Edward
Avanzavamo
lenti nel
bosco. Stavamo attenti a non fare troppo rumore. Come fantasmi i
nostri piedi scivolavano veloci sul terreno. Ero in fondo. Demetri mi
aveva chiesto di mettermi dietro e di concentrarmi. Avanzavo con la
mente persa nei pensieri cercando di capire dove fossero.
Vicino
a me Rebecca e
Barbara mi sorvegliavano sapendo che facendo così mi rendevo
vulnerabile.
Davanti
a noi alla nostra
sinistra potevamo sentire i vampiri di Felix avanzare rumorosamente
nel bosco. Demetri scuoteva la testa dispiaciuto mentre incitava i
suoi uomini a procedere silenziosi.
Fu
quando il sentiero si
apri in un ampia radura che percepii chiaro il loro piano.
“Demetri...
attenti.
Attaccano!” il mio urlo anticipò di poco il loro
attacco.
Avevano
scelto con cura
il posto. La radura nella quale eravamo sbucati era circondata da
alti alberi e chiusa da un alto costone roccioso.
Quando,
io che ero
l'ultimo, posai il piede nell'ampio spazio la loro trappola
scattò.
Da
dietro alcuni uomini
si lasciarono cadere dagli alberi trasformandosi all'istante in
grossi e feroci lupi per evitare la nostra fuga. Ai piedi del
costone da un ampia grotta ne uscirono altri. Le loro zanne acuminate
brillavano nella prima luce del mattino mentre i loro occhi grossi e
gialli ci fissavano carichi d'odio. Con l'olfatto sentii
immediatamente l'odore di fumo invadere la radura. Alcune donne
nell'angolo più remoto avevano acceso una grande pira, sulla
quale
contavano di trascinare e bruciare i nostri corpi dilaniati.
Erano
più di noi,
dovevano essere più di una decina. Non potevamo chiedere
aiuto,
dalla nostra sinistra sentimmo le grida e i ruggiti dei nostri
compagni attaccati da un altro contingente.
Eravamo
in trappola e non
potevamo fare altro che combattere per salvare le nostre vite.
Presto
iniziò una feroce
lotta per la sopravvivenza.
Vidi
Barbara cadere quasi
subito sotto i loro colpi mentre affrontavo un grosso lupo aiutato e
protetto alle spalle da Rebecca.
Non
eravamo in
allenamento, entrambi sapevamo che dalle nostre mosse sarebbe dipesa
la nostra vita.
Abbattei
il lupo di
fronte a me con uno spintone e mi affrettai a tagliargli la gola con
i miei denti. Sentii il sangue scivolare sul mio volto e il mostro
dentro di me esultare eccitato dall'odore della morte.
Ma
non era il momento di
distrarsi, mi voltai rapido e ripresi la posizione a fianco a Rebecca
giusto in tempo per aiutarla a finire il grosso lupo che l'aveva
attaccata.
Non
ero più Edward, ma
un vampiro della Guardia e ne uccisi parecchi, freddo e micidiale,
consapevole della mia forza e dell'addestramento ricevuto, senza
provare alcun rimorso per le vite che stavo levando.
Poi
mi guardai intorno
velocemente, malgrado tutto eravamo in difficoltà. Erano
troppi ed
altri si erano aggiunti ai primi. Forse anche le donne si erano
trasformate. A parte noi due in piedi c'erano solo Demetri e Peter.
Diversi
lupi ci stavano
fissando ostili e pronti ad attaccarci.
Un
latrato ruppe il silenzio carico di tensione“uccidete
quello con i capelli corti biondi, è il loro
comandante.”
rubai l'ordine dalla testa di quello che doveva essere il capo
branco e subito gli risposi ringhiando a mia volta e snudando i
denti.
Non
sarebbero riusciti a
ucciderci facilmente.
“Demetri
attento,
vogliono te” l'avvertii avvicinandomi ai miei compagni.
Poi
ci attaccarono
assieme.
Mi
ritrovai alle prese con un grosso maschio che mi saltò
addosso. Mi scansai appena in
tempo strattonato da Rebecca. Mi voltai, le feci un cenno di
ringraziamento, e veloce mi avventai su di lui con l'intento di
finirlo. Quando mi tirai su con la bocca sporca di sangue vidi
Rebecca arretrare minacciata da altri due, veloce mi fiondai al suo
fianco e insieme respingemmo le enormi creature scagliandole lontano
da noi.
Fu
in quel momento che
sentii il grido soffocato di Peter.
Due
lupi lo avevano
trascinato lontano e lo stavano smembrando e dilaniando.
Vidi
uno dei lupi che
avevo allontanato rialzarsi e prepararsi a balzare sulla schiena di
Demetri. Lui stava combattendo con un altro e non si era accorto del
pericolo.
Agii
d'istinto senza
riflettere e con un balzo mi buttai fra Demetri e il lupo.
Fu
una mossa sciocca e
stupida.
Ilmi
e Kong mi avrebbero
rimproverato duramente se fossero stati presenti.
Ma
non c'erano a fermarmi
ed io mi ritrovai atterrato dalle sue zampe.
Senti
un dolore al petto
tremendo mentre le sue unghie laceravano la mia pelle. Non feci in
tempo neanche a capire cosa succedeva che le sue fauci si chiusero
sul mio fianco.
Mi
aveva morso e il
dolore veloce si propagò in tutto il mio corpo mentre un
urlo
agghiacciante esplose dalla mia bocca.
Quello
che successe dopo,
non mi fu mai molto chiaro.
Avvertii
un forte ringhio
mentre sentivo Rebecca attaccare prima che il licantropo terminasse
il suo lavoro.
Demetri
finii il lupo di
fronte a lui e si chinò su di me per aiutarmi mentre gli
altri lupi
si allontanavano velocemente da noi distratti da qualcosa.
Cercai
di tirarmi su, ma
una fitta fortissima mi fece urlare nuovamente mentre vedevo una
testa biondo cenere chinarsi su di me.
“Edward,
Edward”
qualcuno mi chiamava mentre io mi dibattevo nel dolore.
Con
certezza avvertì la
lontananza di Rebecca. Dov'era finita? Perchè mi aveva
lasciato?
Cosa le era successo?
Il
dolore dovuto alla sua assenza esplose prepotente coprendo il resto e
facendomi
annegare in quel limbo di male e terrore che conoscevo ma che mai
era stato così forte.
Doveva
tornare da me,
doveva aiutarmi.
E
con quel unico pensiero
in testa iniziai a chiamarla disperato.
A
causa della sua assenza la mia mente iniziò a sprofondare in
una nebbia fittissima che
avvolgeva i miei sensi, non vedevo, non sentivo e l'unica cosa che
potevo fare era chiamare il mio simbionte disperato mentre il veleno
iniziava il suo lavoro trascinandomi in un baratro senza fine
dal quale probabilmente non sarei più riemerso.
“Re..bec..ca...”
chiamai ancora, ma la mia voce ormai era solo un sussurro che si
perse nel vento.
Carlisle
Quando
arrivammo
iniziammo a cercare Edward.
La
battaglia era già
scoppiata e veloci ci dirigemmo verso quegli schianti che provenivano
dal bosco.
Ci
imbattemmo per prima
nel gruppo guidato da Felix. Se la stavano passando male e presto
sarebbero stati annientati. Emmett e gli altri attaccarono
ringhiando e distraendo i lupi quel tanto che bastava per dar tempo
alle Guardie di organizzarsi nuovamente.
Io
iniziai a cercare
Edward in quel macello. Non lo vedevo e la paura di essere giunto
troppo tardi si stava facendo strada dentro di me quando la mia
attenzione venne richiamata da altri tonfi sordi e con orrore mi
accorsi che si erano divisi.
Pazzi!
Cosa speravano di
ottenere così!
Veloce
mi girai e corsi
in quella direzione sperando di trovare il mio ragazzo seguito da
Bella e Jasper che mi avevano visto allontanarmi.
Spuntammo
sopra uno
sperone roccioso e lo spettacolo che si presentò ai nostri
occhi fu
terribile.
In
mezzo ai cadaveri dei
vampiri e dei licantropi, con l'aria appannata dal fumo denso che
invadeva la radura distinguei Edward combattere affiancato a una
vampira dai capelli rossi.
Vicino
a lui Demetri
stava lottando coraggioso con un altro vampiro al suo fianco.
Erano
circondati e in
netta inferiorità numerica.
Subito
senza perdere
tempo ci precipitammo giù.
Potevamo
cambiare gli
eventi e la visione di Alice, potevamo salvare Edward.
Veloci
attaccammo i
licantropi che ci dividevano da lui, mentre il vampiro che non
conoscevo veniva smembrato da due lupi e trascinato nella pira
più
vicino.
Poi
con orrore vidi
Edward, fare da scudo con il suo corpo a Demetri.
Lo
vidi cadere sotto i
colpi di un lupo, mentre mi rendevo conto che eravamo arrivati
troppo tardi.
Con
rabbia e
determinazione mi sganciai dal combattimento, non mi interessava
uccidere, dovevo solo raggiungere il più velocemente
possibile il
mio Edward per aiutarlo.
Vidi
Demetri chinarsi su
di lui e strappare la sua camicia cercando di fermare l'emorragia
dal suo petto dilaniato. Noi non abbiamo sangue ma il nostro corpo
è
irrorato dal veleno che è fondamentale per la nostra
sopravvivenza.
La
vampira rossa invece,
dopo aver dato uno sguardo distratto al mio ragazzo si era
allontanata velocemente nella foresta inseguendo alcuni lupi che si
erano dati alla fuga.
Quando
gli fui vicino lo
chiamai con dolcezza, volevo rassicurarlo, fargli capire che eravamo
arrivati a prenderci cura di lui “Edward, Edward” .
Con
gli occhi chiusi, il
fiato corto, il corpo scosso da tremiti violenti aprii la bocca e
con uno sforzo immenso sussurrò un solo nome
“Re...bec..ca”.
E
la consapevolezza che
stava chiamando la sua compagna dai capelli rossi aprii una voragine
nel mio cuore.
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