martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 42 - Ora è tutto chiaro

Bella

Quando aprii la lettera e la lessi mi sentii girare la testa. Carlisle mi afferrò e mi fece sedere sul letto.
Con gli occhi che bruciavano, le mani che tremavano lessi incapace di accettare quello che i miei occhi vedevano

Cara mamma,
Zia Alice mi ha raccontato tutto. Non posso abbandonare papà laggiù. Non posso permettergli di distruggere la nostra famiglia. Jacob è d'accordo con me, neanche lui crede che papà pensi realmente ciò che ha scritto. Andremo assieme a parlargli e se veramente è quello che vuole ci limiteremo a salutarlo per un ultima volta.
Sono sicura che i volturi non ci faranno del male. Aro non oserebbe mai. Le sue stesse leggi gli impongono di rispettare gli ospiti.
Ti prego di perdonarmi, so che sarai arrabbiata con noi, ma ti voglio bene e ritornerò presto a casa.
Salutami tutti e non arrabbiarti con la Zia. A presto.
Renesmee.

Guardai Carlisle “Tu l'hai letta vero?” gli chiesi già sapendo la risposta.
“Si, era indirizzata a me” rispose con gli occhi bassi.
“Non possiamo raggiungerli , vero?” mormorai. Non ci voleva molto a capire che si erano studiati il piano per bene.
“No. Bella. Sono stati molto furbi” commentò amareggiato.
“Si faranno uccidere... come possono essere stati così sciocchi? Come possono credere che Edward cambi idea?” ero a pezzi.
Non solo avevo perso il mio amore ma ora rischiavo di perdere pure mia figlia e il mio migliore amico.
“Non credo che Aro li ucciderà, Bella. Loro hanno delle doti troppo uniche e interessanti per i Volturi. Temo piuttosto che cercherà di trattenerli con loro. In quanto ad Edward, forse hanno ragione, forse l'abbiamo lasciato troppo solo.” stava pensando, probabilmente si chiedeva se esisteva un modo per aiutarli.
Lo guardai, e mi persi in quegli occhi dorati di una dolcezza e tristezza infinita “Carlisle, cosa possiamo fare?” gli chiesi anche se sapevo già la sua risposta.
“Nulla, Bella. Solo aspettare e sperare” mi sussurrò accarezzandomi “Adesso vieni e informa anche gli altri. E' giusto che sappino. Poi tornerai qua e disfarai le valigie. Non puoi andartene, non adesso” mi disse guardandomi teneramente quasi ad implorarmi di ubbidire
“Va bene. Farò come dici. Ma più tardi cercherò Alice devo dirgli due paroline” gli risposi.
“Non c'è ne sarà bisogno. Sono già qua” sentii la voce del nostro folletto stranamente bassa e triste “Ho sentito quello che dicevate e ho capito tutto” continuò entrando nella stanza “Mi spiace Bella. Non credevo che partissero. Le ho raccontato tutto sperando che impedisse a te di allontanarti da casa. Non volevo perderti.” mormorò abbassando lo sguardo.
“Sei un incosciente Alice” sbottai grata di potermi sfogare con qualcuno.
Ma lei non mi rispose mentre i suoi occhi si fecero vitrei.
Stava avendo una visione e sia io che Carlisle rimanemmo in silenzio aspettando e sperando che fossero una volta tanto buone notizie.


Edward.

Le ginocchia mi crollarono mentre la consapevolezza di quello che era accaduto si apriva con forza la strada nella mia mente.
Il mio fisico già debilitato non resse a quella verità così odiosa, mentre mi rendevo conto del tranello nel quale ero caduto così ingenuamente. Inginocchiato mi portai le mani sul volto come a voler tenere lontana quell'odiosa verità.
Poi all'improvviso mi sentii abbracciare .
Qualcosa mi bagnò il viso. Erano gocce tiepide che colavano sul mio volto. Aprii appena la mia bocca riarsa e sentii il gusto salato sulle labbra. Erano lacrime. Aprii gli occhi e vidi il viso di Renesmee chino sul mio rigato dal pianto.
“Non piangere mio piccolo amore. Va tutto bene” cercai di confortarla. Non avevo mai sopportato di vederla piangere e l'istinto paterno prese il sopravvento sul vampiro.
“Mi dispiace Edward” la voce di Demetri mi riportò alla realtà avevo bisogno di spiegazioni, avevo bisogno di sapere.
“Raccontami tutto Demetri. Per favore” lo implorai mettendomi seduto sul letto e stringendo a me la mia bambina.
Alzai gli occhi e vidi Rebecca seduta ai piedi del letto fissarmi e il suo sorriso si aprì pieno di gioia.
Non l'avevo mai vista così felice e capii che lo era per me.
Le sorrisi e mi strinsi più forte la mia Nessi mentre Jacob si sedeva a fianco al suo amore con fare protettivo.

Con rapide e decise parole Demetri e Felix mi raccontarono come il computer dal quale scrivevo dipendesse da un server, e che le mie parole erano state modificate. Lo stesso avevano fatto con la posta che avevo ricevuto dalla mia famiglia creando di fatto quella rottura che mi avrebbe portato a rinnovare il mio giuramento appena fosse spuntato il sole.

Con un dolore che mi perforava il petto capii quanto astuto fosse stato Aro. Se da un lato mi aveva affiancato Rebecca con la speranza che mi affezionassi a lei come fosse stata una droga, dall'altra aveva preso al volo l'occasione per incrinare e tagliare i legami con la mia famiglia. La mia temperatura alta che tanto mi aveva debilitato spingendomi a servirmi del computer invece del telefono era indotta dallo sciroppo che mi aveva dato Angela.
Quella stessa sostanza aveva inoltre risvegliato e rinforzato il mostro dentro di me attraverso la sete che continuava a divorarmi rendendomi di fatto instabile e poco controllato.
Tutto era stato pianificato con accuratezza.

Restai seduto, con gli occhi bassi. La trappola era scattata e da stupido non me ne ero accorto.
Accecato da tutto quello che mi era successo, accecato dal mio orgoglio c'ero caduto in pieno e adesso era troppo tardi.
“Sono stato stupido ragazzi. Orgoglioso e ceco. Ma non so come uscirne. Fra poche ore devo dare la conferma e non posso più tirarmi indietro. Come ho potuto dubitare di Bella? Come posso essere stato così sciocco?” sapevo che nessuno avrebbe potuto rispondermi ma non potevo fare altro se non prendermela con me stesso.
“Non puoi fare nulla? Non puoi venire via con noi?” mi chiese Jacob guardando prima me e poi le mie Guardie.
Scossi la testa. “No. Sono legato a Volterra. E anche se volessi scappare, Rebecca non lascerebbe mai la Rocca senza un ordine preciso di Aro ed io sono legato a lei. E Aro non le darà mai l'ordine di lasciarmi libero, non fino a che, avrò rinnovato il giuramento. E' troppo tardi, ho preso un impegno ed Aro ha il modo per costringermi a rispettarlo.”
Vidi gli sguardi stupiti dei miei ragazzi e sorridendo triste gli raccontai dello stretto rapporto che avevo con Rebecca.
“Ecco spiegato tutto.” affermò Jacob.”Finalmente tutte le cose vanno a posto. Ma non capisco ancora chi o cosa è lo specchio che impedisce ad Alice di vedere cosa succede” terminò pensoso
“E' Rebecca. Lo specchio è Rebecca” disse Felix “Lei non è soggetta ad alcun potere. E legandosi ad Edward ne è diventata una parte, amplificando di fatto le visioni su di lui.” spiegò paziente.
“Ma non può essere.” intervenne la mia Renesmee “Alice ha visto papà baciarsi Rebecca una decina di giorni prima che arrivasse la sua prima e-mail” concluse decisa
“La prima e-mail?” chiese Felix
“Quando mi avete scoperto era la seconda volta che scrivevo” spiegai con un sorrisino colpevole.
“No” intervenne Demetri “la tua veggente non può averla vista, non è possibile. Lei è immune a qualsiasi potere anche a quello di Edward.” concluse scuotendo la testa.
“Alice non ci ha raccontato una frottola” sbottò Jacob.
“Pamela... ha visto... Pamela” mi portai una mano fra i capelli imbarazzato. Non c'era altra possibilità... Rebecca mi aveva baciato per la prima volta quando ero stato ferito nel difendere i Signori di Volterra il che era avvenuto molto dopo.
“E chi è Pamela?” chiese la mia bambina sospettosa guardandomi allibita.
“Vuoi dire che c'è un altra vampira dai capelli rossi che ti sei sbaciucchiato?” chiese Jacob tra lo schifato e il divertito.
Di certo non mi aveva mai visto come un Don Giovanni e doveva risultargli difficile immaginarmi sedurre qualcuno diverso da Bella.
Con calma gli spiegai tutto quello che era successo e come avevo sedotto Pamela per avere la password.
Gli sguardi stupiti e preoccupati di Jacob e Renesmee mi accompagnarono durante tutto il mio racconto e alla fine Jacob scoppiò a ridere.
“In questi tre mesi non ti puoi nemmeno immaginare quanta ansia abbiamo passato, dietro a Rebecca, allo specchio e ai tuoi combattimenti. Ma a quanto vedo, a parte il colore degli occhi non sei cambiato per nulla amico mio, sei sempre il solito Edward.” scherzò.
Lo guardai serio “Ti sbagli Jacob. Sono diventato un assassino e una Guardia e anche adesso faccio fatica a non bere il tuo sangue... malgrado la puzza” ribattei cercando di sdrammatizzare quello che purtroppo era fin troppo vero “Loro hanno risvegliato il vampiro in me e anche se tornassi a casa non sarei più lo stesso. Ho imparato a combattere, ho imparato a uccidere e sono ritornato ad essere un vero vampiro” sospirai. “Forse è giusto che finisca così” mormorai affranto.
“No papà. Devi tornare con noi” m'implorò la mia bambina.
Le strinsi appena la mano, e il suo calore sciolse il ghiaccio dal mio cuore.
“Non posso. Rebecca è legata a me. E Aro non le darà mai l'ordine di lasciarmi libero... non fino a che sarò suo in maniera definitiva.” scossi la testa scoraggiato.

Rimanemmo tutti in silenzio. Non c'era via d'uscita. Anche se avevamo chiarito tutto, non avevo altra scelta. Aro non mi avrebbe mai liberato da Rebecca.
La guardai e le sorrisi. Non era colpa sua, e mi ci ero sul serio affezionato. Era un'amica nulla di più, ma era anche il mio legame fisico con Volterra.
Ovviamente era stata zitta. Non aveva proferito parola. Non mi aveva mai levato gli occhi di dosso, non si era allontanata e il suo sorriso era tenero e confortante.
Doveva essere stata investita da tutte le mie emozioni e mi guardava con gli occhi pieni di comprensione ed affetto.
Con calma come un gatto si avvicinò e si portò di fronte a me.
Alzai la testa e le sorrisi.
Lei si chinò su di me e incurante dei nostri spettatori mi baciò sulla bocca.
Non fu un bacio come gli altri, non fu un bacio per calmarmi o assorbire dolore.
Fu un bacio vero e appassionato.
Non me lo aspettavo ma mi ritrovai a rispondere alla sua passione.
In fondo era giusto così. Glielo dovevo.
Poi come aveva iniziato finii.
Le sue labbra si staccarono dalle mie e, guardandomi con una serietà e un amore che non credevo possibili in lei, mi mormorò nell'orecchio “ Non ti dimenticare di me ”.
E rapida si avventò su di me mordendomi.


Renesmee

Quando vidi mio padre crollare lanciai un urlo di paura.
Distrutta da quello che avevo sentito mi buttai su di lui lasciando scorrere quelle lacrime che non ero riuscita più a contenere.
Poi aiutati dalle Guardie ricostruimmo tutto quello che era successo in quei tre lunghi mesi e tappammo tutti i buchi che avevamo.
Finalmente io e Jacob riuscimmo a capire il comportamento e le parole di mio padre e a comprendere quanto avesse sofferto in quei mesi.
Ora ci era tutto chiaro. Ora finalmente avevamo capito. Non c'era nulla da perdonare, solo da accettare.
Quando poi ci raccontò di Pamela per un attimo mi scappò perfino da ridere al ricordo di come tutte le ragazze gli facessero la corte quando andavamo a scuola.
Ma presto il sorriso scomparse quando lo sentii ammettere che era cambiato.
In apparenza a parte gli occhi rossi sembrava sempre lui, ma non potevo dimenticare come l'avevo visto vampiro nella grande sala. Chiunque sarebbe cambiato di fronte a quello che era successo ma con il nostro amore tutto si sarebbe aggiustato. Ne ero convinta.
“No papà. Devi tornare con noi” l'implorai. Non lo avrei mai abbandonato lì.
Gli strinsi la mano e lo sentii tremare sotto di essa. Era freddo ma non quanto ricordassi.
E il mondo mi crollò addosso quando scoraggiato mormorò “Non posso. Rebecca è legata a me.”.
Un silenzio pesante cadde su di noi.
Lo vidi sorridere a Rebecca ed ebbi un moto di gelosia. Malgrado tutto erano ancora saldamene legati e con rabbia la vidi avvicinarsi a lui e baciarlo teneramente.
Non era un bacio normale era un bacio d'amore e con orrore vidi mio padre restituirglielo.
E poi fui invasa dal terrore quando la vidi staccarsi dalle labbra di mio padre, sorridergli e avventarsi su di lui con i denti snudati.

“Nooo” gridai mentre lo vedevo crollare sotto i suoi denti affilati mentre le due guardie bloccavano me e Jacob.

Probabilmente aveva capito che papà voleva staccarsi da lei e colma di gelosia si era vendicata di lui.
Non c'erano altre spiegazioni ai miei occhi.
Lo avevo ritrovato e perso nel giro di poche ore.

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