martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 43 - Il mio nome è Rebecca

Rebecca

Il mio nome è Rebecca e sono una vampira e un simbionte.

Non so come sia maturato il mio potere so solo di essere nata così.
Da bambina ero molto carina.
I miei capelli quasi bianchi e il mio sorriso attiravano sempre molti complimenti, ma anche la gelosia di mia sorella.
Lei, la mia gemella, non era bella e misteriosa come me, ma in compenso aveva un carattere forte e deciso oltre ad essere invidiosa.
Intelligente, Elena, prendeva le decisioni per entrambe.
A me non interessava, la seguivo e dipendevo da lei.
Non mi importavano i suoi scherzi e le sue cattiverie.
Lei era il mio cuore, la mia anima e la mia guida.
Quando Elena venne investita da un pirata della strada mentre andavamo in bicicletta pensai di essere morta anch'io.
Da quel giorno non parlai più ed eressi un muro fra me e il mondo.
I miei genitori mi portarono da molti psicologi ma nessuno riusci a ridarmi la mia vita.
Ero persa, ero sola.
Come una nave in mezzo al mare avevo perso il mio faro e andavo alla deriva.
Una notte di temporale, dopo aver visto mio padre picchiare mia madre a causa della mia diversità , decisi di scappare di casa.
Da sola sotto la pioggia che cadeva prepotentemente allagando strade e giardini mi allontanai nel buio e l'incontrai.
Era bellissimo. L'uomo più bello che avessi mai visto.
Senza sapere il perché lo segui.
Senza domande e senza pretese divenne la mia nuova guida.
Non sapevo che era un vampiro.
Non sapevo che era incaricato di cercare nuovi talenti per Aro.
Lui mi portò a Volterra è spiegò che avevo un potenziale potere immenso.
Fu Rubens a trasformarmi e presto dopo il normale periodo da neonata, mi venne spiegato di essere un simbionte.
Aro mi chiese se volevo mettermi al loro servizio ed io senza indugi dissi di sì.
Avevo trovato la mia nuova casa, avevo una guida e degli ordini da eseguire ed ero felice.
Restai a Volterra una decina di anni legandomi a chiunque mi venisse ordinato.
Era noioso, ma era il mio incarico.
Le persone alle quali mi legavo erano sempre antipatiche, tendevano a trattarmi male, a considerarmi un fastidio e il non riuscire a parlare m'impediva di comunicare con loro.
Le loro emozioni erano per lo più meschine e una fui costretta ad ucciderla dopo che aveva provato a prendermi con la forza.
Ma non mi ribellavo mai, ubbidivo e basta.
Quella era la mia vita.
Quando Aro mi convocò spiegandomi che dovevo legarmi a un vampiro particolare accettai senza battere ciglio.
Quando lo vidi nel suo studio rimasi colpita dai suoi occhi. Erano color oro e caldi.
Sembrava spaventato e probabilmente non immaginava che cosa l'attendeva.
Lo morsi e gli succhiai una parte di lui.
Il mio aspettò cambiò e con curiosità mi ritrovai gli occhi d'ambra che tanto mi erano piaciuti.
Il suo nome era Edward, e presto imparai a conoscerlo.

Non avevo mai visto nessuno come lui.
Era il vampiro più strano e triste che avessi conosciuto.
Disprezzava chiaramente Volterra e le sue regole e potevo percepire la tristezza e la malinconia infinita che provava nel dover vivere da Guardia.
Le sue emozioni intense mi travolgevano , lasciandomi spesso disorientata in quanto incapace di capirlo completamente.
Odiava dover lavorare per Aro, ma lo accettava, e si sfiniva pur di evitare punizioni che ci avrebbero ferito entrambi. Cercavo allora di stargli vicino e di aiutarlo con il mio potere condividendo la sua sofferenza in modo che riuscisse a riposare la mente.
Non pensavo che salire su un albero fosse un esperienza così divertente, e quando lo fece per la prima volta pensai che fosse impazzito. Ma lassù perso nel vento fra le fresche fronde sembrava ritrovare la sua serenità. Non so il perché ma era felice ed io con lui condivisi quella strana esperienza.
Era giovane, poco più di un ragazzo ma il coraggio non gli mancava di certo.
Salvò il mio signore Aro e per la prima volta per alleviargli quel dolore insopportabile lo baciai.
Non era certo un bacio appassionato serviva solo ad assorbire il suo male, ma fu un esperienza piacevole.
Non pensavo fosse possibile, non mi era mai successo, ma sentivo crescere dentro di me un sentimento profondo di affetto per quel ragazzo. Mi prendevo cura di lui, lo sorvegliavo e lo proteggevo. Stava diventando qualcosa di più della vittima del mio potere.
Combattemmo assieme e quando lo vidi ferito feci tutto quello che potei per salvarlo e alleviargli il dolore.
Non sapevo che avrei ferito i sentimenti di quella bella vampira che lo teneva stretto cullandolo e abbracciandolo teneramente. E forse anche se lo avessi saputo, avrei agito allo stesso modo.
Lui in qualche modo era diventato mio.
Non sapevo che le e-mail venissero cambiate e percepii la sua sofferenza senza capirne a fondo la motivazione.
Lo vedevo stare male fisicamente e moralmente ma non potevo fare altro che stargli vicino, sapevo che la mia presenza alleviava per qualche misterioso motivo il suo dolore
Fu solo quando incontrò i suoi familiari che finalmente i miei occhi si aprirono alla verità.
Capii che il suo cuore era là dalla sua famiglia, capii che a Volterra non sarebbe mai stato felice, capii come Aro lo avesse ingannato per tenerlo prigioniero e capii che a legarlo a Volterra senza speranza ero io.
Ma lui malgrado tutto non mi odiava e il suo sorriso triste spezzò il mio cuore.

Non mi era mai capitato non avevo mai provato nulla di simile.
Con calma mi avvicinai e vidi i suoi occhi rossi fissarmi dolcemente.
Avevo capito quanto odiasse bere il sangue umano, quanto si detestasse per le sue azioni, ma aveva cacciato per me ugualmente, si era preso cura della mia sete ed ubbidito agli ordini per non farmi soffrire con i castighi che gli avrebbero inflitto.

Adesso a distanza di tempo so perché lo feci, adesso so cosa mi spinse per la prima volta nella mia vita a baciare un uomo.
E lo baciai... baciai il mio Edward.
E fu un bacio vero, fu un bacio d'amore. Il mio ultimo regalo per lui.
Per la prima volta le parole tornarono sulle mie labbra.
Dovevo essere sicura che non si dimenticasse di me.
E dopo avergli mormorato la mia disperata richiesta per la prima volta nella mia vita infransi un ordine e presi una decisione autonoma e cosciente.
Lo morsi.
Probabilmente il mio gesto scioccò tutti, ma per fortuna Demetri capii e li blocco impedendogli di rovinare tutto.
Morsi Edward, e gli resi la sua libertà.
Sapevo che ne avrei pagato le conseguenze, ma il mio gesto fu la prima cosa giusta che feci nella mia vita.
E quando si riprese e capii il suo sguardo si fece dapprima felice e poi triste.
Non potevo più leggere le sue emozioni e quando lo vidi avvicinarsi ebbi per un attimo paura.
Lui mi prese la mano e la baciò con dolcezza portandosela poi sul suo petto “Ti ringrazio Rebecca. Non mi dimenticherò mai di te. Mi hai reso la mia libertà e ti prometto che ci rivedremo.” poi si era avvicinato e per l'ultima volta mi baciò incurante dello sguardo allibito della sua famiglia.
Fu un bacio tenero, timido, un bacio pieno di speranze ed affetto.
L'ultimo bacio della persona di cui mi ero disperatamente e inaspettatamente innamorata e alla quale avevo deciso di rinunciare proprio per amore.
 

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