Edward
La
sua voce arrivò calda
e tranquilla “Ecco ho finito. Ti ho fasciato la spalla
Edward. Apri
gli occhi, ragazzo mio” .
Ubbidii
lentamente e mi
trovai il suo viso che mi scrutava ansioso.
“Ti
fa tanto male?”
mi chiese passandomi del cotone intorno alle labbra ad asciugare il
veleno che era fuoriuscito.
Annui.
La spalla
bruciava come il fuoco e la testa mi pulsava dolorosamente.
“Dovresti
andare a
letto. Hai bisogno di riposarti, prima che tornino gli altri. Vedrai
che tra qualche ora sarà tutto finito”
cercò di confortarmi
aiutandomi a mettermi seduto.
“Grazie
papà. Vado in
camera” biascicai ingoiando il veleno che continuava a
impastarmi
la bocca.
Lui
mi sorrise e mi aiutò
ad alzarmi, poi preoccupato per me mi accompagnò e mi fece
sistemare
nel letto.
Quando
mi fui sdraiato
fra le coperte chiusi di nuovo gli occhi per cercare di tenere a
bada il mal di testa che mi stava assalendo. Mi sembrava di essere di
nuovo a Volterra sfinito dal lavoro di Aro.
“Ti
lascio a riposarti.
Vado a pulire e mettere in ordine lo studio. Se hai bisogno chiamami
Edward” mi disse Carlisle sorridendomi e allontanandosi
veloce.
Carlisle
Era
da quando era tornato
che mi chiedevo il perché fosse rimasto così
legato a Rebecca, ma
non ci avevo dato importanza. Speravo che il tempo guarisse le
ferite.
Poi
quando mi aveva
chiesto di adottarla avevo capito che la questione era più
grave di
quanto immaginassi.
Senza
dirgli nulla avevo
iniziato a fare delle ricerche e avevo telefonato ad Eleazar.
Lui
aveva confermato i
miei risultati. Rebecca non era la prima simbionte che avesse
bazzicato i Volturi.
Lui
mi spiegò che a
volte la preda non veniva liberata totalmente.
Ma
cosa restasse per
imbrigliare la vittima nemmeno Eleazar lo sapeva.
A
questo punto mi stavo
domandando se a lasciare la sacca fosse stato un atto volontario o
meno. Se sotto c'era un ordine di Aro oppure no.
Da
quello che raccontava
Edward sembrava di no, ma la conseguenza era che adesso lui voleva
andare volontariamente a Volterra a cercare Rebecca e quello che
sarebbe successo lì era un mistero persino per lui.
E
se l'avesse lasciata
Rebecca di sua iniziativa per costringerlo a tornare da lei?? Forse
lei era innamorata di Edward e lo voleva per se e lui mi sembrava
molto confuso sui suoi sentimenti nei confronti della sua simbionte.
Rimuginavo
e intanto
facevo passare il tempo.
Dopo
venti minuti andai a
trovare Edward. Aprii la porta piano e lo vidi sdraiato con gli occhi
chiusi.
“Come
va?” gli chiesi
sottovoce.
Lui
aprii gli occhi e mi
sorrise. “Un po' meglio anche se fa ancora parecchio male la
spalla e la testa mi brucia come il fuoco”
Annui
comprensivo, me lo
aspettavo “Non intendevo quello.” dissi scrutando i
suoi occhi
alla ricerca del panico e dolore che avrei potuto trovarci per essere
stato da solo così tanto tempo.
Lui
lesse la mia mente e
mi sorrise sereno. “Sto bene. Finalmente sto bene anche da
solo”
confermò “Sei riuscito a guarirmi”
concluse senza levare gli
occhi dai miei.
Io
annui e lo senti
proseguire in risposta ai miei pensieri “Si sto bene, ma
andrò a
Volterra lo stesso. Non posso abbandonarla là”
“Non
mi aspettavo
niente di diverso da te” scossi la testa “Lo sai
vero che è
pericoloso?? Potresti non riuscire a venire più via e
rimanere
imbrigliato là per sempre.” risposi preoccupato
per il suo
progetto.
Lui
fece per rispondermi
quando sentimmo una macchina fermarsi.
Erano
le ragazze tornate
dalle loro commissioni lo informai sbirciando dalla finestra.
“Vado
a spiegargli dove
sei e cosa è successo, prima che si preoccupino troppo. Ne
riparleremo più avanti” gli dissi facendogli una
carezza sulla
testa e uscendo velocissimo.
Mi
fermai ai piedi della
scala. A entrare furono solo Alice ed Esme.
“Dov'è
Edward?? Perché l'hai lasciato solo??” Il tono
spaventato e accusatorio di
Esme mi ferì ma subito scacciai la rabbia. Era preoccupata
per suo
figlio, non potevo rimproverarla per questo.
“E'
su nella sua
camera. Sta riposando.” risposi loro guardando dalla porta e
aspettando di veder entrare Bella e Nessi con Rose.
Alice
ed Esme si
guardarono interrogative. Dovevo spiegare.
“Sta
bene. Ho scoperto
che la cicatrice lasciata da Rebecca non era guarita bene e questo
gli produceva quel senso di abbandono che lo tormentava. Ma adesso
abbiamo risolto il problema, è guarito.” conclusi
certo di vedere
il sorriso sulle loro labbra.
Esme
in effetti mi
sorrise radiosa mentre veniva ad abbracciarmi felice. Alice invece
sgranò gli occhi un attimo poi mi guardò
rabbuiata “Non ha
cambiato idea, però, vuole partire e andare a Volterra a
prendere
Rebecca lo stesso” mi disse scuotendo la testa scoraggiata.
Annui
mentre un sorriso
triste si dipingeva sul mio volto.
Esme
abbassò lo sguardo
e mi disse “Bella, Nessi e Rose torneranno tra un paio d'ore.
Noi
siamo arrivate prima con una scusa, eravamo in pensiero per lui. Ma
bisogna farlo ragionare, non può ritornare là
dopo tutto quello che
è successo. Aro non gli permetterà mai di
realizzare il suo piano.”
Scossi
la testa. “
Credo che sia consapevole dei rischi che correrà ma non
credo che
riuscirà a trovare la pace se resta.” mormorai.
“E'
cambiato Carlisle.
E' così cambiato” sussurro Esme abbracciandomi.
Annui
“Lo so, Esme.
Volterra non si è limitata a risvegliare il vampiro in lui.
Adesso è
diventato una Guardia e credo che lui stesso non sappia bene chi sia
in realtà. Non solo fa fatica a gestirsi come sappiamo fin
troppo
bene tutti ma è confuso anche riguardo ai suoi sentimenti,
purtroppo
” dissi affranto.
“Lui
è Edward Cullen
prima di tutto. Non ci posso credere papà, che si sia
dimenticato di
noi e dell'affetto per la sua famiglia. Non posso credere che nel suo
cuore Rebecca abbia sostituito Bella” scosse la testa Alice
affranta.
“Non
mi sono
dimenticato di voi, Alice, ne ho smesso di amarla. Altrimenti non
sarei qui. Ma ci sono delle cose che devo capire e altre da chiarire.
Ha ragione papà sono confuso e non posso fare finta che non
sia
accaduto nulla. E l'unico modo per tornare ad essere l' Edward di
prima è affrontare i miei dubbi e le mie paure. Se resto qua
Alice
sarò sempre una Guardia in congedo tormentata dal rimorso e
dal
dubbio. Devo andare e capire . E' l'unico modo per trovare finalmente
la pace. E tu più di tutti lo sai, così come sai
che non
riuscirai a farmi cambiare idea.”
Alzai
la testa, Edward
era in piedi con la spalla fasciata sulla porta della stanza. Aveva
sentito e ci aveva risposto costringendoci ad ammettere quello che in
cuor nostro sapevamo già e che Alice continuava a vedere.
“Quando
partirai ?”
gli chiese Esme tremando contro il mio petto.
Ogni
volta che lui si
allontanava da noi per sua mamma era una sofferenza immensa.
“Appena
terminato il
ricevimento. Non voglio che Nessi stia in pena per me” ci
rispose.
“E
Bella, quando
intendi dirglielo?” gli chiese Alice con la voce tagliente.
“Vi
prego di tenere
questa notizia per voi. Bella lo saprà all'ultimo. E'
inutile che io
le rovini questi giorni di festa” ci rispose.
Non
lo capivo più.
Non
mi piaceva la sua
reticenza a parlare con Bella. Potevo capire che il suo amore fosse
in dubbio, che si sentisse attirato da Rebecca ma non poteva trattare
così Bella.
Lui
probabilmente lesse i
miei pensieri perché ancora una volta la Guardia prese il
sopravvento “Quello che provo non sono affari tuoi
Carlisle.”
disse adirato. Poi abbassò lo sguardo e mormoro
“Scusa, non
volevo. Voglio bene a Bella, papà. Anche se può
sembrare strano
ai vostri occhi il legame che sento verso Rebecca. Ma è
proprio per
questo che devo partire perché devo spazzare via le ultime
nuvole
dal mio cuore per poter essere sereno e felice con la mia Bella e
tornare ad essere come ero.”
Forse
aveva ragione,
finché non avesse spezzato il vincolo che lo legava a
Rebecca, fino
a che non avesse finalmente chiarito cosa provava in realtà
per lei, non avrebbe avuto pace.
“Va
bene Edward. Noi
ti aiuteremo in quello che possiamo, sempre e comunque qualsiasi cosa
succeda” dissi convinto.
“Ma
lei non deve venire
qua. Edward” intervenne Alice. “Non ti
permetterò di distruggere
la nostra famiglia” ribadì, poi si girò
uscendo e lasciandoci con
quel triste presagio nel cuore.
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