Renesmee
mi aveva
abbracciato gridandomi nella sua testa un “A presto
papà”,
mentre Jacob
mi aveva stretto
forte la mano guardandomi dritto negli occhi e abbozzando un sorriso
“Ci rivedremo, stai attento
laggiù non ti ficcare nei
guai”.
Senza
fretta aspettai che gli ospiti si allontanassero, che tutti si
distraessero nei saluti di rito e silenzioso mi diressi in camera.
Non
avevo più parlato con Bella.
Avevo
provato ad avvicinarla diverse volte nella serata, ma tutte le volte
con una scusa si era allontanata da me. Avevo potuto vedere nei
suoi occhi la rabbia nei miei confronti e una volta aveva perfino
alzato lo scudo per permettermi di leggere tutto il suo rancore e il
disgusto che provava verso di me.
Mi
feci una doccia, buttai alcuni vestiti in una sacca insieme a qualche
libro e iniziai a mettermi la divisa.
Ero
davanti allo specchio. Mi stavo lisciando la mantellina nera sulle
spalle pensando a quanta importanza dessero le Guardie a
quell'oggetto e a quante volte Rebecca me l'aveva sistemata con cura.
Sarei
andato a Volterra a cercare cosa? Non lo sapevo neanch'io.
Sapevo
di amare Bella eppure dovevo cercare Rebecca e dovevo in qualche modo
ritrovare la pace con me stesso e con il mio istinto.
Aveva
ragione Aro il mio posto non era più con la mia famiglia,
ero
cambiato, anche se mi spiaceva ammetterlo, e forse solo a Volterra
avrei trovato finalmente un equilibrio.
Speravo
che là in mezzo a loro sarei riuscito a imbrigliare
nuovamente il
vampiro e se non ce l'avessi fatta ... Bhe, almeno non avrei fatto
del male a chi mi amava.
Non
potevo continuare ad essere un pericolo per chi mi circondava. Gli
volevo troppo bene per continuare a ferirli con il mio comportamento.
L'incidente
con Seth era solo l'ultimo di una lunga lista, non sfociato nella
tragedia solo grazie al continuo controllo della mia famiglia. Non
potevo continuare a vivere così, prima o poi il vampiro
avrebbe
preso il sopravvento e qualcuno si sarebbe fatto male a causa mia.
Sospirai
e presi il medaglione.
Ecco
il legame tangibile che mi univa ai Signori di Volterra.
Ricordavo
ancora con chiarezza il giorno che Aro me lo aveva legato al collo.
Non
mi aveva solo messo un simbolo ma una vera e propria catena.
Aveva
legato il mio destino al loro.
A
testa bassa immerso nei miei tristi pensieri allungai le mani per
chiudermelo ancora una volta intorno al collo ma me le trovai
bloccate e con stupore, quando alzai gli occhi, mi trovai a fissare
nello specchio il volto sorridente di Bella.
Mi
prese la catena dalle dita e allacciò il medaglione al mio
collo,
poi con dolcezza mi fece girare e mi sorrise. “Ti amo Edward.
Scusami.” mi disse dolcemente posando le sue braccia intono
al
collo.
“Sono
io che devo scusarmi. Non volevo ferirti... ma devo andare”
le dissi
con gli occhi che pungevano per quella nuova separazione.
“Lo
so Edward. Lo capisco. Così come immagino che mi diresti no
se ti
chiedessi di accompagnarti” mi rispose sorniona.
I
miei occhi si accesero per la preoccupazione e con un tono di voce
più forte di quello che volevo esclamai “No
Bella!” poi abbassai
la voce contrito “E' troppo pericoloso per te... ed
è una cosa che... devo fare da solo.” finii.
“Vuoi
portare Rebecca qua?” mi chiese inclinando leggermente la
testa per
studiare meglio la mia espressione.
“Non
lo so Bella. Non so cosa succederà.” mormorai
avvilito.
Lei
annui e mettendosi sulle punte dei piedi mi baciò. Un bacio
dolce e
profondo.
“Ti
amo Edward... cerca di non dimenticarlo” mi disse prima di
voltarsi e scappare lasciandomi immobile a fissare il vuoto.
Non
la meritavo. Non meritavo tutto quest'amore. E con gli occhi gonfi,
la gola stretta andai a recuperare la macchina che mi avrebbe portato
in Italia.
Il
garage era buio e tutto era silenzioso. Assorto nei miei pensieri
non sentii i loro odori e non mi accorsi della loro presenza. E
quando realizzai… ormai era troppo tardi.
Carlisle
Era
chiaro che sarebbe partito dopo la cerimonia. Non aveva cambiato
idea mi confermò Alice durante il ricevimento.
Lei
era triste come lo ero io.
Sapevamo
che Edward era cambiato e lo tenevamo d'occhio con discrezione in
continuazione, ma ci rendevamo tutti conto che non era più
lui.
Dove
era finito il mio ragazzo spensierato e felice?
Volterra
ci aveva restituito l'ombra dell' Edward che conoscevamo e malgrado
fossero passati ormai molti mesi la situazione non era cambiata.
E al
matrimonio ne avemmo l'ennesima conferma.
Era
pronto ad attaccare Seth. Non un licantropo qualsiasi ma il suo amico
Seth! Quel ragazzo per il quale fino a pochi mesi prima, avrebbe
dato la sua vita per difenderlo.
Seth
ero stato il primo ad accettarci e a schierarsi con noi senza
chiedere o pretendere nulla e tutti noi gli volevamo bene. Ma era
soprattutto con Edward che si era instaurato un rapporto bellissimo
durante la gravidanza di Bella.
Ma
adesso Edward era cambiato.
Mi
ero sempre rifiutato con me stesso di ammetterlo, ma aveva ragione.
Finché non si fosse chiarito con i suoi sentimenti,
finché non
avesse dissolto le ultime nuvole del suo cuore e imbrigliato il
vampiro dentro di lui, non avrebbe trovato pace fra di noi.
E
adesso stava partendo.
Avevo
visto Bella evitarlo per quasi tutta la sera e la ragione non poteva
essere che una.
Lui
le aveva parlato.
E con
il cuore in gola presi per mano Esme e insieme andammo ad aspettarlo
per salutarlo un ultima volta.
Non
sarebbe partito come un ladro nella notte.
Non
sarebbe partito prima di aver saputo che l'amavamo ancora e che
avrebbe potuto far ritorno a casa in qualsiasi momento sia da solo
che con ....Rebecca.
Stentavo
a pronunciare quel nome che tanto ci aveva fatto soffrire. Ma sebbene
le conseguenze avrebbero potuto essere nefaste, a sentire Alice,
avrei accolto lo stesso quella vampira in casa nostra.
Non
potevo fare diversamente, non avrei mai permesso a lei o a chiunque
altro di farmi perdere il mio dolce figliolo.
Alice
I due
sposini erano partiti ed io stavo ferma al margine del prato a far
compagnia a una Bella silenziosissima.
Non
ci eravamo parlate, non mi aveva detto nulla ma io sapevo tutto,
così
come sapevo che lei non l'avrebbe lasciato partire senza prima
avergli rammentato un ultima volta il suo amore.
“Bella”
le sussurrai dopo aver avuto la visione su di loro in camera. Lei
alzò gli occhi su di me e mi sorrise appena. Poi prese fiato
e mi
sussurrò “Adesso vado”.
L'abbracciai
stretta a me e poi la segui con lo sguardo allontanarsi. Stava
andando da mio fratello e di questo le sarei stata per sempre grata.
Un
dolce profumo attirò la mia attenzione e vidi Jasper in
compagnia di Emmett e Rosalie venire verso di me.
“Cosa
sta succedendo?” mi chiese Jasper nervoso.
Lui
doveva aver capito che qualcosa non andava, i sentimenti di
disperazione di Edward, quelli di dolore di Bella, di paura e
tristezza dei nostri genitori sicuramente l'avevano investito tutta
la sera esattamente come i miei che avevo cercato di nascondergli.
Per
un attimo non risposi.
Edward
non aveva voluto rivelare loro nulla, forse per paura di ferirli,
forse per paura di essere fermato e indecisa mi chiesi se dovessi
raccontargli o meno la verità.
Ma
non potevo mentire a Jasper ed ero sicura che Edward stesse
sbagliando.
“Edward
sta per partire e tornare a Volterra” dissi loro in un
sussurro
appena udibile.
Il
mio amore e i miei fratelli mi guardarono con gli occhi sbarrati
increduli, mentre raccontavo loro ciò che Edward aveva
nascosto in
questi lunghi mesi e ciò che si preparava a fare.
Non
dissero nulla, non imprecarono, non gli sfuggì una sola
parola di
biasimo verso loro fratello mentre metabolizzavano l'accaduto.
Alla
fine quando calò il silenzio insopportabile vidi Jasper
alzare lo
sguardo verso la finestra illuminata della camera di Edward e
prendermi per mano “Andiamo” disse mentre tutti e
quattro ci
allontanavamo nel buio.
Nessun commento:
Posta un commento