Rebecca
Il
mio nome è Rebecca e
sono una vampira e un simbionte.
Non
so come sia maturato
il mio potere so solo di essere nata così.
Da
bambina ero molto
carina.
I
miei capelli quasi
bianchi e il mio sorriso attiravano sempre molti complimenti, ma
anche la gelosia di mia sorella.
Lei,
la mia gemella, non
era bella e misteriosa come me, ma in compenso aveva un carattere
forte e deciso oltre ad essere invidiosa.
Intelligente,
Elena,
prendeva le decisioni per entrambe.
A
me non interessava, la
seguivo e dipendevo da lei.
Non
mi importavano i suoi
scherzi e le sue cattiverie.
Lei
era il mio cuore, la
mia anima e la mia guida.
Quando
Elena venne
investita da un pirata della strada mentre andavamo in bicicletta
pensai di essere morta anch'io.
Da
quel giorno non parlai
più ed eressi un muro fra me e il mondo.
I
miei genitori mi
portarono da molti psicologi ma nessuno riusci a ridarmi la mia vita.
Ero
persa, ero sola.
Come
una nave in mezzo al
mare avevo perso il mio faro e andavo alla deriva.
Una
notte di temporale,
dopo aver visto mio padre picchiare mia madre a causa della mia
diversità , decisi di scappare di casa.
Da
sola sotto la pioggia
che cadeva prepotentemente allagando strade e giardini mi allontanai
nel buio e l'incontrai.
Era
bellissimo. L'uomo
più bello che avessi mai visto.
Senza
sapere il perché
lo segui.
Senza
domande e senza
pretese divenne la mia nuova guida.
Non
sapevo che era un
vampiro.
Non
sapevo che era incaricato di cercare nuovi talenti per Aro.
Lui
mi portò a Volterra
è spiegò che avevo un potenziale potere immenso.
Fu
Rubens a trasformarmi
e presto dopo il normale periodo da neonata, mi venne spiegato di
essere un simbionte.
Aro
mi chiese se volevo
mettermi al loro servizio ed io senza indugi dissi di sì.
Avevo
trovato la mia
nuova casa, avevo una guida e degli ordini da eseguire ed ero felice.
Restai
a Volterra una
decina di anni legandomi a chiunque mi venisse ordinato.
Era
noioso, ma era il mio
incarico.
Le
persone alle quali mi
legavo erano sempre antipatiche, tendevano a trattarmi male, a
considerarmi un fastidio e il non riuscire a parlare m'impediva di
comunicare con loro.
Le
loro emozioni erano
per lo più meschine e una fui costretta ad ucciderla dopo
che aveva
provato a prendermi con la forza.
Ma
non mi ribellavo mai,
ubbidivo e basta.
Quella
era la mia vita.
Quando
Aro mi convocò
spiegandomi che dovevo legarmi a un vampiro particolare accettai
senza battere ciglio.
Quando
lo vidi nel suo
studio rimasi colpita dai suoi occhi. Erano color oro e caldi.
Sembrava
spaventato e
probabilmente non immaginava che cosa l'attendeva.
Lo
morsi e gli succhiai
una parte di lui.
Il
mio aspettò cambiò e
con curiosità mi ritrovai gli occhi d'ambra che tanto mi
erano
piaciuti.
Il
suo nome era Edward, e
presto imparai a conoscerlo.
Non
avevo mai visto
nessuno come lui.
Era
il vampiro più
strano e triste che avessi conosciuto.
Disprezzava
chiaramente
Volterra e le sue regole e potevo percepire la tristezza e la
malinconia infinita che provava nel dover vivere da Guardia.
Le
sue emozioni intense
mi travolgevano , lasciandomi spesso disorientata in quanto incapace
di capirlo completamente.
Odiava
dover lavorare per
Aro, ma lo accettava, e si sfiniva pur di evitare punizioni che ci
avrebbero ferito entrambi. Cercavo allora di stargli vicino e di
aiutarlo con il mio potere condividendo la sua sofferenza in modo che
riuscisse a riposare la mente.
Non
pensavo che salire su
un albero fosse un esperienza così divertente, e quando lo
fece per
la prima volta pensai che fosse impazzito. Ma lassù perso
nel vento
fra le fresche fronde sembrava ritrovare la sua serenità.
Non so
il perché ma era felice ed io con lui condivisi quella
strana
esperienza.
Era
giovane, poco più di
un ragazzo ma il coraggio non gli mancava di certo.
Salvò
il mio signore Aro
e per la prima volta per alleviargli quel dolore insopportabile lo
baciai.
Non
era certo un bacio
appassionato serviva solo ad assorbire il suo male, ma fu un
esperienza piacevole.
Non
pensavo fosse
possibile, non mi era mai successo, ma sentivo crescere dentro di me
un sentimento profondo di affetto per quel ragazzo. Mi prendevo cura
di lui, lo sorvegliavo e lo proteggevo. Stava diventando qualcosa di
più della vittima del mio potere.
Combattemmo
assieme e
quando lo vidi ferito feci tutto quello che potei per salvarlo e
alleviargli il dolore.
Non
sapevo che avrei
ferito i sentimenti di quella bella vampira che lo teneva stretto
cullandolo e abbracciandolo teneramente. E forse anche se lo avessi
saputo, avrei agito allo stesso modo.
Lui
in qualche modo era diventato mio.
Non
sapevo che le e-mail
venissero cambiate e percepii la sua sofferenza senza capirne a
fondo la motivazione.
Lo
vedevo stare male
fisicamente e moralmente ma non potevo fare altro che stargli
vicino, sapevo che la mia presenza alleviava per qualche misterioso
motivo il suo dolore
Fu
solo quando incontrò
i suoi familiari che finalmente i miei occhi si aprirono alla
verità.
Capii
che il suo cuore
era là dalla sua famiglia, capii che a Volterra non sarebbe
mai
stato felice, capii come Aro lo avesse ingannato per tenerlo
prigioniero e capii che a legarlo a Volterra senza speranza ero io.
Ma
lui malgrado tutto
non mi odiava e il suo sorriso triste spezzò il mio cuore.
Non
mi era mai capitato
non avevo mai provato nulla di simile.
Con
calma mi avvicinai e
vidi i suoi occhi rossi fissarmi dolcemente.
Avevo
capito quanto
odiasse bere il sangue umano, quanto si detestasse per le sue azioni,
ma aveva cacciato per me ugualmente, si era preso cura della mia sete
ed ubbidito agli ordini per non farmi soffrire con i castighi che gli
avrebbero inflitto.
Adesso
a distanza di
tempo so perché lo feci, adesso so cosa mi spinse per la
prima
volta nella mia vita a baciare un uomo.
E
lo baciai... baciai il
mio Edward.
E
fu un bacio vero, fu un
bacio d'amore. Il mio ultimo regalo per lui.
Per
la prima volta le
parole tornarono sulle mie labbra.
Dovevo
essere sicura che
non si dimenticasse di me.
E
dopo avergli mormorato
la mia disperata richiesta per la prima volta nella mia vita infransi
un ordine e presi una decisione autonoma e cosciente.
Lo
morsi.
Probabilmente
il mio
gesto scioccò tutti, ma per fortuna Demetri capii e li
blocco
impedendogli di rovinare tutto.
Morsi
Edward, e gli resi
la sua libertà.
Sapevo
che ne avrei pagato le conseguenze, ma il mio gesto fu la prima cosa
giusta che
feci nella mia vita.
E
quando si riprese e
capii il suo sguardo si fece dapprima felice e poi triste.
Non
potevo più leggere
le sue emozioni e quando lo vidi avvicinarsi ebbi per un attimo
paura.
Lui
mi prese la mano e la
baciò con dolcezza portandosela poi sul suo petto
“Ti ringrazio
Rebecca. Non mi dimenticherò mai di te. Mi hai reso la mia
libertà
e ti prometto che ci rivedremo.” poi si era avvicinato e per
l'ultima volta mi baciò incurante dello sguardo allibito
della sua
famiglia.
Fu
un bacio tenero,
timido, un bacio pieno di speranze ed affetto.
L'ultimo
bacio della
persona di cui mi ero disperatamente e inaspettatamente innamorata e
alla quale avevo deciso di rinunciare proprio per amore.
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