martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 4 Il legame spezzato

Edward

La sua voce arrivò calda e tranquilla “Ecco ho finito. Ti ho fasciato la spalla Edward. Apri gli occhi, ragazzo mio” .
Ubbidii lentamente e mi trovai il suo viso che mi scrutava ansioso.
“Ti fa tanto male?” mi chiese passandomi del cotone intorno alle labbra ad asciugare il veleno che era fuoriuscito.
Annui. La spalla bruciava come il fuoco e la testa mi pulsava dolorosamente.
“Dovresti andare a letto. Hai bisogno di riposarti, prima che tornino gli altri. Vedrai che tra qualche ora sarà tutto finito” cercò di confortarmi aiutandomi a mettermi seduto.
“Grazie papà. Vado in camera” biascicai ingoiando il veleno che continuava a impastarmi la bocca.
Lui mi sorrise e mi aiutò ad alzarmi, poi preoccupato per me mi accompagnò e mi fece sistemare nel letto.
Quando mi fui sdraiato fra le coperte chiusi di nuovo gli occhi per cercare di tenere a bada il mal di testa che mi stava assalendo. Mi sembrava di essere di nuovo a Volterra sfinito dal lavoro di Aro.
“Ti lascio a riposarti. Vado a pulire e mettere in ordine lo studio. Se hai bisogno chiamami Edward” mi disse Carlisle sorridendomi e allontanandosi veloce.



Carlisle

Era da quando era tornato che mi chiedevo il perché fosse rimasto così legato a Rebecca, ma non ci avevo dato importanza. Speravo che il tempo guarisse le ferite.
Poi quando mi aveva chiesto di adottarla avevo capito che la questione era più grave di quanto immaginassi.
Senza dirgli nulla avevo iniziato a fare delle ricerche e avevo telefonato ad Eleazar.
Lui aveva confermato i miei risultati. Rebecca non era la prima simbionte che avesse bazzicato i Volturi.
Lui mi spiegò che a volte la preda non veniva liberata totalmente.
Ma cosa restasse per imbrigliare la vittima nemmeno Eleazar lo sapeva.
A questo punto mi stavo domandando se a lasciare la sacca fosse stato un atto volontario o meno. Se sotto c'era un ordine di Aro oppure no.
Da quello che raccontava Edward sembrava di no, ma la conseguenza era che adesso lui voleva andare volontariamente a Volterra a cercare Rebecca e quello che sarebbe successo lì era un mistero persino per lui.
E se l'avesse lasciata Rebecca di sua iniziativa per costringerlo a tornare da lei?? Forse lei era innamorata di Edward e lo voleva per se e lui mi sembrava molto confuso sui suoi sentimenti nei confronti della sua simbionte.

Rimuginavo e intanto facevo passare il tempo.
Dopo venti minuti andai a trovare Edward. Aprii la porta piano e lo vidi sdraiato con gli occhi chiusi.
“Come va?” gli chiesi sottovoce.
Lui aprii gli occhi e mi sorrise. “Un po' meglio anche se fa ancora parecchio male la spalla e la testa mi brucia come il fuoco”
Annui comprensivo, me lo aspettavo “Non intendevo quello.” dissi scrutando i suoi occhi alla ricerca del panico e dolore che avrei potuto trovarci per essere stato da solo così tanto tempo.
Lui lesse la mia mente e mi sorrise sereno. “Sto bene. Finalmente sto bene anche da solo” confermò “Sei riuscito a guarirmi” concluse senza levare gli occhi dai miei.
Io annui e lo senti proseguire in risposta ai miei pensieri “Si sto bene, ma andrò a Volterra lo stesso. Non posso abbandonarla là”
“Non mi aspettavo niente di diverso da te” scossi la testa “Lo sai vero che è pericoloso?? Potresti non riuscire a venire più via e rimanere imbrigliato là per sempre.” risposi preoccupato per il suo progetto.
Lui fece per rispondermi quando sentimmo una macchina fermarsi.
Erano le ragazze tornate dalle loro commissioni lo informai sbirciando dalla finestra.
“Vado a spiegargli dove sei e cosa è successo, prima che si preoccupino troppo. Ne riparleremo più avanti” gli dissi facendogli una carezza sulla testa e uscendo velocissimo.


Mi fermai ai piedi della scala. A entrare furono solo Alice ed Esme.
“Dov'è Edward?? Perché l'hai lasciato solo??” Il tono spaventato e accusatorio di Esme mi ferì ma subito scacciai la rabbia. Era preoccupata per suo figlio, non potevo rimproverarla per questo.
“E' su nella sua camera. Sta riposando.” risposi loro guardando dalla porta e aspettando di veder entrare Bella e Nessi con Rose.
Alice ed Esme si guardarono interrogative. Dovevo spiegare.
“Sta bene. Ho scoperto che la cicatrice lasciata da Rebecca non era guarita bene e questo gli produceva quel senso di abbandono che lo tormentava. Ma adesso abbiamo risolto il problema, è guarito.” conclusi certo di vedere il sorriso sulle loro labbra.
Esme in effetti mi sorrise radiosa mentre veniva ad abbracciarmi felice. Alice invece sgranò gli occhi un attimo poi mi guardò rabbuiata “Non ha cambiato idea, però, vuole partire e andare a Volterra a prendere Rebecca lo stesso” mi disse scuotendo la testa scoraggiata.
Annui mentre un sorriso triste si dipingeva sul mio volto.
Esme abbassò lo sguardo e mi disse “Bella, Nessi e Rose torneranno tra un paio d'ore. Noi siamo arrivate prima con una scusa, eravamo in pensiero per lui. Ma bisogna farlo ragionare, non può ritornare là dopo tutto quello che è successo. Aro non gli permetterà mai di realizzare il suo piano.”
Scossi la testa. “ Credo che sia consapevole dei rischi che correrà ma non credo che riuscirà a trovare la pace se resta.” mormorai.
“E' cambiato Carlisle. E' così cambiato” sussurro Esme abbracciandomi.
Annui “Lo so, Esme. Volterra non si è limitata a risvegliare il vampiro in lui. Adesso è diventato una Guardia e credo che lui stesso non sappia bene chi sia in realtà. Non solo fa fatica a gestirsi come sappiamo fin troppo bene tutti ma è confuso anche riguardo ai suoi sentimenti, purtroppo ” dissi affranto.
“Lui è Edward Cullen prima di tutto. Non ci posso credere papà, che si sia dimenticato di noi e dell'affetto per la sua famiglia. Non posso credere che nel suo cuore Rebecca abbia sostituito Bella” scosse la testa Alice affranta.

“Non mi sono dimenticato di voi, Alice, ne ho smesso di amarla. Altrimenti non sarei qui. Ma ci sono delle cose che devo capire e altre da chiarire. Ha ragione papà sono confuso e non posso fare finta che non sia accaduto nulla. E l'unico modo per tornare ad essere l' Edward di prima è affrontare i miei dubbi e le mie paure. Se resto qua Alice sarò sempre una Guardia in congedo tormentata dal rimorso e dal dubbio. Devo andare e capire . E' l'unico modo per trovare finalmente la pace. E tu più di tutti lo sai, così come sai che non riuscirai a farmi cambiare idea.”
Alzai la testa, Edward era in piedi con la spalla fasciata sulla porta della stanza. Aveva sentito e ci aveva risposto costringendoci ad ammettere quello che in cuor nostro sapevamo già e che Alice continuava a vedere.
“Quando partirai ?” gli chiese Esme tremando contro il mio petto.
Ogni volta che lui si allontanava da noi per sua mamma era una sofferenza immensa.
“Appena terminato il ricevimento. Non voglio che Nessi stia in pena per me” ci rispose.
“E Bella, quando intendi dirglielo?” gli chiese Alice con la voce tagliente.
“Vi prego di tenere questa notizia per voi. Bella lo saprà all'ultimo. E' inutile che io le rovini questi giorni di festa” ci rispose.
Non lo capivo più.
Non mi piaceva la sua reticenza a parlare con Bella. Potevo capire che il suo amore fosse in dubbio, che si sentisse attirato da Rebecca ma non poteva trattare così Bella.
Lui probabilmente lesse i miei pensieri perché ancora una volta la Guardia prese il sopravvento “Quello che provo non sono affari tuoi Carlisle.” disse adirato. Poi abbassò lo sguardo e mormoro “Scusa, non volevo. Voglio bene a Bella, papà. Anche se può sembrare strano ai vostri occhi il legame che sento verso Rebecca. Ma è proprio per questo che devo partire perché devo spazzare via le ultime nuvole dal mio cuore per poter essere sereno e felice con la mia Bella e tornare ad essere come ero.”

Forse aveva ragione, finché non avesse spezzato il vincolo che lo legava a Rebecca, fino a che non avesse finalmente chiarito cosa provava in realtà per lei, non avrebbe avuto pace.
“Va bene Edward. Noi ti aiuteremo in quello che possiamo, sempre e comunque qualsiasi cosa succeda” dissi convinto.
“Ma lei non deve venire qua. Edward” intervenne Alice. “Non ti permetterò di distruggere la nostra famiglia” ribadì, poi si girò uscendo e lasciandoci con quel triste presagio nel cuore.

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