martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 9 E' giunta l'ora

Edward

Erano partiti.
Renesmee mi aveva abbracciato gridandomi nella sua testa un “A presto papà”, mentre Jacob mi aveva stretto forte la mano guardandomi dritto negli occhi e abbozzando un sorriso “Ci rivedremo, stai attento laggiù non ti ficcare nei guai”.
Senza fretta aspettai che gli ospiti si allontanassero, che tutti si distraessero nei saluti di rito e silenzioso mi diressi in camera.
Non avevo più parlato con Bella.
Avevo provato ad avvicinarla diverse volte nella serata, ma tutte le volte con una scusa si era allontanata da me. Avevo potuto vedere nei suoi occhi la rabbia nei miei confronti e una volta aveva perfino alzato lo scudo per permettermi di leggere tutto il suo rancore e il disgusto che provava verso di me.
Mi feci una doccia, buttai alcuni vestiti in una sacca insieme a qualche libro e iniziai a mettermi la divisa.
Ero davanti allo specchio. Mi stavo lisciando la mantellina nera sulle spalle pensando a quanta importanza dessero le Guardie a quell'oggetto e a quante volte Rebecca me l'aveva sistemata con cura.
Sarei andato a Volterra a cercare cosa? Non lo sapevo neanch'io.
Sapevo di amare Bella eppure dovevo cercare Rebecca e dovevo in qualche modo ritrovare la pace con me stesso e con il mio istinto.
Aveva ragione Aro il mio posto non era più con la mia famiglia, ero cambiato, anche se mi spiaceva ammetterlo, e forse solo a Volterra avrei trovato finalmente un equilibrio.
Speravo che là in mezzo a loro sarei riuscito a imbrigliare nuovamente il vampiro e se non ce l'avessi fatta ... Bhe, almeno non avrei fatto del male a chi mi amava.
Non potevo continuare ad essere un pericolo per chi mi circondava. Gli volevo troppo bene per continuare a ferirli con il mio comportamento.
L'incidente con Seth era solo l'ultimo di una lunga lista, non sfociato nella tragedia solo grazie al continuo controllo della mia famiglia. Non potevo continuare a vivere così, prima o poi il vampiro avrebbe preso il sopravvento e qualcuno si sarebbe fatto male a causa mia.
Sospirai e presi il medaglione.
Ecco il legame tangibile che mi univa ai Signori di Volterra.
Ricordavo ancora con chiarezza il giorno che Aro me lo aveva legato al collo.
Non mi aveva solo messo un simbolo ma una vera e propria catena.
Aveva legato il mio destino al loro.
A testa bassa immerso nei miei tristi pensieri allungai le mani per chiudermelo ancora una volta intorno al collo ma me le trovai bloccate e con stupore, quando alzai gli occhi, mi trovai a fissare nello specchio il volto sorridente di Bella.
Mi prese la catena dalle dita e allacciò il medaglione al mio collo, poi con dolcezza mi fece girare e mi sorrise. “Ti amo Edward. Scusami.” mi disse dolcemente posando le sue braccia intono al collo.
“Sono io che devo scusarmi. Non volevo ferirti... ma devo andare” le dissi con gli occhi che pungevano per quella nuova separazione.
“Lo so Edward. Lo capisco. Così come immagino che mi diresti no se ti chiedessi di accompagnarti” mi rispose sorniona.
I miei occhi si accesero per la preoccupazione e con un tono di voce più forte di quello che volevo esclamai “No Bella!” poi abbassai la voce contrito “E' troppo pericoloso per te... ed è una cosa che... devo fare da solo.” finii.
“Vuoi portare Rebecca qua?” mi chiese inclinando leggermente la testa per studiare meglio la mia espressione.
“Non lo so Bella. Non so cosa succederà.” mormorai avvilito.
Lei annui e mettendosi sulle punte dei piedi mi baciò. Un bacio dolce e profondo.
“Ti amo Edward... cerca di non dimenticarlo” mi disse prima di voltarsi e scappare lasciandomi immobile a fissare il vuoto.
Non la meritavo. Non meritavo tutto quest'amore. E con gli occhi gonfi, la gola stretta andai a recuperare la macchina che mi avrebbe portato in Italia.

Il garage era buio e tutto era silenzioso. Assorto nei miei pensieri non sentii i loro odori e non mi accorsi della loro presenza. E quando realizzai… ormai era troppo tardi.


Carlisle

Era chiaro che sarebbe partito dopo la cerimonia. Non aveva cambiato idea mi confermò Alice durante il ricevimento.
Lei era triste come lo ero io.
Sapevamo che Edward era cambiato e lo tenevamo d'occhio con discrezione in continuazione, ma ci rendevamo tutti conto che non era più lui.
Dove era finito il mio ragazzo spensierato e felice?
Volterra ci aveva restituito l'ombra dell' Edward che conoscevamo e malgrado fossero passati ormai molti mesi la situazione non era cambiata.
E al matrimonio ne avemmo l'ennesima conferma.
Era pronto ad attaccare Seth. Non un licantropo qualsiasi ma il suo amico Seth! Quel ragazzo per il quale fino a pochi mesi prima, avrebbe dato la sua vita per difenderlo.
Seth ero stato il primo ad accettarci e a schierarsi con noi senza chiedere o pretendere nulla e tutti noi gli volevamo bene. Ma era soprattutto con Edward che si era instaurato un rapporto bellissimo durante la gravidanza di Bella.
Ma adesso Edward era cambiato.
Mi ero sempre rifiutato con me stesso di ammetterlo, ma aveva ragione. Finché non si fosse chiarito con i suoi sentimenti, finché non avesse dissolto le ultime nuvole del suo cuore e imbrigliato il vampiro dentro di lui, non avrebbe trovato pace fra di noi.
E adesso stava partendo.
Avevo visto Bella evitarlo per quasi tutta la sera e la ragione non poteva essere che una.
Lui le aveva parlato.
E con il cuore in gola presi per mano Esme e insieme andammo ad aspettarlo per salutarlo un ultima volta.
Non sarebbe partito come un ladro nella notte.
Non sarebbe partito prima di aver saputo che l'amavamo ancora e che avrebbe potuto far ritorno a casa in qualsiasi momento sia da solo che con ....Rebecca.
Stentavo a pronunciare quel nome che tanto ci aveva fatto soffrire. Ma sebbene le conseguenze avrebbero potuto essere nefaste, a sentire Alice, avrei accolto lo stesso quella vampira in casa nostra.
Non potevo fare diversamente, non avrei mai permesso a lei o a chiunque altro di farmi perdere il mio dolce figliolo.

Alice

I due sposini erano partiti ed io stavo ferma al margine del prato a far compagnia a una Bella silenziosissima.
Non ci eravamo parlate, non mi aveva detto nulla ma io sapevo tutto, così come sapevo che lei non l'avrebbe lasciato partire senza prima avergli rammentato un ultima volta il suo amore.
“Bella” le sussurrai dopo aver avuto la visione su di loro in camera. Lei alzò gli occhi su di me e mi sorrise appena. Poi prese fiato e mi sussurrò “Adesso vado”.
L'abbracciai stretta a me e poi la segui con lo sguardo allontanarsi. Stava andando da mio fratello e di questo le sarei stata per sempre grata.
Un dolce profumo attirò la mia attenzione e vidi Jasper in compagnia di Emmett e Rosalie venire verso di me.
“Cosa sta succedendo?” mi chiese Jasper nervoso.
Lui doveva aver capito che qualcosa non andava, i sentimenti di disperazione di Edward, quelli di dolore di Bella, di paura e tristezza dei nostri genitori sicuramente l'avevano investito tutta la sera esattamente come i miei che avevo cercato di nascondergli.
Per un attimo non risposi.
Edward non aveva voluto rivelare loro nulla, forse per paura di ferirli, forse per paura di essere fermato e indecisa mi chiesi se dovessi raccontargli o meno la verità.
Ma non potevo mentire a Jasper ed ero sicura che Edward stesse sbagliando.
“Edward sta per partire e tornare a Volterra” dissi loro in un sussurro appena udibile.
Il mio amore e i miei fratelli mi guardarono con gli occhi sbarrati increduli, mentre raccontavo loro ciò che Edward aveva nascosto in questi lunghi mesi e ciò che si preparava a fare.
Non dissero nulla, non imprecarono, non gli sfuggì una sola parola di biasimo verso loro fratello mentre metabolizzavano l'accaduto.
Alla fine quando calò il silenzio insopportabile vidi Jasper alzare lo sguardo verso la finestra illuminata della camera di Edward e prendermi per mano “Andiamo” disse mentre tutti e quattro ci allontanavamo nel buio.

Nessun commento:

Posta un commento