martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 38 - Incomprensioni

Bella

Quando avevo letto mi ero sentita sprofondare. Avevo sperato che fosse un e-mail di scuse o perlomeno di spiegazioni.
Non mi aspettavo una cosa del genere. Non potevo credere a quello che vedevo scritto.
Un conto era pensarci, immaginarselo.
Un conto era avere il sospetto che fosse reale.
Un conto era sentirselo dire e confermare da lui.
Si era innamorato di un 'altra.
Dopo che per anni mi aveva giurato di essere il suo unico e infinito amore, mi aveva voltato la faccia.
Tutto quello che aveva detto Jasper, tutto quello che avevo sperato era morto con quelle poche parole.
Ma non potevo rassegnarmi. Non lo facevo per Alice o per gli altri. Gli avrei scritto, lo avrei supplicato, perché sapevo di amarlo.
Con calma e una freddezza che non era mia, mi misi al computer e scrissi quello che il mio cuore mi dettava.

Carissimo Edward,
Sono Bella.
Non posso credere a quello che hai scritto.
Non posso credere a quello che ho visto.
Posso immaginare che tu ti sia sentito solo, posso immaginare la tua voglia di compagnia e la tua possibile debolezza.
Ma non credo che tu possa aver dimenticato quanto ci amiamo.
Io ti amo, e così anche la tua famiglia.
Noi siamo disposti a perdonare... qualsiasi cosa.
Non ci interessa che tu abbia gli occhi rossi o quello che hai fatto o sei diventato.
Ti prego di ritornare a casa, di ritornare da noi. Ti aiuteremo e troveremo il modo di aggiustare tutto.
Tua per sempre
Bella


Edward


Avevo paura di leggere la loro risposta.
Aro aveva instillato in me il dubbio che loro non mi volessero più.
Cosa avrei mai potuto fare in quel caso? Niente!!
Sapevo che il mio comportamento poteva essere equivocato, ma dovevano avere fiducia in me. Dovevano credermi. Non potevo pensare che quello che avevano visto potesse distruggere il loro amore e la loro stima nei miei confronti.
Ma avevo paura e quando aprii l'email il mio cuore mutò tremò dal dolore.
Non era possibile. Non potevo crederci. Eppure era vero.

Carissimo Edward.
Sono Bella.
Non posso credere a quello che hai scritto. Posso solo credere a quello che ho visto.
Posso immaginare che tu ti sia sentito solo, posso immaginare la tua voglia di compagnia e mi rattrista sapere che hai dimenticato quanto ci amiamo.
Le tue parole sono vuote, il tuo mentire è ormai una costante.
Non ho più fiducia in te.
Io non ti posso più amare e così anche la tua famiglia.
Noi non possiamo perdonare qualsiasi cosa.
Hai fatto le tue scelte, sei diventato un assassino e una Guardia, non c'è più posto qui per te.
Ti prego di non ritornare a casa saresti causa solo di altro dolore.
Bella


Non so quanto rimasi seduto lì a guardare il monitor, a guardare il vuoto.
Non sapevo cosa rispondere. Cosa fare.
I miei timori si erano avverati, le mie paure concretizzate.
Non mi credevano, avevano perso la loro fiducia in me. Ma come poteva Bella pensare che io la tradissi, che io mi fossi innamorato di un altra??
Ero disperato e appoggiato la testa sul computer iniziai a singhiozzare.
Non avevo scelte davanti a me, non avevo speranze.
Mi sentivo tradito e solo.
Sapevo di essere cambiato, ma credevo che se mi avessero aiutato avrei potuto ritornare quello di un tempo, ma mi ero illuso.
Forse avevano ragione, forse non c'era ritorno per le mie scelte sbagliate.

Come uno zombi chiusi il computer e mi alzai in piedi.
Mi ero dimenticato i problemi fisici e mi ritrovai inginocchiato per terra incapace di alzarmi e di combattere contro il mio destino.
Sentii a malapena le mani di Rebecca accarezzarmi e lasciai che Demetri mi facesse alzare e mi conducesse alla stanza come un ubriaco.
Mi parlava ma non lo sentivo, non volevo ascoltare nulla.
La testa mi girava, e i singhiozzi non accennavano a smettere.
Poi mi ritrovai sdraiato sul mio letto con Rebecca che mi teneva stretto a lei e mi accarezzava con fare protettivo.
La lasciai fare, felice di quel contatto, mi sentivo solo e avevo bisogno di sapere che almeno lei non mi avrebbe abbandonato. Avevo bisogno della sua sicurezza e della sua presenza.
E lei, consapevole del mio bisogno disperato, mi cullò finché il buio non scese a lenire le mie ferite dell'animo.


Bella

Attendemmo una sua e-mail. Rimanemmo attaccati al computer per ore.  Ma nulla. Non si era degnato neanche di risponderci.
La rabbia che avevo cercato di dominare, che il mio amore per lui aveva imbrigliato riesplose in tutta la sua potenza.
Ecco. Lui aveva scelto. Sarebbe rimasto a Volterra con la sua Rebecca.
Mi alzai e andai a preparare le valigie.
Nella nostra stanza c'era ancora il suo profumo, e non potevo più vivere lì.
Sapevo di dare un dolore enorme a tutti. Sapevo che Esme si sarebbe torturata per anni, forse secoli dietro questa storia.
Sapevo che Alice non si sarebbe data pace e come lei, tutti gli altri.
Ma io non potevo stare con loro. Troppi ricordi. Dovevo dimenticare e farlo alla svelta. Sarei partita e mi sarei lasciata tutto alle spalle limitandomi a sopravvivere per l'eternità accompagnata dal mio dolore infinito.
Ero felice che Renesmee fosse stata lontana. Le avrei telefonato, le avrei spiegato e l'avrei affidata a Jacob.
Lui non l'avrebbe mai tradita. Lui aveva una capacità di amare che andava sopra ogni cosa.
Per un attimo rimpiansi la scelta che avevo fatto quando avevo deciso di sposare Edward. No, non era giusto. Avevo scelto per amore, quell'amore che bruciava ancora dentro di me.
Avevo fatto le valigie quando sentii bussare alla porta. “Avanti” dissi pentendomi subito della mia decisione.
Lui era lì in piedi davanti a me con lo sguardo triste e spento.

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