martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 35 - Pamela e Jasper

Edward

Quando ripresi conoscenza cercai di alzarmi ma le mani forti di Rebecca mi costrinsero a stare giù.
Era seduta sul letto e a parte gli occhi neri e le occhiaie profonde per la sete aveva il viso riposato e tranquillo.
Mi sorrise mentre mi faceva una carezza sulla guancia.
“Ciao Rebecca, sto bene voglio alzarmi” le dissi sorridendole a mia volta.
Lei scosse la testa e mi premette la mano sul petto per tenermi giù.
Sospirai e cercai nuovamente di tirarmi su.
Lei iniziò a scuotere la testa chiaramente preoccupata.
“Rebecca mi sento bene. Mi fai scendere?” chiesi nuovamente gentilmente cercando di non perdere la pazienza.
Quando si metteva in testa qualcosa non riuscivo a farle cambiare idea.
La risposta fu la stessa. Decisamente non voleva.
Odiavo comportarmi così con lei, ma con decisione scostai la mano e mi misi dapprima seduto e poi in piedi velocemente.
Ovviamente aveva ragione lei, perché la testa iniziò a girarmi velocemente, troppo velocemente.
Tutto divenne nero e lei mi prese appena in tempo prima che mi afflosciassi per terra.
Poi con decisione mi fece sdraiare nuovamente.
“A quanto pare, avevi ragione. ” ammisi malvolentieri
Lei mi sorrise ridacchiando e annuendo grata che riconoscessi i suoi motivi.
“Mi sono alzato troppo veloce, se mi lasci fare lentamente magari riesco a stare in piedi” riprovai.
Il suo sguardo divenne duro e arricciò le labbra mostrandomi i denti.
“Ok va bene. Hai vinto tu... per ora” dissi adagiandomi sul cuscino.
Era inutile insistere e poi aveva ragione. Mi sentivo debole. Il veleno del licantropo mi aveva massacrato. Mi sentivo la bocca e la gola secca, e avevo sete. Troppa sete, per starmene tranquillo a letto. La cosa che mi preoccupava era che malgrado il mostro stesse smaniando dentro di me, ero privo di veleno.
Chiusi gli occhi e iniziai a ripensare a quello che mi avevano detto Ilmi e Alec.
E la ferita al mio cuore si riaprì sanguinante.
Stavo rimuginando triste e sconsolato quando la porta si aprii ed entrò Demetri tutto sorridente.
“Ciao Edward. Finalmente sei sveglio.”
Gli sorrisi e annui “Rebecca non mi vuole far alzare, ma sto bene” spiegai.
“Ha l'ordine di Angela di tenerti a letto. E devi ubbidirle.” sghignazzo sedendosi sul bordo del letto “Seriamente Edward. Come ti senti?” e il suo volto divenne serio mentre scrutava il mio.
“Mi sento debole. E ho una gran sete. Non hai una bottiglia come l'altra volta?” provai a chiedergli.
Lui scosse la testa “No Edward. Abbiamo troppi neonati e le provviste servono per tenerli buoni. Stasera ci sarà il banchetto ed Aro vorrebbe che tu partecipassi. ” mi spiegò circospetto, studiando la mia reazione.
Sentii il mostro che era in me esultare più forte all'idea del sangue caldo e buono che mi aspettava. Sarebbe stato dura riuscire a imprigionarlo, la sua forza era cresciuta in questi mesi e la battaglia l'aveva reso ancora più potente insieme al sangue umano di cui mi ero nutrito in precedenza.
Mi passai la lingua sulle labbra aride ed annui.
“Ho sete Demetri. Non c'è un altro modo?” provai a chiedere mettendo a tacere il mio istinto.
Lui scosse la testa. “Se ce la fai a resistere tre o quattro giorni, può darsi, ragazzo. Ma non subito” rispose studiandomi.
Sospirai, non sapevo come uscire da quella situazione. Lui smaniava e i legami erano ormai deboli e sfilacciati.
L'unica era provare a parlarne con Aro, forse visto il mio comportamento avrebbe trovato un nuovo compromesso.
“Devo parlare subito con Aro, Demetri.” asserì deciso mentre provavo nuovamente ad alzarmi.
Lui mi bloccò per la spalla. “Non ti puoi alzare Edward. Sei troppo debole ancora” precisò scuotendo la testa.
“Ce la posso fare, Demetri.” risposi deciso mentre mi passavo nuovamente la lingua sulle labbra aride.
Lui mi scrutò indeciso poi a bruciapelo mi chiese “Hai veleno in bocca Edward?” mi guardava preoccupato.
Io scossi la testa “Ho la bocca e gola asciutte. Non riesco a produrlo” gli confessai infastidito.
Il veleno è la nostra principale arma, oltre che essere un riflesso alla sete. Ed esserne privo assetato com'ero era assai preoccupante.
Potevo vedere il suo sguardo assorto.
“Già quando eri nel bosco ferito, ne eri privo. Tuo padre ha dato colpa alla tue ferite. Mi sto domandando se sei guarito del tutto. Ragazzo” mi spiegò studiandomi come a cercare se avessi altri problemi “C'è qualcos'altro di strano nel tuo corpo?” mi chiese.
Ci pensai un attimo. Mi sentivo normale, a parte l'essere stanco e assetato. Ma per il resto era tutto a posto. Scossi la testa “No. A parte la mancanza di veleno mi sento bene. Voglio scendere, voglio parlare con Aro. Non posso aspettare , la sete mi sta divorando.” ripresi.
“No Edward. Devi stare ancora a letto. E Angela vuole che tu prenda questa nuova medicina. Dice che ti metterà in forze velocemente” affermò andando a recuperarla sullo scaffale.
“Non serve Demetri. Se bevo passerà tutto .” conclusi deciso.
Lui si fermò studiandomi. Probabilmente si stava chiedendo se fidarsi o meno. Poi, con mio grande sollievo, annui “Stai a letto. Vado a parlare con Aro, vedo se può riceverti” e si allontanò.
Mi misi giù, non potevo far altro.
Il tempo sembrava non passare mai quando finalmente sentii bussare alla porta.
Era Damiano “Mio Capitano. Aro ti aspetta nel suo studio” mi disse con lo sguardo basso e rispettoso.
Rimasi a fissarlo un attimo. Nessuno si era mai comportato così con me, e preso in contropiede gli risposi “Ehm, si grazie...” titubante.
Lui uscii ed io fissai Rebecca “ Finalmente, non ci speravo più di riuscire a parlargli.” e tirandomi su le feci una carezza sulla testa.
Lei mi sorrise e mi porse il braccio. Forse temeva che sarei caduto, ma io scossi la testa “Rebecca sto bene, finiscila di fare la mamma apprensiva” scherzai.
Ma mi pentii subito. I miei pensieri volarono ad Esme. Lei sicuramente sarebbe stata in ansia per me, dovevo trovare il modo di comunicare con loro. Aro me lo doveva, me lo aveva promesso.
Mi alzai, ed effettivamente constatai di non essere proprio in piena forma. La testa mi girava e mi sentivo un budino, ma caparbio mi diressi in bagno per darmi una lavata.
Mi vestii molto lentamente aiutato da Rebecca che mi stava attaccata per paura che cadessi. Poi mi mise la solita mantellina sulle spalle. Con sorpresa notai che le bordature bianche erano sparite. La guardai con fare interrogativo, ma lei si limitò a stringersi nelle spalle mentre me la sistemava tutta sorridente.
Uscimmo per mano e ci avviammo verso lo studio di Aro. Mi muovevo circospetto, ogni minuto che passava, mi sentivo sempre peggio.
Stavamo passando nel corridoio quando ci imbattemmo in un gruppetto di neonati scortati da Rubens, Kong ed Alec. Non feci neanche in tempo a capire quello che succedeva che sentii una voce gridare il mio nome mentre venivo sbattuto con violenza contro la parete del corridoio.
Le sue mani erano fortissime ed io debole non riuscii ad opporre nessuna resistenza mentre mi ritrovai schiacciato con le sue labbra premute sulle mie.
Le sue mani forti, premevano sulle mie spalle mentre la sua lingua si infilò nella mia bocca.
Cercai di respingere quel corpo, ma non riuscivo a muovermi.
“Adesso basta Pamela. Smettila.” le mani forti di Rubens staccarono la ragazza da me.
Mentre mi afflosciavo per terra stordito da quell'attacco inaspettato.
Vidi Alec lasciare Rebecca che aveva afferrato mentre se la rideva di gusto “Era giusto che Pamela si prendesse una piccola rivincita Edward... dal momento che le hai rubato la vita. E' stata trasformata per colpa tua!!” concluse sorridendo.
Alzai gli occhi e vidi Pamela, con lo sguardo rosso rubino tipico dei neonati fissarmi intensamente. Mi voleva disperatamente. I suoi pensieri erano più che espliciti. Parlavano di sesso sfrenato. “Edward. Adesso sono come te. Ti prego vienimi a trovare. Posso essere tua... per sempre” chiocciò passandosi la lingua sulle labbra con un gesto chiaramente provocatorio.
La fissai confuso e spiazzato. “Mi spiace Pamela. Non credevo che il mio comportamento, ti condannasse a questa vita” cercai di scusarmi.
“Non sono arrabbiata con te Edward. Adesso finalmente puoi stare con me. Non devi più fuggire o nasconderti. Posso essere tua... amore mio” quell'ultima parola mi fece tremare.
Mi mancava solo una vampira innamorata.
Dovevo spiegarle. “Pamela, io.... tu ... non. Io stavo... io... mi serviva il computer!” sputai quell'ultima frase disgustato da me stesso mentre il suo sguardo diventava vitreo, finalmente aveva compreso.
“Tu... mi hai … usata?! Me la pagherai Edward!!” e con un gesto felino si lanciò su di me.
Provai a spostarmi ma ero lento e debole. Per mia fortuna Rubens l'agguantò al volo mentre Rebecca si portava in mia protezione. “Basta Pamela. Controllati!! Quando sarai più tranquilla potrai cercarlo, ma per ora vieni via” la sgridò Rubens trascinandola lontano da me.
Lei lo seguì calma e ubbidiente. Poi si voltò e lentamente mi sibilò. “Avrò la mia vendetta Edward ed avrò te!” .

Rimasi fermo ancora scosso dall'accaduto. Avevo già diversi nemici all'interno della Rocca e mi mancava solo Pamela. Stupito notai l'assenza di veleno in bocca. Dopo un attacco del genere avrei dovuto averlo in eccesso, ma invece nulla. Ingoiai a vuoto, con la gola in fiamme e guardai Rebecca che fissava il gruppo allontanarsi. “Andiamo” le sussurrai, mentre mi alzavo e mi studiavo per controllare eventuali danni.
Lei si voltò a guardarmi e si allungò appena in tempo per afferrarmi al volo.
Le gambe mi avevano ceduto.
La testa mi girava e vedevo tutto nero.
Mi aiutò a mettermi in piedi e mi guardò dritto negli occhi. “Sto bene. Sono solo debole. Probabilmente è la sete” biascicai con la bocca impastata cercando di minimizzare.
Mi stavo sentendo sempre peggio.
Adesso facevo fatica anche a parlare ma non volevo mollare.
Lei mi guardò di traverso per nulla convinta e poi passandomi il braccio sotto le spalle s'incamminò verso lo studio di Aro.
Quando entrammo presi Rebecca per mano. Non volevo farmi veder debole o sofferente da lui.
“Oh Edward. Volevi parlarmi?” la sua voce era gentile mentre scrutava il mio viso dal quale doveva trasparire la fatica che facevo per rimanere in piedi e lucido.
“Voglio parlare con la mia famiglia. Me l'hai promesso. E ho sete... ma non voglio partecipare al banchetto... ” risposi con un filo di voce mentre tutto diventava nero e sfocato intorno a me. L'ultima cosa che percepii furono le braccia di Rebecca stringermi prima di scivolare nel buio.


Bella

Jasper avanzò lento senza levarmi gli occhi da dosso. Non sapevo cosa aspettarmi da lui.
“Dimmi Jasper. Cosa succede?”
Lui si fermò in piedi poco lontano poi si portò le mani dietro la schiena e iniziò a passeggiare avanti e indietro.
“Bella so cosa stai provando” esordì.
Un sorriso si dipinse sul mio volto. Certo che lo sapeva. Non aveva bisogno di dirmelo
“E stai sbagliando” proseguì fermandosi e fissandomi con i suoi meravigliosi occhi gialli.
“No Jasper. Sei tu che non capisci. Edward mi ha mentito e ha tradito la fiducia e l'amore che riponevo in lui” gli spiegai. Possibile che non capisse come mi sentivo?
Subito sentii una pace scendere sul mio animo “Smettila subito!! Non provare a influenzarmi. Fratello” e sputai fuori quest'ultima parola con una rabbia che non pensavo di possedere.
“Bella io ero là.” mi spiegò paziente portandosi veloce vicino al mio letto. Il suo viso era carico di sofferenza.
“Certo che c'eri. Non sei mica un fantasma. Abbiamo visto e sentito le stesse cose Jasper” sibilai infuriata.
Lui non cercò di calmarmi mentre proseguiva con il volto triste e concentrato “Vedi Bella. E' difficile spiegarmi. Ma quando Edward è con tè il suo amore sprizza da ogni poro. Mi investe, mi travolge, mi esalta. Là questo non è successo.” concluse
“Jasper, per forza, stava male” scossi la testa. Ma dove voleva andare a parare?
“No Bella... non è questo. Edward non ama quella vampira. Lui aveva bisogno di lei, la cercava, la voleva. Ma non per amore.” cercò di spiegarsi
“Ma se tu vuoi una persona così disperatamente è perché la ami e la desideri” lo corressi infastidita dalla piega del discorso.
“No Bella non sempre. Ci sono vari tipi di desiderio, non solo quello sessuale. Anch'io ti desideravo quando eri umana e non per gli stessi motivi di Edward” sorrise abbassando gli occhi al ricordo di quanto gli avessi istigato la sete.
“Oh no Jasper. Non mi puoi dire che Edward, stava con lei perché voleva mangiarsela. E' una vampira” scossi la testa ridacchiando per la sua ingenuità.
Lui mi sorrise paziente “No Bella. E' ovvio che non era sete quello che provava. E' che lui, pur desiderandola, non la desiderava per amore” concluse guardandomi.
“E per che cosa allora?” gli chiesi scuotendo la testa. “Perché mai avrebbe dovuto... baciarla” e quell'ultima parola mi uscii come un insulto.
“Non lo so” ammise sconsolato “Non sono riuscito a riconoscere i sentimenti, era troppo confuso e dolorante. Sembrava... quasi... che lei fosse la sua... morfina... Si ecco la voleva come se fosse morfina come se... potesse alleviargli... il dolore” sembrava confuso anche Jasper.
“E dai Jasper. Non dire scemate. L'hai visto come si baciavano appassionatamente. Ci mancava poco che lo spogliasse e facessero l'amore davanti a noi” conclusi amara.
“Non credo proprio Bella” mi sorrise chiaramente imbarazzato “Carlisle ha verificato” sussurrò e se avesse potuto sarebbe arrossito.
“Cosa intendi Jasper. Con Carlisle ha verificato?” chiesi adesso incuriosita e quasi divertita immaginandomi la scena.
Abbassò gli occhi e si passò la mano sul naso come a nascondersi “Non c'era eccitazione... Edward, non era eccitato da quel contatto. Carlisle gli ha toccato l'inguine” e mi guardò imbarazzato.
Rimasi in silenzio titubante. “Non... era pronto?” chiesi stavolta a essere imbarazzata ero io.
Lui annui. Era buffo parlare di questi argomenti con Jasper... lui era sempre così timido e riservato... fosse stato Emmett mi sarei anche fatta due risate... ma lui mi stava mettendo a disagio.
“Perché mi dici questo Jasper?” chiesi confusa. Se non era eccitato... E io sapevo quanto poco ci volesse quando eravamo assieme... bastava una carezza o un sospiro a volte.
Ma forse era il veleno, mi corressi mentalmente. “Poteva essere l'effetto del veleno” ribattei sconfortata.
“Può essere Bella. Non lo sapremo mai se non vuoi parlare con lui ” e mi guardò studiando la mia reazione.
“E' così allora!! E per questo che sei venuto? Hai paura che non voglia parlarci vero? Lo stai proteggendo!! Ma hai sbagliato Jasper. Io fra due giorni partirò e voi non mi fermerete. Ho deciso.” la mia rabbia era esplosa. Mi sentivo raggirata e sapevo anche chi fosse il vero autore.
“Alice vieni subito qui!!!” gridai esasperata.
Lei entrò tranquilla e abbracciò Jasper baciandolo sulla guancia.
“Quello che ti ho raccontato è vero” sibilò lui offeso dalla mia reazione.
“Bella, va bene. Non dirò nulla. Fra due giorni potrai pure partire, ma stasera leggerai con noi la sua e-mail?” chiocciò lei.
Guardai Alice strabuzzando gli occhi. “Cosa?” chiesi stupita.
“Ecco adesso... Va bene!! Hai cambiato decisione!!” sorrise tutta felice allontanandosi e gridando a a tutti “Stasera riceveremo un' e-mail di Edward”
Guardai Jasper “Non ho capito, mi vuoi spiegare per favore.” ero esasperata dal comportamento di Alice.
Lui annui sorridendomi “Alice aveva visto che avresti cancellato l' e-mail senza leggerla. Volevamo farti cambiare idea” ammise sottovoce titubante aspettando la mia reazione.
Aprii la bocca e la richiusi mentre scuotevo la testa mio malgrado divertita da quella congiura.
Poi lo fissai “Quello che mi hai raccontato è... tutto, ma proprio tutto... vero?” gli chiesi.
Lui annui soddisfatto che non gli avessi staccato la testa dal collo.
“E c'è dell'altro” continuò guardandomi seriamente “Alice non l'aveva visto baciarsi Rebecca. Aveva visto solo te scappare disperata.” concluse assorto.
“Perché?” chiesi
“Lo specchio era in funzione.” asserì deciso “E mi domando chi o cosa sia dal momento che in precedenza l'aveva già visto baciarsi Rebecca. Qualcosa non quadra Bella. E' tutto così strano... così confuso” finii.
Poi prese fiato si avvicinò, si sedette a fianco a me , mi prese le mani e guardandomi con gli occhi dolci e sofferenti nello stesso tempo, disse “Ti prego Bella. Qualsiasi cosa sia successa, dagli un altra possibilità... lascialo almeno spiegarsi e scusarsi. Lui ti ama in maniera disperata. Io lo so!!”
Abbassai lo sguardo. Non avevo mai visto Jasper così.
Lui era così forte, così orgoglioso.
Sapevo che si volevano bene con Edward, ma non immaginavo ci fosse un rapporto così stretto fra loro.
Non immaginavo potesse arrivare quasi a supplicarmi di dargli una possibilità.
Annui questo potevo permetterlo.
Avrei letto la sua e-mail e avrei cercato di capire e perdonarlo.
Lo dovevo almeno alla mia nuova famiglia. Lo dovevo almeno a loro. E poi non potevo mentire più di tanto a me stessa. E Jasper lo sapeva benissimo.

Amavo ancora Edward in maniera totale e disperata.

Nessuno di noi poteva sapere che quello che avremmo letto era tutt'altro che delle spiegazioni o delle scuse e che forse sarebbe stato meglio cancellare quella maledetta bustina gialla.

Nessun commento:

Posta un commento