martedì 12 febbraio 2013

SDN Capitolo 41 - E' finita

Edward

Ero scappato dalle grinfie di Aro. Sapevo perfettamente cosa mi aspettava e lo avevo accettato. Meglio morire che piegarmi al suo volere.
La mia mente si era staccata dal corpo e rinchiusa su se stessa. Avevo eretto un muro invalicabile tutto intorno per isolarmi da qualsiasi interferenza fisica o mentale. Speravo infatti d'indebolirmi talmente fisicamente da annullare il mio istinto.
E ci sarei riuscito se....
All'improvviso mi sentii accarezzare dolcemente, mentre un familiare profumo si apriva un varco nella mia mente, abbattendo le mie difese e risvegliando i miei sensi assopiti. Cercai di nascondermi ancora dietro al mio muro, ma una dolce voce conosciuta iniziò a chiamarmi. Non riuscivo a capire cosa mi dicesse sapevo solo che era piena di dolcezza e amore.
Cercai di scuotermi, di uscire dal mio guscio. Avevo l'esigenza di sapere cosa stava succedendo, volevo capire, ma facevo fatica. Troppo forte era il muro che avevo eretto e troppo debole ormai era il mio corpo. Mi resi subito conto che muovermi era impossibile ma anche un operazione semplice come aprire gli occhi mi risultava difficile. Ero senza aria, da troppo avevo bloccato la respirazione, ma con un ultimo soffio riuscii a pronunciare quella domanda che mi torturava la mente. “Mamma sei tu?”.. Cosa ci faceva lei qua?.
Cercai di aguzzare l'udito e dalla nebbia della mia mente sentii la sua calda voce.
Edward, ti prego sono io, sono Esme. Apri gli occhi bambino mio”
Edward. Sei libero, Aro ti ha dato il permesso di venire a casa. Bella e Renesmee ti aspettano, ma devi reagire devi risvegliarti” questa invece era la voce di mio padre.
Mi feci coraggio e con tutta la forza che mi rimaneva aprii gli occhi. Subito non vidi nulla, c'era troppa luce ed io ero rimasto troppo al buio. Ma presto li vidi. Vidi i loro volti sorridenti.
Bravo così Edward.” mi accarezzò mia madre chinandosi e baciandomi sulla fronte.
Cerca di respirare Edward.” m'incoraggiò Carlisle
Provai ma il petto iniziò a bruciarmi. Troppo a lungo avevo dimenticato di farlo. Mi agitai infastidito, mentre cercavo di succhiare l'aria intorno a me. Vidi Carlisle chinarsi su di me con aria preoccupata e lo sentii schiacciarmi il petto con l'intento di aiutarmi a prendere aria.
Così da bravo. Respira” mi incoraggiava, mentre Esme continuava a farmi le coccole. Quando presi il primo respiro il mio corpo fu invaso dai loro profumi. Sorrisi felice di vederli vicini a me. Quanto mi erano mancati!
Piano, piano i miei polmoni ripresero l'automatismo che a lungo mi ero negato e l'aria, molto lentamente, iniziò a rifluire dentro di me .
Bravissimo, figliolo. Ascolta, adesso devi bere. Avrai sicuramente una gran sete. Il tuo corpo si è indebolito troppo e devi sforzarti d'ingoiare il sangue umano. Il sangue animale non è sufficiente.”
Andai nel panico. La mia mente si richiuse velocissimamente, non volevo avere gli occhi rossi, non volevo darla vinta ad Aro. Avevo sofferto tanto prima di abituarmi al gusto aspro del sangue animale, e se mi fossi nutrito di quello umano il mostro in me si sarebbe liberato e sarei tornato indietro ai primi tempi della mia vita di vampiro. Continuavo a respirare e potevo sentire le loro voci ma avevo di nuovo chiuso gli occhi mentre cercavo d'isolarmi.
Edward, no.! Ti prego, devi bere altrimenti il tuo corpo si sgretolerà. Non avere paura, non succederà nulla.” sentivo il panico nella voce di mia madre.
Non temere figliolo, non sarà dura riabituarti e anche se i tuoi occhi diverranno rossi, non è un problema. Noi siamo qui e insieme ai tuoi fratelli ti aiuteremo. Ma devi bere. Altrimenti non riusciremo a portarti a casa.” come al solito Carlisle cercava di farmi ragionare. Ma io avevo paura. L'immagine di Renesmee morta dissanguata da me fra le mie braccia mi apparve spaventandomi. Ecco cosa sarebbe successo se mi fossi abituato nuovamente al sangue umano!! No, non avrei ceduto! Il mostro dentro di me non si sarebbe saziato. Voltai la testa, nascondendomi ai loro occhi.



Esme

Perché aveva reagito così? Aveva aperto gli occhi e iniziato a respirare, credevo che il peggio fosse passato e invece... Guardai Carlisle disperata. Non capivo il perché si rifiutasse di bere. Lui mi guardò e lesse sul mio viso la domanda inespressa.
Temevo potesse capitare qualcosa del genere. Aro mi ha raccontato che hanno provato a forzarlo a bere sangue umano, ma non c'è stato niente da fare. Dobbiamo convincerlo Esme, è troppo debole e il sangue animale non è sufficiente per ridargli le forze.”
Annui, sarebbe stata una lunga battaglia.
Con calma ripresi a chiamarlo con dolcezza “Edward, va tutto bene non ti preoccupare. Se non vuoi non ti obbligheremo.” Si voltò e mi sorrise appena. Non aveva più parlato, doveva essere completamente senza forze, vedevo che anche solo girare la testa e sorridermi era uno sforzo non indifferente.
Gli sorrisi di rimando anch'io, dovevamo per prima cosa tranquillizzarlo.
Carlisle gli fece una coccola sulla testa e si allontanò a parlare con la Guardia che ci sorvegliava.
Io iniziai a parlargli della famiglia, delle sua Bella, di Renesmee e mi accorsi subito che avevo la sua attenzione. Mi stava a sentire, ovviamente in silenzio, anche se ogni tanto vedevo i suoi occhi farsi lontani, faceva fatica ad ascoltarmi e a mantenere la concentrazione. Stava immobile, e con orrore vidi aprirsi un altra piccola fessura sul collo. Il suo corpo era troppo asciutto, doveva bere e anche alla svelta.
Alzai la testa per chiamare Carlisle, sapevo per esperienza che Edward, lo stava sempre a sentire e speravo che riuscisse a persuaderlo. Quando mi si avvicinò vidi che aveva un grosso bicchiere e con timore sentii il profumo invadere la mia gola. L'istinto si risvegliò prepotente. Non ero come il mio compagno, l'odore di sangue umano mi attirava come non mai. Inghiotti il veleno cercando di calmarmi, non era destinato a me. Lui mi guardò imbarazzato e preoccupato, poi mi sorrise e passò la mano libera dietro la testa di Edward. “Ragazzo mio, devi bere, se vuoi tornare dalla tua famiglia, devi sforzarti .” e con calma avvicinò il bicchiere alle labbra di nostro figlio.
Edward, colpito dall'odore spalancò gli occhi, poi mormorò un “NO” e voltò di nuovo la testa di scatto, nascondendola nel mio petto. Carlisle sospirò e scosse la testa.
Non fare così, è assurdo. Un sorso, soltanto un sorso ragazzo” provò a incitarlo. Sapevamo entrambi che la sua sete era enorme e che se solo avesse assaggiato l'istinto ormai assopito avrebbe avuto la meglio e non sarebbe stato più capace di rifiutare, anzi il problema sarebbe stato quello di fermarlo.
Ma era troppo debole, e quella debolezza aveva contagiato anche il mostro che era in lui. Io facevo fatica a non avventarmi al bicchiere, pur essendo sazia, istigata dal suo profumo, ma l'istinto di Edward, si era indebolito assieme al corpo.
Provammo ancora, ma ci accorgemmo subito che invece di tentarlo, lo stavamo solo spaventando ed agitando aumentando la sua stanchezza .
Lasciamolo rilassare un attimo. Ho un idea” mi era venuta in mente una strategia che poteva funzionare solo se fosse stato pienamente rilassato.
Carlisle annui e mi guardò in cerca di spiegazioni. Ma sapevo che malgrado Edward avesse chiuso gli occhi mi ascoltava e quindi mi limitati a sorridergli e fargli un cenno di stare in silenzio.
Allontanati pure Carlisle. Non c'è nulla da fare. Lo sai che ha la testa dura. Io sto qui a fargli compagnia, fra poco ti raggiungo, il nostro compito ormai è finito e qui non serviamo più.” Lui mi guardò un attimo stupito poi annuì e si allontanò appena, aveva visto nel mio sguardo il messaggio silenzioso.
Edward apri gli occhi di scatto e mi guardò chiaramente agitato. Per fortuna essendo stanco non riusciva a leggere nel pensiero. “Non andartene... ti prego” le parole uscirono a stento dalla sua bocca inaridita. Non riusciva neanche più a produrre veleno. Gli sorrisi “Edward, non ha senso rimanere. Ormai hai fatto la tua scelta ed io non voglio stare qua a vederti soffrire inutilmente”.
Vidi il terrore sul suo viso, mentre con coraggio si sforzava di parlare “No, ti prego... Il mio corpo sta bruciando, stammi vicino mamma, non mi lasciare solo, non andartene... Ho paura. Ho bisogno di voi, di te. Ti prego... non mi abbandonare.” per un attimo vacillai travolta dall'amore che sentivo ci legava, ma avevo ottenuto il mio scopo.
Parlando aveva buttato fuori troppa aria e adesso doveva inspirare a fondo per recuperare quella persa.
Veloce infilai la mano nel bicchiere di sangue e quando lo vidi inspirare gliela sfregai sul viso, coprendogli il naso e la bocca.
L'odore forte e pungente penetrò forte in lui e lo vidi sobbalzare mentre il suo istinto si risvegliò con prepotenza rompendo i fragili legami che lo imbrigliavano.
Con orrore e gioia sentii che mi stava leccando la mano mentre i suoi occhi avevano iniziato a brillare di una luce bestiale. Il mostro si era risvegliato e aveva sete.
Carlisle capì immediatamente ciò che stava succedendo e mentre io ritraevo la mano, lui gli appoggiò il bicchiere alle labbra. Edward iniziò a bere avidamente quasi strappando quel succulento contenitore dalle mani di suo padre.
Feci un cenno alla Guardia che corse a prendere altri bicchieri. Con disgusto mi accorsi che questi contenevano del sangue ancora caldo. Guardai Carlisle che senza indugiò posò il secondo bicchiere sulle labbra di nostro figlio. Sembrava impazzito. Cercava di tirarsi su da solo per prendere il bicchiere, assetato e fuori controllo. Io mi allontanai, il profumo del sangue caldo era troppo una dolce tentazione per me, e Carlisle sapeva benissimo come gestire la situazione senza il mio aiuto. Edward sembrava preso da una bramosia inarrestabile mentre beveva assetato. Ci vollero diversi bicchieri prima che fosse in grado di riprendere il controllo di se stesso. Ora con il volto sporco di sangue a causa mia, le labbra macchiate e gli occhi spiritati sembrava proprio una Guardia dei Volturi. Quando fu in grado di riprendere il controllo Carlisle, gli allontanò il bicchiere, gli pulì il viso e lo fece sdraiare. “Per adesso basta Edward, stai giù e riposati. Più tardi te ne darò dell'altro. Lascia che il sangue ridia forza al tuo corpo, poi potrai bere ancora.” La bramosia dentro i suoi occhi si spense mentre si appoggiava stanco al morbido materasso. “Scusa, non volevo” mormorò “adesso i miei occhi diventeranno rossi ed Aro non mi permetterà più di tornare a casa. Ma forse è meglio così... Come potrei mai presentarmi da Bella in questo stato? E poi metterei a rischio la vita di Renesmee, lei è umana e il sangue che scorre nelle sue vene... è dolce... e buono.”
Carlisle scosse la testa. “Tu verrai a casa Edward. Aro ti ha concesso il congedo, e quindi puoi partire con noi. Per il resto hai la mia parola che non ci saranno problemi. Veglieremo noi su di te e ti impediremo di fare del male a Renesmee o a chiunque altro. Vedrai che ti riabituerai presto alla nostra dieta. Ma adesso non devi preoccuparti, chiudi gli occhi e riposati. Il tuo corpo deve guarire dalle ferite della sete.”
Edward, annui e poi si voltò per cercarmi. Con un veloce passo andai di nuovo vicino a lui e gli presi la mano “Ascolta tuo padre e stai tranquillo. Io sto qua vicino a te. Non ti lascio solo.”.
Mi sorrise finalmente rilassato mentre chiudeva gli occhi e si portava la mia mano vicino al viso per sentirne l'odore.
Passammo tutto il giorno successivo con lui, facendolo bere a sazietà altre quattro volte.
Con gioia vedemmo chiudersi le crepe che aveva sul corpo, mentre riacquistava velocemente le sue forze. Quando fu sera, gli demmo per un ultima volta da bere il sangue, ma contrariamente alle precedenti riuscì a fare da solo, mentre gli vedevo il veleno colare dalla bocca.
Dopo aver finito rimase seduto sul letto e con finta noncuranza mi chiese “Di che colore ho gli occhi, mamma?”
Sono rossi, Edward. Ma lo sai che non ha importanza”
Quando possiamo andare via?” mi domandò nuovamente. Era infatti la terza volta nel giro di due ore che me lo chiedeva ed io risposi come le volte precedenti “Quando Aro ci darà il permesso”
Annui per niente soddisfatto. Potevo vedere quanto teso fosse. Probabilmente aveva paura che Aro si rimangiasse la parola. Anch'io non ero per niente tranquilla. Solo Carlisle non era agitato, lui si fidava di Aro.
Era notte fonda quando Demetri entrò nella stanza portando un fagotto di vestiti per Edward.
Tieni, immagino che vorrai cambiarti.” gli disse sorridendogli mentre gli lanciava un completo della divisa.
Edward guardò i vestiti preoccupato e gli disse “Devo mettermi in divisa? Pensavo di essere libero”
Dietro c'era Aro che sbucò nella stanza. “Certo che devi metterli. Sei ancora una Guardia, ragazzo.
Sei in congedo ma devi tenere con te una divisa e il medaglione. Presto ti verranno utili”
Edward guardò Aro con sguardo interrogativo ma il Signore di Volterra, invece che spiegarsi si rivolse a Carlisle
Arrivederci amico mio. Ora potete uscire e vi consiglio di allontanarvi velocemente finché è buio. Demetri vi mostrerà la strada. Ci rivedremo presto Edward,.... il colore dei tuoi occhi ti dona molto”
E senza più degnarci di un ulteriore sguardo o attendere un nostro saluto si voltò e si allontanò.

Carlisle

Ce l'avevamo fatta. Edward era guarito. Non credevo sarebbe stata così dura ma alla fine aveva bevuto il sangue umano così necessario per lui.
Quando finalmente uscimmo nella notte, ci allontanammo per Volterra e con il cellulare chiamai a casa per farci venire a prendere. All'andata eravamo andati di corsa io ed Esme, ma adesso non volevo affaticare Edward. Mi ero accorto infatti che malgrado le ferite superficiali fossero guarite, il suo corpo era rimasto stanco e debilitato. Ci sarebbero voluti diversi giorni prima che si riprendesse del tutto e molto di più per riabituarlo alla dieta animale. Per fortuna che a casa avevo una buona scorta di sangue donato che lo avrebbe aiutato ad abituarsi gradatamente.
Mentre aspettavamo la macchina, si sedette su un muretto mentre annusava gli odori della notte felice e rilassato. Per fortuna che non c'erano umani in giro, altrimenti avremmo rischiato grosso.
Abbracciato ad Esme, lo guardavo pensieroso. La sua divisa nera della Guardia e il medaglione dei Volturi gli davano uniti ai suoi occhi rossi un che di sinistro.
Sapevo che Aro non avrebbe mollato facilmente, e quello che avevo ottenuto era già stato un mezzo miracolo, ma non sapevo come dirgli che non era libero del tutto.
Aro infatti non aveva sciolto il giuramento e quindi Edward era rimasto soggetto ad alcuni vincoli. Il più importante e quello che lo avrebbe turbato di più era l'obbligo di riprendere servizio ogni 15 anni per tre mesi.
Non ti preoccupare Carlisle. So tutto. L'ho letto nella mente di Aro, quando ci ha salutati.”
Mi colse di sorpresa, mi ero dimenticato della sua capacità di leggere nei pensieri.
Ancora una volta mi sorrise, aveva di nuovo letto la mia sorpresa.
A prenderci arrivarono Jasper e Bella.
Appena Bella scese dalla macchina si buttò fra le braccia di suo marito che le era corso incontro.
Edward. Finalmente. Stavo impazzendo a non avere tue notizie” lui si limitò a guardarla come se esistesse solo lei e ci avrei giurato che in quel momento era così. Poi si chinò e le posò le labbra sulle sue con una tenerezza immensa. Dovemmo ricordargli che non erano da soli, e quando si staccarono da quel lungo e tenero bacio d'amore vidi sul volto di Edward una gioia che avevo visto solo al suo matrimonio e quando aveva preso in braccio per la prima volta Renesmee.
Ti amo Bella, e mi sei mancata da morire. Sei la mia vita e la mia aria. Le nuvole di Volterra hanno oscurato il mio cielo ma tu le hai scacciate con il tuo amore. Mi vergogno di presentarmi con gli occhi rossi a te, ma sappi che non ho ucciso. Non sono tornato ad essere un assassino, ho resistito alla tentazione. Perdonami amor mio. Perdonami per tutto.”
Ti amo Edward. E non mi interessa il colore dei tuoi occhi. Ora sei con me, con noi. Ti aiuteremo a ritornare quello che eri una volta. Volterra e le sue regole ormai appartengono al passato” e con gioia si baciarono nuovamente.
Jasper gongolava nutrendosi della stessa felicità dei due sposi, ma io sapevo in cuor mio che Volterra non apparteneva del tutto al passato. I signori di Volterra avrebbero di nuovo reclamato Edward.
Lui percepì i miei pensieri tristi e si voltò sorridente. “I temporali esistono e sono sempre esistiti Carlisle. Entrambi sappiamo che il sole alla fine esce sempre a illuminare la nostra vita, basta non avere fretta e nutrire la speranza nel nostro cuore.”
Gli sorrisi, quello sarebbe stato il nostro piccolo segreto, e c'era tempo.
Si, avevamo tutto il tempo che volevamo per festeggiare il suo ritorno a casa e alla vita.

Andiamo a casa” disse prendendo Bella per mano e abbracciando Jasper “non vedo l'ora di salutare tutti e abbracciare la mia piccola Renesmee.” E mentre salivamo in macchina disse ridendo di gusto “Spero che Alice mi abbia visto in qualche visione e mi abbia comprato qualche vestito colorato. Non sopporto più il nero”
Credo proprio di sì, visto che oggi pomeriggio mi ha trascinato a Firenze sperperando per negozi di abbigliamento il patrimonio dei Cullen” sghignazzò Jasper unendosi alle nostre risate.

Era finita! Finalmente la famiglia Cullen era di nuovo al completo.

Nessun commento:

Posta un commento