Edward
La
mia vita procedeva senza cambiamenti. E quello che m'infastidiva di
più era l'impossibilità di mettermi in contatto
nuovamente con la
mia famiglia. Tutte le notti erano occupate dal mio lavoro per Aro e
quando mi riprendevo era sempre più tardi.
Avevo
appena aperto gli occhi ancora stordito quando sentii Rebecca farmi
una carezza sul viso.
“Ciao
Rebecca. Scommetto che è tardi anche oggi, vero?”
mormorai ancora
frastornato.
Lei
annui triste, probabilmente aveva assorbito una parte della mia
stanchezza.
Poi
sorridendo scese dal letto e mi porse la mantellina.
Guardai
la mantellina e il suo sorriso. Normalmente scendevo dal letto quasi
di corsa per fiondarmi sul mio albero a gustarmi l'aria fresca e
magari anche un po' di sole, ma oggi non ne avevo proprio voglia. Mi
sentivo ancora stanco e soprattutto ero arrabbiato perché mi
mancavano gli scherzi di Emmett e di Jasper, le coccole di Bella e le
litigate di Alice e Rose su come doveva vestirsi la mia piccola
Renesmee. Per non parlare della sicurezza che mi davano i miei
teneri genitori.
Non
ero più riuscito a scrivere alla mia famiglia e sapevo che
erano in
pensiero per me. Avrei voluto tanto tranquillizzarli, ma non avevo
mai una notte libera per recarmi dal computer.
Scossi
la testa.
Non
avevo voglia di muovermi. “No Rebecca. Preferisco stare qua e
riposarmi ancora.” sapevo di ferirla, doveva pesarle stare in
compagnia e assorbire gli stati d'animo di un musone come me, ma
proprio non me la sentivo di uscire.
Mi
girai su un fianco dandole la schiena e cercai di pensare a casa,
conscio che non facevo altro che farmi del male da solo.
Se
fossi stato un umano mi avrebbero diagnosticato un esaurimento
nervoso con crisi depressiva, ma ero un vampiro e non potevo certo
ammalarmi. O forse si?? Agli occhi delle altre Guardie potevo passare
benissimo per un vampiro depresso.
Sentii
un fruscio veloce e il mio profumo, il profumo di Rebecca mi
colpì
forte.
“Lasciami
in pace. Va tutto bene, sono solo stanco.” sapevo mentire ma
non
potevo con lei. Il mio simbionte assorbiva i miei stati d'animo e per
lei doveva essere una sofferenza sentirmi così triste.
Veloce
allungò una mano e la posò sulla mia fronte.
Cercai di scansarla e
di protestare “No Rebecca, non voglio rip...” ma
non feci in
tempo e mi persi nel buio dove c'era riposo e nessuna preoccupazione.
Carlisle
Ero
preoccupato. In casa c'era uno strano clima.
Alice
e Bella non si erano più parlate e questo considerando che
erano
quasi indivisibili mi metteva estremamente a disagio.
Ma
non era l'unico problema!
Bella
aveva litigato furiosamente con Jacob accusandolo di essere un
irresponsabile in quanto aveva seguito Alice in quella gita assurda
mettendo a repentaglio la vita sua e di Renesmee.
Quest'ultimo
ovviamene non aveva digerito i rimproveri e da quel giorno si era
trasformato in lupo girando nel bosco e rifiutando la compagnia dei
“sudici vampiri assassini”. L'offesa che aveva
rivolto aveva
ovviamente ferito tutti, anche se capivamo quanto dovesse averlo
disgustato assistere al pasto di Edward.
Renesmee
a sua volta aveva litigato con Bella prendendo le difese di Alice e
poi con Jacob che aveva osato insultare la sua famiglia e il suo
amato padre. Triste e avvilita passava tutto il giorno con Rose ed
Emmett che erano gli unici che sembravano indifferenti alla tensione
che girava per casa.
Anche
Esme era furibonda con Alice ma soprattutto pativa nel vedere la
famiglia divisa.
Jasper
aveva cercato d'infondere serenità a tutti ma si era
ritrovato un
muro davanti oltre al rifiuto di Alice di parlargli. Dovevano aver
litigato e il clima doveva essere troppo pesante per lui,
perché si
era chiuso in camera e non ne usciva più.
In
quanto ad Alice, aveva chiuso i collegamenti con tutti. Non parlava con
nessuno e passava le giornate in cima ad un albero ringhiando a
chiunque si avvicinasse.
Bhe,
definire il clima strano, era riduttivo.
Infatti
non eravamo più la famiglia felice ed unita alla quale ero
abituato e la cosa si stava protraendo per troppo tempo.
Stufo di questa
situazione, dalla quale non sembrava esserci via d'uscita
senza un intervento deciso, presi Esme da parte e convenimmo assieme
che l'unica era parlare con Bella e Alice. Se loro due avessero fatto
la pace, il resto si sarebbe sistemato come in un puzzle. L'importante
era uscire da quelle posizioni di stallo.
Andai
per primo da Bella, che stava leggendo seduta sul suo letto.
“Ciao
Bella, posso entrare?” chiesi pronto a sentirmi ringhiare un
secco
no.
“Certo
Carlisle, vieni pure” mi sorrise e appoggiò il
libro al letto “di
cosa hai bisogno?”
“Volevo
parlarti” iniziai timidamente “di quello che
è successo...”
“Non
c'è nulla da dire.” scattò subito
“Edward è libero di fare
quello che vuole”
“O
che può...” la corressi “penso che vi
siate dimenticati tutti
che deve obbedire a degli ordini. Non mi ha mai raccontato nulla,
come ha fatto con tutti, ma più di una volta ha ammesso di
essere
stato punito in maniera molto severa. E conoscendoli non dubito che
possano avergli fatto molto male. Non credo che avesse la
possibilità di ribellarsi ad Aro circa il suo pasto ed io
stesso
prima di partire l'ho invitato ad evitare guai e ad ubbidire. Avevo
paura che si riducesse come l'ultima volta e ti assicuro Bella che
quando Esme ed io l'abbiamo trovato sofferente per la sete, non era
un bello spettacolo. ”
“Carlisle,
non hai ancora capito vero?” adesso il suo sguardo era triste
e
ricordai ancora una volta quanto dovesse pesarle la lontananza del
suo amore “Non dubito di Edward. Ne sono offesa o preoccupata
per
il suo comportamento. Io mi sono arrabbiata con Alice e Jacob
perché
hanno messo in pericolo Renesmee, senza dirmi nulla”
Annui,
mi sembrava di aver già sentito quelle parole “E'
lo stesso che
fece infuriare Charlie quando sei sparita per andare a Volterra.
Anche lui, se ti ricordi ti fece una sfuriata perché eri
partita
all'improvviso senza dargli spiegazioni lasciandolo nel dubbio e
nell'incertezza per tre lunghi giorni. E tu pur accettando le
conseguenze del tuo gesto, sapevi nel tuo cuore di aver fatto la
cosa giusta, e l'avresti rifatta nuovamente”
“Non
è la stessa cosa” mi rispose subito
“Io
credo di si. In fin dei conti Renesmee si è allontanata
senza dirti
nulla per andare da Edward. Proprio come te. Non l'avresti mai
lasciata partire altrimenti” cercavo di farla ragionare,
sapevo che
era intelligente ma anche testarda.
“Non
c'era nessuno da salvare questa volta” rispose pungente
“Forse
no, ma credo che Edward sarebbe impazzito dalla gioia se avesse
potuto vedere qualcuno di noi. Figuriamoci la piccola Nessi. Ho
l'impressione Bella, che a volte dimentichi quanta sofferenza deve
provare lui, a stare lontano da noi e a dover ubbidire agli ordini
di Aro” non era giusto ferirla così ma forse
poteva servire a
farla ragionare
“Già
a quanto pare, sono una bella egoista. E' questo che mi stai
dicendo... vero? Ma sappi che ho passato due giorni interi a
chiedermi come stava e se era viva. E a domandarmi come avrei
potuto giustificarmi con Edward se le fosse successo qualcosa. Lui
vive per sua figlia... ed anch'io… impazziremmo dal dolore
se le
succedesse qualcosa, qualsiasi cosa...” la rabbia le era
passata e
adesso stava prendendo il sopravvento la tristezza.
Sospirai
“E' quello che succede a qualsiasi genitore Bella. Tutti
abbiamo
sempre paura che succeda qualcosa ai nostri figli appena si
allontanano dalla nostra ala protettiva. Ma bisogna imparare a
conviverci. Bisogna avere fiducia nei propri ragazzi e nelle loro
scelte”
“Succede
anche a te ed Esme?” mi chiese addolcita
“Si
Bella. Siamo sempre in pensiero per voi. E credimi ogni giorno e ogni
notte io ed Esme la passiamo a pensare ad Edward. E' il nostro
chiodo fisso, il nostro pensiero ricorrente. Siamo entrambi
spaventati e preoccupati per lui. Ma tu devi renderti conto che Nessi
non è più una bambina e Jacob è
abbastanza maturo e forte da
proteggerla.
In
quanto ad Alice... è Alice.
E
dobbiamo accettarla per quello che è. L'unica cosa che posso
dirti è
che quello che fa a volte sembra sbagliato ma lei agisce sempre in
buona fede e le sue visioni le permettono di vedere se c'è
qualche
rischio o meno. Non voleva mettere in pericolo nessuno e non lo ha
fatto.”
“Già,
forse ho un po' esagerato. Ma Edward mi manca e sto tanto in
pensiero per lui. Ho paura che possa succedergli qualcosa di brutto,
che lo maltrattino. Penso a lui costantemente, mi sembra sempre di
sentirlo, di vederlo dove invece non c'è... Quando l'altra
volta
era sparito facevamo qualcosa per aiutarlo, avevo la sensazione di
essere utile, adesso possiamo solo aspettare e questo mi
distrugge.” adesso la disperazione era evidente e mi
aspettavo che scoppiasse in
singhiozzi da un momento all'altro.
Mi
sedetti sul letto vicino a lei e le feci una carezza sulla testa.
“Manca
a tutti. Ti capisco ma facendo così peggiori solo le cose,
ti
torturi a vuoto. Penso, invece, che dovresti andare e fare la pace
con Alice e Jacob. Se non vuoi farlo per l'affetto che hai per loro,
fallo almeno per Nessi. Anche lei è distrutta da questa
situazione. E poi Jacob è sempre stato un po' incosciente e
imprudente… o
sbaglio?”
Per
la prima volta da giorni la vidi sorridere, avevo toccato il tasto
giusto. “Già, temo che non sia cambiato molto da
allora. Lo
andrò a cercare e poi andrò da Alice. Devo
chiederle scusa.”
“Grazie
Bella” le sussurrai uscendo.
Un
pezzo di puzzle stava andando a posto adesso dovevo pensare ad
Alice.
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