martedì 12 febbraio 2013

NV Capitolo 29 - La Battaglia

Edward

Avanzavamo lenti nel bosco. Stavamo attenti a non fare troppo rumore. Come fantasmi i nostri piedi scivolavano veloci sul terreno. Ero in fondo. Demetri mi aveva chiesto di mettermi dietro e di concentrarmi. Avanzavo con la mente persa nei pensieri cercando di capire dove fossero.
Vicino a me Rebecca e Barbara mi sorvegliavano sapendo che facendo così mi rendevo vulnerabile.
Davanti a noi alla nostra sinistra potevamo sentire i vampiri di Felix avanzare rumorosamente nel bosco. Demetri scuoteva la testa dispiaciuto mentre incitava i suoi uomini a procedere silenziosi.
Fu quando il sentiero si apri in un ampia radura che percepii chiaro il loro piano.
“Demetri... attenti. Attaccano!” il mio urlo anticipò di poco il loro attacco.
Avevano scelto con cura il posto. La radura nella quale eravamo sbucati era circondata da alti alberi e chiusa da un alto costone roccioso.
Quando, io che ero l'ultimo, posai il piede nell'ampio spazio la loro trappola scattò.
Da dietro alcuni uomini si lasciarono cadere dagli alberi trasformandosi all'istante in grossi e feroci lupi per evitare la nostra fuga. Ai piedi del costone da un ampia grotta ne uscirono altri. Le loro zanne acuminate brillavano nella prima luce del mattino mentre i loro occhi grossi e gialli ci fissavano carichi d'odio. Con l'olfatto sentii immediatamente l'odore di fumo invadere la radura. Alcune donne nell'angolo più remoto avevano acceso una grande pira, sulla quale contavano di trascinare e bruciare i nostri corpi dilaniati.
Erano più di noi, dovevano essere più di una decina. Non potevamo chiedere aiuto, dalla nostra sinistra sentimmo le grida e i ruggiti dei nostri compagni attaccati da un altro contingente.
Eravamo in trappola e non potevamo fare altro che combattere per salvare le nostre vite.
Presto iniziò una feroce lotta per la sopravvivenza.
Vidi Barbara cadere quasi subito sotto i loro colpi mentre affrontavo un grosso lupo aiutato e protetto alle spalle da Rebecca.
Non eravamo in allenamento, entrambi sapevamo che dalle nostre mosse sarebbe dipesa la nostra vita.
Abbattei il lupo di fronte a me con uno spintone e mi affrettai a tagliargli la gola con i miei denti. Sentii il sangue scivolare sul mio volto e il mostro dentro di me esultare eccitato dall'odore della morte.
Ma non era il momento di distrarsi, mi voltai rapido e ripresi la posizione a fianco a Rebecca giusto in tempo per aiutarla a finire il grosso lupo che l'aveva attaccata.
Non ero più Edward, ma un vampiro della Guardia e ne uccisi parecchi, freddo e micidiale, consapevole della mia forza e dell'addestramento ricevuto, senza provare alcun rimorso per le vite che stavo levando.
Poi mi guardai intorno velocemente, malgrado tutto eravamo in difficoltà. Erano troppi ed altri si erano aggiunti ai primi. Forse anche le donne si erano trasformate. A parte noi due in piedi c'erano solo Demetri e Peter.
Diversi lupi ci stavano fissando ostili e pronti ad attaccarci.
Un latrato ruppe il silenzio carico di tensione“uccidete quello con i capelli corti biondi, è il loro comandante.” rubai l'ordine dalla testa di quello che doveva essere il capo branco e subito gli risposi ringhiando a mia volta e snudando i denti.
Non sarebbero riusciti a ucciderci facilmente.
“Demetri attento, vogliono te” l'avvertii avvicinandomi ai miei compagni.
Poi ci attaccarono assieme.
Mi ritrovai alle prese con un grosso maschio che mi saltò addosso. Mi scansai appena in tempo strattonato da Rebecca. Mi voltai, le feci un cenno di ringraziamento, e veloce mi avventai su di lui con l'intento di finirlo. Quando mi tirai su con la bocca sporca di sangue vidi Rebecca arretrare minacciata da altri due, veloce mi fiondai al suo fianco e insieme respingemmo le enormi creature scagliandole lontano da noi.
Fu in quel momento che sentii il grido soffocato di Peter.
Due lupi lo avevano trascinato lontano e lo stavano smembrando e dilaniando.
Vidi uno dei lupi che avevo allontanato rialzarsi e prepararsi a balzare sulla schiena di Demetri. Lui stava combattendo con un altro e non si era accorto del pericolo.
Agii d'istinto senza riflettere e con un balzo mi buttai fra Demetri e il lupo.
Fu una mossa sciocca e stupida.
Ilmi e Kong mi avrebbero rimproverato duramente se fossero stati presenti.
Ma non c'erano a fermarmi ed io mi ritrovai atterrato dalle sue zampe.
Senti un dolore al petto tremendo mentre le sue unghie laceravano la mia pelle. Non feci in tempo neanche a capire cosa succedeva che le sue fauci si chiusero sul mio fianco.
Mi aveva morso e il dolore veloce si propagò in tutto il mio corpo mentre un urlo agghiacciante esplose dalla mia bocca.
Quello che successe dopo, non mi fu mai molto chiaro.
Avvertii un forte ringhio mentre sentivo Rebecca attaccare prima che il licantropo terminasse il suo lavoro.
Demetri finii il lupo di fronte a lui e si chinò su di me per aiutarmi mentre gli altri lupi si allontanavano velocemente da noi distratti da qualcosa.
Cercai di tirarmi su, ma una fitta fortissima mi fece urlare nuovamente mentre vedevo una testa biondo cenere chinarsi su di me.
“Edward, Edward” qualcuno mi chiamava mentre io mi dibattevo nel dolore.
Con certezza avvertì la lontananza di Rebecca. Dov'era finita? Perchè mi aveva lasciato? Cosa le era successo?
Il dolore dovuto alla sua assenza esplose prepotente coprendo il resto e facendomi annegare in quel limbo di male e terrore che conoscevo ma che mai era stato così forte.
Doveva tornare da me, doveva aiutarmi.
E con quel unico pensiero in testa iniziai a chiamarla disperato.
A causa della sua assenza la mia mente iniziò a sprofondare in una nebbia fittissima che avvolgeva i miei sensi, non vedevo, non sentivo e l'unica cosa che potevo fare era chiamare il mio simbionte disperato mentre il veleno iniziava il suo lavoro trascinandomi in un baratro senza fine dal quale probabilmente non sarei più riemerso.
“Re..bec..ca...” chiamai ancora, ma la mia voce ormai era solo un sussurro che si perse nel vento.


Carlisle

Quando arrivammo iniziammo a cercare Edward.
La battaglia era già scoppiata e veloci ci dirigemmo verso quegli schianti che provenivano dal bosco.
Ci imbattemmo per prima nel gruppo guidato da Felix. Se la stavano passando male e presto sarebbero stati annientati. Emmett e gli altri attaccarono ringhiando e distraendo i lupi quel tanto che bastava per dar tempo alle Guardie di organizzarsi nuovamente.
Io iniziai a cercare Edward in quel macello. Non lo vedevo e la paura di essere giunto troppo tardi si stava facendo strada dentro di me quando la mia attenzione venne richiamata da altri tonfi sordi e con orrore mi accorsi che si erano divisi.
Pazzi! Cosa speravano di ottenere così!
Veloce mi girai e corsi in quella direzione sperando di trovare il mio ragazzo seguito da Bella e Jasper che mi avevano visto allontanarmi.
Spuntammo sopra uno sperone roccioso e lo spettacolo che si presentò ai nostri occhi fu terribile.
In mezzo ai cadaveri dei vampiri e dei licantropi, con l'aria appannata dal fumo denso che invadeva la radura distinguei Edward combattere affiancato a una vampira dai capelli rossi.
Vicino a lui Demetri stava lottando coraggioso con un altro vampiro al suo fianco.
Erano circondati e in netta inferiorità numerica.
Subito senza perdere tempo ci precipitammo giù.
Potevamo cambiare gli eventi e la visione di Alice,  potevamo salvare Edward.
Veloci attaccammo i licantropi che ci dividevano da lui, mentre il vampiro che non conoscevo veniva smembrato da due lupi e trascinato nella pira più vicino.
Poi con orrore vidi Edward, fare da scudo con il suo corpo a Demetri.
Lo vidi cadere sotto i colpi di un lupo, mentre mi rendevo conto che eravamo arrivati troppo tardi.
Con rabbia e determinazione mi sganciai dal combattimento, non mi interessava uccidere, dovevo solo raggiungere il più velocemente possibile il mio Edward per aiutarlo.
Vidi Demetri chinarsi su di lui e strappare la sua camicia cercando di fermare l'emorragia dal suo petto dilaniato. Noi non abbiamo sangue ma il nostro corpo è irrorato dal veleno che è fondamentale per la nostra sopravvivenza.
La vampira rossa invece, dopo aver dato uno sguardo distratto al mio ragazzo si era allontanata velocemente nella foresta inseguendo alcuni lupi che si erano dati alla fuga.
Quando gli fui vicino lo chiamai con dolcezza, volevo rassicurarlo, fargli capire che eravamo arrivati a prenderci cura di lui “Edward, Edward” .
Con gli occhi chiusi, il fiato corto, il corpo scosso da tremiti violenti aprii la bocca e con uno sforzo immenso sussurrò un solo nome “Re...bec..ca”.
E la consapevolezza che stava chiamando la sua compagna dai capelli rossi aprii una voragine nel mio cuore.

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