venerdì 22 febbraio 2013

CNS Capitolo 36 La richiesta di Marcus


Capitolo 36 La richiesta di Marcus



Edward



Stavo baciando nuovamente Bella sulle labbra, perso nelle sue carezze quando sentii bussare alla porta.

Con un sospiro mi staccai da lei “Che c'è?” chiesi scocciato per quell'interruzione.

Siete convocato fra venti minuti nella Sala del Trono , Capitano” sentii una voce sconosciuta annunciare, da dietro la porta, quello che temevo.

Sbuffai e abbassai gli occhi su Bella “Devo prepararmi” sussurrai odiando profondamente il dovermi staccare da lei.

Lei mi guardò pensosa. Ci eravamo amati in maniera tenera e dolce ma mi era sembrata lontana come se la sua testa fosse altrove.

Cosa c'è Bella?” le chiesi alzandomi e prendendo le sue mani fra le mie  “Ti ho sentito lontana... quasi incerta” mormorai affranto temendo che il suo comportamento fosse dovuto a qualche mio errore.

La sua mano sfiorò il mio viso… una scia dolce e delicata, una carezza sensuale eppure timida.

La sentii sospirare e la vidi mordicchiarsi le labbra, indecisa forse se dirmi o meno la verità. “Edward... perché il letto è così grande?” la sua domanda mi spiazzò completamente.
Rimasi a fissarla imbambolato … non potevo certo dirle che era perché mi ci riposavo con Rebecca... lei avrebbe frainteso.

Il mio silenzio però peggiorò la situazione “Quante volte sei stato sdraiato qui con Rebecca fra le tue braccia?? Quante volte l'hai amata come hai fatto con me??”.

Non era possibile... come potevano mai venirle in mente certe domande?? Eppure potevo capirla... molte volte ero stato geloso di lei a scuola e quanto lo ero stato di Jacob.

Avrei voluto mentirle, dirle che Rebecca non aveva mai messo piede lì dentro, ma sarebbe stato sbagliato.
Dovevo essere sincero... basta bugie o mezze-verità. Il mio modo di fare aveva sempre complicato le cose... il mio desiderio di proteggerla dalla verità aveva creato solo problemi.

E raccogliendo il coraggio gli raccontai senza veli e bugie il rapporto che c'era con Rebecca e come riposassi vicino a lei che aveva il potere di rilassare la mia mente.

La vidi chiudere gli occhi poi aprirli nuovamente “E' la verità Edward?” mi chiese.

Annui guardandola negli occhi sperando che leggesse la mia sincerità nell'anima.

Sul suo viso apparve un sorriso compiaciuto.

Allora non ti ha mai baciato così?” mi chiese appoggiando le sue labbra sulle mie e iniziando un dolce e sensuale bacio.

Certo che no” le risposi subito ridacchiando felice

E neanche accarezzato così?” chiese sfiorandomi con la mano i miei pettorali e provocando un brivido di piacere che risvegliò subito la voglia di lei e un ringhio profondo di piacere dalla gola.

Mai” affermai deciso e sicuro mentre esultavo dentro di me. Le avevo detto la verità e lei mi aveva creduto.

Ero pronto a rifare l'amore con lei ad accarezzarla ancora per ore ma dopo aver risposto al suo bacio con molto dispiacere e con un sospiro mi staccai da lei.

Devo andare. Devo presentarmi alla riunione.” le dissi abbassando la testa dispiaciuto e nuovamente preoccupato. La realtà aveva nuovamente bussato alla nostra porta.

Hai ragione. Vestiamoci, altrimenti arriveremo in ritardo” mi rispose risoluta alzandosi veloce.

Per un attimo rimasi interdetto. Aveva parlato al plurale??

Bella...” iniziai indeciso e preoccupato “Hanno convocato me... non so se puoi venire” conclusi guardandola di traverso mentre stava cercando la sua biancheria che avevo sfilato con molta destrezza trattenendomi dal non farla a brandelli.

I suoi occhi fiammeggiarono un attimo “Certo che vengo. Forse non hai ancora capito ma non intendo staccarmi un attimo da te. Capitano!” concluse mettendo l'accento sull'ultima parola e tirandomi la camicia della divisa che avevamo buttato sul divano.

E se vuoi arrivare puntuale, ti conviene anche vestirti rapidamente prima che ci ripensi e decida di tenerti prigioniero qua” scherzò fissando in maniera sfacciata la mia virilità.

Scossi la testa e rinunciai a protestare ridacchiando della sua audacia. Sarebbe stato perfettamente inutile discutere con lei. E a malincuore mi affrettai a indossare la divisa rimpiangendo di non poter cedere al suo ricatto.

Stavo allacciando la mantellina quando lei si avvicinò e me la lisciò sulle spalle sistemandola perfettamente “Ecco così sembri proprio un Capitano delle Guardie” cercò di scherzare ma i suoi occhi rivelavano quella preoccupazione che si era insinuata lentamente e inesorabilmente nei nostri cuori.

Quando fummo pronti mi avviai verso lo studio di Aro pensando che la riunione fosse nella sala circolare ma non facemmo in tempo a fare dieci passi che vidi Kong venirmi incontro sorridente.

Edward. La riunione è nella Sala del Trono. Vieni parteciperanno tutte le Guardie” mi disse stringendomi il braccio e abbassando poi la testa verso Bella “E questa immagino sia la tua Signora ” continuò sorridendole.

Bella annui e gli strinse la mano disinvolta “Il mio nome è Bella” rispose semplicemente.

A quel punto dovevo fare le presentazioni “Questo è Kong. L'istruttore delle Guardie e un amico” spiegai.

Bella mi guardò un attimo interdetta poi gli sorrise “Piacere”

Anche lui le sorrise “Piacere mio. Il nostro Edward ha scelto proprio bene” commentò ridacchiando e dandomi una manata sulle spalle.

Sospirai e scossi la testa mentre la porta della Sala del Trono si apriva di fronte a noi.

Aspettami qui... in fondo” le dissi. Non volevo che si facesse notare... non sapevo cosa mi aspettava.

Per una volta la vidi annuire. Stai attento Edward. Ti amo. Le sue parole entrarono nella mia mente ed io mi voltai a sorriderle. Aveva alzato un attimo lo scudo per rassicurarmi.

Poi mi portai avanti e mi misi vicino a Demetri e Felix.

Le due guardie, come mi videro mi abbracciarono strette, felici di rivedermi.

Rebecca era a fianco a Demetri e mi guardava sorridendo soddisfatta.

Le sorrisi anch'io e le feci un veloce cenno di saluto con la mano stando ben attento a non avvicinarmi troppo a lei. Non volevo irritare Bella che sicuramente mi stava osservando.



Marcus seduto sul trono centrale si alzò in piedi e noi tutti tacemmo e rivolgemmo la nostra attenzione al Signore di Volterra.



Guardie noi tutti siamo qui riuniti per prendere una decisione importante.

Come sapete i Signori di Volterra sono sempre stati tre.

E tre dovranno essere nuovamente.

Ora è giusto che voi stesse decidiate da chi volete essere comandate.

Chi volete Guardie sul trono di Volterra con me?”



Le sue parole mi avevano preso in contropiede. Non mi aspettavo che Marcus volesse dividere il suo potere ne tanto meno che chiedesse alle Guardie da chi volessero essere comandate.

Era un saggio e ancora una volta lo stava dimostrando.

Aveva capito come tenere il potere e assicurare stabilità a Volterra e alla nostra razza. Se fossero state le Guardie a scegliere non ci sarebbero state contestazioni future o rivolte e Volterra ne sarebbe uscita ancora più forte di prima.

Il silenzio era caduto pesante fino a che la voce potente di Ilmi non lo spezzò.



Edward” si limitò a dire ad alta voce.

Lo guardai spaventato e disorientato mentre il mio nome rimbombava nella sala ripetuto ad alta voce dalle Guardie in una lenta e costante melodia.

Non riuscivo a crederci...



Le Guardie volevano che assumessi il potere.



Mi voltai e i miei occhi smarriti andarono a cercare quelli di Bella mentre mi domandavo cosa dovessi fare. Era infatti una decisione importante... una decisione che avrebbe cambiato la mia vita e il mio futuro nonché quello di chi amavo e della stessa Volterra.

Scegli ciò che ritieni giusto Edward. Io resterò al tuo fianco comunque. Qualunque sia la tua decisione.

Le sue parole erano arrivate forti e sicure donandomi la certezza che qualsiasi sarebbe stata la mia scelta lei sarebbe stata al mio fianco.

E un sorriso si aprì sul mio volto. Non avevo bisogno di altro tempo per riflettere... la mia decisione era stata già presa.





Bella



Avevo amato Edward in quella stanza perché non ne potevo fare a meno. Il suo odore, il suo corpo e la sua anima erano la mia terra e la mia aria.

Ma la gelosia era un tarlo che non riuscivo a scacciare del tutto e mentre stavo distesa fra le sue braccia mi domandavo il perché avesse un letto così grande.

Forse mi aveva mentito, forse aveva fatto l'amore con Rebecca sul quel letto, in quella stanza.

E indecisa se parlare o meno gli avevo posto la domanda che mi torturava. Lo avevo osservato negli occhi mentre mi rispondeva e vi avevo visto dapprima la paura e poi la sincerità.

E quando erano venuti a chiamarlo lo avevo voluto seguire. Non lo avrei più lasciato solo, non fino a che ci fosse stata Rebecca nelle vicinanze.

Adesso finalmente avevo capito quanto l'avevo fatto soffrire con Jacob. Avevo dovuto provare sulla pelle la stessa insicurezza per poter comprendere e adesso come aveva fatto lui, io avrei lottato per tenerlo a fianco a me anche se questo avesse significato smembrare Rebecca o sfidare Marcus.



Usciti dalla stanza avevo conosciuto Kong e mi era risultato subito simpatico. Ero rimasta stupita da come tutti volessero bene al mio Edward e come tutte le Guardie abbassassero gli occhi al suo passaggio.

Si muoveva sicuro nei corridoi indifferente e incosciente dell'effetto che faceva sugli altri.

Ma io me ne ero accorta. Aveva conquistato il rispetto e il cuore delle Guardie di Volterra.

E quando Marcus chiese da chi volessero essere comandate non mi stupii affatto di sentire il suo nome.

Lui sembrava scioccato invece. Probabilmente non se lo aspettava.

Non si era reso conto di quanto con il suo cuore puro e sincero unito al suo coraggio avesse conquistato la loro fiducia e il loro rispetto.

Il suo sguardo smarrito da ragazzino mi faceva tenerezza mentre potevo immaginare i dubbi assalirlo.

Ancora una volta si trovava a scegliere se tornare a casa o rimanere lì.

Ancora una volta il suo cuore era spezzato a metà mentre si chiedeva se essere Edward Cullen o Edward Signore dei Volturi.

Ma soprattutto se essere un uomo o un vampiro.

Potevo immaginare la sua lotta interiore mentre si domandava cosa scegliere e se Volterra con lui a capo avrebbe potuto essere migliore e più giusta.

Doveva essere libero di scegliere il suo destino, doveva sapere che qualunque esso fosse, io sarei stata lì con lui e certa di fare la cosa giusta mi levai lo scudo e gli inviai i miei pensieri mentre i suoi occhi si specchiavano smarriti nel dubbio dentro i miei.

E quando ci fu silenzio la sua voce risuonò forte e sicura.



Aveva deciso. Aveva deciso quale sarebbe stato il nostro futuro!!

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