Carlisle
Quando
arrivammo a casa c'erano già tutti ad aspettarci.
Gli
avevamo telefonato informandoli che eravamo tutti sani e salvi,
compreso Edward.
Non
avevamo avuto il coraggio di raccontare loro cosa era successo.
Quando
scesi dalla macchina mi ritrovai Esme abbracciata con il volto
splendente dalla gioia di rivederci.
Le
bastò un attimo, un rapido sguardo per capire che qualcosa
non era
andato per il verso giusto.
Anche
Alice corse ad abbracciare il suo Jasper, ma i suoi occhi tormentati
rivelavano la conoscenza del nostro segreto. Dopo aver baciato
Jasper, si girò ed abbracciò Bella, stringendola
forte come se
avesse paura che dovesse cadere a pezzi da un momento all'altro.
E
doveva proprio essere così perché lei si strinse
forte ad Alice e
la sentii sussurrare “Avevi ragione, forse era meglio che io
non
andassi. Che io non vedessi”.
Alice
la guardò negli occhi. “Speravo di sbagliarmi
Bella, speravo che
la vostra presenza potesse cambiare il corso degli
avvenimenti”
sussurrò dispiaciuta.
“E
così è stato. Edward è vivo. Sarebbe
morto altrimenti e forse
anche tutte le altre Guardie” sussurrai, incapace di alzare
la
voce di spezzare quel silenzio che ci aveva fatto compagnia per tutto
il viaggio di ritorno.
“Cosa
è successo?” ci chiese Jacob che stringeva forte
la mano a
Renesmee.
Anche
Esme si staccò da me e mi studiò con aria
interrogativa.
Dovevamo
parlarne, dovevamo prendere atto, accettare quello che i nostri occhi
avevano visto, quello che le nostre menti si rifiutavano di
considerare realtà.
Fu
Rosalie con la voce carica di sdegno a dare voce al nostro dolore
“Edward. Ha una compagna. Una vampira dai capelli rossi
è la sua
nuova donna”
La
voce di Rosalie non ammetteva repliche e con stupore vidi Alice
scuotere la testa “Non ci credo. E' vero io l'ho visto
baciarsi
tempo fa. Abbiamo visto il loro sguardo a Firenze. Ma non è
possibile Edward ama troppo Bella per farle una cosa così.
Ti stai
sbagliando Rose”
Il
suo tono era determinato così come quello di Bella che con
gentilezza e fermezza le rispose “No. Alice. Edward
è innamorato
di una certa Rebecca. Dovevi vedere come la cercava, come aveva
bisogno di lei e come la... baciava” le parole le morirono in
gola
mentre guardava il viso sbiancare di Nessi.
“Non
è possibile mamma. Papà non farebbe mai una cosa
simile. Papà ci
ama.” le sue parole morirono in gola sopraffatte dalla
consapevolezza che quello che aveva temuto a Firenze si era
realizzato.
Esme
mi abbracciò forte “E adesso?” la sua
domanda non aveva risposte
e tutti tacemmo. Non c'era più nulla da aggiungere.
L'abbracciai
forte, triste e sconsolato. Già e adesso? Non lo sapevo
neanch'io.
Sarebbe ritornato a casa? Avrebbe avuto il coraggio di tornare e
spiegare? Sarebbe venuto da solo o si sarebbe portato la sua nuova
compagna dietro? Bella ormai era per me come una figlia, faceva
parte della famiglia per non parlare di Nessi. Non l'avremmo certo
abbandonata non dopo tutto quello che aveva fatto Edward. Aveva
osato prendere un qualcosa che non gli apparteneva, l'aveva
trasformata, rubata l'anima e per che cosa? Per un capriccio
momentaneo? Eppure non riuscivo ad accettare tutto questo, avevo
visto e sentito, ma il mio cuore si rifiutava di accettare
l'evidenza.
“Lo
specchio. Era presente lo specchio?” chiese Jacob
riportandoci alla
realtà.
“Non
lo sappiamo Jacob. C'erano le guardie ma nessuno di strano o di
particolare” risposi quasi infastidito. Che m'importava dello
specchio!!
“Non
so Carlisle. C'è qualcosa che non mi torna” a
parlare era stato
Jasper.
Era
stato in silenzio tutto il tempo. Pensavo fosse turbato dal fatto che
Demetri aveva notato la sua bravura, un altro obiettivo per i
volturi, un altro membro della mia famiglia nel loro mirino...
“Io
percepisco i sentimenti, le emozioni eppure...”
“Cosa
stai dicendo Jasper?” chiese Alice
“Edward. Non so...
” scuoteva la testa.
“Jasper.
Non provare a scusarlo. Lo abbiamo visto tutti come si attaccava a
Lei” intervenne Rosalie disgustata.
“Non
lo sto giustificando ma... Non so, non mi convince” scuoteva
la
testa guardandoci.
Non
c'era altro da dire. Potevano di nuovo solo aspettare. Che cosa? Mi
chiesi. Non lo sapevo neanch'io. Forse desideravo che non tornasse...
che semplicemente si limitasse a sparire per poter dimenticare.
Già
dimenticare tutto il male che stava facendo, tutte le ferite che
stava aprendo nei nostri muti cuori.
Era
diventato un assassino, una Guardia a tutti gli effetti.
Lo
avevo visto uccidere i licantropi come una macchina, forte e
insensibile. Quel vampiro dagli occhi rossi non era più il
mio
dolce Edward. Eppure non potevo certo far finta di niente,
dimenticarmi di lui...
Scossi
la testa deluso e ferito e abbracciai Esme che mi guardava
preoccupata.
Lei
non avrebbe accettato di perdere nostro figlio e sono sicuro che
avrebbe combattuto con i denti per riportarlo a casa alla sua
famiglia.
La
nostra famiglia.
Esme
non si sarebbe arresa facilmente, ma forse questa volta non avevamo
neanche la possibilità di combattere.
Forse
avevamo perso la battaglia prima ancora che incominciasse.
Forse
sarebbe stato impossibile per lui tornare ad essere uno di noi, forse
dovevamo prepararci a dirgli addio per sempre...
Demetri
I
quattro giorni che seguirono il nostro ritorno alla rocca furono un
incubo per tutti noi.
Aro
volle subito un resoconto dettagliato degli avvenimenti . Era
infuriato per le perdite che avevamo avuto.
Quando
feci rapporto non gli raccontai del fratello di Edward, ma lui mi
volle toccare e dal suo sorriso immaginai che avesse letto tutto...
Tutta
la Rocca venne a sapere dell'accaduto e da quel momento in poi non ci
fu un attimo di pace.
Jane
venne convocata nello studio di Aro e dopo un lungo colloquio
lasciò
la Rocca con chissà quale destinazione.
Io
e Felix invece fummo mandati insieme a cercare nuovi umani da
trasformare.
Dovevamo
rimpiazzare le guardie perse al più presto.
Presto
ci ritrovammo con una ventina di neonati affamati da gestire.
Oliver
era stato tra i primi a cadere e il suo posto venne assegnato ad
Angela la sua assistente.
Lei
visitò Edward ancora incosciente e tenuto costantemente
sotto il
potere di Rebecca e dopo aver analizzato l'antidoto ci disse di
continuare a darglielo e di informarla se fosse peggiorato.
Ovviamente
avrebbe dovuto rimanere a letto fino a che non avesse ripreso le
forze.
Appena
avevamo un attimo libero io e Felix passavamo a trovare Edward ma
era sempre nello stesso stato.
A
controllarlo ci pensarono Ilmi e Kong.
Al
momento erano abbastanza liberi dagli impegni e qualcuno doveva
sorvegliarlo in continuazione. Non sapevamo cosa si ricordava e come
avrebbe reagito al suo risveglio.
Quando
finalmente riprese conoscenza c'era Ilmi con lui. Poi appena lo vide
lucido abbastanza venne a cercarmi.
“Demetri”
mi chiamò avvicinandosi “Si è
ripreso.”
“Grazie
Ilmi. Sono contento. Come sta ? Mi sento in debito con lui”
lo
ringraziai
“Sembrerebbe
abbastanza bene. Ha preso la medicina senza troppe storie. Ma
è
ancora affaticato e confuso. Deve anche essere molto assetato.
Bisognerà farlo bere al più presto. Domani
dovrebbero arrivare i
rifornimenti vero?” mi chiese speranzoso.
“Già.
Ma non so se parteciperà al banchetto. Ha sempre avuto
problemi ad
alimentarsi come noi” spiegai scuotendo la testa. Non lo
riuscivo
proprio a capire. Il suo rifiuto era per me, come per le altre
Guardie incomprensibile.
Lui
annui. La storia del vampiro con gli occhi gialli era famosa nella
Rocca.
“C'è
un altra cosa che devi sapere” mi disse e aveva lo sguardo
triste
“Mentre ero lì mi ha chiesto della sua
famiglia.”
“Speravo
non si ricordasse di loro” commentai assorto
“Qualcosa
sapeva, ma è arrivato Alec e gli ha raccontato
tutto” finì la
frase disgustato.
“Proprio
tutto?” chiesi preoccupato.
“Già.
E ha messo molta enfasi. Sembrava soddisfatto quella serpe”
rispose
chiaramente infuriato con il bel gemello.
“Come
l'ha presa?” gli chiesi dispiaciuto
“Male
Demetri. Ho paura faccia qualche scemata. Si è agitato
tantissimo.
Troppo direi” Lo guardai assorto.
Avrei
dovuto parlarne con Aro.
Annui
“Andrò a parlargli, prima però devo
discuterne con Aro” lui mi
guardò.
Aveva
ancora qualcosa da dirmi e con imbarazzo continuò
“Perché non
hai spiegato alla sua famiglia quello che stava succedendo e chi
è
in realtà Rebecca? Ti ha salvato la vita. Potevi farlo e non
l'hai
fatto” Il suo tono era chiaramente di accusa. Anche lui si
era
affezionato a quel ragazzo.
Scossi
la testa dispiaciuto “Ho ricevuto ordini precisi in merito.
Non
potevo infrangerli. Anche a me dispiace, credimi. Ma lui è
una
Guardia ed io anche. Per quanto gli sia affezionato ho degli ordini
da rispettare” la mia voce era triste. Ma che scelta avevo?
Nessuna.
Ma
potevo cercare di aiutarlo parlando con Aro.
E
salutato Ilmi mi diressi da lui.
Forse
avrebbe consentito di fargli comunicare con la famiglia, di
permettergli di spiegargli l'accaduto... sempre che fossero disposti
a credergli.
E
deciso mi diressi dal mio Signore, dovevo almeno provare, dovevo
provare ad aiutarlo, avevo un debito da saldare.
Nessun commento:
Posta un commento