma siete
troppo egoisti per capirvi veramente. Io lo so... io so che si stanno
sbagliando tutti...abbi fiducia in lui... ”
Stavamo
aspettando, non
potevamo fare altro e senza immaginare le conseguenze acconsentii
alla richiesta di Jacob e decidemmo di andare fuori due giorni.
Voleva
farmi distrarre,
levarmi da quella casa così piena di dolore e amarezza, ma
forse le
cose sarebbero andate diversamente se fossi stata dove era il mio
posto .
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