Capitolo
36 La richiesta di Marcus
Edward
Stavo
baciando nuovamente Bella sulle labbra, perso nelle sue carezze
quando sentii bussare alla porta.
Con
un sospiro mi staccai da lei “Che c'è?” chiesi scocciato per
quell'interruzione.
“Siete
convocato fra venti minuti nella Sala del Trono , Capitano” sentii
una voce sconosciuta annunciare, da dietro la porta, quello che
temevo.
Sbuffai
e abbassai gli occhi su Bella “Devo prepararmi” sussurrai odiando
profondamente il dovermi staccare da lei.
Lei
mi guardò pensosa. Ci eravamo amati in maniera tenera e dolce ma mi
era sembrata lontana come se la sua testa fosse altrove.
“Cosa
c'è Bella?” le chiesi alzandomi e prendendo le sue mani fra le
mie “Ti
ho sentito lontana... quasi incerta” mormorai affranto temendo che
il suo comportamento fosse dovuto a qualche mio errore.
La
sua mano sfiorò il mio viso… una scia dolce e delicata, una
carezza sensuale eppure timida.
La
sentii sospirare e la vidi mordicchiarsi le labbra, indecisa forse se
dirmi o meno la verità. “Edward... perché il letto è così
grande?” la sua domanda mi spiazzò completamente.
Rimasi a fissarla imbambolato … non potevo certo dirle che era perché mi ci riposavo con Rebecca... lei avrebbe frainteso.
Rimasi a fissarla imbambolato … non potevo certo dirle che era perché mi ci riposavo con Rebecca... lei avrebbe frainteso.
Il
mio silenzio però peggiorò la situazione “Quante volte sei stato
sdraiato qui con Rebecca fra le tue braccia?? Quante volte l'hai
amata come hai fatto con me??”.
Non
era possibile... come potevano mai venirle in mente certe domande??
Eppure potevo capirla... molte volte ero stato geloso di lei a scuola
e quanto lo ero stato di Jacob.
Avrei
voluto mentirle, dirle che Rebecca non aveva mai messo piede lì
dentro, ma sarebbe stato sbagliato.
Dovevo essere sincero... basta bugie o mezze-verità. Il mio modo di fare aveva sempre complicato le cose... il mio desiderio di proteggerla dalla verità aveva creato solo problemi.
Dovevo essere sincero... basta bugie o mezze-verità. Il mio modo di fare aveva sempre complicato le cose... il mio desiderio di proteggerla dalla verità aveva creato solo problemi.
E
raccogliendo il coraggio gli raccontai senza veli e bugie il
rapporto che c'era con Rebecca e come riposassi vicino a lei che
aveva il potere di rilassare la mia mente.
La
vidi chiudere gli occhi poi aprirli nuovamente “E' la verità
Edward?” mi chiese.
Annui
guardandola negli occhi sperando che leggesse la mia sincerità
nell'anima.
Sul
suo viso apparve un sorriso compiaciuto.
“Allora
non ti ha mai baciato così?” mi chiese appoggiando le sue labbra
sulle mie e iniziando un dolce e sensuale bacio.
“Certo
che no” le risposi subito ridacchiando felice
“E
neanche accarezzato così?” chiese sfiorandomi con la mano i miei
pettorali e provocando un brivido di piacere che risvegliò subito la
voglia di lei e un ringhio profondo di piacere dalla gola.
“Mai”
affermai deciso e sicuro mentre esultavo dentro di me. Le avevo
detto la verità e lei mi aveva creduto.
Ero
pronto a rifare l'amore con lei ad accarezzarla ancora per ore ma
dopo aver risposto al suo bacio con molto dispiacere e con un
sospiro mi staccai da lei.
“Devo
andare. Devo presentarmi alla riunione.” le dissi abbassando la
testa dispiaciuto e nuovamente preoccupato. La realtà aveva
nuovamente bussato alla nostra porta.
“Hai
ragione. Vestiamoci, altrimenti arriveremo in ritardo” mi rispose
risoluta alzandosi veloce.
Per
un attimo rimasi interdetto. Aveva parlato al plurale??
“Bella...”
iniziai indeciso e preoccupato “Hanno convocato me... non so se
puoi venire” conclusi guardandola di traverso mentre stava cercando
la sua biancheria che avevo sfilato con molta destrezza trattenendomi
dal non farla a brandelli.
I
suoi occhi fiammeggiarono un attimo “Certo che vengo. Forse non
hai ancora capito ma non intendo staccarmi un attimo da te.
Capitano!” concluse mettendo l'accento sull'ultima parola e
tirandomi la camicia della divisa che avevamo buttato sul divano.
“E
se vuoi arrivare puntuale, ti conviene anche vestirti rapidamente
prima che ci ripensi e decida di tenerti prigioniero qua” scherzò
fissando in maniera sfacciata la mia virilità.
Scossi
la testa e rinunciai a protestare ridacchiando della sua audacia.
Sarebbe stato perfettamente inutile discutere con lei. E a
malincuore mi affrettai a indossare la divisa rimpiangendo di non
poter cedere al suo ricatto.
Stavo
allacciando la mantellina quando lei si avvicinò e me la lisciò
sulle spalle sistemandola perfettamente “Ecco così sembri proprio
un Capitano delle Guardie” cercò di scherzare ma i suoi occhi
rivelavano quella preoccupazione che si era insinuata lentamente e
inesorabilmente nei nostri cuori.
Quando
fummo pronti mi avviai verso lo studio di Aro pensando che la
riunione fosse nella sala circolare ma non facemmo in tempo a fare
dieci passi che vidi Kong venirmi incontro sorridente.
“Edward.
La riunione è nella Sala del Trono. Vieni parteciperanno tutte le Guardie” mi disse stringendomi
il braccio e abbassando poi la testa verso Bella “E questa
immagino sia la tua Signora ” continuò sorridendole.
Bella
annui e gli strinse la mano disinvolta “Il mio nome è Bella”
rispose semplicemente.
A
quel punto dovevo fare le presentazioni “Questo è Kong.
L'istruttore delle Guardie e un amico” spiegai.
Bella
mi guardò un attimo interdetta poi gli sorrise “Piacere”
Anche
lui le sorrise “Piacere mio. Il nostro Edward ha scelto proprio
bene” commentò ridacchiando e dandomi una manata sulle spalle.
Sospirai
e scossi la testa mentre la porta della Sala del Trono si apriva di
fronte a noi.
“Aspettami
qui... in fondo” le dissi. Non volevo che si facesse notare... non
sapevo cosa mi aspettava.
Per
una volta la vidi annuire. Stai attento Edward. Ti amo. Le
sue parole entrarono nella mia mente ed io mi voltai a sorriderle.
Aveva alzato un attimo lo scudo per rassicurarmi.
Poi
mi portai avanti e mi misi vicino a Demetri e Felix.
Le
due guardie, come mi videro mi abbracciarono strette, felici di
rivedermi.
Rebecca
era a fianco a Demetri e mi guardava sorridendo soddisfatta.
Le
sorrisi anch'io e le feci un veloce cenno di saluto con la mano
stando ben attento a non avvicinarmi troppo a lei. Non volevo
irritare Bella che sicuramente mi stava osservando.
Marcus
seduto sul trono centrale si alzò in piedi e noi tutti tacemmo e
rivolgemmo la nostra attenzione al Signore di Volterra.
“Guardie
noi tutti siamo qui riuniti per prendere una decisione importante.
Come
sapete i Signori di Volterra sono sempre stati tre.
E
tre dovranno essere nuovamente.
Ora
è giusto che voi stesse decidiate da chi volete essere comandate.
Chi
volete Guardie sul trono di Volterra con me?”
Le
sue parole mi avevano preso in contropiede. Non mi aspettavo che
Marcus volesse dividere il suo potere ne tanto meno che chiedesse
alle Guardie da chi volessero essere comandate.
Era
un saggio e ancora una volta lo stava dimostrando.
Aveva
capito come tenere il potere e assicurare stabilità a Volterra e
alla nostra razza. Se fossero state le Guardie a scegliere non ci
sarebbero state contestazioni future o rivolte e Volterra ne
sarebbe uscita ancora più forte di prima.
Il
silenzio era caduto pesante fino a che la voce potente di Ilmi non
lo spezzò.
“Edward”
si limitò a dire ad alta voce.
Lo
guardai spaventato e disorientato mentre il mio nome rimbombava nella
sala ripetuto ad alta voce dalle Guardie in una lenta e costante
melodia.
Non
riuscivo a crederci...
Le
Guardie volevano che assumessi il potere.
Mi
voltai e i miei occhi smarriti andarono a cercare quelli di Bella
mentre mi domandavo cosa dovessi fare. Era infatti una decisione
importante... una decisione che avrebbe cambiato la mia vita e il mio
futuro nonché quello di chi amavo e della stessa Volterra.
Scegli
ciò che ritieni giusto Edward. Io resterò al tuo fianco comunque.
Qualunque sia la tua decisione.
Le
sue parole erano arrivate forti e sicure donandomi la certezza che
qualsiasi sarebbe stata la mia scelta lei sarebbe stata al mio
fianco.
E
un sorriso si aprì sul mio volto. Non avevo bisogno di altro tempo
per riflettere... la mia decisione era stata già presa.
Bella
Avevo
amato Edward in quella stanza perché non ne potevo fare a meno. Il
suo odore, il suo corpo e la sua anima erano la mia terra e la mia
aria.
Ma
la gelosia era un tarlo che non riuscivo a scacciare del tutto e
mentre stavo distesa fra le sue braccia mi domandavo il perché
avesse un letto così grande.
Forse
mi aveva mentito, forse aveva fatto l'amore con Rebecca sul quel
letto, in quella stanza.
E
indecisa se parlare o meno gli avevo posto la domanda che mi
torturava. Lo avevo osservato negli occhi mentre mi rispondeva e vi
avevo visto dapprima la paura e poi la sincerità.
E
quando erano venuti a chiamarlo lo avevo voluto seguire. Non lo avrei
più lasciato solo, non fino a che ci fosse stata Rebecca nelle
vicinanze.
Adesso
finalmente avevo capito quanto l'avevo fatto soffrire con Jacob.
Avevo dovuto provare sulla pelle la stessa insicurezza per poter
comprendere e adesso come aveva fatto lui, io avrei lottato per
tenerlo a fianco a me anche se questo avesse significato smembrare
Rebecca o sfidare Marcus.
Usciti
dalla stanza avevo conosciuto Kong e mi era risultato subito
simpatico. Ero rimasta stupita da come tutti volessero bene al mio
Edward e come tutte le Guardie abbassassero gli occhi al suo
passaggio.
Si
muoveva sicuro nei corridoi indifferente e incosciente dell'effetto
che faceva sugli altri.
Ma
io me ne ero accorta. Aveva conquistato il rispetto e il cuore delle
Guardie di Volterra.
E
quando Marcus chiese da chi volessero essere comandate non mi stupii
affatto di sentire il suo nome.
Lui
sembrava scioccato invece. Probabilmente non se lo aspettava.
Non
si era reso conto di quanto con il suo cuore puro e sincero unito al
suo coraggio avesse conquistato la loro fiducia e il loro rispetto.
Il
suo sguardo smarrito da ragazzino mi faceva tenerezza mentre potevo
immaginare i dubbi assalirlo.
Ancora
una volta si trovava a scegliere se tornare a casa o rimanere lì.
Ancora
una volta il suo cuore era spezzato a metà mentre si chiedeva se
essere Edward Cullen o Edward Signore dei Volturi.
Ma
soprattutto se essere un uomo o un vampiro.
Potevo
immaginare la sua lotta interiore mentre si domandava cosa scegliere
e se Volterra con lui a capo avrebbe potuto essere migliore e più
giusta.
Doveva
essere libero di scegliere il suo destino, doveva sapere che
qualunque esso fosse, io sarei stata lì con lui e certa di fare la
cosa giusta mi levai lo scudo e gli inviai i miei pensieri mentre i
suoi occhi si specchiavano smarriti nel dubbio dentro i miei.
E
quando ci fu silenzio la sua voce risuonò forte e sicura.
Aveva
deciso. Aveva deciso quale sarebbe stato il nostro futuro!!
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