Edward
Quando
ripresi conoscenza
cercai di alzarmi ma le mani forti di Rebecca mi costrinsero a stare
giù.
Era
seduta sul letto e a
parte gli occhi neri e le occhiaie profonde per la sete aveva il viso
riposato e tranquillo.
Mi
sorrise mentre mi
faceva una carezza sulla guancia.
“Ciao
Rebecca, sto bene
voglio alzarmi” le dissi sorridendole a mia volta.
Lei
scosse la testa e mi
premette la mano sul petto per tenermi giù.
Sospirai
e cercai
nuovamente di tirarmi su.
Lei
iniziò a scuotere
la testa chiaramente preoccupata.
“Rebecca
mi sento bene.
Mi fai scendere?” chiesi nuovamente gentilmente cercando di
non
perdere la pazienza.
Quando
si metteva in
testa qualcosa non riuscivo a farle cambiare idea.
La
risposta fu la stessa.
Decisamente non voleva.
Odiavo
comportarmi così
con lei, ma con decisione scostai la mano e mi misi dapprima seduto e
poi in piedi velocemente.
Ovviamente
aveva ragione
lei, perché la testa iniziò a girarmi
velocemente, troppo
velocemente.
Tutto
divenne nero e lei
mi prese appena in tempo prima che mi afflosciassi per terra.
Poi
con decisione mi fece
sdraiare nuovamente.
“A
quanto pare, avevi
ragione. ” ammisi malvolentieri
Lei
mi sorrise
ridacchiando e annuendo grata che riconoscessi i suoi motivi.
“Mi
sono alzato troppo
veloce, se mi lasci fare lentamente magari riesco a stare in
piedi”
riprovai.
Il
suo sguardo divenne
duro e arricciò le labbra mostrandomi i denti.
“Ok
va bene. Hai vinto
tu... per ora” dissi adagiandomi sul cuscino.
Era
inutile insistere e
poi aveva ragione. Mi sentivo debole. Il veleno del licantropo mi
aveva massacrato. Mi sentivo la bocca e la gola secca, e avevo sete.
Troppa sete, per starmene tranquillo a letto. La cosa che mi
preoccupava era che malgrado il mostro stesse smaniando dentro di me,
ero privo di veleno.
Chiusi
gli occhi e
iniziai a ripensare a quello che mi avevano detto Ilmi e Alec.
E
la ferita al mio cuore
si riaprì sanguinante.
Stavo
rimuginando triste
e sconsolato quando la porta si aprii ed entrò Demetri tutto
sorridente.
“Ciao
Edward. Finalmente sei sveglio.”
Gli
sorrisi e annui
“Rebecca non mi vuole far alzare, ma sto bene”
spiegai.
“Ha
l'ordine di Angela
di tenerti a letto. E devi ubbidirle.” sghignazzo sedendosi
sul
bordo del letto “Seriamente Edward. Come ti senti?”
e il suo
volto divenne serio mentre scrutava il mio.
“Mi
sento debole. E ho
una gran sete. Non hai una bottiglia come l'altra volta?”
provai a
chiedergli.
Lui
scosse la testa “No
Edward. Abbiamo troppi neonati e le provviste servono per tenerli
buoni. Stasera ci sarà il banchetto ed Aro vorrebbe che tu
partecipassi. ” mi spiegò circospetto, studiando
la mia reazione.
Sentii
il mostro che era
in me esultare più forte all'idea del sangue caldo e buono
che mi
aspettava. Sarebbe stato dura riuscire a imprigionarlo, la sua forza
era cresciuta in questi mesi e la battaglia l'aveva reso ancora
più
potente insieme al sangue umano di cui mi ero nutrito in precedenza.
Mi
passai la lingua sulle
labbra aride ed annui.
“Ho
sete Demetri. Non
c'è un altro modo?” provai a chiedere mettendo a
tacere il mio
istinto.
Lui
scosse la testa. “Se
ce la fai a resistere tre o quattro giorni, può darsi,
ragazzo. Ma
non subito” rispose studiandomi.
Sospirai,
non sapevo come
uscire da quella situazione. Lui smaniava e i legami erano ormai
deboli e sfilacciati.
L'unica
era provare a
parlarne con Aro, forse visto il mio comportamento avrebbe trovato un
nuovo compromesso.
“Devo
parlare subito con Aro, Demetri.” asserì deciso
mentre provavo nuovamente ad
alzarmi.
Lui
mi bloccò per la
spalla. “Non ti puoi alzare Edward. Sei troppo debole
ancora”
precisò scuotendo la testa.
“Ce
la posso fare,
Demetri.” risposi deciso mentre mi passavo nuovamente la
lingua
sulle labbra aride.
Lui
mi scrutò indeciso
poi a bruciapelo mi chiese “Hai veleno in bocca
Edward?” mi
guardava preoccupato.
Io
scossi la testa “Ho
la bocca e gola asciutte. Non riesco a produrlo” gli
confessai
infastidito.
Il
veleno è la nostra
principale arma, oltre che essere un riflesso alla sete. Ed esserne
privo assetato com'ero era assai preoccupante.
Potevo
vedere il suo
sguardo assorto.
“Già
quando eri nel
bosco ferito, ne eri privo. Tuo padre ha dato colpa alla tue ferite. Mi
sto domandando se sei guarito del tutto. Ragazzo” mi
spiegò
studiandomi come a cercare se avessi altri problemi
“C'è
qualcos'altro di strano nel tuo corpo?” mi chiese.
Ci
pensai un attimo. Mi
sentivo normale, a parte l'essere stanco e assetato. Ma per il resto
era tutto a posto. Scossi la testa “No. A parte la mancanza
di
veleno mi sento bene. Voglio scendere, voglio parlare con Aro. Non
posso aspettare , la sete mi sta divorando.” ripresi.
“No
Edward. Devi stare
ancora a letto. E Angela vuole che tu prenda questa nuova medicina.
Dice che ti metterà in forze velocemente”
affermò andando a
recuperarla sullo scaffale.
“Non
serve Demetri. Se
bevo passerà tutto .” conclusi deciso.
Lui
si fermò
studiandomi. Probabilmente si stava chiedendo se fidarsi o meno. Poi,
con mio grande sollievo, annui “Stai a letto. Vado a parlare
con
Aro, vedo se può riceverti” e si
allontanò.
Mi
misi giù, non potevo
far altro.
Il
tempo sembrava non
passare mai quando finalmente sentii bussare alla porta.
Era
Damiano “Mio
Capitano. Aro ti aspetta nel suo studio” mi disse con lo
sguardo
basso e rispettoso.
Rimasi
a fissarlo un
attimo. Nessuno si era mai comportato così con me, e preso
in
contropiede gli risposi “Ehm, si grazie...”
titubante.
Lui
uscii ed io fissai
Rebecca “ Finalmente, non ci speravo più di
riuscire a
parlargli.” e tirandomi su le feci una carezza sulla testa.
Lei
mi sorrise e mi porse
il braccio. Forse temeva che sarei caduto, ma io scossi la testa
“Rebecca sto bene, finiscila di fare la mamma
apprensiva”
scherzai.
Ma
mi pentii subito. I
miei pensieri volarono ad Esme. Lei sicuramente sarebbe stata in
ansia per me, dovevo trovare il modo di comunicare con loro. Aro me
lo doveva, me lo aveva promesso.
Mi
alzai, ed
effettivamente constatai di non essere proprio in piena forma. La
testa mi girava e mi sentivo un budino, ma caparbio mi diressi in
bagno per darmi una lavata.
Mi
vestii molto
lentamente aiutato da Rebecca che mi stava attaccata per paura che
cadessi. Poi mi mise la solita mantellina sulle spalle. Con sorpresa
notai che le bordature bianche erano sparite. La guardai con fare
interrogativo, ma lei si limitò a stringersi nelle spalle
mentre me
la sistemava tutta sorridente.
Uscimmo
per mano e ci
avviammo verso lo studio di Aro. Mi muovevo circospetto, ogni minuto
che passava, mi sentivo sempre peggio.
Stavamo
passando nel
corridoio quando ci imbattemmo in un gruppetto di neonati scortati da
Rubens, Kong ed Alec. Non feci neanche in tempo a capire quello che
succedeva che sentii una voce gridare il mio nome mentre venivo
sbattuto con violenza contro la parete del corridoio.
Le
sue mani erano
fortissime ed io debole non riuscii ad opporre nessuna resistenza
mentre mi ritrovai schiacciato con le sue labbra premute sulle mie.
Le
sue mani forti,
premevano sulle mie spalle mentre la sua lingua si infilò
nella mia
bocca.
Cercai
di respingere quel
corpo, ma non riuscivo a muovermi.
“Adesso
basta Pamela.
Smettila.” le mani forti di Rubens staccarono la ragazza da
me.
Mentre
mi afflosciavo per
terra stordito da quell'attacco inaspettato.
Vidi
Alec lasciare
Rebecca che aveva afferrato mentre se la rideva di gusto “Era
giusto che Pamela si prendesse una piccola rivincita Edward... dal
momento che le hai rubato la vita. E' stata trasformata per colpa
tua!!” concluse sorridendo.
Alzai
gli occhi e vidi
Pamela, con lo sguardo rosso rubino tipico dei neonati fissarmi
intensamente. Mi voleva disperatamente. I suoi pensieri erano
più
che espliciti. Parlavano di sesso sfrenato. “Edward. Adesso
sono
come te. Ti prego vienimi a trovare. Posso essere tua... per
sempre”
chiocciò passandosi la lingua sulle labbra con un gesto
chiaramente
provocatorio.
La
fissai confuso e
spiazzato. “Mi spiace Pamela. Non credevo che il mio
comportamento,
ti condannasse a questa vita” cercai di scusarmi.
“Non
sono arrabbiata
con te Edward. Adesso finalmente puoi stare con me. Non devi
più
fuggire o nasconderti. Posso essere tua... amore mio”
quell'ultima
parola mi fece tremare.
Mi
mancava solo una
vampira innamorata.
Dovevo
spiegarle. “Pamela, io.... tu ... non. Io stavo... io... mi
serviva il
computer!” sputai quell'ultima frase disgustato da me stesso
mentre
il suo sguardo diventava vitreo, finalmente aveva compreso.
“Tu...
mi hai …
usata?! Me la pagherai Edward!!” e con un gesto felino si
lanciò
su di me.
Provai
a spostarmi ma
ero lento e debole. Per mia fortuna Rubens l'agguantò al
volo mentre
Rebecca si portava in mia protezione. “Basta Pamela.
Controllati!! Quando sarai più tranquilla potrai cercarlo,
ma per ora vieni
via” la sgridò Rubens trascinandola lontano da me.
Lei
lo seguì calma e
ubbidiente. Poi si voltò e lentamente mi sibilò.
“Avrò la
mia vendetta Edward ed avrò te!” .
Rimasi
fermo ancora
scosso dall'accaduto. Avevo già diversi nemici all'interno
della
Rocca e mi mancava solo Pamela. Stupito notai l'assenza di veleno in
bocca. Dopo un attacco del genere avrei dovuto averlo in eccesso, ma
invece nulla. Ingoiai a vuoto, con la gola in fiamme e guardai
Rebecca che fissava il gruppo allontanarsi.
“Andiamo” le
sussurrai, mentre mi alzavo e mi studiavo per controllare eventuali
danni.
Lei
si voltò a guardarmi
e si allungò appena in tempo per afferrarmi al volo.
Le
gambe mi avevano
ceduto.
La
testa mi girava e
vedevo tutto nero.
Mi
aiutò a mettermi in
piedi e mi guardò dritto negli occhi. “Sto bene.
Sono solo
debole. Probabilmente è la sete” biascicai con la
bocca impastata
cercando di minimizzare.
Mi
stavo sentendo sempre
peggio.
Adesso
facevo fatica
anche a parlare ma non volevo mollare.
Lei
mi guardò di
traverso per nulla convinta e poi passandomi il braccio sotto le
spalle s'incamminò verso lo studio di Aro.
Quando
entrammo presi
Rebecca per mano. Non volevo farmi veder debole o sofferente da lui.
“Oh
Edward. Volevi
parlarmi?” la sua voce era gentile mentre scrutava il mio
viso dal
quale doveva trasparire la fatica che facevo per rimanere in piedi e
lucido.
“Voglio
parlare con la
mia famiglia. Me l'hai promesso. E ho sete... ma non voglio
partecipare al banchetto... ” risposi con un filo di voce
mentre
tutto diventava nero e sfocato intorno a me. L'ultima cosa che
percepii furono le braccia di Rebecca stringermi prima di scivolare
nel buio.
Bella
Jasper
avanzò lento
senza levarmi gli occhi da dosso. Non sapevo cosa aspettarmi da lui.
“Dimmi
Jasper. Cosa
succede?”
Lui
si fermò in piedi
poco lontano poi si portò le mani dietro la schiena e
iniziò a
passeggiare avanti e indietro.
“Bella
so cosa stai
provando” esordì.
Un
sorriso si dipinse sul
mio volto. Certo che lo sapeva. Non aveva bisogno di dirmelo
“E
stai sbagliando”
proseguì fermandosi e fissandomi con i suoi meravigliosi
occhi
gialli.
“No
Jasper. Sei tu che
non capisci. Edward mi ha mentito e ha tradito la fiducia e l'amore
che riponevo in lui” gli spiegai. Possibile che non capisse
come
mi sentivo?
Subito
sentii una pace
scendere sul mio animo “Smettila subito!! Non provare a
influenzarmi. Fratello” e sputai fuori quest'ultima parola
con una
rabbia che non pensavo di possedere.
“Bella
io ero là.”
mi spiegò paziente portandosi veloce vicino al mio letto. Il
suo
viso era carico di sofferenza.
“Certo
che c'eri. Non
sei mica un fantasma. Abbiamo visto e sentito le stesse cose
Jasper”
sibilai infuriata.
Lui
non cercò di
calmarmi mentre proseguiva con il volto triste e concentrato
“Vedi
Bella. E' difficile spiegarmi. Ma quando Edward è con
tè il suo
amore sprizza da ogni poro. Mi investe, mi travolge, mi esalta.
Là
questo non è successo.” concluse
“Jasper,
per forza,
stava male” scossi la testa. Ma dove voleva andare a parare?
“No
Bella... non è
questo. Edward non ama quella vampira. Lui aveva bisogno di lei, la
cercava, la voleva. Ma non per amore.” cercò di
spiegarsi
“Ma
se tu vuoi una
persona così disperatamente è perché
la ami e la desideri” lo
corressi infastidita dalla piega del discorso.
“No
Bella non sempre. Ci sono vari tipi di desiderio, non solo quello
sessuale. Anch'io ti
desideravo quando eri umana e non per gli stessi motivi di
Edward”
sorrise abbassando gli occhi al ricordo di quanto gli avessi istigato
la sete.
“Oh
no Jasper. Non mi
puoi dire che Edward, stava con lei perché voleva
mangiarsela. E'
una vampira” scossi la testa ridacchiando per la sua
ingenuità.
Lui
mi sorrise paziente “No Bella. E' ovvio che non era sete
quello che provava. E' che
lui, pur desiderandola, non la desiderava per amore” concluse
guardandomi.
“E
per che cosa
allora?” gli chiesi scuotendo la testa.
“Perché mai avrebbe
dovuto... baciarla” e quell'ultima parola mi uscii come un
insulto.
“Non
lo so” ammise
sconsolato “Non sono riuscito a riconoscere i sentimenti, era
troppo confuso e dolorante. Sembrava... quasi... che lei fosse la
sua... morfina... Si ecco la voleva come se fosse morfina come se...
potesse alleviargli... il dolore” sembrava confuso anche
Jasper.
“E
dai Jasper. Non dire
scemate. L'hai visto come si baciavano appassionatamente. Ci mancava
poco che lo spogliasse e facessero l'amore davanti a noi”
conclusi
amara.
“Non
credo proprio
Bella” mi sorrise chiaramente imbarazzato “Carlisle
ha
verificato” sussurrò e se avesse potuto sarebbe
arrossito.
“Cosa
intendi Jasper.
Con Carlisle ha verificato?” chiesi adesso incuriosita e
quasi
divertita immaginandomi la scena.
Abbassò
gli occhi e si
passò la mano sul naso come a nascondersi “Non
c'era
eccitazione... Edward, non era eccitato da quel contatto. Carlisle
gli ha toccato l'inguine” e mi guardò imbarazzato.
Rimasi
in silenzio
titubante. “Non... era pronto?” chiesi stavolta a
essere imbarazzata ero io.
Lui
annui. Era buffo
parlare di questi argomenti con Jasper... lui era sempre
così timido
e riservato... fosse stato Emmett mi sarei anche fatta due risate...
ma lui mi stava mettendo a disagio.
“Perché
mi dici questo
Jasper?” chiesi confusa. Se non era eccitato... E io sapevo
quanto
poco ci volesse quando eravamo assieme... bastava una carezza o un
sospiro a volte.
Ma
forse era il veleno,
mi corressi mentalmente. “Poteva essere l'effetto del
veleno”
ribattei sconfortata.
“Può
essere Bella. Non
lo sapremo mai se non vuoi parlare con lui ” e mi
guardò
studiando la mia reazione.
“E'
così allora!! E
per questo che sei venuto? Hai paura che non voglia parlarci vero? Lo
stai proteggendo!! Ma hai sbagliato Jasper. Io fra due giorni
partirò
e voi non mi fermerete. Ho deciso.” la mia rabbia era
esplosa. Mi
sentivo raggirata e sapevo anche chi fosse il vero autore.
“Alice
vieni subito
qui!!!” gridai esasperata.
Lei
entrò tranquilla e
abbracciò Jasper baciandolo sulla guancia.
“Quello
che ti ho
raccontato è vero” sibilò lui offeso
dalla mia reazione.
“Bella,
va bene. Non
dirò nulla. Fra due giorni potrai pure partire, ma stasera
leggerai
con noi la sua e-mail?” chiocciò lei.
Guardai
Alice
strabuzzando gli occhi. “Cosa?” chiesi stupita.
“Ecco
adesso... Va
bene!! Hai cambiato decisione!!” sorrise tutta felice
allontanandosi e gridando a a tutti “Stasera riceveremo un'
e-mail
di Edward”
Guardai
Jasper “Non ho
capito, mi vuoi spiegare per favore.” ero esasperata dal
comportamento di Alice.
Lui
annui sorridendomi
“Alice aveva visto che avresti cancellato l' e-mail senza
leggerla. Volevamo farti cambiare idea” ammise sottovoce
titubante
aspettando la mia reazione.
Aprii
la bocca e la
richiusi mentre scuotevo la testa mio malgrado divertita da quella
congiura.
Poi
lo fissai “Quello
che mi hai raccontato è... tutto, ma proprio tutto...
vero?” gli
chiesi.
Lui
annui soddisfatto che
non gli avessi staccato la testa dal collo.
“E
c'è dell'altro” continuò guardandomi
seriamente “Alice non l'aveva visto baciarsi
Rebecca. Aveva visto solo te scappare disperata.” concluse
assorto.
“Perché?”
chiesi
“Lo
specchio era in
funzione.” asserì deciso “E mi domando
chi o cosa sia dal
momento che in precedenza l'aveva già visto baciarsi
Rebecca. Qualcosa non quadra Bella. E' tutto così strano...
così confuso”
finii.
Poi
prese fiato si
avvicinò, si sedette a fianco a me , mi prese le mani e
guardandomi con gli occhi dolci e sofferenti nello stesso tempo, disse
“Ti
prego Bella. Qualsiasi cosa sia successa, dagli un altra
possibilità... lascialo almeno spiegarsi e scusarsi. Lui ti
ama in
maniera disperata. Io lo so!!”
Abbassai
lo sguardo. Non
avevo mai visto Jasper così.
Lui
era così forte, così
orgoglioso.
Sapevo
che si volevano
bene con Edward, ma non immaginavo ci fosse un rapporto così
stretto
fra loro.
Non
immaginavo potesse
arrivare quasi a supplicarmi di dargli una possibilità.
Annui
questo potevo
permetterlo.
Avrei
letto la sua e-mail
e avrei cercato di capire e perdonarlo.
Lo
dovevo almeno alla mia
nuova famiglia. Lo dovevo almeno a loro. E poi non potevo mentire
più
di tanto a me stessa. E Jasper lo sapeva benissimo.
Amavo
ancora Edward in
maniera totale e disperata.
Nessuno
di noi poteva
sapere che quello che avremmo letto era tutt'altro che delle
spiegazioni o delle scuse e che forse sarebbe stato meglio cancellare
quella maledetta bustina gialla.
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