martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 15 “Malik!”

Edward

Entrai e mi inginocchiai ai piedi di Aro.
Lui si volto a sorridermi poi senza una parola posò la sua mano sulla mia testa, mentre il primo vampiro entrava nella Sala del Trono.
Lavorai tutta la notte e come al solito feci ritorno alla mia camera ancora stordito.
Questa volta al mio fianco non c'era Rebecca ad aiutarmi e ci misi un po' prima di riuscire a rilassare abbastanza la mente per immergermi in quella specie di torpore che mi permetteva di recuperare le forze.

Erano le prime ore del pomeriggio quando ancora intontito mi venne a chiamare Daniele.
Buongiorno mio Capitano” mi salutò tutto festoso.
Gli sorrisi, mi piaceva il modo di fare di quel ragazzo. La sua dolcezza e allegria erano contagiose senza contare che mi ricordava Alice, sembrava un folletto perennemente sorridente proprio come la mia sorellina.
Il nostro Signore Aro ti aspetta nel suo studio, appena sei pronto” finii allegro prima di uscire come un razzo dalla stanza.
Mi alzai e mi guardai intorno. Per un attimo cercai Rebecca, poi scossi la testa sbuffando. Ero solo ovviamente, e mi scocciava ammetterlo... ma mi mancava.
Avevo voglia di rivederla, di parlarle di chiarire quello che si agitava dentro di me.
Ma lei non c'era e io non sapevo quando sarebbe arrivata.

Incuriosito mi avviai da Aro, chiedendomi ancora una volta che cosa potesse mai volere da me.
Quando arrivai bussai alla porta ed entrai.
Non era solo, con lui c'era Malik.
Oh Edward. Eccoti finalmente” mi disse cordiale il mio Signore.
Annui e abbassai la testa per salutarlo.
Sul suo volto si aprii un sorriso allegro . Nella sua mente, ancora una volta esplose la gioia per avermi lì, sottomesso ai suoi desideri.
Oggi pomeriggio devi accompagnare Malik. Il tuo dono sarà importante per svolgere bene il suo lavoro. Ed Edward, mi aspetto che tu gli ubbidisca” terminò.
Annui “Come volete Mio Signore” risposi e posai lo sguardo sul vampiro al suo fianco.
Lo conoscevo di vista ma non gli avevo mai parlato. Sapevo che si occupava della gestione della Rocca ma non sapevo esattamente di cosa. Apparteneva alla Guardia Reale e la sua mantella bordata di rosso lo identificava come responsabile dell'amministrazione. Lui mi stava studiando, chiedendosi se sarei stato effettivamente d'aiuto o solo un impaccio per la sua missione.
Dovrai metterti in borghese e vestito elegante Edward. Ci vediamo tra quaranta minuti in piazza” mi ordinò.
La sua voce melodiosa come tutti quelli della mia razza era ferma e severa proprio come il suo aspetto.
Se fossimo stati umani avrei potuto scambiarlo per un Professore o il Dirigente di una grande industria, mentre vedevo i suoi occhi scrutarmi enigmatici e i suoi pensieri ripassare tutto quello che sapeva su di me.
Ci sarò” gli risposi mentre venivo congedato dal mio Signore con un gesto.
Senza perdere tempo andai in camera e mi vestii con un completo grigio sopra una camicia azzurrina che trovai nell'armadio. Non sembravo più ne una Guardia, ne tanto meno un diciassettenne.
Mi guardai nello specchio per sistemarmi la cravatta blu a strisce bianche e rosse e il ricordo del matrimonio di Nessi bussò nella mia mente.
Bella” mormorai al mio riflesso mentre venivo assalito dai ricordi e la mia mano si alzava come per farle una carezza.
Ingoiai a vuoto diverse volte per calmarmi stringendo con violenza i pugni lungo i fianchi.
Una ferita del mio animo si era riaperta, ma non potevo permettere al mio cuore e alla mia mente di pensare a lei. Non sarei tornato da lei fino a che non fossi diventato sicuro dei miei sentimenti nei suoi confronti e non fossi riuscito a imbrigliare il mostro dentro di me una volta per tutte.
Quando ebbi la forza di riaprire le mani sulla mia pelle erano presenti i segni lasciati dalle unghie. Mi guardai ancora una volta per accertarmi di avere tutto in ordine e veloce uscii sulla grande piazza.
Non aspettai molto che vidi Malik venirmi incontro.
Anche lui vestito elegante si fermò vicino a me osservandomi attentamente.
Bene Edward” annui sorridendomi mentre lanciava un veloce sguardo al mio abbigliamento trovandolo evidentemente di suo gusto “Aro mi ha detto che sei abituato a stare in mezzo agli umani e a comportarti come tale e questo fa di te un ottimo compagno. Non sono molte le Guardie capaci di comportarsi normalmente e nessuna ha il tuo preziosissimo dono” disse scrutandomi di sottecchi.
Scossi la testa “Da quando mi sono scontrato con i licantropi ho alcuni problemi di autocontrollo. Anche se sono in grado di gestirmi sufficientemente” lo informai scocciato da quella mia debolezza con cui avevo imparato a convivere ultimamente.
Lui mi guardò serio e preoccupato “Questo è un male Edward. Dovresti informare Aro.” mi rimproverò aggrottando le sopracciglia e chiedendosi se fosse il caso di rimandarmi nella Rocca.
Non immaginavo che mi facesse uscire. Ma non ti preoccupare se non succede nulla sono in grado di controllarmi a sufficienza” cercai di rassicurare lui e me stesso.
Comunque hai fatto bene ad informarmi. Mi aspetto da te aiuto, ma se fossi in difficoltà dimmelo, non possiamo comprometterci, in nessun modo” mi disse asciutto mentre si avviava con un buon passo umano verso il centro della Cittadella.
Annui seguendolo, poi incuriosito gli chiesi “Dove stiamo andando?”
Lui mi sorrise un attimo poi tornato serio mi rispose “In Banca. Devo parlare con il Direttore e tu mi devi aiutare a capire il perché certi investimenti sono andati male”
Lo guardai dubbioso “Investimenti?” gli chiesi poco sicuro di aver tradotto bene l'italiano.
Mi guardò un attimo di traverso fermandosi e bloccandomi per un braccio.
Edward. Cosa ne sai di operazioni finanziarie?” mi chiese a bruciapelo preoccupato.
Qualcosa” gli risposi infastidito dal suo tono.
Scosse la testa “Mi mancava dover fare la balia a un vampiro instabile e per di più che non capisce nulla di economia” bofonchiò chiaramente alterato da quello che iniziava a considerare solo un peso.
Stava per rimettersi a camminare che lo bloccai io stavolta per un braccio snudando i denti “Forse non sarò un tecnico del settore... Malik! Ma non sono uno scemo... ho tre lauree” affermai offeso dal suo comportamento.
Lui si scrollò la mano e mi guardò assorto un attimo “Vedremo Edward...vedremo. Per adesso vieni e cerca di fare del tuo meglio”
Levai la mano e lo seguii in silenzio.

Quando ci presentammo ci fecero accomodare in un piccolo salottino moderno.
Malik si comportava completamente a suo agio in apparenza ma sentivo i suoi occhi puntati su di me e il suo nervosismo per la mia presenza oltreché per la sua missione.
Mi osservava in continuazione chiedendosi se avrei creato problemi.
Quando arrivò il Direttore ci diede la mano cordiale mostrando indifferenza alla nostra temperatura mentre iniziava a parlare con lui, che evidentemente conosceva da tempo.
Riuscivo a seguire tutti i discorsi con facilità e fin da subito entrai nei pensieri di quell'uomo.
Sicuramente Sig. Malik la grave crisi che ha investito l'America ha coinvolto i governi vicini e l'Argentina si è trovata in difficoltà. Non era prevedibile che le azioni crollassero così di colpo.” spiego affabilmente il direttore al mio compagno.
Sorridendo comprensivo al Direttore e facendo finta di cambiare posizione sussurrai a Malik “Sta mentendo... lo sapeva da una ventina di giorni ma ha fatto finta di niente, per guadagnarci” lo smascherai.
Ovviamente il Direttore non sentì quello che avevo sibilato al mio compagno e Malik ne approfittò per incastrarlo “Ho fonti sicure che affermano che voi ne siete stato informato con venti giorni di anticipo e questo non piacerà al mio Signore” la sua voce era pacata e calma ma nonostante questo il direttore iniziò a sudare copiosamente.
Ecco io...” provò a giustificarsi.
Non ha i soldi da restituire... ha paura di te” informai nuovamente il mio compagno provando una certa pena per quell'uomo.
Non si preoccupi Direttore... sono sicuro che la prossima volta m'informerà per tempo... e che nel frattempo cercherà di rimediare alla perdita del denaro” lo interruppe Malik sorridendo mellifluo.
Il tono era apparentemente tranquillo ma il direttore era chiaramente terrorizzato dal mio compagno. Non sapeva con esattezza chi aveva davanti, per sua fortuna, ma era cosciente della possibilità di perdere la vita se non avesse mantenuto la parola. Era fermamente convinto fossimo esponenti di spicco della mala vita italiana.
Si. Si..cura..men...te” rispose asciugandosi il sudore dalla fronte con il fazzoletto.
Fregherà un investitore di Milano, per ripianare i conti” sibilai a Malik leggendo la mente del Direttore. “E' fermamente convinto che apparteniamo a qualche organizzazione poco pulita e assai pericolosa” riferii ridacchiando all'idea di quanto fosse fuori strada sul tipo di organizzazione criminale.
Non eravamo di certo mafiosi ma sicuramente qualcosa di ancora più letale. Se non avesse rimediato alla sua mancanza avrebbe potuto finire come cibo al prossimo banchetto.
Ne sono certo. Arrivederci Direttore” lo salutò cordiale il mio compagno chiaramente soddisfatto dall'impegno preso da quel pover'uomo e da quanto gli avevo riferito leggendogli nella mente.
Mi alzai e salutai imitando Malik sotto gli occhi attenti del Direttore che si stava chiedendo chi fossi dal momento che era la prima volta che mi vedeva e che non avevo aperto bocca.
Immaginava che fossi una guardia del corpo e ancora una volta mi venne da sorridere all'idea di quanto fosse fuori strada.

Facemmo ritorno alla Rocca diretti e quando arrivammo davanti all'entrata lui mi prese per un braccio facendomi fermare.
Mi ero rilassato e non mi aspettavo la sua presa per cui mi girai e gli ringhiai snudando i denti.
Lui sussultò un attimo, poi lasciò il mio braccio intimorito e stupito dalla mia reazione.
Scusa Edward. Non volevo spaventarti.” mi disse capendo al volo la situazione.
Io annui e mi rilassai “Perdonami mi ero distratto.”
Per fortuna che non è successo in Banca. Usciremo altre volte assieme. Sei molto utile ragazzo ma... stai attento... le tue distrazioni potrebbero essere pericolose” mi ammonì prima di entrare e sparire nei bui corridoi.

Rimasi indietro un attimo ripensando alle sue parole poi velocemente mi diressi in camera e mi cambiai rimettendomi la divisa.
Mi aspettavano per combattere e forse finalmente sarei riuscito ad imbrigliare il mostro nuovamente.
Ancora una volta avevo constatato quanto instabile e pericoloso fossi e decisamente non mi piaceva esserlo.


Alice

Volevo parlare con Edward prima che partisse e ne avevo approfittato al matrimonio.
Avevamo ballato assieme ma non avevo avuto il coraggio di parlargli...ci avevo provato ma il suo sguardo disperato mi aveva impedito di proseguire.
Aspettai che il ricevimento stesse per finire e lasciato Jasper con Emmett, mi diressi a cercare mio fratello. Non potevo rimandare.
Si stava guardando in giro, forse stava cercando Bella pensai osservandolo attentamente.
Poi lo vidi partire deciso e andare da lei. Si parlarono pochi secondi e lo vidi abbassare la testa e allontanarsi verso il giardino buio.
Senza perdere tempo lo seguii e lo raggiunsi velocemente.
Mi stava dando le spalle “Edward” lo chiamai dolcemente.
Lui si voltò guardandomi con gli occhi tristi e ingoiando a vuoto. Stava singhiozzando, per questo si era allontanato nel buio del giardino.
Mi avvicinai e lo abbracciai stretto “L'hai detto a Bella...vero?” gli chiesi.
Solo quello poteva giustificare il suo comportamento.
Si.” mi sussurro allontanandosi leggermente da me evidentemente infastidito dal farsi vedere così debole ai miei occhi.
Lo sentii prendere fiato per rilassarsi poi calandosi una maschera sul viso e sul cuore mi disse calmo e freddo “Ti devo chiedere un favore Alice” .
Rimasi in silenzio e gli feci cenno di proseguire inclinando la testa e attendendo la sua richiesta incuriosita.
Mi stavo domandando cosa avrebbe mai potuto chiedermi quando lo vidi guardarmi e sorridermi timidamente.
Quando sarò via... non cercarmi. L'ultima volta avete sofferto tutti a causa mia e delle tue visioni. Non voglio che si ripeta” mi disse cercando i miei occhi.
Come poteva chiedermi questo? Mi domandai allarmata e stupita dalla sua richiesta.
No. Edward. Non chiedermelo e poi lo sai che mi arrivano senza che io lo voglia. Se non avessi avuto la visione della battaglia saresti morto sui Monti Urali” ribattei decisa.
Lo vidi sorridermi, il volto teso, tirato, mentre mi sussurrava “Forse sarebbe stato meglio per tutti.”.
Stupido di un fratello!! Ero arrabbiata con lui, con il suo modo di fare e di comportarsi. Ma come poteva non capire? Gli afferrai le braccia per scrollarlo, per svegliarlo da quel suo continuo incolparsi... ma non feci in tempo... il suo ringhio d'avvertimento mi blocco' mentre vedevo i suoi occhi farsi neri e i suoi muscoli tendersi in posizione d'attacco...
Promettimelo Alice” mi disse balzando improvvisamente indietro spaventato da se stesso.
Edward... non posso” ti prego vieni qui, abbracciami. “Non è successo nulla” supplicai spaesata e spaventata dalla sua reazione e ancora di più da quello che sapevo stava pensando di se stesso.
Lui scosse la testa. “Non vuoi proprio capire vero Alice? Non sono più lo stesso, sono pericoloso. E tu mi devi promettere che non mi cercherai mai”
Lo guardai, era disperato e promisi.
Non avrei mai cercato le visioni su di lui e se fossero arrivate non le avrei raccontate agli altri.
Poi mi voltai e scappai via travolta dal dolore. Lo avevamo perso non eravamo stati capaci di capirlo ed aiutarlo abbastanza e adesso ci avrebbe detto addio forse per sempre.

* * *

La mia promessa mi pesava e cercavo di evitare di pensare a lui.
Le poche immagini che mi arrivavano e che non riuscivo a bloccare non erano allarmanti e cercavo di cancellarle dal mio cuore e dalla mia mente velocemente, per non turbare nessuno come mi aveva chiesto.
Era un fardello pesante da portare ma sapevo che era la cosa giusta da fare.

Dopo che fu partito, insieme a Rosalie, decidemmo che la cosa migliore da fare era quella di aiutare Bella.
Non potevamo aiutare lui, ma almeno avremmo aiutato nostra sorella a non impazzire e ad uscire da quel dolore che sapevamo la stava annientando e che stava distruggendo anche noi.

Eravamo rientrate da poco quando vidi Carlisle entrare e chiedere di Jasper, mi concentrai su di lui per cercarlo e quello che vidi mi fece scappare un urlo. Non era possibile...

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