Edward
E
già il matrimonio!!
Non
avevo più scuse per
rinviarlo.
Jacob
si era laureato e adesso che avevo ripreso in apparenza il mio
controllo non c'erano
più impedimenti.
Salimmo
sulla Volvo ed io
mi misi al volante.
Tenevo
gli occhi sulla
strada per evitare di guardare lo specchietto retrovisore nel quale
avrei visto i due colombi sbaciucchiarsi indifferenti alla nostra
presenza.
Quando
sentii un “Ahia”
di Renesmee un sordo ringhio iniziò a uscirmi dal petto
subito messo
a tacere da una carezza di Bella sulla mia guancia. Il suo scudo si
alzò “Edward. Stai calmo, non stanno
facendo nulla di male ...
niente di peggio di quello che facevi tu” mi
trasmise
ridacchiando e coprendo con la sua mano la mia posata sul cambio .
Le
sorrisi e cercai di
pensare a come dirle della mia decisione. Era il modo migliore per
escludere i pensieri urlanti dei due fidanzati.
Arrivammo
e tutta felice
la mia piccola Nessi ci portò nel negozio per farci vedere
le
partecipazioni che aveva scelto con entrambe le mie sorelle.
Bella
non le aveva ancora
viste proprio come me.
Lei
che non aveva voluto
sapere nulla del suo matrimonio aveva dato carta libera alla piccola
Nessi, che invece si era trovata ad accettare suo malgrado l'aiuto
sia di Rosalie che di Alice.
Non
so come facesse il
povero Jacob a subire la tortura di entrambe le mie sorelle, che
stavano impazzando ad organizzare quello che nelle loro menti sarebbe
stato il matrimonio del secolo.
Io
da parte mia, cercavo
di non pensarci.
Non
riuscivo ancora a
digerire l'inevitabilità della cosa e malgrado Jacob si
fosse
rivelato un vero amico ed un alleato fedele era per me difficile
immaginarlo essere il marito della mia bambina. Di quella ragazza che
era mia figlia malgrado all'apparenza potessimo passare per fratelli.
Ero
geloso e non era un
mistero.
L'amore
che provavo per
Nessi era ampiamente ricambiato da lei ma il modo in cui sorrideva a
Jacob apparteneva solo a lui.
Si
sarebbero sposati fra
due mesi esatti il 2 Dicembre quando la neve avrebbe ricoperto tutto
e le giornate corte ci avrebbero dato la possibilità di
muoverci
senza timori in giardino.
A
parte la mia famiglia
al gran completo sarebbero stati presenti molti altri invitati.
Alice
aveva stilato una
lista che sembrava non finire mai.
Sarebbero
stato presente
tutto il Clan di Denali, Zafrina con le sue sorelle ed anche
Benjamin e Tia. Anche tutto il branco avrebbe partecipato oltre agli
amici umani che i novelli sposini si erano fatti in questi lunghi
anni. Senza contare il povero Charlie che aveva accettato tutto senza
più chiedere nulla.
Renee
non sarebbe venuta,
quel giorno per combinazione avrebbe
avuto la febbre.
Per
tutto il giorno Nessi
ci trascinò per negozi felice di poter condividere con i
suoi
genitori le sue scelte e solo nel tardo pomeriggio tornammo a casa.
Quando
posteggiai e scesi
dalla macchina presi Bella per mano e mi avviai verso la sala della
grande casa.
“Bella
puoi venire un
attimo?” la chiamò Rosalie “Voglio farti
vedere il vestito che
ho scelto per il matrimonio”.
Lei
sbuffo appena e
sorridendomi lasciò la mia mano per salire al piano di sopra
incontro a mia sorella.
Rimasi
fermo nel centro
della sala, senza levare gli occhi dal mio amore, in preda a quel
senso di vuoto che mi colpiva quando lei si allontanava da me.
Alice
si avvicinò
velocissima e mi prese per un braccio dandomi così
quell'appiglio
che mi era mancato.
I
suoi occhi erano tristi
mentre mi guardava con un sorrisino appena accennato “Tutto
bene?”
mi chiese ansiosa “Vi sono piaciute le nostre
scelte?”
La
guardai e sentii nei
suoi pensieri che aveva capito “Tranquillo Edward,
adesso torna.
Se vuoi posso chiedere a Jazz di aiutarti”.
Scossi
la testa
imbarazzato, mentre vedevo mia madre avvicinarsi.
Sapevo
che il mio
comportamento era assurdo, che non avrei dovuto reagire
così, ma non
potevo farci nulla, era più forte di me.
Sapere
che Esme e
Carlisle si erano accorti del mio problema era accettabile ma sapere
che anche i miei fratelli ne fossero a conoscenza mi scocciava
parecchio.
“Non
ti agitare
fratellino, sono solo io che ho capito, e se vuoi saperlo l'ho capito
solo oggi quando hai parlato con Carlisle. Gli altri non lo sanno e
nemmeno Bella immagina quello che ti passa per la mente”
mi
tranquillizzò sempre tenendomi stretto per un braccio.
Annui
e mi sporsi a
baciare Esme sulla fronte che era venuta a salutarmi e pronta ad
aiutarmi se Alice mi avesse lasciato andare.
Senza
dirmi nulla Alice
mi prese per mano e si diresse al divano trascinandomi a vedere la
televisione con i miei fratelli. Non credo che le interessasse la
partita di baseball che Emmett e Jasper stavano vedendo, ma lei
rimase li seduta vicino a me con la mano nella mia con estrema
naturalezza.
Vidi
gli occhi di Jasper
guardare le nostre mani e sentii la sua mente registrare quell'atto
come una cosa strana, ma il “fuori campo” della
nazionale lo
distrasse subito.
Per
fortuna Bella scese
presto e come una calamita mi fiondai ad abbracciarla sentendomi
finalmente completo sotto gli occhi sorridenti di Alice ed Esme.
La
serata passò come al
solito giocosa e divertente e quando fu l'ora di ritirarci nelle
nostre stanze i pensieri di Alice penetrarono con forza nella mia
testa “Hai qualcosa da dire a Bella, ricordatelo
Edward”.
Abbassai
la testa
affranto, avevo paura di ferirla, ma Alice aveva ragione, non potevo
rimandare.
E
prendendo Bella per
mano uscii dalla porta dove orecchie indiscrete non ci avrebbero
sentiti.
La
notte era calda e
tiepida malgrado fosse già Settembre. Le stelle brillavano
pulite
nel cielo limpido e la mano di Bella nella mia scaldava il mio
cuore.
Passeggiavamo
silenziosi.
Lei aveva capito che qualcosa non andava, lo doveva aver intuito ma
rimaneva silenziosa, aspettava che io parlassi.
Ed
io, avevo paura.
Sapevo
che era stata
accecata dalla gelosia nei confronti di Rebecca, sapevo che la mia
abilità nel mentirle la rendeva insicura, e mi chiedevo come
avrebbe
reagito.
Non
c'era che un modo per
saperlo.
Parlargli!!!
Mi
fermai e l'abbracciai
stretto iniziando a baciarla con forza e disperazione. Lei
ricambiò
il mio bacio poi si staccò da me e mi fissò con i
suoi occhi caldi
e profondi.
“Non
mi piace quando mi
baci così Edward! Tutte le volte che lo hai fatto sono state
solo
per dirmi addio. Quale è il problema?”
Abbassai
la testa,
disperato. Forse sarebbe stata sul serio l'ultima volta che avrebbe
voluto baciarmi, ma non c'era scampo dovevo parlarle.
“Ho
chiesto a Carlisle
di adottare Rebecca” mormorai senza avere il coraggio di
guardarla
negli occhi, aspettando la sua reazione a quell'affermazione
così
sconvolgente per lei.
Sapevo
che ne era stata
gelosa e sapevo anche che non avrebbe avuto tutti i torti ad esserlo
nuovamente.
Un
silenzio pesantissimo
calò fra noi.
Non
rispose, non mi disse
nulla, non mi urlò contro.
Silenzio,
solo silenzio.
Alzai
la testa e la
guardai negli occhi temendo di vedere il dolore riflesso del suo
cuore ferito.
Lei
mi studiava, stava
pensando. Ma il suo scudo era alzato ed io ero escluso dai suoi
pensieri. Stavo impazzendo per quel silenzio mentale che mi torturava
più che mai e avrei dato entrambe le braccia per capire cosa
le
girava nella testa, ma potevo solo aspettare.
“Perché?”
mi chiese
alla fine guardandomi e ingoiando a vuoto.
“Non
posso abbandonarla
là. Aro la sfrutta, la costringe a legarsi a chiunque decida
e...
lei mi ha aiutato tanto.” Non me la sentivo di dirle tutto.
Non
me la sentivo di
dirle che in qualche modo ero ancora legato a lei.
Lei
mi guardò
chiedendosi, probabilmente, se le stavo dicendo il vero.
“Ti
manca vero?” mi
chiese con un filo di voce “Lei ha preso il tuo
cuore” concluse
con la voce spezzata posando una mano sul mio petto.
“Si,
mi manca. Ma non
nel modo che credi tu. Io sono legato a te, Bella. Ti appartengo. Ma
non posso dimenticarla. Lei è stata parte di me e so che ha
bisogno
di me adesso”
Cercai
di spiegarle. Non
volevo ferirla.
“Ti
amo Edward. Non
posso perderti, ma non sono sicura di poterla accettare…
neanche
come sorella” mi mormorò affranta. “Ma
sono felice che tu me
l'abbia chiesto, anche se tanto farai di testa tua” mormoro
mordendosi le labbra.
Potevo
vedere i suoi
occhi stringersi come per trattenere le lacrime che non sarebbero mai
uscite, e la sua sofferenza scivolare fuori dal suo viso.
“Non
si tratta di
soddisfare un mio capriccio. Si tratta di fare la cosa giusta, di
farmi perdonare per tutto il dolore che le ho inflitto e che
continuerà a subire se resta agli ordini di Aro”
cercai di
spiegarle, di farle comprendere il mio punto di vista.
Lei
annui poi alzò gli
occhi e me li puntò contro “Anche se significa
ferirmi?” mi
chiese senza mollare i miei occhi mentre nei suoi potevo vedere la
speranza brillare.
Non
ebbi il coraggio di
guardarla e mi sottrassi al suo sguardo “Si”
mormorai “perché
sai che lei non potrà essere nulla di più di una
sorella”
affermai con la voce sicura mentre mi stavo chiedendo se fosse la
verità o una menzogna che continuavo a ripetere a me stesso
come a
giustificare quel sentimento che non riuscivo a classificare.
Rimase
in silenzio poi mi
prese entrambe le mani “Cosa ha detto Carlisle, quando glielo
hai chiesto?” mi domandò.
Con
un sospiro le
raccontai tutto quello che era successo compreso la visione di
Alice.
La
vidi aprire la bocca e
portarsi le mani al viso “E malgrado questo vuoi portarla
qua?”
mi chiese preoccupata.
“Non
lo so. Non lo so
più” scossi la testa confuso, non riuscivo a
ragionare, a
decidere. Ero confuso su tutto. Persino sui miei sentimenti.
Lei
mi fece una carezza
sul viso. “Perché non ne riparliamo dopo il
matrimonio. Passeranno
altri due mesi e tu avrai il tempo di chiarirti e magari nel
frattempo avrai modo di ripensare alla tua idea” mi
mormorò.
Annui,
sapevo anche senza
leggerle nei pensieri che sperava di prendere tempo, che io mi
dimenticassi. Ma si sbagliava, ogni giorno di più la mia
coscienza e
il mio rimorso crescevano insieme alla smania di rivederla.
Ma
come potevo
spiegarglielo, come farle capire che non era solo la cicatrice della
spalla che bruciava ma anche quella del mio cuore??
Ma
forse aveva ragione
lei, forse il tempo avrebbe guarito quella ferita. Non potevo
deluderla e ferirla di più di quanto avessi già
fatto.
“Come
vuoi tu.”
mormorai facendole una carezza sul viso sperando che non mi
rifiutasse.
Ma
ancora una volta ebbe
la capacità di stupirmi.
Perché
invece di
allontanarmi mi abbracciò stretto e posò le sue
labbra sulle mie.
“Ti
amo Edward Cullen.
” mormorò baciandomi intensamente.
Restituii
il bacio e mi
scostai leggermente da lei.
“Anch'io...Bella.
Anch'io... ” dissi a testa bassa senza avere il coraggio di
guardarla negli occhi.
Sapevo
di non averle
risposto in maniera diretta, di aver ancora una volta aggirato la
verità.
Non
avevo più avuto il
coraggio di dirle “ti amo”.
Non
era giusto che quelle
due semplici parole uscissero dalle mie labbra e mai più lo
avrei
fatto fino a quando non fossi stato sicuro dei miei sentimenti.
Il
mio cuore era
infatti diviso fra le nuvole di Volterra e il sole della mia
famiglia , così
come nel mio
corpo convivevano a fatica il vampiro e l'umano.
Ma
se riuscivo con molta
difficoltà a imprigionare il mostro dentro di me ancora
assetato di
sangue e morte, il mio cuore era invece completamente alla deriva .
Sapevo di essere ancora innamorato di Bella, di esserle ancora legato
profondamente, avevo bisogno di lei e del suo amore ma dovevo
rivedere Rebecca... dovevo capire quali sentimenti provavo verso di
lei, perché sapevo che non era solo la riconoscenza ad
essersi insinuata nel mio animo.
Jasper
Non
capivo perché Alice
mi avesse voluto trascinare in giardino intimandomi di pensare al suo
corpo nudo.
Era
una tortura.
La
seguivo
silenziosamente, i miei occhi fissi sulle sue forme così
perfette
che non facevano altro che ricordarmi che sarebbe stato meglio andare
in camera da letto.
Mi
stavo concentrando a
pensare come sarebbe stato bello spogliarla e amarla, ma non capivo
bene il perché me lo avesse chiesto.
Intuivo
che altro non era
che un diversivo per tenere Edward lontano dalla mia testa, ma non ne
capivo il motivo e stava diventando una lenta tortura.
Ci
fermammo dietro un
albero e Alice mi abbracciò forte baciandomi sensualmente.
Non
riuscivo quasi a capire più nulla eccitato e inebriato dalla
sua
presenza.
Ma
lei mi mise una mano
sulle labbra e mi sussurrò piano.
“Cosa
senti Jasper?”
La
domanda mi lasciò
sbalordito. Mi concentrai e avvertii subito forte e prepotente il
suo amore per me ma anche la sua ansia.
“Sei
preoccupata
Alice?” le chiesi sempre più confuso.
“Cosa
sta provando
Edward? ” mi chiese baciandomi ancora per impedirsi di
pensare a
lui.
“Amore...”
risposi titubante e stupito dalla sua richiesta mentre sondavo i
sentimenti
di mio fratello negli alberi poco lontano da noi “Un amore
forte e
potente ma anche... disperato” dissi quasi incerto,
“mai lo avevo
sentito così disperatamente innamorato, quasi avesse paura
di
perderla”.
Mi
sorrise scuotendo la
testa scoraggiata e divertita al contempo.
“Si
la ama è vero ma
non ha rinunciato al suo progetto...la visone non è ancora
sparita”
mi spiegò mentre mi trascinava velocemente lontano dove
Edward non
avrebbe potuto sentirci. Poi iniziando a spogliarmi mi
sussurrò “e
noi dovremo trovare il modo di cambiare il futuro”.
Non
ci avevo capito
nulla, ma avrei rimandato le spiegazioni a dopo quando sarei stato
capace di ragionare con lucidità. Adesso non potevo
più resistere
e immerso nell'amore e nel desiderio di Alice mi sdraiai sull'erba
umida del giardino e la feci mia con dolcezza.
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