venerdì 15 febbraio 2013

CNS Capitolo 34 Un altro addio


 

Capitolo 34 Un altro addio



Edward



Era l'ora di tornare a casa. La dura realtà mi stava aspettando sotto il portico della mia vecchia casa.

Ero una Guardia e dovevo riportare i miei uomini a Volterra.

Poi avrei chiesto a Marcus di terminare i mesi mancanti e di poter tornare a casa da Bella come mi aveva promesso Aro.

Sarei stato chiuso in quelle fredde mura ancora due mesi... ma non mi importava.

Aro era morto e Jane lo aveva seguito.

Le Guardie avevano dimostrato di rispettarmi... il tempo sarebbe passato velocemente anche se Bella mi sarebbe mancata da morire.

Dovevo solo sperare che Marcus non rigirasse le carte in tavola, che non mi obbligasse a rimanere lì per sempre.

Tremavo all'idea ma era un eventualità che non potevo scartare a priori, una possibilità fin troppo concreta.

Doveva affermare il suo comando, la sua autorità e quale gesto migliore poteva esserci se non quello di obbligarmi a un futuro che tutti sapevano odiavo? Impormi la sua volontà gli avrebbe garantito una efficace dimostrazione di forza nei confronti di tutte le Guardie.



Ci alzammo lentamente senza fretta, gustandoci questi ultimi momenti di serenità assieme malgrado i nostri pensieri fossero già proiettati al futuro. Senza dire una parola, timorosi di rompere la nostra complicità ritrovata ci prendemmo per mano ci avviammo verso la grande casa.

Camminavamo lentamente, gustandoci ogni minuto assieme, e ancora una volta mi chiesi quali fossero i suoi pensieri.

Bella... a cosa stai pensando?” le chiesi timoroso di sentire la risposta.

A Jane. Ha detto che voleva vendicare Aro e Jasper ha accennato a una rivolta all'interno di Volterra. Cosa è successo di preciso Edward?” la sua domanda era più che lecita. Doveva risultarle strano vedermi comandare le Guardie.

Le sorrisi, ripensando a quanto la sua natura curiosa non fosse cambiata con la trasformazione e pacatamente le raccontai quello che era successo in quei dieci giorni... omisi soltanto la mia ultima punizione e il potere odioso di Pamela. Non volevo ferirla o preoccuparla per un qualcosa che era successa e che non sarebbe mai più accaduto e sarebbe stato troppo umiliante per me raccontargli ciò che era avvenuto.

Allora adesso è Marcus il signore di Volterra” esclamò alla fine del mio racconto mordicchiandosi le labbra.

Si. E' lui a comandare adesso. Aro e Caius sono morti. La Volterra che conoscevamo non c'è più.” le confermai con un sorriso.

Meglio così. Mi faceva troppa paura Aro” disse guardandomi dal basso in alto con uno sguardo furbetto che non prometteva nulla di buono.

Mi immobilizzai spaventato dalle sue parole e dal suo strano sguardo, costringendola a fermarsi e a guardarmi.

I miei occhi indagatori si persero nei suoi, cercando tramite loro di capire cosa le stesse frullando nella sua testolina... che cosa c'entrava la sua paura?

Bella... a cosa stai alludendo?” le chiesi esasperato ancora una volta dal suo silenzio mentale.

Ma come Edward... è così ovvio. Non crederai per caso di partire da solo vero?” mi rispose sorridente.

Se avessi potuto mi sarebbe venuto un infarto. Il respiro si mozzò lasciandomi senza fiato.

Ingoiai e cercai di ritrovare la calma.

Voleva venire con me? Era impazzita forse?

Scossi la testa “Non se ne parla neanche... è troppo pericoloso” le dissi risoluto.

I suoi occhi avvamparono d'ira e m'inchiodarono mentre un ringhio le usciva dalle sue meravigliose labbra.

Pericoloso? Pericoloso?” sibilò infuriata “ Non è certo più pericoloso di stare qua ad aspettarti. Aro non c'è più. La Volterra che conoscevamo non c'è più. E tu non partirai da solo! Non questa volta! Tutte le volte che sei andato là da solo ho rischiato di perderti e adesso nulla potrà fermarmi” mi rispose con la voce alterata e determinata mentre i suoi occhi lampeggiavano sfidandomi a contraddirla.

Scossi la testa. Era una paura irrazionale… lo sapevo.

Ma non sapevo cosa avrei potuto trovare... forse mi avrebbero imposto di restare lì a vita e magari avrebbero costretto lei a giurare fedeltà… a diventare una guardia. Non volevo che Volterra diventasse la sua prigione. Era già terribile potesse diventare la mia.

Bella... non puoi venire. Io non so sé e quando potrò ritornare. E Nessi ha bisogno di te. Non puoi partire... io...” non sapevo cosa dirle, non volevo ferirla ma non volevo neanche metterla in pericolo.

Edward. Adesso basta! Cos'è? Hai paura di portarmi là? Hai paura che Rebecca sia gelosa? Quelle che stai accampando sono solo scuse patetiche. Nessi è grande si è sposata... non ha più bisogno di me o perlomeno non ha più bisogno di me di quanto non abbia bisogno di te. Ma tu non mi vuoi... vero?? Tu vuoi essere libero... non ti serve una moglie... chissà quante guardie...” non finii la frase abbassando gli occhi e stringendoli piena di rabbia.

Ma come poteva pensare che non la volessi? Come poteva essere ancora gelosa di Rebecca? Le avevo detto chiaramente che il mio cuore era suo che avevo capito che il mio legame era solo quello dettato dal suo essere simbionte. Per non parlare delle altre Guardie... o certo qualcuna mi faceva gli occhi dolci e mi inviava pensieri lussuriosi ma non me ne importava nulla. Io a Volterra lavoravo per Aro e passavo il mio tempo libero o a combattere o sul mio albero da solo. Stavo perdendo la pazienza, ma non capiva che lo facevo solo per lei, per non metterla in pericolo?? Aprii la bocca pronto a dirle che era una sciocca quando capii e le parole irate morirono in gola.

Le avevo mentito troppe volte, ero stato un abile bugiardo e le avevo tenute nascoste troppe verità.

E lei adesso aveva paura non solo di perdermi ma che le avessi mentito nuovamente.

Sospirai e capii che non avevo scelta “E va bene. Andiamo a casa e preparati... verrai con me” dissi sperando di non pentirmi della mia decisione.

Lei spalancò gli occhi poi mi sorrise felice e mi saltò fra le braccia. Mi ritrovai con la schiena appoggiata a un tronco e le sue labbra incollate alle mie. L'abbracciai stretta... nessuno le avrebbe fatto del male, se fosse stato necessario avrei combattuto per lei... sarei morto per lei.





Carlisle



Avevo visto Bella allontanarsi ed ero felice. Forse le cose si sarebbero aggiustate, forse finalmente Edward avrebbe trovato la pace che tanto si meritava.

Ero seduto sul bordo del letto e tenevo la mano di Esme stretto. Il suo respiro si era fatto regolare, e lei sembrava una statua. Una bellissima statua.

Le spostai una ciocca di capelli che le era scivolato sul viso e mi chinai a baciarla. Stava guarendo in fretta, l'antidoto stava facendo passi da gigante. Ero riuscito a intervenire subito limitando i danni e la mancanza di altre ferite aveva semplificato le cose.

Quando le sfiorai la guancia aprii lentamente gli occhi e mi sorrise.

Shhh... Esme. Stai tranquilla va tutto bene” le dissi “I nostri figli sono tutti salvi. Jasper ed Edward sono arrivati con le Guardie e ci hanno salvato” le spiegai felice. Ero sicuro che mi avrebbe chiesto notizie di loro. Non avrebbe mai accettato di veder un nostro figlio morire. La famiglia era al centro del suo cuore e i suoi figli la sua vita.

Un sorriso si dipinse sul suo volto.

Edward è qui?” mi chiese in un sussurro speranzosa.

Si. Adesso è fuori a parlare con Bella” le risposi accarezzandole il viso dolcemente. Quanto l'amavo... solo il cielo sapeva quanto ero ancora innamorato di lei.

Voglio vederlo... chiamalo” mi chiese.

Scossi la testa. “Non vuole entrare in casa. Si sente ancora fuori posto qua” ammisi affranto “Ma insieme a Jasper è riuscito a tornare in tempo. Sembra che adesso sia lui a comandare le Guardie che sono arrivate in nostro aiuto. E' diventato un vero Capitano di Volterra” aggiunsi ancora stupito da quello che Jasper aveva raccontato mentre lo curavamo.

Lei scosse la testa “Benissimo se non vuole venire qua... andrò io da lui. Qualsiasi cosa sia successa è sempre mio figlio e lo voglio salutare.” affermò cercando di tirarsi su.

Scossi la testa preoccupato “Esme sei troppo debole. Devi stare a letto tranquilla” le dissi trattenendola.

Carlisle... è mio figlio. Voglio vederlo... voglio salutarlo. Portami da lui.” insistette e nei suoi occhi c'era determinazione. Sospirai avrei fatto qualunque cosa per renderla felice e con una mossa rapida la presi in braccio e la portai fuori.

Fra gli sguardi stupiti delle Guardie radunate sotto il portico, passai in mezzo a loro tenendo Esme fra le mie braccia e mi sedetti sulle scale di casa sedendola affianco a me e avvolgendola con le mie braccia in modo che stesse comoda.

Grazie Carlisle. Adesso chiudo gli occhi quando arriva, chiamami” mi sussurrò stanca nascondendo il suo volto nel mio collo.

Rimanemmo così in attesa fino a che dopo poco li vidi spuntare dal bosco. Si tenevano per mano e non era necessario Jasper per capire che avevano ritrovato la pace e la felicità.

Li vidi bloccarsi stupiti ed Edward staccarsi da Bella e correre verso di noi. Arrivato a pochi passi s'inginocchiò davanti a sua madre nascondendo il suo volto sul petto di Esme.

Lei aprii gli occhi piano e gli baciò la testa abbracciandolo stretto.

Edward...bambino mio. Coma stai?” gli chiese con un filo di voce. Era stanca, nel suo corpo veleno e antidoto stavano ancora combattendo.

Mamma” lo sentii sussurrare “Ho avuto paura di perderti” le rispose con la voce emozionata.

Io guardai Bella che stava ferma in piedi a pochi passi da me.

Edward teneva il volto sempre nascosto nel petto di sua madre mentre lei

lo accarezzava dolcemente parlandogli sottovoce come se fosse stato un bambino piccolo.

Distolsi gli occhi e guardai Bella. Non volevo sentire cosa si stessero dicendo... sapevo quanto fossero legati fra di loro e di quanto avessero bisogno l'uno dell'altro.

Volevo lasciargli tranquilli... avevano bisogno di coccolarsi.

Bella mi sorrise e annui. Non mi serviva altro.

Il loro sorriso diceva ciò che volevo sentirmi dire.



Adesso basta Edward. E' tutto finito bene. Stai tranquillo figliolo. Tutto tornerà come prima. Ora sei qui e questo è l'importante.” gli disse Esme sollevandogli la testa e baciandolo sulla fronte.

Lo vidi tremare e ingoiare a vuoto. Aveva gli occhi gonfi e un sorriso triste si dipinse sulle labbra.

Devo tornare a Volterra, mamma. Non sono libero. Non posso restare qui con voi.” ci disse abbassando lo sguardo senza aver il coraggio di guardarci negli occhi come se fosse colpa sua.

Sentii Esme tremare. Forse lei si aspettava che lui fosse tornato per restare... le sarebbe pesata questa nuova separazione.

Non so quando e se potrò tornare. Ma se mi sarà concesso ritornerò a casa. Ve lo prometto.” ci disse cercando di sorridere con scarsi risultati.

Annui triste anch'io. Ogni volta che partiva l'ansia avvolgeva il mio cuore così come quello di sua madre.

Ma non andrà da solo... non questa volta. Io andrò con lui” s'intromise Bella allegra.

Lo seguirai?” le chiese Esme stupita

Si mamma. Non lo lascerò partire da solo. Perdonatemi. So che potreste non essere d'accordo. Ma non me la sento di lasciarlo andare nuovamente via da solo.” ci disse lanciando uno sguardo preoccupato ad entrambi.

Vidi Esme sorridere a loro e poi girarsi verso di me “Grazie Bella” le disse sorridente “A nome di entrambi” aggiunse subito dopo aver avuto un mio cenno d'assenso.

Fra di noi non servivano le parole... bastava uno sguardo.

Vidi i loro volti stupiti. Non si aspettavano che saremmo stati contenti di quella decisione.

Sapevamo entrambi, infatti, che sarebbero stati insieme ed insieme erano senz'altro più forti.

Vieni Esme. Ti porto in casa. Sei stanca e loro devono partire. Il sole sta per sorgere ragazzi e questo non è un posto sicuro per le Guardie.”

Vidi Edward sorridermi ed annuire. “A presto” ci disse con un filo di voce mentre mi allontanavo con Esme dopo che lei ebbe dato un ultimo bacio ai suoi figli.



Ilmi raduna le Guardie. Partiamo. Si torna a Volterra” la sua voce divenuta forte e autoritaria risuonò nel portico mentre abbracciando stretto il mio amore salivo le scale per posarla sul nostro letto.

Torneranno Carlisle. Li vedremo presto. Ne sono sicura” mi disse mentre l'appoggiavo delicatamente.

Ne sono sicuro anch'io Esme” le sussurrai appoggiandole un ultimo bacio in fronte mentre cadeva nel buio ristoratore di cui aveva bisogno.



Si ormai ne ero certo. Edward aveva ritrovato se stesso e aveva capito quale fosse la sua strada.

Non s'immaginava lontanamente quanto fosse cambiato e come lo fosse ma non aveva importanza.

L'unica cosa che contava è che finalmente aveva ritrovato la sua pace e la sua Bella.



Ero tranquillo e sereno perché non immaginavo neanche lontanamente quello che sarebbe successo, ero ben lungi dall'immaginare che Volterra avrebbe cercato ancora una volta di prendersi entrambi i miei figli ricoprendoli con le sue nuvole.

 

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