martedì 12 febbraio 2013

CNS Capitolo 17 Chiarimenti

Edward


Quando fummo in cima al mio albero mi sedetti comodamente fra le sue fronde guardando Rebecca e domandandomi cosa provassi per lei.
Lei sinuosa e bellissima si sedette di fronte a me guardandomi con un sorriso triste sul volto.
“Mi spiace Edward. Ti fa ancora male la spalla vero?” mi chiese allungando il braccio e facendomi una carezza sulla guancia come era solita fare quando era il mio simbionte.
Io scossi la testa. “Ci ha messo un po'... ma mio padre ha trovato la sacca di veleno e l'ha tolta Rebecca” le dissi sorridendole e aprendo la camicia per farle vedere la mia spalla.
Appena visibile era rimasta una leggera cicatrice sulla mia pelle bianca.
Lei strabuzzò gli occhi e mi sorrise enigmatica “Perché sei qui allora?” mi chiese.
Le presi la sua mano con le mie. “Non lo so Rebecca. Non so cosa provo per te... so solo che dovevo rivederti... che non potevo abbandonarti qua” le dissi guardandola negli occhi.
“Mi dispiace Edward. Per tutto. Quando mi sono legata a te l'ho fatto per ordini... poi è successo un qualcosa... e credevo di essermi innamorata di te. Per quello ho lasciato una parte di veleno... volevo rivederti, volevo che tu tornassi da me” mi disse abbassando la testa colpevole mentre cercavo di capire le sue parole sussurrate nel vento.
Le alzai il mento e la costrinsi a guardarmi negli occhi. “Adesso sono qua. Sono venuto per te, di mia spontanea volontà non costretto dal tuo veleno... per portarti via da questo posto, per impedirti di soffrire ancora a causa di Aro. Ti porterò via... lontano” le dissi sorridendole.
Lei afferrò la mia mano e la strinse fra le sue “Ma hai lasciato la tua famiglia, tua moglie, tua figlia.
Non dovevi farlo... non per me” disse sfuggendo i miei occhi e guardando in basso.
“E' vero Rebecca. Ma l'ho fatto perché ero diventato un peso e un pericolo per loro. Sono tornato perché dovevo capire quello che provo per te e per cercare d'imbrigliare il mio istinto. Non ero più quello che loro amavano e conoscevano. Ero solo un pericolo.” le dissi accarezzandole i capelli, impacciato e timoroso di scoprire la verità.
“Baciami Rebecca. Una volta sola... ti prego” le chiesi con la voce rotta dall'emozione.
Volevo capire... dovevo sapere... levarmi il dubbio che mi aveva attanagliato tutti questi ultimi mesi.
Lei mi guardò e sul volto apparve un espressione decisa. “Ti ho fatto tanto male Edward. E me ne pento. Ti voglio tanto bene e sono felice di rivederti... ma non ti amo e neanche tu ami me.
E' stato tutto un inganno.” continuò fissandomi con i suoi occhi argentati densi di dolore “Il mio potere ti ha convinto del contrario e quello che abbiamo passato assieme ha complicato le cose. Ma guarda nel tuo cuore. Io leggevo i tuoi sentimenti e ti posso dire che tu ami tua moglie... lo sento …anche adesso... anche se non sono più il tuo simbionte... non c'è mai stato nulla fra di noi.
Eri semplicemente innamorato del tuo Simbionte... non di Rebecca.” concluse mesta poi si avvicinò e sfiorò le sue labbra con le mie dandomi un dolce ma casto bacio prima di lasciarsi cadere fra i rami e correre via.

Rimasi lì fermo e imbambolato. Chiedendomi cosa stavo provando. L'avevo baciata come desideravo ma non avevo provato nulla. O certo era stato bello ma non era scattata quella molla che mi univa invece a Bella. Era stato un bacio tenero e dolce ma nulla di più.
Gli ero affezionato ma era solo un' amica, una sorella.
Questa era la verità e finalmente il velo che mi aveva coperto gli occhi e il cuore fu squarciato mettendo a nudo i miei veri sentimenti.
Avevo amato il mio simbionte in quanto parte di me... non Rebecca.
E adesso lui non c'era più ed ero finalmente libero. Le catene del mio cuore erano state spezzate.

Ma non capivo il perché allora mi avesse lasciato la sacca di veleno nella spalla. Aveva detto di avermi amato ma cosa era cambiato nel frattempo?
Non aveva importanza.
Sarei ritornato a casa e l'avrei portata via con me.
Ora che ero certo dei nostri sentimenti avrei potuto portarla a casa senza problemi e senza ferire Bella. Sarebbe diventata mia sorella e avrebbe vissuto felice e libera . Sarebbe diventata una Cullen e nessuno l'avrebbe più sfruttata per il suo potere.
Avrei dimostrato a Bella che l'amavo ancora e mi sarei fatto perdonare. Con il mostro imprigionato nuovamente grazie all'addestramento sarei potuto tornare a testa alta e finalmente sereno.
Mi ero fatto un bel quadretto in testa e solo quando mi ricordai della visione di Alice capii il vero problema dove stava.
Aro non l'avrebbe mai lasciata libera e forse adesso non avrebbe lasciato libero nemmeno me di ritornare a casa.
Sospirai e chiusi gli occhi lasciandomi cullare dal vento mentre la mia testa volava a casa dalla mia famiglia.
Ero là da pochi giorni e già la ferita della separazione si era riaperta, già morivo dalla voglia di rivederli. Adesso che finalmente avevo capito avrei potuto tornare a testa alta ed essere felice.
Sapevo che avrei dovuto combattere una lunga e difficile battaglia ma adesso finalmente sapevo per cosa combattere esattamente e quale era il futuro che desideravo.


Carlisle

Gli occhi di Alice non promettevano nulla di buono e quando la vidi iniziare a scrivere mi domandai cosa mai avesse visto.

Siamo tutti in pericolo. I licantropi sono tornati e ci vogliono attaccare. State uniti e in casa. Non vi allontanate. Cercherò di scoprire quanti sono e i loro piani.

Quando ebbe finito di scrivere i suoi occhi tornarono normali e si posarono sul foglio gonfiandosi di quelle lacrime che non potevano uscire.
Noi ci guardavamo tutti consci del pericolo al quale eravamo esposti.
Questa volta nessuno sarebbe venuto in nostro aiuto e l'unica speranza era che fossero in pochi.
“Per fortuna che Nessi e Jacob sono fuori” mormoro Esme abbracciandomi forte.
Emmett invece guardò dalla finestra e con la voce rotta dall'emozione disse “Se Edward fosse qui, sarebbe un altro paio di maniche... speriamo almeno che Jasper torni presto”
Nessuno gli rispose, era strano vederlo così preoccupato, e questo la diceva lunga sul pericolo a cui tutti eravamo esposti.

Nessun commento:

Posta un commento