Bella
Quando
era salito sulla
macchina, mi ero sentita morire.
Una
fitta fortissima mi
aveva trapassato il petto.
Come
avevo potuto essere
così cattiva, cosi insensibile con lui?
Mi
aveva chiesto di
perdonarlo e se lo amavo ancora, ed io guidata dall'orgoglio e dalla
sofferenza di quei lunghi tre mesi, avevo fatto la cosa più
stupida
che potessi fare.
Avrei
dovuto corrergli
incontro come aveva fatto Esme, ma invece gli rinfacciai che spesso
in passato mi aveva mentito. La gelosia aveva parlato per me.
Ero
stata stupida ed
egoista e adesso stavo perdendo il mio amore, forse per sempre.
Quando
vidi le chiavi
lanciate da Alice, capii il perché aveva posteggiato la
Porsche
fuori già rivolta verso la strada.
Lei
aveva previsto quello
che sarebbe successo.
Non
persi tempo a
salutare e veloce salii sulla macchina sperando di riuscire a
trovarlo.
Guidai
veloce aiutata
dalle mie capacità di vampiro e lo trovai.
Senza
pormi il minimo
problema gli tagliai la strada costringendolo a fermarsi.
Mi
aspettavo che uscisse
arrabbiato e combattivo ma lo vidi accucciato sul volante.
Travolta
dall'amore per
lui, lo feci uscire e lo baciai.
Poi
lo presi per mano e
lo portai nel bosco. Quando mi fermai nella radura mi sentii
travolgere dal desiderio di averlo di nuovo tra le mie braccia, di
poterlo stringere di sentirlo dentro di me.
Avvertii
la sua
inquietudine, sembrava incerto, preoccupato. E quando fece per
parlare lo zittii, non volevo sapere nulla, lo amavo e questo doveva
bastare per entrambi.
Sentivo
il suo profumo,
il suo corpo forte aderire al mio e il mio sguardo cadde sulla sua
divisa.
Non
mi piaceva, odiavo
quei vestiti che lo nascondevano alla mia vista ed erano il simbolo
del suo essere Guardia.
Con
le mani veloce
sciolsi quella stupida mantella e la lanciai lontana, poi iniziai ad
aprirgli la camicia. Un bottone per volta, lentamente. Era una
tortura per lui, ma anche per me. Avrei voluto strappargli tutto di
dosso, ma non potevo rompergli la divisa, e le mie mani tremavano da
quel contatto che avevo desiderato e sognato per mesi.
Quando
la camicia volò a
far compagnia alla mantella iniziai a baciarlo e lui rispose ancora
una volta lasciandosi travolgere dalla mia passione.
Lo
accarezzai, accarezzai
il suo petto. Quante volte avevo sognato di farlo, di sentire la sua
forza e la sua pelle liscia scorrere sulle mie mani? Mi bloccai
quando sentii la sua pelle bruciare i miei polpastrelli. Era caldo.
Com'era possibile? Stava male? Mi immobilizzai preoccupata, ma lui
si affrettò a tranquillizzarmi. Non ero convinta, ma non
volevo
fermarmi, non volevo fargli vedere che dubitavo di lui.
Ingoiai
e cercai di
seppellire l'ansia che mi aveva invasa.
Il
suo medaglione
spiccava sul suo petto, quasi a sfidarmi, a ricordarmi che lui non
era del tutto mio. Armeggiai veloce e lo staccai lanciandolo insieme
alla divisa.
Adesso
si che era tutto
mio, Volterra era più solo un ricordo del passato.
(Inizio parte hot)
Ma
non resistevo, non
potevo più aspettare e le mie mani si posarono sui suoi
pantaloni.
Con
soddisfazione sentii
il suo membro eccitato e teso dalle nostre carezze e dai nostri baci
e il ricordo della chiacchierata con Jasper increspò le mie
labbra
in un sorriso.
Veloce
mi accucciai e lo
liberai dai pantaloni poi posai la mia bocca sulla sua eccitazione.
Volevo
dargli piacere,
volevo fargli capire che io ero sua, fargli dimenticare i mesi di
solitudine.
Lo
sentii gemere e per un
attimo pensai che avrebbe avuto quello che adesso ero certa gli era
mancato in quei tre mesi.
Ma
Edward, non era così.
Lui altruista come nessuno mai, mi alzò per le spalle e mi
fece
impazzire di piacere inginocchiato di fronte a me.
Potevo
sentire il suo
desiderio crescere con il mio, e vidi i suoi pantaloni abbassati
tirarsi in maniera pericolosa.
Fossimo
stati a casa non
me ne sarei curata ma eravamo in un bosco e per di più erano
quelli
della divisa.
Lo
spinsi seduto
ridacchiando invitandolo a levarseli. Era buffo vederlo impacciato,
attento a non fare danni, cercando di fare il prima possibile. Ma
non volevo che si distraesse, che si dimenticasse con quanta urgenza
avevo bisogno di lui. Mi portai alle sue spalle e iniziai a
torturarlo, baciandogli i capelli, il collo e le spalle.
Lo
sentii sbuffare e poi
vidi volare i pantaloni lontani. Veloce lo feci sdraiare e mi
appoggiai a lui fino a raggiungere la sua eccitazione. Non persi
tempo e appoggiai le mie labbra ai suoi lombi.
Lo
sentii fremere e
tremare mentre la sua lingua s'insinuava dentro di me.
Era
una tortura, una
dolce tortura, e quando pensai di non riuscire più a
resistere lui mi fece sdraiare sotto di lui e voltatosi
entrò dentro di me.
(Fine parte hot)
Ci
donammo quel piacere
che a lungo ci eravamo negati e mi dimenticai di tutti i problemi, di
tutte le sofferenze passate travolta dalla gioia e dalla passione.
Lo
amavo, con tutta me
stessa, con tutto il mio cuore ed ebbi ancora una volta la certezza
che il mio sentimento fosse ricambiato. Lui mi amava, mi desiderava
alla follia. E nessuno, nemmeno quella maledetta vampira avrebbe
mai potuto distruggere quel sentimento.
E
quando ci sdraiammo
vicini abbracciandoci lo sentii scoppiare in singhiozzi. Era un
pianto liberatorio, un pianto che mi strinse il cuore. Lo abbracciai
e levai il mio scudo.
Doveva
sapere, doveva
capire quanto lo amassi.
Quando
fu l'ora di
tornare a casa, dapprima con stupore poi con orrore, lo vidi mettersi
nuovamente la divisa. Con calma si stava sistemando la mantella, come
fosse un qualcosa d'importante.
Non
era più a Volterra,
che senso aveva metterla? In mano stringeva il medaglione, pronto a
legarselo al collo.
Mi
avvicinai e lo baciai
teneramente mentre gli sfilavo la mantella. Non era più una
Guardia.
Lo
vidi abbassare gli
occhi imbarazzato come un bambino sorpreso a rubare la marmellata, e
un sorriso si dipinse sul mio volto mentre lo baciavo teneramente.
Presi la mantella e la piegai facendola sparire in borsa, mentre lui
veloce nascondeva il medaglione.
Sul
suo volto si aprì il
suo sorriso sghembo mentre mi prendeva per mano conducendomi alle
macchine.
Era
l'ora di tornare a
casa. Sapevo che quello che lo aspettava non era facile, ma io non lo
avrei lasciato a combattere da solo.
Insieme
avremmo
allontanato le ultime Nuvole di Volterra.
Insieme
avremmo
combattuto per cancellare quei lunghi tre mesi dalle nostre vite.
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