Bella
Quando
aprii la lettera e
la lessi mi sentii girare la testa. Carlisle mi afferrò e mi
fece
sedere sul letto.
Con
gli occhi che
bruciavano, le mani che tremavano lessi incapace di accettare quello
che i miei occhi vedevano
Cara mamma,
Zia Alice
mi ha raccontato tutto. Non posso abbandonare papà
laggiù. Non posso permettergli di distruggere la nostra
famiglia. Jacob è d'accordo con me, neanche lui crede che
papà pensi
realmente ciò che ha scritto. Andremo assieme a parlargli e
se
veramente è quello che vuole ci limiteremo a salutarlo per
un ultima
volta.
Sono sicura
che i
volturi non ci faranno del male. Aro non oserebbe mai. Le sue stesse
leggi gli impongono di rispettare gli ospiti.
Ti prego di
perdonarmi, so che sarai arrabbiata con noi, ma ti voglio bene e
ritornerò presto a casa.
Salutami
tutti e non
arrabbiarti con la Zia. A presto.
Renesmee.
Guardai
Carlisle “Tu
l'hai letta vero?” gli chiesi già sapendo la
risposta.
“Si,
era indirizzata a
me” rispose con gli occhi bassi.
“Non
possiamo
raggiungerli , vero?” mormorai. Non ci voleva molto a capire
che si
erano studiati il piano per bene.
“No.
Bella. Sono
stati molto furbi” commentò amareggiato.
“Si
faranno uccidere... come possono essere stati così sciocchi?
Come possono credere che
Edward cambi idea?” ero a pezzi.
Non
solo avevo perso il
mio amore ma ora rischiavo di perdere pure mia figlia e il mio
migliore amico.
“Non
credo che Aro li
ucciderà, Bella. Loro hanno delle doti troppo uniche e
interessanti
per i Volturi. Temo piuttosto che cercherà di trattenerli
con loro. In quanto ad Edward, forse hanno ragione, forse l'abbiamo
lasciato
troppo solo.” stava pensando, probabilmente si chiedeva se
esisteva un modo per aiutarli.
Lo
guardai, e mi persi in
quegli occhi dorati di una dolcezza e tristezza infinita
“Carlisle,
cosa possiamo fare?” gli chiesi anche se sapevo
già la sua
risposta.
“Nulla,
Bella. Solo
aspettare e sperare” mi sussurrò accarezzandomi
“Adesso vieni e
informa anche gli altri. E' giusto che sappino. Poi tornerai qua e
disfarai le valigie. Non puoi andartene, non adesso” mi disse
guardandomi teneramente quasi ad implorarmi di ubbidire
“Va
bene. Farò come
dici. Ma più tardi cercherò Alice devo dirgli due
paroline” gli
risposi.
“Non
c'è ne sarà
bisogno. Sono già qua” sentii la voce del nostro
folletto
stranamente bassa e triste “Ho sentito quello che dicevate e
ho
capito tutto” continuò entrando nella stanza
“Mi spiace Bella.
Non credevo che partissero. Le ho raccontato tutto sperando che
impedisse a te di allontanarti da casa. Non volevo
perderti.”
mormorò abbassando lo sguardo.
“Sei
un incosciente
Alice” sbottai grata di potermi sfogare con qualcuno.
Ma
lei non mi rispose
mentre i suoi occhi si fecero vitrei.
Stava
avendo una visione
e sia io che Carlisle rimanemmo in silenzio aspettando e sperando che
fossero una volta tanto buone notizie.
Edward.
Le
ginocchia mi
crollarono mentre la consapevolezza di quello che era accaduto si
apriva con forza la strada nella mia mente.
Il
mio fisico già
debilitato non resse a quella verità così odiosa,
mentre mi rendevo
conto del tranello nel quale ero caduto così ingenuamente.
Inginocchiato mi portai le mani sul volto come a voler tenere lontana
quell'odiosa verità.
Poi all'improvviso mi
sentii abbracciare .
Qualcosa
mi bagnò il
viso. Erano gocce tiepide che colavano sul mio volto. Aprii appena la
mia bocca riarsa e sentii il gusto salato sulle labbra. Erano
lacrime. Aprii gli occhi e vidi il viso di Renesmee chino sul mio
rigato dal pianto.
“Non
piangere mio
piccolo amore. Va tutto bene” cercai di confortarla. Non
avevo mai
sopportato di vederla piangere e l'istinto paterno prese il
sopravvento sul vampiro.
“Mi
dispiace Edward”
la voce di Demetri mi riportò alla realtà avevo
bisogno di
spiegazioni, avevo bisogno di sapere.
“Raccontami
tutto
Demetri. Per favore” lo implorai mettendomi seduto sul letto
e
stringendo a me la mia bambina.
Alzai
gli occhi e vidi
Rebecca seduta ai piedi del letto fissarmi e il suo sorriso si
aprì
pieno di gioia.
Non
l'avevo mai vista
così felice e capii che lo era per me.
Le
sorrisi e mi strinsi
più forte la mia Nessi mentre Jacob si sedeva a fianco al
suo amore
con fare protettivo.
Con
rapide e decise
parole Demetri e Felix mi raccontarono come il computer dal quale
scrivevo dipendesse da un server, e che le mie parole erano state
modificate. Lo stesso avevano fatto con la posta che avevo ricevuto
dalla mia famiglia creando di fatto quella rottura che mi avrebbe
portato a rinnovare il mio giuramento appena fosse spuntato il sole.
Con
un dolore che mi
perforava il petto capii quanto astuto fosse stato Aro. Se da un lato
mi aveva affiancato Rebecca con la speranza che mi affezionassi a lei
come fosse stata una droga, dall'altra aveva preso al volo
l'occasione per incrinare e tagliare i legami con la mia famiglia. La
mia temperatura alta che tanto mi aveva debilitato spingendomi a
servirmi del computer invece del telefono era indotta dallo sciroppo
che mi aveva dato Angela.
Quella
stessa sostanza aveva inoltre risvegliato e rinforzato il mostro dentro
di me
attraverso la sete che continuava a divorarmi rendendomi di fatto
instabile e poco controllato.
Tutto
era stato
pianificato con accuratezza.
Restai
seduto, con gli
occhi bassi. La trappola era scattata e da stupido non me ne ero
accorto.
Accecato
da tutto quello
che mi era successo, accecato dal mio orgoglio c'ero caduto in pieno
e adesso era troppo tardi.
“Sono
stato stupido
ragazzi. Orgoglioso e ceco. Ma non so come uscirne. Fra poche ore
devo dare la conferma e non posso più tirarmi indietro. Come
ho
potuto dubitare di Bella? Come posso essere stato così
sciocco?” sapevo che nessuno avrebbe potuto rispondermi ma
non potevo fare
altro se non prendermela con me stesso.
“Non
puoi fare nulla?
Non puoi venire via con noi?” mi chiese Jacob guardando prima
me e
poi le mie Guardie.
Scossi
la testa. “No. Sono legato a Volterra. E anche se volessi
scappare, Rebecca non
lascerebbe mai la Rocca senza un ordine preciso di Aro ed io sono
legato a lei. E Aro non le darà mai l'ordine di lasciarmi
libero,
non fino a che, avrò rinnovato il giuramento. E' troppo
tardi, ho
preso un impegno ed Aro ha il modo per costringermi a
rispettarlo.”
Vidi
gli sguardi stupiti
dei miei ragazzi e sorridendo triste gli raccontai dello stretto
rapporto che avevo con Rebecca.
“Ecco
spiegato tutto.”
affermò Jacob.”Finalmente tutte le cose vanno a
posto. Ma non
capisco ancora chi o cosa è lo specchio che impedisce ad
Alice di
vedere cosa succede” terminò pensoso
“E'
Rebecca. Lo
specchio è Rebecca” disse Felix “Lei non
è soggetta ad alcun
potere. E legandosi ad Edward ne è diventata una parte,
amplificando
di fatto le visioni su di lui.” spiegò paziente.
“Ma
non può essere.”
intervenne la mia Renesmee “Alice ha visto papà
baciarsi Rebecca
una decina di giorni prima che arrivasse la sua prima e-mail”
concluse decisa
“La
prima e-mail?”
chiese Felix
“Quando
mi avete
scoperto era la seconda volta che scrivevo” spiegai con un
sorrisino colpevole.
“No”
intervenne
Demetri “la tua veggente non può averla vista, non
è possibile.
Lei è immune a qualsiasi potere anche a quello di
Edward.”
concluse scuotendo la testa.
“Alice
non ci ha
raccontato una frottola” sbottò Jacob.
“Pamela...
ha visto...
Pamela” mi portai una mano fra i capelli imbarazzato. Non
c'era
altra possibilità... Rebecca mi aveva baciato per la prima
volta
quando ero stato ferito nel difendere i Signori di Volterra il che
era avvenuto molto dopo.
“E
chi è Pamela?”
chiese la mia bambina sospettosa guardandomi allibita.
“Vuoi
dire che c'è un
altra vampira dai capelli rossi che ti sei sbaciucchiato?”
chiese
Jacob tra lo schifato e il divertito.
Di
certo non mi aveva mai
visto come un Don Giovanni e doveva risultargli difficile immaginarmi
sedurre qualcuno diverso da Bella.
Con
calma gli spiegai
tutto quello che era successo e come avevo sedotto Pamela per avere
la password.
Gli
sguardi stupiti e
preoccupati di Jacob e Renesmee mi accompagnarono durante tutto il
mio racconto e alla fine Jacob scoppiò a ridere.
“In
questi tre mesi non
ti puoi nemmeno immaginare quanta ansia abbiamo passato, dietro a
Rebecca, allo specchio e ai tuoi combattimenti. Ma a quanto vedo, a
parte il colore degli occhi non sei cambiato per nulla amico mio, sei
sempre il solito Edward.” scherzò.
Lo
guardai serio “Ti
sbagli Jacob. Sono diventato un assassino e una Guardia e anche
adesso faccio fatica a non bere il tuo sangue... malgrado la
puzza”
ribattei cercando di sdrammatizzare quello che purtroppo era fin
troppo vero “Loro hanno risvegliato il vampiro in me e anche
se
tornassi a casa non sarei più lo stesso. Ho imparato a
combattere,
ho imparato a uccidere e sono ritornato ad essere un vero
vampiro”
sospirai. “Forse è giusto che finisca
così” mormorai affranto.
“No
papà. Devi tornare
con noi” m'implorò la mia bambina.
Le
strinsi appena la
mano, e il suo calore sciolse il ghiaccio dal mio cuore.
“Non
posso. Rebecca è
legata a me. E Aro non le darà mai l'ordine di lasciarmi
libero...
non fino a che sarò suo in maniera definitiva.”
scossi la testa
scoraggiato.
Rimanemmo
tutti in
silenzio. Non c'era via d'uscita. Anche se avevamo chiarito tutto,
non avevo altra scelta. Aro non mi avrebbe mai liberato da Rebecca.
La
guardai e le sorrisi. Non era colpa sua, e mi ci ero sul serio
affezionato. Era un'amica
nulla di più, ma era anche il mio legame fisico con Volterra.
Ovviamente
era stata
zitta. Non aveva proferito parola. Non mi aveva mai levato gli occhi
di dosso, non si era allontanata e il suo sorriso era tenero e
confortante.
Doveva
essere stata
investita da tutte le mie emozioni e mi guardava con gli occhi pieni
di comprensione ed affetto.
Con
calma come un gatto
si avvicinò e si portò di fronte a me.
Alzai
la testa e le
sorrisi.
Lei
si chinò su di me e
incurante dei nostri spettatori mi baciò sulla bocca.
Non
fu un bacio come gli
altri, non fu un bacio per calmarmi o assorbire dolore.
Fu
un bacio vero e
appassionato.
Non
me lo aspettavo ma mi
ritrovai a rispondere alla sua passione.
In
fondo era giusto così.
Glielo dovevo.
Poi
come aveva iniziato
finii.
Le
sue labbra si
staccarono dalle mie e, guardandomi con una serietà e un
amore che
non credevo possibili in lei, mi mormorò nell'orecchio
“ Non ti
dimenticare di me ”.
E
rapida si avventò su
di me mordendomi.
Renesmee
Quando
vidi mio padre
crollare lanciai un urlo di paura.
Distrutta
da quello che
avevo sentito mi buttai su di lui lasciando scorrere quelle lacrime
che non ero riuscita più a contenere.
Poi
aiutati dalle Guardie
ricostruimmo tutto quello che era successo in quei tre lunghi mesi e
tappammo tutti i buchi che avevamo.
Finalmente
io e Jacob riuscimmo a capire il comportamento e le parole di mio padre
e a
comprendere quanto avesse sofferto in quei mesi.
Ora
ci era tutto chiaro.
Ora finalmente avevamo capito. Non c'era nulla da perdonare, solo da
accettare.
Quando
poi ci raccontò
di Pamela per un attimo mi scappò perfino da ridere al
ricordo di
come tutte le ragazze gli facessero la corte quando andavamo a
scuola.
Ma
presto il sorriso
scomparse quando lo sentii ammettere che era cambiato.
In
apparenza a parte gli
occhi rossi sembrava sempre lui, ma non potevo dimenticare come
l'avevo visto vampiro nella grande sala. Chiunque sarebbe cambiato
di fronte a quello che era successo ma con il nostro amore tutto si
sarebbe aggiustato. Ne ero convinta.
“No
papà. Devi tornare
con noi” l'implorai. Non lo avrei mai abbandonato
lì.
Gli
strinsi la mano e lo
sentii tremare sotto di essa. Era freddo ma non quanto ricordassi.
E
il mondo mi crollò
addosso quando scoraggiato mormorò “Non posso.
Rebecca è legata a
me.”.
Un
silenzio pesante cadde
su di noi.
Lo
vidi sorridere a
Rebecca ed ebbi un moto di gelosia. Malgrado tutto erano ancora
saldamene legati e con rabbia la vidi avvicinarsi a lui e baciarlo
teneramente.
Non
era un bacio normale
era un bacio d'amore e con orrore vidi mio padre restituirglielo.
E
poi fui invasa dal terrore quando la vidi staccarsi dalle labbra di mio
padre,
sorridergli e avventarsi su di lui con i denti snudati.
“Nooo”
gridai mentre
lo vedevo crollare sotto i suoi denti affilati mentre le due guardie
bloccavano me e Jacob.
Probabilmente
aveva
capito che papà voleva staccarsi da lei e colma di gelosia
si era
vendicata di lui.
Non c'erano altre
spiegazioni ai miei occhi.
Lo
avevo ritrovato e
perso nel giro di poche ore.
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