martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 14 Iniziano i problemi

Edward

Passai il pomeriggio ad assistere all'addestramento delle nuove Guardie.
Ilmi e Kong non davano loro tregua ed io, che mi ero messo lontano per non disturbare le lezioni, passai il tempo ad osservarli mentre la mia mente vagava persa nei ricordi di quando io stesso avevo subito il loro allenamento.
Alla fine mi chiamarono e m'invitarono a combattere per dare una dimostrazione.
Declinai gentilmente l'invito, avevo paura di non riuscire a gestire il vampiro dentro di me che sentivo smaniare dalla voglia di uccidere.

Congedati gli alunni si avvicinarono.
“Che succede Edward, ti ritieni troppo superiore per noi, adesso?” mi chiese Ilmi a bruciapelo evidentemente irritato dal mio atteggiamento scostante.
Scossi la testa mortificato e gli raccontai la difficoltà che avevo a gestirmi.
“Questo non va bene Edward” sentenziò Kong “non è normale. Se ogni Guardia che va in battaglia non fosse in grado di gestirsi al suo ritorno, finiremmo tutti per azzannarci fra di noi” scuoteva la testa preoccupato.
“Lo so. E' per questo che sono qui. Ero un pericolo per la mia famiglia” spiegai triste ripensando a tutto quello che era successo nei mesi precedenti.
“Credo che l'unica sarebbe nuovamente combattere sforzandoti di gestire il tuo istinto” mi disse Kong pensieroso.
“Sono pericoloso. Non voglio farvi del male per errore” risposi scuotendo la testa spaventato alla sola idea di quello che avrei potuto combinare se non mi fossi riuscito a controllare.
“Non ti preoccupare” disse Ilmi sorridendomi divertito “Ci faremo aiutare da Rubens e Anna nel gestirti. Loro sono abituati a tenere bravi i neonati... e quindi non credo che tu possa essere un problema” disse sorridendomi “Ci vediamo domani pomeriggio qui alle sei” affermò poi scambiandosi un segno di assenso con Kong.
“Ma...” non riuscii a proseguire perché vidi una Guardia che non conoscevo venire verso di noi velocissimo.
“Edward, il nostro Signore Aro ti vuole” mi disse tutto d'un fiato. Era un ragazzo sui quindici anni, biondo e dai lineamenti delicati. Dal modo di fare sembrava un neonato e anche gli occhi rossi accesi sembravano darmi ragione.
“Daniele. E' un Capitano ed un tuo superiore e gli devi portare rispetto” intervenne Kong divertito dal comportamento del ragazzo.
“Perdonami, mio Capitano...io...” iniziò a balbettare intimorito.
Non avevo mai visto un vampiro così timido e sorridendo lo zittii “E' tutto a posto Daniele, accompagnami da lui” lo vidi abbassare la testa e poi visto che non lo avevo rimproverato mi fece un largo sorriso e si avvio. Salutai i due istruttori e mi avviai al cospetto di Aro.
Mi aspettava una lunga notte, ma avrei svolto il mio lavoro senza lamentarmi.


Carlisle

Edward era partito da pochi giorni e non avevamo più avuto sue notizie. Nemmeno Alice diceva di aver avuto visioni su di lui ma sospettavo che stesse mentendo.
Mi domandavo il perché non avesse cercato di comunicare con noi, non riuscivo proprio a capire quel ragazzo.
Quando era partito singhiozzava disperato eppure era partito ugualmente.
Aveva soffocato il suo cuore per andare a cercare un qualcosa che neanche lui sapeva.
E adesso mancava a tutti quanti tantissimo.
Facevamo finta di niente ma ci sembrava che la casa fosse vuota.
Bella era triste e le sue sorelle cercavano di coinvolgerla e di non lasciarla sola ma era evidente la sofferenza sul suo viso e l'apatia che l'aveva avvolta era preoccupante.
Non cacciava e non usciva mai di casa. Se qualcuno dei suoi fratelli o noi non la cercavamo era capace di passare intere giornate ferma, in piedi davanti alla finestra a scrutare l'orizzonte.
Forse sperava di vederlo comparire all'improvviso o sognava di andare da lui.

Fu ritornando dall'ospedale che ebbi il sospetto che qualcosa non andava.
Dopo aver parcheggiato scesi dalla macchina e mi girai di scatto.
Avevo percepito la vicinanza di qualcosa e con i sensi allerta studiai l'ampio giardino e il bosco circostante ma solo il profumo di Esme che si stava avvicinando colpì il mio olfatto.
Scrutai attentamente, ma nulla. Forse me lo ero sognato, forse era stato solo un falso allarme... ma non ero tranquillo e abbracciando la mia dolce Esme mi affrettai ad entrare a casa.
“Dov'è Jasper?” chiesi fra gli sguardi stupiti della mia famiglia. Mancava solo lui.



Jasper

Ero sull'albero.
Ero sicuro che gli occhi gialli che avevo intravisto nel bosco il giorno precedente sarebbero ritornati e dopo aver raccontato che volevo andare a caccia da solo mi ero allontanato.
Non avevo mentito o perlomeno non del tutto dal momento che ero effettivamente a caccia anche se non delle solite prede, non per nutrirmi come pensavano. I miei obiettivi erano ben altri.
Non mi piaceva quello che avevo visto nel bosco e avevo bisogno di risposte.
Mi appostai in alto nascosto dalle fronde degli alberi, se avevo ragione lui non mi avrebbe trovato, mente io potevo sorvegliare la mia famiglia pronto a intervenire se ce ne fosse stato bisogno.
Vidi Carlisle fermare la Mercedes e scendere dalla macchina.
Fu allora che lo vidi allontanarsi preoccupato di essere stato visto da mio padre.
Un sorriso maligno si aprì sul mio volto.
Si reputavano furbi ma non lo erano, adesso bisognava solo capire quanti fossero e che piani avessero.

Nessun commento:

Posta un commento