Edward
Avrei
tanto voluto starmene con Bella quella notte a coccolarla e ad amarla
ancora una volta ma sapevo già che non potevo tirarmi
indietro.
Bisognava
festeggiare i due sposini.
Bella
con le mie sorelle, Emily, Sue, Leah e tutte le altre che nel
frattempo si erano fidanzate con i licantropi portarono Renesmee a
festeggiare.
Mia
mamma e mio padre restarono invece a casa con gli ospiti vampiri che
non avevamo coinvolto per evitare problemi con il branco.
Io
invece accompagnato dai miei fratelli ero andato con i licantropi al
gran completo a festeggiare Jacob.
Non
avevano organizzato niente di particolare, solo un gran falò
in
mezzo alle montagne impervie con una gran quantità di roba
da
mangiare, vino e birra a fiumi.
Era
la prima volta che partecipavamo a un loro raduno e tutti e tre
eravamo tesi, non sapevamo infatti cosa aspettarci.
Ci
sedemmo tutti intorno al fuoco che rischiarava la notte buia e
assistemmo al banchetto dei licantropi.
Per
cortesia provarono a offrirci il cibo e ovviamente si trovarono
davanti un nostro chiaro rifiuto.
Sentivo
nei pensieri dei miei fratelli domandarsi come facessero a bere e
mangiare quantità simili di cibo, eravamo abituati a Jacob e
ai suoi
pasti abbondanti ma vederlo fare a tutti insieme ci risultò
alquanto strano.
Esattamente
come era strano stare seduti vicino a quel grosso fuoco.
Ero
nervoso, la loro puzza e l'odore della legna che bruciava rievocava
in me l'ultimo scontro avuto con dei licantropi nel quale avevo
rischiato fortemente di morire.
Il
vampiro in me si agitava inquieto, la Guardia era innervosita dalla
situazione.
Anche
l'odore del cibo e delle bevande era fastidioso e ancora una volta
avrei preferito essere da tutt'altra parte.
Sentivo
invece tranquillità nei pensieri dei miei fratelli che
incuriositi
osservavano il banchetto, sorridendo e scambiandosi battute con i
lupi circa la loro fame insaziabile.
Non
era un caso che fossi seduto fra di loro. Avevo Jasper alla mia
destra ed Emmett alla mia sinistra. Non erano molto tranquilli sul
mio comportamento e si erano sistemati pronti ad intervenire se il
vampiro avesse preso il sopravvento su di me.
Quando
finalmente ebbero finito di mangiare e tutto il cibo fu sparito
iniziarono a raccontare storie e aneddoti sulla vita della loro
tribù.
Ascoltammo
in silenzio rapiti dalle loro leggende e solo quando Sam
raccontò
quella sui freddi un brivido d'odio mi scese
lungo la schiena. Subito sentii la mano di Jasper sulla mia spalla e
la calma entrare nella mia mente.
“Grazie
Jasper” mormorai riconoscente del suo intervento
Tranquillo
Edward. Riprendi il controllo, ci siamo qua noi.
Gli
sorrisi e mi affrettai a distogliere la mente dalle loro leggende. Un
sospiro mi scappò mentre pensavo a quanto ero cambiato e a
quanto
pericoloso e instabile ero diventato.
Volterra
mi aveva trasformato risvegliando il mostro in me e adesso ero
diventato un pericolo per tutti, persino Jasper era ora molto
più
controllato di me.
Ero
perso nei miei ragionamenti quando mi sentii chiamare ad alta voce da
Seth “Edward, dai tocca a te”
Alzai
la testa confuso, non avevo seguito i discorsi e non sapevo a cosa si
riferisse.
“Edward,
ti sei addormentato?” mi chiese Jacob scoppiando a ridere
seguito
da tutti i suoi amici.
Noi
non potevamo dormire...
E'
una battuta Edward mi spiegò mentalmente Seth che
vedeva il mio
volto confuso.
Sorrisi imbarazzato e scossi la testa divertito nel
vedere la loro reazione
esagerata alla battuta di Jacob
“Coraggio
è il tuo turno” mi disse Sam “Vogliamo
vedere per una volta i
vampiri bere la birra. Jasper l'ha già fatto e adesso tocca
a te”
I
suoi movimenti e la sua parlata indicavano chiaramente che non era
molto sobrio e guardandomi in giro notai che i licantropi erano tutti
decisamente alticci.
Jasper
mi passo la bottiglia di birra in mano.
Lo
guardai dubbioso. Noi non potevamo bere e mangiare e Carlisle ci
aveva più di una volta raccomandato di non farlo.
Ho
fatto finta, mi sono solo bagnato le labbra...giusto per farli
contenti mi confermò Jasper.
Annui.
Non potevamo certo rifiutarci e rovinargli la festa.
Presi
la bottiglia e la guardai annusando il suo contenuto.
L'odore
era raccapricciante e una smorfia di disgusto si dipinse sul mio
viso. Al che una selva di risate scroscianti scaturì dalle
gole dei
nostri amici lupi.
Si
stavano divertendo da morire a vedere la nostra reazione.
“Forza
Edward. Chiudi il naso e ingoia, dimostra di essere un vero uomo e
di avere gli attributi al posto giusto! ...Una volta tanto!”
la
voce leggermente impastata di Jacob mi fece scappare un ringhio
sommesso.
Non
fare l'idiota Edward. Fai finta di bere e accontentali mi
suggerì Jasper che aveva percepito la mia rabbia e stava
cercando di
smontarla.
Mi
voltai a guardarlo sornione e alzando la bottiglia a mo' di saluto
verso i licantropi l'avvicinai alle labbra come se quello fosse per
me il gesto più normale che esistesse.
Smisi
di respirare e senza un tentennamento feci scivolare quel liquido
disgustoso nella mia gola.
Fermati,
ma che stai facendo? Il
grido
mentale di Emmett mi riscosse e scostai la bottiglia dalla mia bocca,
poi guardando Jacob e il branco la voltai completamente facendone
cadere solo un paio di gocce a terra.
“Hai
bisogno di altre dimostrazioni?... Cucciolo??” gli chiesi
ironico.
Ci
fu un attimo di silenzio imbarazzante nel quale percepii la
preoccupazione nella mente dei miei fratelli alla bravata che avevo
fatto, la confusione di Jacob e lo stupore del branco al mio gesto
ma soprattutto alle mie parole chiaramente offensive. Poi le risate
e gli applausi dei licantropi m'investirono fragorose smorzando il
clima teso che si era instaurato.
“Adesso
sarà meglio che torniamo tutti a casa, prima che le nostre
mogli ci
massacrino” disse Emmett preoccupato per le conseguenze che
sicuramente ci sarebbero state al mio gesto stupido e infantile
“E
anche tu Jacob, altrimenti domani rischi di addormentarti in
piedi e di lasciare la povera Nessi in bianco alla sua prima notte
di nozze ” finii con una sonora risata che
contagiò tutto il
gruppo.
Non
ricordo bene quello che successe dopo, solo che mi ritrovai, nella
notte fonda, appoggiato a un albero a vomitare quel liquido
schifoso.
Emmett
e Jasper erano vicini a me e li sentivo mugugnare e scuotere la
testa.
“Ogni
tanto giuro che non ti capisco Edward. Si può sapere cosa ti
è
preso?? Lo sai che bere quelle schifezze ci fa solo stare
male.” Jasper mi stava sgridando sorridendo bonario.
Sembrava
proprio il fratello maggiore che rimprovera il più piccino.
Scossi
la testa. “Ho solo un po' di nausea” cercai di
giustificarmi
minimizzando la mia reale situazione fisica.
“Solo
un po' ?” mi rispose ironico Emmett “Sono dieci
minuti che vomiti
e sembra che tu non abbia ancora finito” brontolò
mentre un altro
conato mi squassava il corpo.
Quando
ebbi finito e mi fui finalmente liberato di quello schifoso liquido
mi lasciai scivolare a terra stringendomi lo stomaco.
“Va
meglio?” mi chiese Jasper
sedendosi vicino a me e facendomi una veloce carezza sulla testa
ancora chiaramente preoccupato per la mia salute.
Annui,
finalmente il senso di nausea stava passando.
“Si
credo sia tutto finito” risposi con la bocca finalmente
invasa dal
familiare gusto del veleno.
“Vorrei
sapere cosa ci provano a passare la serata a mangiare, a ubriacarsi e
a raccontare vecchie leggende” disse Emmett sedendosi vicino
a noi.
“E
loro probabilmente si chiederanno perché noi passiamo le
nostre ultime nottate da scapoli a cacciare” rispose Jasper
sogghignando.
Li
guardai e mi resi conto che era l'ultima volta che potevo stare a
scherzare con loro.
Avrei
voluto salutarli e dirgli che mi sarebbero mancati a Volterra, ma non
volevo che sapessero fino all'ultimo. Non potevo rischiare che
quelle due teste calde impedissero la mia partenza.
Così
rimanemmo qualche ora seduti noi tre nel bosco a chiacchierare e
ridere come non succedeva ormai da tanto tempo mentre aspettavamo
che fossi in grado di tornare a casa senza dare spettacolo.
Senza
saperlo mi regalarono un momento meraviglioso che avrei portato con
me nel mio cuore.
Quando
rientrammo erano le prime luci dell'alba del 2 Dicembre e nel
pomeriggio la mia bambina si sarebbe sposata il suo lupo.
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