Edward
Quando
fummo in cima al
mio albero mi sedetti comodamente fra le sue fronde guardando Rebecca
e domandandomi cosa provassi per lei.
Lei
sinuosa e bellissima
si sedette di fronte a me guardandomi con un sorriso triste sul
volto.
“Mi
spiace Edward. Ti
fa ancora male la spalla vero?” mi chiese allungando il
braccio e
facendomi una carezza sulla guancia come era solita fare quando era
il mio simbionte.
Io
scossi la testa. “Ci
ha messo un po'... ma mio padre ha trovato la sacca di veleno e l'ha
tolta Rebecca” le dissi sorridendole e aprendo la camicia per
farle
vedere la mia spalla.
Appena
visibile era
rimasta una leggera cicatrice sulla mia pelle bianca.
Lei
strabuzzò gli occhi
e mi sorrise enigmatica “Perché sei qui
allora?” mi chiese.
Le
presi la sua mano con
le mie. “Non lo so Rebecca. Non so cosa provo per te... so
solo che
dovevo rivederti... che non potevo abbandonarti qua” le dissi
guardandola negli occhi.
“Mi
dispiace Edward.
Per tutto. Quando mi sono legata a te l'ho fatto per ordini... poi
è
successo un qualcosa... e credevo di essermi innamorata di te. Per
quello ho lasciato una parte di veleno... volevo rivederti, volevo
che tu tornassi da me” mi disse abbassando la testa colpevole
mentre cercavo di capire le sue parole sussurrate nel vento.
Le
alzai il mento e la
costrinsi a guardarmi negli occhi. “Adesso sono qua. Sono
venuto
per te, di mia spontanea volontà non costretto dal tuo
veleno... per
portarti via da questo posto, per impedirti di soffrire ancora a
causa di Aro. Ti porterò via... lontano” le dissi
sorridendole.
Lei
afferrò la mia mano
e la strinse fra le sue “Ma hai lasciato la tua famiglia, tua
moglie, tua figlia.
Non
dovevi farlo... non
per me” disse sfuggendo i miei occhi e guardando in basso.
“E'
vero Rebecca. Ma
l'ho fatto perché ero diventato un peso e un pericolo per
loro. Sono
tornato perché dovevo capire quello che provo per te e per
cercare
d'imbrigliare il mio istinto. Non ero più quello che loro
amavano e
conoscevano. Ero solo un pericolo.” le dissi accarezzandole i
capelli, impacciato e timoroso di scoprire la verità.
“Baciami
Rebecca. Una
volta sola... ti prego” le chiesi con la voce rotta
dall'emozione.
Volevo
capire... dovevo
sapere... levarmi il dubbio che mi aveva attanagliato tutti questi
ultimi mesi.
Lei
mi guardò e sul
volto apparve un espressione decisa. “Ti ho fatto tanto male
Edward. E me ne pento. Ti voglio tanto bene e sono felice di
rivederti... ma non ti amo e neanche tu ami me.
E'
stato tutto un
inganno.” continuò fissandomi con i suoi occhi
argentati densi di
dolore “Il mio potere ti ha convinto del contrario e quello
che
abbiamo passato assieme ha complicato le cose. Ma guarda nel tuo
cuore. Io leggevo i tuoi sentimenti e ti posso dire che tu ami tua
moglie... lo sento …anche adesso... anche se non sono
più il tuo
simbionte... non c'è mai stato nulla fra di noi.
Eri
semplicemente innamorato del tuo Simbionte... non di
Rebecca.” concluse mesta poi si avvicinò e
sfiorò le sue labbra con le mie dandomi un dolce
ma casto bacio prima di lasciarsi cadere fra i rami e correre via.
Rimasi
lì fermo e
imbambolato. Chiedendomi cosa stavo provando. L'avevo baciata come
desideravo ma non avevo provato nulla. O certo era stato bello ma non
era scattata quella molla che mi univa invece a Bella. Era stato un
bacio tenero e dolce ma nulla di più.
Gli
ero affezionato ma
era solo un' amica, una sorella.
Questa
era la verità e
finalmente il velo che mi aveva coperto gli occhi e il cuore fu
squarciato mettendo a nudo i miei veri sentimenti.
Avevo
amato il mio
simbionte in quanto parte di me... non Rebecca.
E
adesso lui non c'era
più ed ero finalmente libero. Le catene del mio cuore erano
state
spezzate.
Ma
non capivo il perché
allora mi avesse lasciato la sacca di veleno nella spalla. Aveva
detto di avermi amato ma cosa era cambiato nel frattempo?
Non
aveva importanza.
Sarei
ritornato a casa e
l'avrei portata via con me.
Ora
che ero certo dei
nostri sentimenti avrei potuto portarla a casa senza problemi e senza
ferire Bella. Sarebbe diventata mia sorella e avrebbe vissuto felice
e libera . Sarebbe diventata una Cullen e nessuno l'avrebbe
più
sfruttata per il suo potere.
Avrei
dimostrato a Bella
che l'amavo ancora e mi sarei fatto perdonare. Con il mostro
imprigionato nuovamente grazie all'addestramento sarei potuto tornare
a testa alta e finalmente sereno.
Mi
ero fatto un bel
quadretto in testa e solo quando mi ricordai della visione di Alice
capii il vero problema dove stava.
Aro
non l'avrebbe mai
lasciata libera e forse adesso non avrebbe lasciato libero nemmeno me
di ritornare a casa.
Sospirai
e chiusi gli
occhi lasciandomi cullare dal vento mentre la mia testa volava a casa
dalla mia famiglia.
Ero
là da pochi giorni e
già la ferita della separazione si era riaperta,
già morivo dalla
voglia di rivederli. Adesso che finalmente avevo capito avrei potuto
tornare a testa alta ed essere felice.
Sapevo
che avrei dovuto
combattere una lunga e difficile battaglia ma adesso finalmente
sapevo per cosa combattere esattamente e quale era il futuro che
desideravo.
Carlisle
Gli
occhi di Alice non
promettevano nulla di buono e quando la vidi iniziare a scrivere mi
domandai cosa mai avesse visto.
Siamo
tutti in
pericolo. I licantropi sono tornati e ci vogliono attaccare. State
uniti e in casa. Non vi allontanate. Cercherò di scoprire
quanti
sono e i loro piani.
Quando
ebbe finito di scrivere i suoi occhi tornarono normali e si posarono
sul foglio gonfiandosi di quelle lacrime che non potevano uscire.
Noi
ci guardavamo tutti consci del pericolo al quale eravamo esposti.
Questa
volta nessuno sarebbe venuto in nostro aiuto e l'unica speranza era
che fossero in pochi.
“Per
fortuna che Nessi e Jacob sono fuori” mormoro Esme
abbracciandomi
forte.
Emmett
invece guardò dalla finestra e con la voce rotta
dall'emozione disse
“Se Edward fosse qui, sarebbe un altro paio di maniche...
speriamo
almeno che Jasper torni presto”
Nessuno
gli rispose, era strano vederlo così preoccupato, e questo
la diceva
lunga sul pericolo a cui tutti eravamo esposti.
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