martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 19 - Delusioni e speranze

Carlisle

Non andai a lavorare.
Volevo stare vicino alla mia famiglia.
La preoccupazione ci divorava tutti e strisciava nelle nostre menti, bloccandoci in un limbo irreale.
Nessuno parlava.
Nessuno si muoveva.
Tutto era fermo.
Tutto era congelato come il nostro cuore.
Aspettavamo, non potevamo fare nulla.
Aspettavamo che Alice ci desse qualche notizia.
Aspettavamo e speravamo che Edward fosse vivo.
Ma nulla e la mattina passò in compagnia delle nostre paure.
Ma nulla e il giorno volò via portandosi appresso le nostre speranze.
Ma nulla e la sera ci ritrovò immobili e tetri come statue dell'orrore.
Ma nulla e la notte avanzò nuovamente avvolgendoci nella sua ombra.
Ombre sulla nostra pelle.
Ombre sul nostro animo.
Ombre che minacciose affogavano le nostre speranze.
E poi... un grido!
Emmett accendi il computer”

Alice con gli occhi che brillavano si precipitò giù dalle scale   Ti ho visto aprire un e-mail di Edward. Sbrigati, fai presto.”
In un attimo tutta la famiglia si radunò intorno a quel miracolo di tecnologia.
Per me e per Jasper, si trattava di un vero e proprio miracolo.
Per noi che eravamo nati quando non esisteva corrente elettrica, per noi che era impensabile comunicare in maniera diversa dalla voce o dalla carta scritta, quella cartellina gialla che appariva adesso sul monitor ci sembrava un segno divino.
Alzai gli occhi al cielo e senza che nessuno vedesse o sentisse mormorai “Grazie”.
Nella casella della posta ricevuta una cartellina gialla indicava come oggetto ED.
Due lettere... una speranza riaccesa!



Edward

Tutto si svolse in una frazione di secondo.
Il mio attaccò rallentò quello di quegli strani esseri e diede il tempo alle Guardie di capire e reagire.
Renata alzò subito lo scudo sui nostri Signori e, mentre il terzo essere mi scagliava ai piedi del trono, il primo si rialzò incolume e velocemente attaccò Aro andando però a sbattere contro la barriera protettiva.
Felix con un ringhio portentoso si abbatte su di lui travolgendolo e bloccandolo agilmente aiutato da Damiano, Sirius e Peter che lo seguirono come un sol uomo.
Il secondo invece cadde immediatamente sotto il potere di Jane che, senza muovere un dito, con il solito odioso sorrisetto, lo colpì senza pietà fino a quando non fu immobilizzato da Damon e altre quattro Guardie. Il terzo quello che mi aveva colpito, si rese conto che il loro attentato era fallito e con un ululato di rabbia si avventò su di me, per vendicarsi e finirmi. Ma non arrivò a toccarmi perché Rebecca nel momento stesso in cui ero stato scagliato ai piedi del trono era saltata davanti a me in posizione di difesa, ringhiando. L'essere si scagliò su di lei rapido e micidiale ma non fece in tempo a colpirla perché Demetri dal dietro piombò su di lui seguito dalle altre Guardie che lo immobilizzarono velocemente.

Nel giro di pochi minuti i tre erano stati catturati e avevano fallito il loro piano. Tra di noi a parte qualche piccola contusione l'unico veramente ferito ero io.
I tre signori di Volterra si guardarono intorno dapprima spaventati, poi stupiti e infine compiaciuti di quella dimostrazione di potenza delle loro Guardie.
Uccidete i primi due e portate il terzo nei sotterranei, voglio interrogarlo. Jane e Renata venite con me” tuonò Aro, poi si voltò a guardarmi “Damon, vai a chiamare Oliver, Edward è ferito. Digli di venire di corsa.” Si avvicinò e si piegò sulle ginocchia “Oliver è un medico in gamba, non come Carlisle forse, ma si prenderà cura di te. Tieni duro ragazzo, non mollare” poi mi sorrise “Sei stato in gamba e mi hai salvato la vita, non me lo scorderò”
E il suo pensiero che doveva essere di riconoscenza suonò nella mia mente come una minaccia. Aveva scoperto un nuovo uso del mio potere.

Non potevo muovere nulla del mio corpo e a stento senti l'abbraccio di Rebecca. Dolore e ancora dolore non sentivo altro, ma con sorpresa riuscii a percepire distintamente le sue labbra morbide posarsi sulle mie in un dolce e profondo bacio mentre cercava di succhiare più sofferenza possibile dal mio corpo martoriato. E accompagnato da esse sprofondai nel buio proprio mentre sentivo le mani Oliver toccarmi con circospezione.

Quando aprii gli occhi sentii un male atroce lungo tutta la schiena e le spalle. Mi sfuggì un gemito, mentre cercavo di capire dove fossi e di ricordarmi cosa era successo. Provai ad alzarmi per fuggire dal dolore, ma non ci riuscii. Aprii gli occhi agitato e mi resi conto di essere disteso e legato su un tavolo. Non potevo muovere nulla, neanche la testa. Ero immobilizzato. Fu allora che misi a fuoco il viso di Rebecca che accucciata vicino a me mi faceva le carezze sulla testa per tranquillizzarmi.
Dove sono? Cosa mi è successo?” le parole uscirono lentamente e con sforzo. La bocca era asciutta, nemmeno il veleno scorreva in lei.
Sei in infermeria Edward. Quell'essere ti ha rotto la schiena e ti ha quasi strappato le braccia dal corpo. Ovviamente non corri nessun tipo di pericolo ma devi stare fermo e immobile per almeno dieci ore. Per questo ti abbiamo legato. Non puoi assolutamente muoverti. Il tuo corpo si aggiusterà da solo, ma le ferite sono estese e gli devi dare tempo. Nel frattempo purtroppo sentirai male. Non esistono antidolorifici che io conosca per noi vampiri . Ma sei fortunato credo che Rebecca possa aiutarti” mi spiegò Oliver con tono professionale.
Guardai di nuovo il mio simbionte e vidi gli occhi neri cerchiati da una profonda sofferenza. La mia riflessa su di lei.
Prima, mi hai baciato?” le chiesi incredulo.
Lei annui abbassando lo sguardo.
Si Edward, l'ha fatto. Glielo chiesto io. Facendo così ha assorbito molto più dolore e ha permesso che ti visitassi e che riuscissimo a portarti qui senza farti soffrire troppo.” Oliver sorrideva “Adesso però devi stare fermo e calmo. Il dolore passerà presto”
Mi spiace Rebecca, mi spiace che tu soffra a causa mia. Io non..” lei mi mise un dito sulle labbra per silenziarmi mentre si abbassava per baciarmi nuovamente. Di nuovo percepii le sue labbra appoggiarsi sulle mie, di nuovo avvertii il suo alito caldo entrare nel mio corpo e piano piano sentii il dolore attenuarsi mentre una calma innaturale invadeva il mio corpo e le mie membra. Lentamente mi lasciai scivolare di nuovo nel buio, cullato dalle sue carezze.

Quando aprii gli occhi ero nel mio letto. Feci per tirarmi su ma due mani forti mi spinsero verso il basso.
Il peggio è passato Edward. Ma Oliver ha detto che devi rimanere a letto almeno fino alle quattro di questa notte. Quindi mettiti giù e fai il bravo” il viso sorridente di Demetri apparve ai miei occhi stanchi.
Rebecca?” chiesi guardandomi intorno.
E' sdraiata sul divano. Sta recuperando un po' le forze. Ti ha tenuto sotto il suo potere per almeno dieci ore ed adesso era sfinita. Non si è mai allontanata da te, ma aveva bisogno di riposare e ora che stai meglio gli ho dato il cambio”
Sono morti... quegli esseri ?” chiesi avido di notizie.
Si, i primi due sono stati uccisi immediatamente, il terzo è stato interrogato ed ucciso poco dopo.
Quello che è successo è stato imperdonabile, se tu non te ne fossi accorto, probabilmente sarebbero riusciti nel loro intento” sospirò scuotendo la testa.
Sono l'unico che è rimasto ferito, vero?”
Così gravemente si. Gli altri compreso Felix hanno preso solo qualche piccola ferita già guarita. Sei stato imprudente e sciocco Edward. Hai portato un attacco stupido e pericoloso”
Lo guardai offeso. “Ho salvato la vita ad Aro. E' questo quello che conta. E poi che altro potevo fare?”
Lui scosse la testa sorridendo “Tante altre mosse che non ti avrebbero messo così allo scoperto di fronte alla loro reazione. Si vede che non sai combattere, ragazzo”
Questo lo dici tu” risposi sempre più offeso. Come si permetteva? A casa combattevo spesso con Emmett e Jasper, e me la cavavo alla grande. Senza contare che avevo combattuto e battuto James e Victoria.
Questo non era un gioco Edward. Potevi lasciarci la vita” sembrava avesse letto nei miei pensieri
Comunque sei stato pronto e coraggioso e di questo credo che Aro debba rendertene merito. Adesso però stai a letto e riposati.” stava già alzandosi quando si bloccò “Ah ...dimenticavo Oliver mi ha raccomandato di farti bere. Il tuo corpo deve recuperare e la sete non l'aiuta” e veloce si avviò verso lo scaffale dove prese una grossa bottiglia contenente del sangue. “Scusa. E' freddo. Proviene dalle scorte che teniamo per emergenza.” e sorridendo me la porse.
Lo guardai sbigottito, non volevo bere il sangue umano ma la gola bruciava come il fuoco e il mostro smaniava dentro di me. “Edward, non fare il difficile. Rebecca ha già bevuto e tu non puoi farne a meno. Coraggio lascia libero il tuo istinto” e sempre sorridendo aprii il coperchio facendomelo passare sotto il naso.
Se avessi realmente voluto e se non avessi assaggiato da poco quel dolce nettare non avrei avuto alcuna difficoltà a rifiutare... ma non valeva la pena soffrire la sete inutilmente. Ormai i miei occhi erano rossi, io ero già diventato un assassino. Non avrei aggiunto niente di peggiore a quello che avevo già fatto e in cui mi ero già trasformato.
E senza obiezioni bevvi avidamente calmando la sete che mi divorava.
Bravo, Edward. Adesso mettiti giù da bravo e riposa. Ti chiamo Rebecca” e dopo aver mormorato poche parole al mio simbionte uscii salutandomi allegro.
Rebecca si sedette vicino a me. I suoi occhi rossi erano lo specchio dei miei. Lei percepì il mio disagio e con tenerezza posò una mano sulla mia fronte.
Ebbi appena il tempo di rispondere al suo sorriso che già mi sentii sprofondare nuovamente nell'oblio.

Quando mi svegliai, Rebecca mi costrinse a stare ancora a letto qualche ora, malgrado le mie proteste. Mi sentivo bene e smaniavo all'idea di poter avere finalmente una notte per me, ma fu irremovibile.
Poi finalmente, quando arrivò l'ora prestabilita, mi lasciò scendere.
Mi studiai accuratamente e potei constatare che non avevo riportato nessun danno e che avevo recuperato bene. Veloce mi vestii e trascinandomi dietro una stupita Rebecca mi allontanai nei corridoi. Finalmente avevo un pezzettino di notte libero e dovevo rassicurare la mia famiglia sulla mia salute. Cosa sarebbe successo se Alice avesse visto il mio combattimento? Non volevo lasciarli in ansia e non so quando mi sarebbe stato possibile avere un altra occasione simile.

Carlisle

Con le dita che volavano sul mouse e sui tasti Emmett aprii quel messaggio di speranza.
E dopo una rapida occhiata la nostra gioia volò via trascinata da quelle poche righe.

Ciao sono riuscito ad avere nuovamente accesso al computer. Non rispondete.
Qualsiasi cosa abbia visto Alice sappiate che sto bene.
Vi voglio bene e mi man

Il messaggio era frettoloso e incompleto. Qualcosa o qualcuno lo aveva interrotto. E se adesso sapevamo che Edward era vivo, se adesso la speranza si era riaccesa nei nostri cuori, un altra ombra calò veloce ad oscurare la nostra gioia.
E' vivo” sentii mormorare a Bella che abbracciava stretto la piccola Nessi.
Si era vivo ma cosa era successo? Perché non aveva finito la frase?
E' successo qualcosa però, perché non ha finito il messaggio?” lo stesso mio dubbio era stato espresso ad alta voce da Rosalie
E non l'ha ne firmato, ne autenticato” commentò assorto Jasper.
E' autentico vero?” chiese Esme con un filo di voce.
Non ci sono certezze, mamma. - rispose titubante Jasper – ma se non ha avuto il tempo di finire è ovvio che non sia riuscito a fare altro.”
Sappiamo che è vivo.” affermai “e che sta bene. Probabilmente era in pensiero per noi. Temeva le tue visioni Alice e ha provato a tranquillizzarci, ma qualcosa o qualcuno è sopraggiunto.” sospirai pensieroso e di nuovo tormentato.
E' in salvo. E' questo che conta.” Bella stringeva forte Nessi per trasmetterle il suo coraggio le sue certezze, ma potevo vedere negli occhi di mia nipote la preoccupazione specchio delle nostre paure.
Chi o che cosa l'aveva interrotto? Era stato scoperto? Avrebbe più potuto comunicare con noi?
Probabilmente no. E avremmo dovuto attendere senza notizie a parte le visioni di Alice.
Li guardai tutti, guardai la mia famiglia e vidi i miei sentimenti riflessi in loro. Ma qualcosa mi preoccupò a morte, un ombra e uno sguardo che Nessi rivolse al suo Jacob. Un sorriso d'intesa, un sorriso complice che mi fece tremare il cuore.
Cosa stavano progettando quei due?
Ne avrei parlato con Alice e le avrei chiesto di tenerli d'occhio.
Speriamo che non combinino qualche guaio” mormorai tra i denti
Chi?” chiese Esme a fianco a me.
Scossi la testa, “Più tardi ti spiego” le risposi voltandola e baciandola teneramente.
Avevo bisogno di certezze ed Esme mi prese per mano conducendomi nella nostra camera.

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