martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 6 Addio Nessi

Edward

Quando Jacob si allontanò baciai teneramente Bella accogliendola fra le mie braccia.
Lei mi guardò sorniona mentre le sue mani scivolavano sul mio petto sotto la maglietta che mi ero messo addosso.
Chiusi gli occhi stringendola più forte a me. Sentivo il suo profumo seducente invadermi le narici, il suo corpo aderire perfettamente al mio, le sue mani accarezzarmi il petto vogliose di me.
Anch'io avevo voglia di lei. Anch'io desideravo farla mia. Avevo bisogno del suo corpo e del suo amore come una droga... una droga in grado anestetizzare il dolore che provavo per il mio comportamento.
Per un attimo pensai che ero proprio un mostro. Stavo per fare l'amore con mia moglie e progettavo nel contempo di partire per Volterra a cercare Rebecca.
Tremai al pensiero di come avrebbe reagito Bella all'indomani quando le avrei rivelato le mie intenzioni. Si sarebbe sentita tradita e abbandonata. L'avrei ferita profondamente e se avesse deciso di non volermi vedere mai più avrei solo dovuto accettare la sua decisione. “Te la sei cercata” avrebbe sentenziato Alice e probabilmente avrebbe avuto ragione.
Le sue mani scesero ad accarezzare il mio membro che era divenuto duro per l'eccitazione.
Ringhiai sommessamente di piacere mentre l'attirai vicino a me.
Non mi sarei tirato indietro avrei fatto l'amore con lei un ultima volta, mi sarei donato a lei e l'avrei fatta impazzire di piacere.
Qui sulla riva di questo anonimo fiume avrei fatto l'amore con lei consapevole di quanto mi sarebbe mancato in futuro.
Qui fra le sue braccia sarei riuscito finalmente a dimenticare tutti problemi e gli affanni di questi lunghi mesi, immerso nel suo amore, avrei ritrovato quella pace che tanto mi mancava.
Qui sdraiato sulle pietre del greto lentamente la spogliai lasciandole ricambiare quel dolce gesto d'amore.
Qui con lentezza e passione facemmo l'amore lontano da tutti e da tutto.



Quando tornammo a casa dopo diverse ore, andammo a cambiarci in camera sotto lo sguardo divertito dei nostri ospiti che avevano notato le tracce di fango sui nostri vestiti.
Una mia occhiata di fuoco zitti' Emmett che come al solito stava per fare la sua solita battuta sul sesso.
Quando fummo pronti uscii dalla stanza e andai a cercare Renesmee.
Era in camera con Alice e Rosalie che le stavano mettendo dei bigodini sulla testa.
Ciao Principessa” entrai sorridente.
Vidi Alice sgranare gli occhi un attimo mentre prendeva Rosalie per un braccio trascinandola fuori dalla stanza. “Vieni Rose, credo che Edward voglia parlare con Nessi da solo” spiegò alla sorella.
Sei più stupido di quanto pensassi Edward.
Scossi la testa “Vattene Alice non sono affari tuoi” le dissi mezzo ringhiando mentre lei si affrettava ad uscire offesa.
Che c'è papà?” mi chiese Nessi ridacchiando “Vuoi farmi il classico discorso padre-figlia sulla prima notte di nozze?? Lo sai che mi ha già parlato mamma... vero?” mi chiese diventando rossa per l'imbarazzo.
Ingoiai il veleno che mi era salito in bocca al vedere il suo viso arrossato.
Scossi la testa, sorridendole. “No, non sono venuto per questo” le dissi guardandola attentamente.
Lo sai che sei bellissima??” affermai ancora sorpreso di quanto fosse meraviglioso quel gioiello nato dall'amore che mi univa a Bella.
Grazie papà.” trillò, e poi si avvicinò a me sorridendomi e posandomi la mano sulla guancia.
Chiusi gli occhi e mi concentrai su quello che voleva farmi vedere.
Mi rividi abbracciarla alla sua nascita, darle il biberon, correre con lei, raccontarle le favole, accompagnarla a scuola. Mi mostrò tutto l'amore che provava per me e per sua madre. E poi mi mostrò Jacob che l'abbracciava e la baciava. Mi mostrò quando le aveva dato il braccialetto del suo popolo come pegno del suo amore.
Ecco vedi papà. Io ti amo tantissimo ma amo anche Jacob e sono felice di sposarlo” mi disse convinta, conscia della mia gelosia.
Annui “Lo so Renesmee. Lo so piccola mia” dissi con la voce tagliata dal dolore.
Sono venuto a salutarti. Ad augurarti tanta felicità con il tuo lupo. Perché ti amo tantissimo piccola mia e mi mancherai tantissimo” mormorai emozionato dai miei stessi sentimenti.
Ma io resterò sempre qua, con voi... con te” mi disse passandomi una mano calda sulla guancia mentre mi sorrideva chiedendosi cosa volessi dire con quelle parole.
Annui stringendogli la mano. Volevo salutarla spiegarle che forse al suo ritorno non mi avrebbe più trovato. Che forse non sarei più tornato da Volterra. Ma non ne ebbi il coraggio. Non potevo ferirla. Non volevo che si rovinasse il giorno più bello della sua vita.
Rimasi a guardarla un attimo poi dalla tasca levai un brillante a forma di fiore appeso a una catenina sottile d'oro.
Apparteneva a mia mamma esattamente come il cuore che avevo donato a Bella tanti anni prima.
Questo era di tua nonna. Elizabeth Masen, la mia vera mamma” le spiegai mentre glielo sistemavo intorno al collo.
Lei divenne rossa dall'imbarazzo e dalla felicità poi senza dirmi una parola si buttò fra le mie braccia emozionata mentre due lacrime calde scorrevano dai suoi occhi scivolando nel mio colletto.
Ti voglio bene. Sono fiera d'indossare qualcosa di tua mamma, della mia nonna” mi mormorò emozionata stringendomi stretto a se.
Lo so. Ricordati che tu sei la cosa più preziosa che possiedo e che resterai per sempre nel mio cuore.” finii chinandomi a baciarla sulla guancia dopo averla scostata per guardarla nuovamente con gli occhi gonfi dall'emozione.
Lei mi sorrise felice. Non lo avevo più fatto da quando ero tornato, non avevo più avuto il coraggio di avvicinarmi così tanto a lei, spaventato da me stesso avevo cercato di mantenere le distanze e mi ero imposto di non fare nulla che potesse risvegliare il vampiro e metterla in pericolo.
E adesso mentre mi chinavo a sfiorarle la guancia con le labbra ancora una volta sentii il sangue scorrere invitante nel suo collo, il suo profumo stuzzicare il mio appetito, i miei denti stringersi in una morsa dolorosa e il mostro smaniare dentro di me per rompere le catene con le quali stavo provando a imbrigliarlo.
La Guardia che ero diventato mi urlava di cibarmi di lei, di assaggiare quel dolce nettare mentre la bocca si riempiva di veleno. Ma non avrebbe vinto ero ancora io il più forte... per ora.
Mi staccai e veloce mi girai e fuggii dalla stanza inorridito da me stesso e dalla mia tentazione... ora non potevo far altro che aspettare il giorno dopo.
Ancora una volta il vampiro aveva provato ad uscire e ancora una volta era stato troppo vicino a riuscirci.
Ero un pericolo per la mia famiglia e questo non ne era che l'ennesima conferma.
E con il cuore in gola, un groppo nello stomaco e gli occhi che pungevano mi allontanai nel bosco.
Da solo come è giusto che fosse...

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