Capitolo 35 Ritorno a Volterra
Edward
Stavo guidando nella nera
notte ormai scesa nuovamente. Al mio fianco Bella osservava la lunga
autostrada che si perdeva dritta nel buio.
In macchina con noi
c'erano Demetri e Ilmi.
Demetri aveva gli occhi
chiusi e il respiro affannoso. Stava parecchio male, lo sapevo fin
troppo bene, ma ero anche consapevole che sarebbe guarito velocemente
era infatti stato soltanto morso mentre combatteva per salvare
Jasper.
C'era silenzio
nell'abitacolo.
Ilmi non parlava perso
nei suoi pensieri e Bella non aveva aperto bocca chiaramente
imbarazzata dalla grande e potente Guardia che stava seduta dietro a
lei.
Levai gli occhi dalla
strada e le sorrisi. La sua mano posata perennemente sulla mia gamba
si strinse appena in una muta carezza.
La strada era finalmente
dritta e quasi deserta, avevamo infatti abbandonato le Alpi
inoltrandoci nella pianura italiana, per cui potei lasciare il
cambio e appoggiare la mia mano sulla sua.
Quel solo e lieve
contatto riempì il mio cuore triste di fiducia. Lei era lì con me
e mi amava, e questo era molto più di quello che avessi mai potuto
sperare.
I nostri occhi
s'incrociarono e lei si sporse verso di me regalandomi un veloce
bacio.
Ovviamente non potevamo
fare altro e i miei occhi tornarono attenti sulla strada mentre la
mia testa tornava a casa Cullen.
Dopo aver salutato i miei
genitori, Bella era entrata a salutare i miei fratelli e ne era
tornata con Nessi e Jacob.
Emozionato, nel rivedere
la mia bambina ormai donna, l'avevo stretta a me malgrado sentissi
la sua reticenza e la rigidità con cui aveva accettato il mio
abbraccio. Con un sorriso tirato sul volto l'affidai nuovamente a
Jacob, che si limitò ad annuire. Lui aveva capito anche senza
parole.
Con un sospiro mi girai e
senza più voltarmi mi allontanai seguito da Bella alquanto perplessa
e dalle Guardie.
Ancora una volta non ero
riuscito a dare a Nessi spiegazioni sul perché mi accingevo ad
allontanarmi da casa senza la promessa di ritornare. Sapevo dai
suoi pensieri che era offesa e arrabbiata con me ed ero consapevole
che questo nuovo abbandono la stava ferendo nuovamente ma non sapevo
ciò che mi stava aspettando e mi sembrava sciocco farle promesse
che poi non avrei potuto mantenere.
Speravo solo che Jacob e
la mia famiglia gli riuscissero a far capire che non potevo fare
diversamente, che non avevo altra possibilità se non ritornare là e
affrontare il mio destino. Inoltre speravo che lei riuscisse a
capire quanto era importante, per Bella e me, stare assieme anche
se non sapevamo come sarebbe andata a finire.
E adesso solo la
vicinanza di Bella mi stava dando la forza e la serenità necessaria
per affrontare il futuro.
Ma più la macchina mi
avvicinava a Volterra più l'ansia avvolgeva stretto il mio cuore
quasi soffocandolo in una morsa dolorosa.
Marcus non mi odiava come
Caius e non aveva l'avidità di Aro, ma era un Signore di Volterra e
non avrebbe permesso ulteriori ribellioni, e avrebbe fatto di tutto
per rafforzare il suo potere.
Temevo che per dimostrare
la sua forza e il suo nuovo ruolo mi avrebbe costretto a restare a
Volterra e magari avrebbe obbligato Bella a giurargli fedeltà.
Finalmente arrivammo
nell'antica e bellissima cittadina italiana e, dopo essere entrati
nella Rocca, accompagnato da Bella, mi avviai verso la Sala del
Trono per andare a fare rapporto sulla missione compiuta.
La tenevo per mano e la
conducevo per i lunghi e bui corridoi della Rocca tranquillamente,
indifferente alle Guardie che mi salutavano ossequiose e ai loro
pensieri curiosi.
Lei, invece, si guardava
intorno spaesata e non era certo necessario Jasper per capire che
era tesa come una molla pronta a scattare. Quell'ambiente per me
diventato familiare era ancora evidentemente ostile nei suoi
pensieri.
L'ultima volta che c'era
stata era stato quando era venuta a salvarmi e quei ricordi
probabilmente si erano risvegliati con l'ansia e il dolore che li
accompagnavano.
Forse avrei dovuto
lasciarla nella mia camera ad aspettarmi ma non volevo separarmi da
lei e sapevo che Bella avrebbe voluto stare vicino a me.
Quando entrai per un
attimo rimasi fermo incapace di muovermi mentre osservavo Marcus
seduto tranquillamente sul trono centrale con dietro Renata. Ai suoi
lati i due troni, adesso in piedi, erano rimasti vuoti a ricordarmi
gli avvenimenti successi pochi giorni prima.
“Bentornato Edward”
mi disse sorridendomi e facendomi segno di avvicinarmi “Come è
andata la missione?” chiese tranquillo.
Feci qualche passo avanti
e abbassai la testa in segno di rispetto portandomi il pugno sul
cuore “Mio Signore.” iniziai “I licantropi sono stati
annientati e solo due Guardie Anna e Telemaco sono perite
nell'impresa” spiegai “Molte però hanno riportato ferite e
alcuni necessitano di qualche giorno di riposo”
“Un gran bel risultato
Capitano. Ma dimmi, se non ricordo male… è Bella la signora che
hai al tuo fianco?” mi chiese sempre sorridendo.
Annui preoccupato. Non
potevo nasconderla e nemmeno mentirgli. La sua domanda era strana,
lui poteva percepire il nostro legame senza bisogno di chiedermelo.
Senza contare che l'aveva già conosciuta. Perché allora quella
domanda?? Cosa mi stava nascondendo, così abilmente nella sua
mente?? E perché quel sorriso compiaciuto?? Avevo paura... paura
che la volesse nelle Guardie.
Con il cuore gonfio mi
sforzai di rispondergli cercando di tenere un tono di voce normale
“Si mio Signore lei è Bella, mia moglie” confermai trattenendo
il fiato per la tensione accumulata.
“Mi ricordo di te
Bella. Sono felice che tu sia ritornata a Volterra” disse Marcus
rivolgendosi a lei.
La guardai domandandomi
cosa stesse pensando... ma il suo scudo era alzato mentre i pensieri
di Marcus erano volutamente confusi e schizofrenici... mi stava
tenendo lontano dalla sua mente!!!
La vidi sobbalzare,
probabilmente non si aspettava di venir coinvolta nella discussione
“Anch'io mi ricordo di Voi... Signore di Volterra” rispose lei
alzando il mento con la voce ferma.
L'invidiai un attimo...
avrei dovuto pensare che fosse un incosciente o non sapesse a quale
pericolo stessimo andando incontro. Ma conoscendola bene, era più
probabile che si sentisse sicura e certa di riuscire a venirne fuori
senza problemi. Tante volte mi aveva dimostrato il suo coraggio e
questa non sarebbe stata certo un eccezione.
“Il tuo dono è
potente... vuoi metterti anche tu al mio servizio?” lo sentii
chiedere mellifluo e una fitta al cuore mi fece tremare le gambe.
Le mie paure si stavano concretizzando... l'avrebbe costretta a fare
il giuramento e saremmo rimasti per sempre entrambi prigionieri di
quelle fredde mura.
“Veramente mio signore,
ho solo accompagnato mio marito. Sono solo un' ospite e intendo
rimanerlo!” la voce di Bella era decisa. Lo stava sfidando
apertamente.
Le strinsi la mano,
poteva essere pericoloso tenergli testa di fronte a tutte le Guardie
ma la sua reazione mi sorprese. Una risata aperta e argentina
squillò nella sala mentre sorridendo le rispose “Come vuoi tu. Il
tempo degli obblighi è passato. Un nuovo corso si è aperto e le
regole verranno rispettate” disse Marcus alzando la voce affinché
tutti sentissero e i suoi pensieri divennero finalmente chiari. Non
avrebbe costretto Bella a giurare perché era sicuro che lei
sarebbe rimasta ugualmente a Volterra di sua volontà.
Lo guardai stupito...
perché Bella avrebbe dovuto scegliere di rimanere qua per sempre??
Solo una cosa poteva spingerla a quella decisione... la mia
permanenza definitiva.
Ingoiai a vuoto
preoccupato e spaventato mentre gli occhi di Marcus si posarono sui
miei.
Sapeva che avevo letto le
sue certezze e mi sorrise oscurando nuovamente la sua mente con un
sorrisino subdolo.
“Benissimo Capitano.
Puoi andare” mi congedò facendomi un segno con la mano.
Ma io volevo sapere cosa
aveva in mente e quale sarebbe stato il mio destino. Così raccolsi
tutto il coraggio che avevo e gli posi la domanda fondamentale “
Mio Signore. Sapete che non intendo rimanere, che la mia venuta è
stato uno sbaglio. Vorrei tornare a casa dalla mia famiglia, mi
lascerete libero?”
Ecco adesso avrei saputo
quali erano i suoi piani... e strinsi la mano a Bella per farmi
coraggio come se quel contatto potesse cambiare il futuro.
Lui alzò un sopracciglio
“Quanta fretta Edward. Domani ci sarà un Consiglio e ci saranno
molte decisioni da prendere. Ne riparleremo... per adesso è
prematuro.” e con un gesto perentorio della mano mi segnalò che il
mio tempo era scaduto. Non aveva pensato apposta all'eventualità
aggirando così ancora una volta il mio potere.
Senza una parola, con il
cuore pesante e mille interrogativi per la testa, uscimmo dalla Sala
del Trono.
“Pensi che ti
lasceranno andare?” mi chiese Bella preoccupata mentre la
conducevo verso la mia stanza.
“Non so. Non mi è
piaciuta la sua risposta e il suo prendere tempo. Sa come nascondermi
i suoi pensieri, purtroppo” Avrei voluto mentirle dirle di sì ma
non potevo perché io stesso avevo paura e il fatto che lui celasse
così abilmente i suoi pensieri m'innervosiva non poco.
In pochi minuti eravamo
giunti davanti alla mia camera. Mi fermai e la guardai negli occhi.
“Questa è la mia
stanza” dissi emozionato aprendo la porta.
Lei fece un paio di passi
dentro e dopo essersi guardata intorno si fermò con gli occhi
sgranati dallo stupore.
“Sembra una prigione”
mormorò guardandomi preoccupata e abbracciandomi stretto.
Forse per la prima volta
si rendeva conto che stare a Volterra chiuso lì dentro non era
certo una cosa piacevole soprattutto per noi abituati all'aria e alla
libertà.
“Non c'è mai stata
molta differenza” risposi mesto prendendola per mano e chiudendo
la porta dietro di noi a chiave. Il mio tono era amaro. Spesso quella
stanza era stata sul serio la mia prigione e più di una volta
l'avevo odiata e avrei voluto scappare lontano da quelle quattro mura
. Ma non volevo intristirla più di tanto. Avevo lei adesso e questo
era l'importante.
“Ma questo non l'ho mai
fatto qui dentro” mormorai soffiando nel suo orecchio mentre
posavo le mie labbra sulle sue felice come un bambino che scarta un
regalo.
Lei mi sorrise furbetta
“Il letto però è bello grande e sembra comodo” rispose
guardandomi dal basso in alto con gli occhi che le scintillavano
lussuriosi mentre allacciava le sue mani dietro la mia schiena.
“Pensavo che prima
volessi farti una doccia mentre vado a cercarti qualche vestito per
cambiarti.” le risposi accarezzandole la sua morbida guancia.
“Abbiamo viaggiato a lungo” aggiunsi sorridendo.
“E' un idea. Ma c'è
il bagno?” mi chiese dubbiosa guardandosi intorno.
“Certo mia signora”
le dissi indicandole la porta chiusa con un inchino.
Lei mi sorrise e dopo
avermi dato un buffetto sulla testa ridacchiando mi rispose
sorridendo “allora ne approfitterò” e slacciandosi da me si
avviò verso il bagno con gli occhi che scintillavano.
Quando tornai era
sdraiata sul letto... il suo corpo ricoperto solo dalla biancheria
intima.
Chiusi nuovamente la
porta a chiave... in fondo Marcus mi aveva detto che la riunione ci
sarebbe stata solo in nottata e noi avevamo tutto il pomeriggio
libero.
Mi avvicinai e la baciai
sul naso. “Vado a farmi una doccia anch'io” mormorai sulle sue
labbra.
“Qui ci sono i
vestiti...”
Non feci in tempo a
finire la frase “Lasciali li... per ora non mi servono” sussurrò
allacciando i suoi occhi ai miei come se avesse paura che sparissi
nuovamente.
Corsi in bagno e mi
sciacquai velocissimo, volevo tornare da lei, volevo stare con lei,
avevo bisogno di lei.
Insieme avremmo
dimenticato la nostre paure, e cercato di passare quelle lunghe ore
dimenticandoci del futuro, perdendoci in noi stessi.
Mi sdraiai sul letto al
suo fianco e le cinsi le spalle appoggiandole al mio petto nudo.
“Sono felice che tu sia
qua, Bella” le soffiai nell'orecchio felice di averla lì sdraiata
al mio fianco Ero sicuro che assieme avremmo potuto superare
qualsiasi cosa ci riservasse il futuro.
Non sapevo, però, ciò
che mi stava attendendo alla riunione... mai più mi sarei aspettato
quelle parole da Marcus e la reazione delle Guardie Reali.
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