Edward
Fu la voce
di Damiano a riscuotermi dal mio torpore. “ Rebecca, Aro lo
vuole.
Dovete venire.”
Aprii un
occhio e vidi il viso preoccupato di Rebecca studiarmi attentamente.
Forse aveva paura che la sgridassi, ma in fondo le ero riconoscente.
Mi sentivo bene fisicamente e per la prima volta da giorni anche
riposato, senza contare che era scomparsa anche la tristezza che
aveva accompagnato il mio precedente risveglio.
“Va tutto
bene Rebecca. Non ti preoccupare. Adesso mi alzo e mi vesto. E'
assurdo irritare Aro. Mancano meno di due mesi alla mia
libertà”
Lei annui e
mi porse la divisa pulita, poi come al solito si voltò.
Mi vestii
veloce, non avevo il tempo per farmi una doccia e d'altronde neanche
la necessità. Era più un abitudine che un reale
bisogno.
Quando
entrammo, mi sistemai ai piedi di Aro come al solito. Sapevo che
Rebecca si metteva dietro vicino a Renata, e se si fosse allontanata
me ne sarei accorto subito.
“Non sei
uscito oggi pomeriggio?!” mi domandò Aro anche se
sembrava più
una constatazione che una domanda
“No, ero
troppo stanco. Ho preferito rimanere ancora un po' a letto.”
risposi sussurrando.
Lui mi
guardò accigliato poi fissò i miei occhi
nuovamente neri a causa
dello sforzo al quale mi sottoponeva tutti i giorni.
“Hai di
nuovo sete Edward?” non sapevo cosa rispondergli. Avrei
voluto
dirgli di no per evitare altri omicidi ma non potevo mentirgli, i
miei occhi e i miei pensieri mi tradivano. Mi limitai così
ad
annuire.
“Vedremo
di trovare un modo” sorrise, poi mi abbassò la
testa mentre
entrava la prima coppia di vampiri.
Carlisle
Trovai Alice
in cima al grande albero che dominava la nostra casa. Era seduta su
un ramo con lo sguardo perso nel vuoto.
“Che vuoi
Carlisle?” la sua voce era dura.
“Volevo
sapere se hai notizie di Edward, siamo un po' in ansia per
lui.” le
risposi lieto che non mi avesse ringhiato mentre mi accomodavo
vicino a lei.
“E perché
dovrei dartele? Mi avete detto tutti di farmi gli affari miei,
dopotutto!” era ancora molto offesa .
“Alice, ho
parlato poco fa con Bella e credo abbia capito e scusato. Anche se
hai agito d'impulso e questo è imperdonabile” non
potei evitare
di farle la predica sperando che non mi cacciasse via a ringhi.
“Ah, bene
questo mi fa piacere. Ma non era pericoloso, non avrei mai messo
Nessi in pericolo. Lo avevo visto che saremmo tornati senza problemi,
solo non riuscivo a capire il perché la vedevo
piangere.”
scuoteva la testa, triste “mi manca Edward anche per questo,
lui
vedeva le mie visioni e insieme ne parlavamo. Spesso riusciva a
capirle più di me. Speravo tanto di riuscire a vederlo, a
parlargli, ma non è stato possibile... ma almeno sappiamo
che si è
nutrito e che sta bene.” adesso aveva cambiato voce, si era
tranquillizzata.
“Alice,
credo che tu abbia agito pensando di fare la cosa giusta. Solo che
siamo una famiglia e dobbiamo parlarci. Non puoi fare sempre di testa
tua” cercavo di farla ragionare.
“Già. Ma
vedi Carlisle. C'è qualcosa che non torna. Non era una scusa
per
giustificarmi. Sono sul serio preoccupata per lo specchio che segue
Edward. Gli ho parlato prima di partire ed era preoccupato che Aro
volesse, con una scusa, tenerselo per sempre là. ”
i suoi occhi
ambrati riflettevano adesso la paura che trapelava nella voce.
“Si, ma Aro non lo
può obbligare. Deve rispettare le sue stesse
regole” ero stupito che Edward avesse parlato di questo con
Alice.
“Lui però
era preoccupato, ancora all'aeroporto ho dovuto tranquillizzarlo che
lo vedevo di ritorno. Tutti sappiamo che le mie visioni cambiano con
le scelte delle persone e la visione sparirebbe se Edward scegliesse
di rimanere con loro...” la preoccupazione era evidente
“ Per ora
lo vedo sempre tornare da noi ma la mia paura è che Aro in
qualche
modo lo possa condizionare e fargli cambiare decisione
all'ultimo.”
concluse.
Scossi la
testa sconsolato “E' per questo che hai paura dello specchio?
Hai
paura che si nasconda qualcuno che possa manovrarlo e spingerlo a
fare la scelta sbagliata ?” chiesi.
Lei annui in
silenzio poi sospirò “E' ora che vada a fare la
pace con Bella e
Jasper. Tanto ho già visto che sarebbe successo” e
mi fece
l'occhiolino sorridendo.
Le sorrisi
felice di quella decisione “Hai più visto
Edward?” chiesi
ansioso
“No
Carlisle, niente di rilevante. Altrimenti ve lo avrei detto”
rise
impertinente mentre con un abile balzo scendeva dall'albero.
Era proprio
un folletto dispettoso. La più piccina d'aspetto ma la
più
terribile. Non c'erano aggettivi per descriverla lei era Alice
…e
basta!
Edward
La prima
coppia di vampiri si era presentata per chiedere giustizia. Le loro
rimostranze furono seguite dai miei Signori con molta attenzione e
dopo una discussione accesa vennero accolte. L'indomani una
spedizione composta da tre guardie guidate da Flavio avrebbe
portato giustizia in un angolo remoto della Scandinavia.
Mentre
aspettavamo che introducessero altri due vampiri che dovevano essere
ascoltati da Aro, ne approfittai per lanciare uno sguardo a Rebecca.
Lei sempre ferma al suo posto mi sorrise ed io tirai un sospiro di
sollievo. Mi dava fastidio ammetterlo con me stesso, ma ormai ne ero
diventato dipendente. Sembrava fosse la mia droga. Dovevo sapere di
averla vicino a me, dovevo essere certo in continuazione che non si
allontanasse. E purtroppo non era più solo una questione
fisica, ma
un proprio e vero bisogno mentale. Ormai dipendevo da lei, avevo
bisogno della sua presenza costante e spesso mi domandavo che cosa
sarebbe successo alla fine dei tre mesi. Non potevo certo portarmela
a casa!! Eppure mi era difficile in questo momento immaginare un
futuro senza di lei.
Avevo
bisogno del suo sorriso, del suo sguardo rassicurante e delle sue
carezze costanti. Lei era il mio conforto e il mio rifugio. Mi
proteggeva e mi aiutava. Quando ero sfinito da Aro, assorbiva la mia
stanchezza facendomi riposare, quando ero triste scacciava la
malinconia dalla mia mente. Il suo tocco mi portava conforto e le
sue carezze rallegravano il mio animo. Eppure non aveva sostituito
Bella nel mio cuore, non ero innamorato di lei. Il rapporto con lei
era diverso, era il rapporto che chiunque avrebbe avuto con il suo
Simbionte.
Rabbrividii,
al pensiero di quanto fosse diventata indispensabile per me, mi
sentivo perso senza di lei, e spesso mi domandavo che cosa ne sarebbe
stato di me se le fosse successo qualcosa e viceversa.
Due persone,
due destini che erano legati in maniera indissolubile... almeno per
adesso.
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